Gli uomini non sono isole nuccio ordine PDF

Title Gli uomini non sono isole nuccio ordine
Course Letteratura italiana
Institution Università della Calabria
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Summary

Riassunto nuccio durughjahshshhshhshshhshshshhshshshshhshshshhshshhshshhxhshshhzhshshhshshshs-hshhhdhhshshjjksjjshhsuRiassunto nuccio ordine corso bhsjsjjsjsjjsh#jjdjjdjdjjxjdjdjjdjsjdjhshshjsjsjshhshhdhdhhxhjdjjd-dhhdjdjjdjdjxhhdhdbhsjsjjsjsjjsh#jjdjjdjdjjxjdjdjjdjsjdjhshshjsjsjshhshhdhdhhxhjdjjd-d...


Description

Gli uomini non sono isole Il titolo del libro si rifà alla citazione di John Donne “Nessun uomo è un’isola”. Donne vive tra la fine del 500 e l’inizio del 600. è stato un poeta, religioso e saggista inglese, nonché avvocato e chierico della Chiesa d'Inghilterra. Scrisse sermoni e poemi di carattere religioso, traduzioni latine, epigrammi, elegie, canzoni, sonetti e satire. Può essere considerato come il rappresentante inglese del concettismo durante il Siglo de Oro. La sua poetica fu nuova e vibrante per quanto riguarda il linguaggio e l'invettiva delle metafore, specie se paragonato ai suoi contemporanei. Lo stile di Donne è caratterizzato da sequenze iniziali ex abrupto e vari paradossi, dislocazioni e significati ironici. La sua frequente drammaticità e i discorsi da ritmi giornalieri, la sua tesa sintassi e la sua eloquenza di pensiero furono sia una struggente reazione nei confronti dell'uniformità convenzionale della poetica elisabettiana sia un adattamento in inglese delle tecniche barocche e manieriste europee. Celebre il suo sermone Nessun uomo è un'isola (meditazione XVII) citato da Ernest Hemingway in epigrafe a Per chi suona la campana, e da cui trae ispirazione un omonimo libro di Thomas Merton. Pag.15 Donne condanna la visione insulare (ognuno per se). Nessuno di noi è un’isola perché siamo tutti pezzi uniti nel mondo dell’umanità. Ogni uomo che muore è un pezzo che se ne va. Importante è la visione del mare: 1) Visione insulare: il mare divide un territorio dall’altro 2) Visione antica: il mare unisce ed è elemento di ricchezza. Donne è fedele a questa versione Pag. 17 Donne è a letto e la lunga malattia e l’esperienza del dolore diventano per l’autore una straordinaria occasione per interrogarsi sul mistero della morte e sul posto dei singoli individui nell’umanità. Descrive la sua opera “devozioni per situazioni d’emergenza” e nella 17 meditazione dice: quando una campana suona, suona per tutti: quando muore qualcuno muore una parte di noi. Hemingway riprende ciò. Donne influenza anche Bacone. Nel 1625 Bacone pubblica i suoi saggi ovvero riflessioni su vari temi. È un’edizione ampliata di un saggio del 1612 di un tema sulla bontà. Nel 1625 c’è un’allusione all’insularità che nel 1612 non c’era. Bacone cerca di interrogarsi su cosa sia la bontà. Pag. 20 Bacone ci fa capire come l’uomo che non esercita la bontà è un parassita. La bontà infatti è una virtù teologica: fede, speranza e carità. Sono tre virtù che permettono all’uomo di mettersi in contatto con Dio. Carità: uomo ama il suo prossimo come se stesso. Mentre in tutte le altre cose, l’eccesso si trasforma in vizio per la carità no: nella carità non c’è alcun eccesso. Pag. 21 Bacone risponde alla domanda: “quali sono i segnali che permettono di vedere la bontà di qualcuno?”. Afferma il filosofo che la bontà è visibile il forestiero. “al vero filosofo ogni terreno è patria”. Bisogna saper conservare l’orgoglio di patria ma bisogna capire che c’è una patria più grande: l’umanità. Essere cittadino del mondo significa avere la capacità di oltrepassare il ristretto reperimento dei propri egoistici interessi per abbracciare l’universale, per sentirsi parte di un’immensa comunità costituita da propri simili. Ecco perché l’altro è occasione di miglioramento personale Pag. 22 riferimento al balsamo. Questa pianta che si dona per intero e accetta di essere incisa per offrire gratuitamente agli altri la sua ninfa vitale. (immolazione di Gesù anche). Il filosofo riprende, rielaborandolo, il mito dell’albero del balsamo già attestato nel mondo classico (es. Ricerche sulle piante di Teofrasto o alla storia naturale di Plinio) e poi associato a interpretazioni morali e religiose nel rinascimento. Questa metafora ci fa capire come la bontà non conosca limite: può arrivare perfino all’estremo sacrificio di se stessi.

Pag.26 la solidarietà umana costa fatiche, fastidi. Se vogliamo essere solidali dobbiamo dare una parte di noi. Questo lo sostengono anche Cicerone e San Paolo. Pag. 317 Virginia Woolf. Il romanzo “le onde” è sperimentale perché non c’è una vera e propria storia. Ci sono 6 personaggi che parlano ma in realtà bisogna contarne 7 perché uno sta zitto. Il Romanzo viene pubblicato nel 1931 e la metafora “onda” è metafora dell’individuo che è parte dell’umanità cosi come un’onda del mare. Ogni onda infatti ha una propria unicità, si alza, cammina, poi ritorna al mare. Ogni personaggio del racconto è un io unico che però fa parte di un io comune. Possiamo parlare di un macro personaggio che raccoglie tutti e 7. Pag.28 Virginia Woolf riprende le concezioni di John Donne. Siamo nel 1931, 300 anni dopo la morte di Donne Virginia pubblica le onde e nel 1932 pubblica un saggio dove parla di Donne. Pag. 31 Whitman nel 1865 afferma che la morte non dividerà l’affetto di due persone. Pag. 43 Seneca in una lettere a Lucilio (lettera 95 libro XV) si interroga su come comportarsi con l’altro. pag 248 Luciano, autore greco, in “Alessandro” o il “falso profeta”. Alessandro è un imbroglione che si fa passare per profeta miracolatore. Manda dei messi pagati per spargere la voce dei miracoli compiuti da questo. La vita dell’uomo è formata da Timore e Speranza. Se si agisce su una di queste due cose diventi ricco. Questo è un testo del 180 a.C che riflette bene su questa condizione ancora attuale. Pag. 305 Shakespeare, la storia di re Lear: abbiamo due versioni di questa storia. Shakespeare parla di un re che per assegnare l’eredità decide di porre una domanda alle tre figlie: “ditemi chi di voi mi vuole più bene”. Gonoril e Regan rispondono eccedendo nel dichiarare il loro sentimento verso il padre. Cornelia invece decide di tacere. Il padre allora deciderà di dare il proprio regno a Gonoril e Regal ma capirà di aver sbagliato e che le parole delle due sorelle erano solo “parole di convenienza”. In una notte solo e disperato capisce cosa gli è accaduto. Re Lear capisce solo quando è acciecato dalla follia. In questo romanzo abbiamo dunque l’immagine di un sileno (ricorda il filebo di Platone) rovesciato: in superficie le due sembrano persone riconoscenti ma in realtà sono persone interessate. In questa pagina Re Lear si accorge degli umili, della sofferenza che provano (non aveva mai badato a ciò prima). In questa storia appare un altro personaggio: Gloste. Gloste ha due figli: Edgan e Edwoon. Edwoon mette contro il fratello e il padre e costringe il fratello a partire per non temere l’ira del padre. Capisce ciò che avviene solo quando diventa cieco (le figlie di lear lo puniscono perché aveva cercato di proteggere il re). Pag. 64: “tocco della mano” = vedere. Pag. 65. Nel mondo ci sono troppe disuguaglianze.

Pag. 81. La poesia è un viaggio che tutti possono permettersi senza barriere temporali. L’odissea è il primo incontro tra poesia e viaggio. Dickenson in “monaca ribelle”: nella sua casa cerca di conoscere il mondo tramite la poesia. Ci racconta la sua esperienza mediante una lettera a tutto il mondo. Pag. 253: Xavier de Maistre (fratello di Gioffrè) nel testo pubblicato a fine 700 ci parla di quando viene condannao a 42 giorni di arresto che sfrutta per dedicarsi a quelle cose a cui non aveva mai potuto avvicinarsi (i libri). Questo brano ci fa comprendere che possiamo percepire il mondo solo quando lo si guarda lentamente. Quante volte noi non guardiamo l’altro che soffre? Quando si è malati (o reclusi in questo caso), quando si soffre siamo più inclini ad osservare anche le sofferenze altrui. Pag. 268 abbiamo un passo di una lettera di Petrarca a Nelli nel 1352. Nelli è un priore della chiesa fiorentina dei santi apostoli e Petrarca sta parlando con lui del tipo di lettore ideale. Per petrarca il lettore ideale è una persona attenta, che presta attenzione solo a ciò che legge. Parla specificatamente di: “leggere con lo stesso impegno di chi scrive”.

Pag. 213 Antonio Gramsci: l’indifferenza è una forma di complicità. Hebel, famoso drammaturgo tedeso dell’800 parla della tragedia della vita: nella nostra vita bisogna prendere una posizione, che sia giusta o sbagliata. Possiamo essere o inquilini del mondo (il mondo non è casa mia) o padroni ( il mondo è mio perché l’altro ne gode)....


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