GLI Etruschi - riassunti manuale PDF

Title GLI Etruschi - riassunti manuale
Author Lucrezia Buccella
Course Archeologia e storia dell'arte greca e romana
Institution Università degli Studi Gabriele d'Annunzio - Chieti e Pescara
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GLI ETRUSCHI (slide) Il territorio dell’Etruria include l’attuale Toscana, la parte settentrionale del Lazio e il settore occidentale dell’Umbria. Gli Etruschi fuori dall’Etruria si trovano in Etruria Padana: Bologna, Verrucchio e Fermo, e in Etruria Campana: Capua e Pontecagnano. Essi sono accomunati da elementi culturali comuni come la lingua. La lingua etrusca è una lingua pre-indoeuropea. LE DONNE ETRUSCHE Alcune testimonianze le identificano come donne malfamate, ad esempio Timeo in Ateneo affermava che le donne che banchettavano giacevano insieme agli uomini, Cistellaria invece diceva che era tradizione etrusca prostituire il corpo delle donne ed infine Teopompo che affermava che le donne etrusche si curavano molto, che si presentavano spesso nude davanti agli uomini e che bevevano molto vino. L’ORIGINE DEGLI ETRUSCHI Ci sono diverse teorie riguardo la vera origine degli Etruschi: ERODOTO: Una tremenda carestia si sarebbe abbattuta sulla Lidia, per un po’ i Lidi resistettero ma in seguito il loro re dovette prendere una decisione, un gruppo sarebbe rimasto in Lidia e l’altro sarebbe andato alla ricerca di una nuova terra per salvarsi. Il figlio del re, Tirreno, venne messo a capo del gruppo che dovette lasciare la Lidia. Quindi partendo da Smirne andarono alla ricerca di un posto in cui abitare e iniziarono a chiamarsi Tirreni. Questo avvenne tra il XIII e il XII sec. STRABONE: Tirreno, figlio del re della Lidia, fondò 12 città, chiamò la sua terra Tirrenia e assegnò a capo di queste città Tarconte da cui prende il nome la città di Tarquinia. Gli Etruschi vennero anche identificati come Pelasgi, popolazione della Grecia stabilita in Tessaglia prima dei Greci propri. Questa popolazione emigrò arrivando nel Tirreno. Gli Egizi li identificano come uno dei Popoli del mare. Altri li identificano come popolazione proveniente dalle Alpi ed infine Dioniso di Alicarnasso da agli Etruschi una autoctonia presso il Mar Tirreno, quindi non sono venuti da nessun’altra parte. CRONOLOGIA FORMATIVA DELLA CIVILTA’ ETRUSCA XIII-XII ( 1200-1000 a.C. ) ETA’ DEL BRONZO FINALE X-VIII (1000-750) PRIMA ETA’ DEL FERRO VIII-VII (750-600) ETA’ ORIENTALIZZANTE VI (500) ETA’ ARCAICA V-IV (400-300) ETA’ CLASSICA IV-II (350-100) ETA’ ELLENISTICA I (90) ETA’ ROMANA

TRA BRONZO FINALE E PRIMO FERRO L’età del ferro o periodo villanoviano è il momento formativo della civiltà etrusca. Il termine villanoviano deriva dalla scoperta, nel 1853, della necropoli di Villanova di Castenaso (BO) da Giovanni Gozzadini. La cultura villanoviana quindi è la manifestazione di culturale materiale dell’età del ferro nei territori che saranno attribuiti agli Etruschi. I centri che hanno restituito elementi di facies villanoviana si collocano nell’età del Bronzo, cioè quando in Etruria si riconosce un modello di organizzazione coerente. Gli abitati sono caratterizzati da una limitata estensione interna se confrontata con la media dei siti dell’età del Ferro, sono situati in luoghi difesi naturalmente. L’AFFERMAZIONE DEL RITUALE INCINERATORIO DAL BRONZO FINALE Singoli individui sepolti all’interno di singoli ossuari, si ricorre alla cremazione per liberare l’anima dal corpo. In Etruria le sepolture maschili non presentano armi. LINEE GENERALI DELLO SVILUPPO DEL RITUALE FUNERARIO NELL’ETA’ DEL FERRO Le necropoli si dispongono sempre all’esterno dell’area abitata (con eccezione di Veio, Cerveteri e Tarquinia). Durante la Prima età del ferro (IX secolo) prevale il rituale icineritorio in pozzetto, corredi che rappresentavano il genere dell’individuo. Durante la Seconda età del fero (VIII secolo) viene introdotto il rituale inumatorio in fossa e le strutture a pozzetto vengono ampliate. In questi periodo si vuole rappresentare il ruolo e il genere dei defunti non la loro ricchezza. Durante l’avanzare dell’età del ferro quasi all’orientalizzante l’inumazione prevale sull’incinerazione e la ricchezza dei corredi aumenta per far notare l’importanza del defunto, iniziano ad essere presenti materiali importati soprattutto dalla Grecia. GLI SCAVI DEGLI ABITATI DELL’ETA’ DEL FERRO Solitamente hanno una certa discontinuità in quanto sono stati abitati per molto tempo, la frequentazione dei centri proto-urbani in genere risale all’età del Bronzo finale. L’Etruria meridionale è caratterizzata da suoli tufacei, in cui i centri proto-urbani vanno a posizionarsi a breve distanza dalla costa. Invece l’Etruria settentrionale ha un territorio vario in cui i centri proto-urbani occupano prevalentemente alture, riutilizzate fino all’età moderna. Qui gli abitati sono di minore estensione fin dall’età del ferro in quanto più un territorio è esteso più è difficile da controllare. Anche qui l’occupazione delle sedi è prolungata anche oltre l’età etrusca. LAFASE PRECOLONIALE La fase in cui i navigatori greci, prevalentemente euboici, percorrono il Mediterraneo entrando in contatto con genti indigene, acquisendo e trasmettendo saperi e costumi, in tempi precedenti all’impianto delle prime colonie. Indizi di contatti attestati dalla presenza di materiali greci in contesti indigeni, l’influenza di tali contatti determina la cultura locale. Tra il 780 e il 750 a.C. i Greci quindi si affacciano sul Tirreno e avviano contatti con le popolazioni indigene. Questi contatti porteranno quasi subito allo stanziamento di gruppi euboici a Pithecussai nel 770. Inoltre materiali di importazione euboica sono stati ritrovati nelle tombe della fase avanzata dell’età del Ferro. Uno degli apporti più significativi dei contatti marini è la scrittura, l’acquisizione di tale modello in Etruria e subito dopo nel Lazio avviene in maniera piena, diversamente da altri comparti della penisola. La scrittura venne influenzata dal mondo orientale (egizio). I greci lo trasmisero agli Etruschi che alla fine trascrissero un loro alfabeto. Come la scrittura anche il vino si ritiene essere stato introdotto dai Greci dopo la metà dell’VIII secolo. Il vino non era una semplice bevanda ma un modo per arrivare a sensazioni mistiche e divine tramite i simposi. Di conseguenza ci fu anche la diffusione della viticoltura testimoniata dal rinvenimento di semi e di contenitori vascolari per il consumo di vino.

Nelle fonti antiche si parla di Temetum, una bevanda divina, un vino puro dedicato agli dei. Non può essere bevuto dalle donne al contrario dei vini importati. Il banchetto era articolato in diverse fasi: -Abluzione, purificazione dei convitati; -Distribuzioni di cibo e bevande; -Mescita del vino e acqua nel cratere e distribuzione ai partecipanti in coppe; -Offerta agli dei di porzioni di carne. Gli elementi principali sono: il CRATEREper la mescita; la BROCCAper raccogliere il vino mescolato e versarlo; la COPPAper berlo. DEFINIZIONE DI ORIENTALIZZANTE Il periodo dell’arte greca che segue quello geometrico ed è caratterizzato da una fortissima influenza orientale evidente nella moltitudine degli oggetti importati dall’oriente e poi localmente imitati nell’arte greca dalla toreutica alla ceramica. ORIENTALIZZANTE ANTICO VIII-VII ORIENTALIZZANTE MEDIO VII ORIENTALIZZANTE RECENTE VII-VI PRIMA ETA’ ARCAICA VI Lo sviluppo di un sistema politico-istituzionale, economico, ideologico e di cultura materiale riferibile alla presenza di gruppi di potere a carattere gentilizio si pone nell’ambito del periodo orientalizzane, fino alla piena età arcaica. In realtà gli assetti istituzionali delle città etrusche non perderanno mai il loro carattere aristocratico, anche se si registrano a partire dal periodo tardo-arcaico dei cambiamenti nelle strutture interne che hanno fatto spesso ipotizzare uno sviluppo di tipo oligarchico-repubblicano. La nascita dell’aristocrazia ha portato alla nascita di nuove tipologie insediative che attestano un’occupazione di tipo gerarchico del territorio; si accentuano le manifestazioni di ricchezza e lusso sia nei modelli abitativi ma soprattutto in quelli funerari. Per le aristocrazie etrusche disponiamo prevalentemente di evidenze a carattere archeologico. La maggior parte delle deduzioni sulle strutture gentilizie possono essere ricavate dal confronto con quanto conosciamo circa il modello di gens-famiglia dei Romani. Il modello gentilizio si applica ai grandi centri etruschi come una struttura composta da varie famiglie. 1. Gentes-familiae 2. Soldates 3. Clientes 4. Servi LA FORMAZIONE DELLE “CITTA’-STATO” TIRRENICHE Già nella prima età del ferro sono noti sporadici insediamenti nel territorio di grandi centri proto-urbani. A partire dalla prima metà dell’VIII sec il numero dei centri di media e piccola estensione si incrementa andando a posizionarsi strategicamente a controllo di aree specifiche. I siti sono posti in posizioni strategiche (piccoli pianori) e spesso sono sedi rioccupate e restano tali fino al VI secolo. LE MANIFESTAZIONI LEGATE ALL’AMBITO FUNERARIO. MUTAMENTI E PERSISTENZE. In gran parte dell’Etruria propria e in Etruria Campana si afferma il rituale inumatorio, il rituale inceniritorio resta tipico dell’Etruria padana e dell’Etruria settentrionale interna. LA TOMBA A TUMULO E’ una calotta di terra a base circolare impostata a coprire una o più sepolture, può avere dimensioni variabili. L’aspetto esterno del tumulo è tendenzialmente ricorrente e rappresenta un elemento di

riconoscibilità nel territorio. Il tumulo è scavato nel tufo o ostruito nella parte del tamburo che contiene camere sepolcrali fornite di corridoio d’accesso. DROMOS; si tende a distinguerla dal concetto di “circolo”, ovvero strutture a pianta circolare segnate lungo i margini da crepidini composte da anelli in pietra e impostate a coprire fosse o camere centrali. In realtà la funzione esterna resta identica. In Etruria si sviluppa essenzialmente nelle dimensioni “monumentali” a segnalare la presenza di figure emergenti (aristocratici) e ad accentuare la visibilità rispetto al territorio di appartenenza della città. Le camere funerarie sono oggetto di una specifica pianificazione del loro sviluppo interno e, soprattutto quelle delle grandi necropoli urbane, tendono ad essere progettate per almeno due deposizioni. Spesso si verifica un riutilizzo del tumulo per più camere, a segnalare la continuità della discendenza gentilizia. VEIO-LA TOMBA 5 DI MONTE MICHELE Nella tomba a camera, composta da un grande ambiente quadrangolare e da due celle laterali al corridoio d’ingresso, vi erano quattro deposizioni probabilmente appartenenti allo stesso nucleo famigliare. Nella cella sinistra era adagiato sul pavimento lo scheletro di un bambino, nella cella a destra era sepolto un incinerato di sesso maschile di 18-20 anni. Nella camera principale le sepolture erano due, lungo il lato sinistro quella di una donna, riconosciuta grazie agli ornamenti personali e gli strumenti legati alla filatura. Lungo il lato destro era sepolto il “principe”, che con il suo ricchissimo corredo occupava gran parte della camera. In Etruria settentrionale si affermano architetture costruite, a causa della natura dei suoli. IL TUMULO DI SAN JACOPO A PISA Fine VIII secolo, è un cenotafio di un individuo morto in mare. Occupato da altre sepolture del VII secolo con tombe circostanti fino al V. Al centro del tumulo c’è una fossa contente ossa animali, una coppia in bronzo e frammenti ceramici, chiusa dalla deposizione di un tridente. L’ORIENTALIZZANTE E LA PRIMA FASE ARCAICA Le architetture domestiche si sviluppano attraverso l’introduzione di strutture realizzate con base in pietra e alzato in graticcio mentre le coperture sono in paglia e argilla. Intorno al 630 a.C. vengono introdotte le coperture fittili, con esse si sviluppa il concetto di decorazione architettonica, che diviene un elemento di forte riconoscibilità delle strutture a carattere gentilizio e poi sacrale. Le aree urbane nel corso del VII secolo sembrano organizzarsi intorno a zone caratterizzate dalla presenza di strutture. Dagli ultimi anni del VII secolo si diffonde l’uso di materiali di rivestimento architettonico, fittili, decorati che compongo cicli completi, decorando elementi usualmente utilizzati per proteggere le parti lignee del tetto. Questi cicli architettonici decoravano sia templi che abitazioni della classe gentilizia emergente. Abbiamo tre stili differenti per quanto riguarda le decorazioni architettoniche: 1. Elementi realizzati in IMPASTO ROSSO, caratterizzato da lastre decorate a stampo con fregi figurati (scene di banchetto, cavalieri, riunioni divine, giochi, sfilate di carri); antefisse a testa femminile, gocciolatoi a testa felina, acroteri a tutto tondo o a ritaglio e frontoni aperti. 2. Elementi realizzati in IMPASTO CHIARO, le lastre e le sime sono decorate con motivi fitoformi, le antefisse a testa femminile, acroteri a tutto tondo. 3. Elementi realizzati in IMPASTO SCURO, idem. LA RIORGANIZZAZIONE DELLE AREE URBANE NELL’ORIENTALIZZANTE Il modello regolare di impianto urbanistico con assi viari che si incrociano perpendicolarmente viene ripreso dalle polis greche, questo schema fu inventato da Ippodamo da Mileto nel V secolo, diffondendosi in Grecia, Magna Grecia e altrove. Avviene una riorganizzazione del centro urbano a Veio, tramite la monumentalizzazione di aree sacre e a Cerveteri con mura di cinta monumentali, istituzionalizzazione delle aree sacre, abbandono delle strutture residenziali a carattere gentilizio e infine attraverso l’impianto di un’area pubblica con edificio ellittico alla VIGNA PARROCCHIALE. Quest’area è stata frequentata senza interruzione dall’età del ferro all’età romana imperiale, le prime attestazioni sono buchi di palo mentre tra il VII e il Vi secolo ci fu una frequentazione intensa dell’area ma restano solo materiali in giacitura secondaria, infine nel V secolo ci fu una ristrutturazione complessiva con impianto di un tempio monumentale di tipo tuscanico.

GLI INTERVENTI DI SISTEMAZIONE E REALIZZAZIONE URBANISTICA NEL PERIODO DEI RE ETRUSCHI A ROMA Tra i vari territori della penisola, il Lazio meridionale rappresenta uno dei meglio noti per quanto riguarda le fasi del protostorico, sia dal punto di vista archeologico sia per essere oggetto di diverse fonti storicoletterarie legate alla presenza di Roma. ASSETTO IDRO-GEOLOGICO DELL’AREA CENTRALE: il Velabrum Una palude che dal Tevere arrivava a coprire la parte meridionale del foro, fu bonificata in parte da Tarquinio Prisco con interri e interventi mirati, in seguito da Tarquinio il Superbo con la Cloaca Maxima. IL TEMPIO DI GIOVE OTTIMO MASSIMO CAPITOLINO Secondo la tradizione il tempio sul Campidoglio fu edificato per dedicarlo a Giove, Giunone e Minerva. Sarebbe stato votato da Tarquinio Prisco dopo le guerre contro i Sabini. Egli riuscì a preparare l’area con lavori di terrazzamento e a commissionare un artista veiente per la statua di culto e la quadriga monumentale. Nel regno di Servio Tullio le fonti registrano una sospensione dei lavori che poi furono ripresi con Tarquinio il Superbo. Venne inaugurato nel 509. La struttura è di ordine tuscanico, gli scavi concordano con la data della costruzione. LA FINE DELLA MONARCHIA A ROMA E LA CACCIATA DEI TARQUINI Nel 510 a.C. cade il governo di Tarquinio il Superbo che si rifugia a Cuma, l’anno seguente nasce la Repubblica a Roma sotto il consolato di Bruno e Orazio. IL PRIMO TRATTATO ROMANO-CARTAGINESE Fu stipulato ai tempi di Bruno e Orazio. Un patto di amicizia tra le due potenze e tra i loro alleati, devono entrambi rispettare dei limiti di navigazione che possono venire infranti solo per pericolo e commercio. L’ETRURIA, LA PRODUZIONE E IL COMMERCIO IN ETA’ ARCAICA Nel corso del VI secolo a.C. gli interessi di Cartagine si espandono versoi territori occupati dai più antichi stanziamenti fenici in Sicilia occidentale e Sardegna, oltre che in Nord Africa e nella Penisola Iberica. Malco conquista parte del territorio siciliano. In questi anni gli scambi tra Etruschi e Sardegna fenicia erano dovuti alle anfore etrusche e ai vasi in bucchero e le ceramiche corinzie dei fenici, tra il 550 e il 510 questa economia ebbe un crollo. Tra il 545 a.C. e il 535 a.C. Malco si trasferisce in Sardegna per sottomettere le città fenicie ma viene sconfitto ripetutamente. Asdrubale e Amilcare conducono la conquista della Sardegna tra il 525-510 a.C. ASPETTI ARCHEOLOGICI: -Il santuario di Cuccureddus viene distrutto intorno al 530 a.C. -Distruzione dell’abitato di Monte Sirai intorno al 520 a.C. -Distruzione di Villasimius tra 525 e 510 a.C. -Ridimensionamento dei centri di Sulci, Bitia, intorno al 520 a.C Tra la fine del VII e la prima metà del V sec, l’Etruria si inserisce come alleata dei Cartaginesi promuovendo la circolazione dei prodotti e merci, di cui si registrano le tracce nella diffusione di materiale ceramico in Sardegna, nel sud della Francia, in Spagna e Nord Africa. Si individua ciò con l’incremento produttivo e un nuovo modello d’occupazione e sfruttamento dei territori agricoli. Già alla fine del VII secolo a.C. si assiste allo sviluppo di un nuovo tessuto rurale, caratterizzato dalla formazione di siti di piccola estensione, localizzati prevalentemente in aree aperte e non difese naturalmente, e dediti prevalentemente alla pratica dello sfruttamento agricolo: gli open sites. Fino al V secolo i rapporti con Cerveteri e la Grecia restano apparentemente buoni non si assiste a un decrescimento delle esportazioni ceriti nel resto del Tirreno e la città resta uno dei principali recettori di ceramica attica a figure rosse, per essere poi soppiantata da Spina.

PYRGI: TEMPIO A (470-460) Tempio tuscanico, dedica in etrusco su una laminetta in bronzo rinvenuta nei pressi del tempio. Le divinità del santuario meridionale sono CAVATHA, figlia di Demetra e SURI (apollo o hares). L’ISCRIZIONE DI PECH MAHO: Iscrizione in greco e in etrusco su piombo ritrovata nella Linguadoca. L’iscrizione greca riporta di una transazione relativa a imbarcazioni tra gente di emporion e un mercante di nome Kyprios, alla presenza di sei testimoni di nomi iberici. L’iscrizione in etrusco riporta due nomi e il nome di Massalia in etrusco. Probabilmente era un documento. IL RELITTO DEL GIGLIO: Datato intorno al 600 a.C. ha riconsegnato anfore etrusche, puniche e ioniche, ceramiche corinzie, ioniche ed etrusche, lingotti di rame e piombo. Si tratta probabilmente di una nave greca che ha fatto scalo in vari centri della Magna Grecia e poi in Etruria dirigendosi verso la Francia. RELITTO DI CAP D’ANTIBES: ha restituito 180 anfore etrusche da vino e vasellame etrusco. I RAPPORTI INTERNAZIONALI E GLI EQUILIBRI NELL’ALTO TIRRENO TRALA BATTAGLIADEL MARE SARDO E LA BATTAGLIA DI CUMA Caere in età arcaica era il centro etrusco più equilibrato del Tirreno. La battaglia del mare sardo avvenne nel 540 a.C. La battaglia di Cuma avvenne nel 525 a.C. Gli Etruschi della pianura Padana insieme agli Umbri e ad altri barbari attaccarono Cuma che aveva al comando Aristodemo che inseguito diventò tiranno della città. ECONOMIA E COMMERCIO Il baratto era la forma di scambio più usata poi c’era il metodo del “piede persiano” ovvero l’argento pesato. Le monete appaiono in diversi contesti: POPULONIA: dove troviamo una serie argentea con la parte dritta avente un gorgoneion e il rovescio liscio. Nelle serie più tarde appaiono dei tipi figurati. Al diritto sotto il gogneion appare il segno di valore X o XX con aumento di peso, valutazione che raddoppia il valore. (V-IV secolo) Abbiamo anche monete in bronzo con divinità e civetta. VETULONIA: serie bronzea, sul davanti la testa con pelle di cinghiale, sul dietro tridente con due delfini e legenda. VOLSINII: moneta d’oro, testa giovanile coronata di mirto, dietro un toro in movimento sormontato da una colomba (IV secolo) TARQUINIA: due serie, molto rare. Della seconda si conoscono solo l’asse ed il tridente (IV-III) VOLTERRA: tre serie tutte con legenda.

Dalla metà del VI secolo avviene una semplificazione e una razionalizzazione degli ambienti funerari interni ed esterni come adesione a modelli “isonomici”. In età tardo arcaica si afferma in maniera più evidente il ritorno all’incinerazione, realizzata sia all’interno di strutture a camera, sia in pozzetti o buche quadrangolari rivestite di lastre. I POPOLI DELL’ABRUZZO PREROMANO Il territorio abruzzese ha una forte discontinuità geomorfologica e c’è una netta distinzione tra area costiera e area interna. Le fonti epigrafiche e quelle storico-letterarie forniscono un quadro dello sviluppo del...


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