Goegrafia delle comunicazioni e del commercio internazionale appunti lezioni integrati a slide PDF

Title Goegrafia delle comunicazioni e del commercio internazionale appunti lezioni integrati a slide
Course Geografia delle comunicazioni e del commercio internazionale  
Institution Università degli Studi di Verona
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GEOGRAFIA DELLE COMUNICAZIONI E DEL COMMERCIO INTERNAZIONALE1. LO SCENARIO DI RIFERIMENTO: LA GLOBALIZZAZIONE ECONOMICALa pandemia ha ulteriormente lanciato la domanda sul processo di de-globalizzazione. Vi sono infatti alcune filiere che creano dei problemi e delle dipendenze (per esempio in asia)....


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GEOGRAFIA DELLE COMUNICAZIONI E DEL COMMERCIO INTERNAZIONALE

1. LO SCENARIO DI RIFERIMENTO: LA GLOBALIZZAZIONE ECONOMICA

La pandemia ha ulteriormente lanciato la domanda sul processo di de-globalizzazione. Vi sono infatti alcune filiere che creano dei problemi e delle dipendenze (per esempio in asia). Spazio: è l’oggetto della geografia, ciò di cui si occupa. La geografia si occupa del rapporto tra determinati fenomeni che analizziamo e lo spazio, abbiamo dunque anche diversi spazi della geografia. Vi sono fenomeni come la demografia o i fenomeni migratori, che sono invece correlati alla geografia della popolazione. Nel tempo è cambiato il modo e l’interpretazione dello spazio. Si andavano ad individuare attraverso latitudine e longitudine le distanze tra gli oggetti. La geografia passata si occupava del concetto di spazio come assoluto. Oggi, invece, lo spazio assoluto non esiste, lo vediamo attraverso le rappresentazioni classiche della geografia: le carte geografiche (Peters e Mercatore). Nessuna delle rappresentazioni è sbagliata, sono solo diverse rappresentazioni, proiezioni geografiche. Ogni proiezione deforma qualcosa (o le aree o le lunghezze). Sono entrambe esatte, ed è per questo che non esiste lo spazio assoluto; infatti, sono due proiezioni simili ma non uguali. Distanza: oltre al concetto di distanza come distanza filo metrica, vi è la distanza funzionale. Si tratta di una distanza non calcolata in chilometri ma in tempi di percorrenza (tempo che un individuo/merce impiega per andare da un punto all’altro) -> distanza-tempo. Si parla anche di distanza-costo: costo nello spostare una merce da un punto all’altro. Oggi i luoghi sembrano più vicini perché siamo in grado di spostarci più velocemente. (slide 4) Si tratta di una distribuzione temporale più ristretta in base all’evoluzione ferroviaria. Non si tratta di una restrizione ma di innovazione dei mezzi di trasporto. Si è prodotto il fenomeno della convergenza spazio-temporale ovvero un avvicinamento tra i luoghi per effetto dello sviluppo dei trasporti. Si parla già dunque di globalizzazione, perché la convergenza è un fenomeno della globalizzazione. Si tratta anche di riduzione della distanza-costo: il trasporto costa meno e impiega meno tempo. Nell’alta velocità non vediamo questo ultimo fenomeno, che si vede invece nel trasporto aereo. Se lo spazio non è più assoluto, possiamo dire che studiamo quindi uno spazio di relazioni tra gli oggetti. Vi è quindi uno spazio geoeconomico. Si tratta di relazioni orizzontali e relazioni verticali. Le prime, chiamate anche interazioni spaziali, sono le relazioni che legano due oggetti sulla superficie terrestre. Le seconde sono le relazioni che collegano gli oggetti in base al luogo dove sono collocate. Da questo insieme di relazioni nasce il concetto di territorio. Spazio e territori non possono essere usati come sinonimi. ESEMPI: Orizzontali: i flussi di capitale, informazione, flussi migratori, flussi turistici. In questi viene individuato lo spazio. Verticali: l’uomo che valorizza le risorsi ambientali, infrastrutture di un determinato territorio.

Organizzazione territoriale: assetto che un territorio assume in un determinato periodo storico. Per esempio, un porto si sviluppa nel luogo in cui vi è un certo ambiente. Il porto sviluppa un sistema di relazioni con altre industrie, come il mercato che porta i prodotti, l’industria che si occupa delle materie prime. Si tratta quindi sia di relazioni verticali che orizzontali. Pagina | 1

Ambiente: si tratta di ambiente fisico, quindi risorse fisico-naturali. Come tale l’ambiente è una parte del territorio. Il rapporto tra uomo e ambiente cambia in base alla prospettiva. In passato l’ambiente condizionava le pratiche e le attività umane, ora invece si studia come l’uomo modifica l’ambiente. La scala è un altro aspetto importante: uno stesso fenomeno viene studiato in scale geografiche diverse, ovvero il livello di analisi che si prende come riferimento (scala regionale, di una città, regionale). A seconda del tipo di territorio si utilizza una scala geografica. Qui la più importante è la scala globale. Tempo: spazio e tempo sono le due coordinate del nostro ragionamento. Molto spesso una determinata organizzazione del territorio deriva da ciò che è successo in passato.

Gli strumenti della geografia sono: la carta, i sistemi digitali, le analisi statistiche, i dati statistici, le analisi su campione.

GLOBALIZZAZIONE La globalizzazione è un annullamento dello spazio e del tempo. L’impressione che abbiamo è che ci possiamo muovere velocemente nello spazio, attraverso trasporti poco costosi, come anche le merci. In tempi brevi possiamo avere qualsiasi oggetto. Non è un vero e proprio annullamento, quanto in realtà una riduzione (esempio: libro – ebook: il libro ci mette un determinato tempo ad arrivare -> riduzione, mentre l’ebook ci permette di avere un libro in tempo immediato -> annullamento). La diffusione globale di prodotti e di servizi delle grandi multinazionali: ha portato ad un gusto omogeneo. Molte di queste sono partite da piccole imprese che si sono nel tempo multi-nazionalizzate. Questo processo può partire anche da Paesi non globalizzati. ESEMPIO: Nutella – Ferrero: si tratta di una relazione verticale: dall’idea di un piccolo commerciante (pasta gianduia da spalmare sul pane) che ha portato ad un prodotto industriale che ha cominciato ad avere successo dagli anni 60.

L’omologazione non la vediamo soltanto nei prodotti ma anche nei servizi, si tratta di distribuzione organizzata, come ad esempio i supermercati. Per “non-luoghi” si intendono i luoghi in cui si incrociano varie persone che però non hanno contatto, come i supermercati, le stazioni, gli aeroporti. Sono “non-luoghi” perché non hanno degli elementi di spicco rispetto ad altri luoghi. Il primo a parlare di villaggio globale è stato il sociologo canadese McLuhan, il quale afferma che vi saranno sempre luoghi simili tra loro, attraverso una forza omologante. È giunto a ciò riferendosi alla televisione. Levitt ha invece parlato dei luoghi come un’integrazione economica su scala mondiale, riferendosi ai mercati. ALTRE DEFINIZIONI DI GLOBALIZZAZIONE: « Cambiamento di scala nell’organizzazione di molti fenomeni… Ampliamento, intensificazione e accelerazione delle relazioni tra soggetti localizzati in differenti aree del pianeta, che coinvolge più Pagina | 2

dimensioni (economica, ambientale, culturale …) esito di un percorso storico...» (Dematteis et al., 2010). Viene visto la punto di vista della scala -> relazioni orizzontali -> ci consente di vedere la globalizzazione come un esito di un percorso storico. «Aumento delle interdipendenze territoriali in cui giocano un ruolo rilevante la scala globale e quella locale» (Veltz, 1998). Si mette l’accento non solo sulle relazioni orizzontali, ma anche sulla scala locale, ovvero l’insieme di relazioni che avvengono all’interno dei territori -> relazioni verticali. Acquistano importanza scala locale e scala globale. Per esempio, un’impresa: ha unna serie di rapporti con il territorio dove è insediata. Vi sono i prodotti locali che irrompono nel globale. «Il fenomeno della globalizzazione può essere interpretato come un’esperienza sociale: compressione spazio-temporale» (Harvey, 1989). Vi è una compressione per indicare la convergenza spazio-temporale. I luoghi tendono ad avvicinar4si nello spazio e nel tempo: si riduce la distanza funzionale. Questa compressione è un fatto che riguarda innanzitutto il luogo in cui una persona è collocata e quella che è la sua percezione dello spazio e del tempo.

Cosa ha portato alla globalizzazione?

1) La rivoluzione industriale si è diffusa nel corso dell’Ottocento e ha aperto uno spazio commerciale enorme per l’epoca. Gli storici la intendono come la prima fase della globalizzazione. 2) La seconda fase è identificata nel corso del 900, dove si sottolinea soprattutto l’innovazione tecnologica e i nuovi metodi di produzione. 3) La globalizzazione sarebbe quindi una terza fase che si è messa in moto perché negli anni 80 vengono coincidere una serie di fattori che danno un’accelerazione a quelle che sono le relazioni internazionali e che portano ad un cambiamento di scala. Tra le tre globalizzazioni cambia il coincidere di una serie di fenomeni che fanno esplodere un’altra serie di fenomeni.

I fattori che hanno favorito alla globalizzazione sono: la crescente importanza delle imprese multinazionali (negli anni 60-70 nasce ma cambia il numero, il paese, le origini delle multinazionali), che porta poi alla divisione del lavoro su scala globale -> global value chain: all’interno di esse scorre il commercio estero, di parti di beni, di componenti, semilavorati e prodotti finiti nelle grandi catene di produzione. Un altro fattore che ha influito è la nuova governance globale e i processi di liberalizzazione commerciale (senza la riduzione dei dazi non sarebbe esistita la globalizzazione). Un altro fattore sono le innovazioni tecnologiche (microelettronica, informatica, la rete ci permetto di comunicare in tempo reale). Infine, le cause di ordine geopolitico (caduta del muro di Berlino nel 1989 che ha aperto uno spazio commerciale e di produzione in Europa, inoltre anche l’apertura della Cina “politica della porta aperta”, ha aperto agli investitori stranieri).

DIMENSIONI DELLA GLOBALIZZAZIONE Economia: la leggiamo attraverso il commercio internazionale Scienza e tecnologia: oggi la produzione di conoscenza non è più legata a determinati paesi, ma piuttosto alla collaborazione tra università, tra centri di ricerca. Questa stessa conoscenza diventa circolatoria, accessibile. Pagina | 3

Ambiente: oggi come oggi il problema ambientale, come il cambiamento climatico, ha una dimensione globale. Non riguarda solo un luogo ma tutto il mondo. per determinati aspetti delle politiche decise su scala globale, in organizzazioni globali come l’ONU. Geo-politica: molte decisioni non sono più prese a livello di singolo paese, ma su scala sovrannazionale o globale. Per esempio: nelle politiche economiche dei trasporti, vengono prese dall’unione europea e poi recepite dai singoli stati membri. Flussi: migrazioni-turismo: i flussi del turismo internazionale hanno avuto un andamento crescente nella fase della globalizzazione. Fenomeno urbano: crescita soprattutto nelle mega-città -> luoghi con più di 10 milioni di abitanti.

GLOBALIZZAZIONE ECONOMICA E COMMERCIO INTERNAZIONALE Senza la diminuzione dei dazi dei beni e dei servizi, non sarebbe conveniente la distribuzione del lavoro nelle varie zone del mondo. Vi sono grandi organizzazioni internazionali, in particolare Global Value Chain. Le imprese multinazionali sono fattrici molto importanti. I processi per la realizzazione dei prodotti hanno come componente importante anche la tecnologia dei trasporti. Se non ci fossero quelle grandi organizzazioni che hanno il compito di decidere dove e come trasportare non ci sarebbe l’organizzazione giusta. Possiamo quindi affermare che le tecnologie dei trasporti sono fondamentali. Le piccole imprese rientrano nei processi della divisione del lavoro, come per esempio i distretti commerciali, che sono specializzate in alcuni settori (fiera dell’oro a Vicenza). INDICATORI: -

-

Scambi internazionali di beni e servizi: importazione ed esportazioni Investimenti diretti esteri (IDE): flussi di investimenti effettuati da soggetti (investitori) in paesi diversi rispetto a quelli in un cui ha sede l’attività, finalizzati all’acquisizione di partecipazioni durevoli in un’impresa estera (fusioni e acquisizioni o investimenti brownfields) o alla costituzione di una filiale all’estero (investimenti greenfields). Flussi finanziari: flussi di portafoglio (portfolio investment flows), movimenti di capitale di carattere strettamente finanziario (compravendita di titoli, prestiti bancari, acquisto valute...).

Vi sono state diverse fasi dello sviluppo: alcuni eventi storici sono stati fondamentali per l’apertura all’apertura del commercio (scoperta dell’America e rivoluzione industriale). Hanno portato infatti alla navigazione e all’utilizzo della ferrovia. Soprattutto dopo la Seconda guerra mondiale, vi è un “boom” dei trasporti. I flussi del commercio internazionale del secondo dopo guerra hanno quindi portato ad un’esplosione della globalizzazione.

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La caduta dopo il 2008 corrisponde alla crisi economica globale proveniente dagli Stati Uniti. I flussi si riprendono già nel 2010 e una crescita dei flussi commerciali fino al 2014 e dopo anche fino al 2020. Anche la crescita del prezzo del petrolio ha portato ad una caduta.

È cambiata anche la disposizione dei prodotti di scambio: prima si trasportavano soprattutto i beni dell’agricoltura, a differenza di oggi dove il 70% di scambi di merci è costituito da prodotti manifatturieri.

Andamento dei servizi: il volume dei servizi è sostanzialmente inferiore rispetto all’andamento dei beni. Molti servizi non sono quindi scambiati nei mercati internazionali. La tendenza comunque segue quella delle merci e dei beni: fino al 2008, poi fino al 2014 e poi infine fino al 2020. I servizi più importanti sono i trasporti, il turismo e quelli finanziari.

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La tipologia dei grafici a barre ci mostra l’andamento di una variabile nel corso del tempo. La fonte per eccellenza è l’organizzazione internazionale del commercio.

Si tratta delle quote di mercato sulle esportazioni mondiali di merci per area geografica: sono percentuali di ciascuna macroarea sulle esportazioni. Il commercio internazionale è in realtà, come possiamo vedere, da alcune aree in particolare: Unione Europea, Asia Orientali e America Settentrionale. Nonostante ciò, cambia anche il peso delle tre macroaree: l’UE perde per esempio la sua importanza. È dovuto allo spostamento del “baricentro” dell’economia che va verso l’Asia.

I primi 10 esportatori mondiali di merci:

Più le frecce sono spesse, più lo scambio è importante e frequente. L’andamento delle frecce indica se vi sono delle importazioni o delle esportazioni. Rappresenta la situazione del 2008, che non è cambiata molto fino ad ora.

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Rappresenta sia i flussi che i simboli proporzionali. I cerchi rappresentano i singoli paesi e la loro dimensione è direttamente proporzionale alle quote degli scambi globali di merci. La rappresentazione è praticamente sempre la stessa: UE, USA e Asia (in particolare la Cina).

Grafico a linea continua. Dati presi dalla United Nations Conference on Trade and Development. Indica gli investimenti diretti esteri (entrate). Gli investimenti esteri si fanno per ottenere le materie prime, ma anche per sostituire i flussi di esportazione. Inoltre, gli investimenti esteri fanno risparmiare su determinati aspetti della produzione.

Andamento degli investimenti diretti esteri. In costante crescita e calo.

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INVESTIMENTI DIRETTI ESTERI IN ENTRATE E IN USCITA PER AREA 500000 450000 400000 350000 300000 250000 200000 150000 100000 50000 0

. . . . I E T T E NT UE R ID NT R ICA TR LTR N I N E E A F I E R A C A NO O M O R IC A O A SI ER AS I OPA TR DIO A R EN ME AM EU A C IC ER M A UE

SE

2008

800000 700000 600000 500000 400000 300000 200000 100000 0

. . I E UE R ID NT R ICA TR LTR N N E E A F I E A C R A M O NO IC A A A TRO IO O SI P E R AS I A RO EN ED AM M EU A C IC ER M A UE

SE

. TT

EN RI

T.

2008

2019

2019

MAGGIORI PAESI PER VOLUME DEGLI INVESTIMENTI IN INGRESSO (2008-2019)

USA CINA SINGAPORE PAESI BASSI IRLANDA BRASILE HONG KONG RU INDIA CANADA 0

50000100000150000200000250000300000

PRIMI DIECI PAESI PER VOLUME DEGLI INVESTIMENTI DIRETTI ESTERI IN USCITA (2008-2019)

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GIAPPONE USA PAESI BASSI CINA GERMANIA CANADA HONG KONG FRANCIA COREA S SINGAPORE 0

50000 100000 150000 200000 250000

La crescita è ampiamente rallentata dagli anni 2000.

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2. TRASPORTO INTERMODALE E INTERPORTI. CASO STUDIO: IL «QUADRANTE EUROPA»

Il settore dei trasporti è stato uno dei settori chiave per la globalizzazione. Ha ridotto il costo del trasporto e ha ridotto anche il tempo di spostamento della merce. È un settore molto importante proprio a livello globale e consente lo svolgimento di tutte le altre attività economiche e di tutti i settori dell’economia. Attività come il turismo vanno avanti solo con i trasporti. Se un’attività non è fattibile in termini di costi e tempo, l’attività turistica non si può realizzare. I trasporti hanno una filiera estremamente complessa e articolata. Comprendono: settore industriale, settore meccanico, edilizia delle costruzioni. Inoltre, anche il settore della manutenzione delle reti, delle infrastrutture va avanti grazie al settore dei trasporti. Infine, anche le attività che riguardano l’industria logistica, che riguarda la gestione e l’organizzazione della filiera dei trasporti. Attiva, inoltre, posti di lavoro e grandi investimenti sia pubblici che privati. È molto importante nel PIL, dove ricopre infatti il 9%. Ognuna delle fasi dei trasporti, ci fa assistere a delle relazioni spaziali. La rivoluzione industriale ha portato alla rivoluzione dei trasporti che ha portato a sua volta ha favorito l’economia e quindi la globalizzazione. Tutto ciò ha portato allo sviluppo industriale ed economico del secondo dopo guerra. Le telecomunicazioni date dalle nuove tecnologie hanno determinato ulteriori processi per quanto riguarda soprattutto l’effetto della distanza tra i luoghi. Queste fasi hanno progressivamente aperto nuovi spazi di relazioni, dando una spinta al commercio internazionale, e hanno contributo ad avvicinare i luoghi (convergenza spazio-temporale). Tutto ciò ha contributo alle politiche dei trasporti date dalle politiche sovrannazionali e nazionali messe in atto per l’economia della propria area geografica. Se non ci fossero queste scelte politiche di sviluppo di determinate reti di trasporto, l’innovazione servirebbe a poco. L’unione europea si occupa della politica dei trasporti di tutti gli Stati che ne fanno parte. Ha due obbiettivi: lo sviluppo economico dei propri territori e lo sviluppo della coesione, ovvero la riduzione dei divari spaziali all’interno dello spazio europeo. La politica comunitaria costituisce una sorta di “ombrello” per tutti i paesi. L’unione europea consente le relazioni orizzontali. Vi è anche uno sviluppo a livello locale. A livello territoriale vi è un rapporto così stretto, che non riusciamo a distinguere causa ed effetto: lo sviluppo dei trasporti mette in moto i processi di industrializzazione, ma in un momento di innovazione, vi è un nuovo sviluppo del sistema dei trasporti -> facilitazione dello sviluppo economico. Trasporti e territorio si condizionano a vicenda: non si distingue più ciò che è causa e ciò che è effetto. Vi sono però degli aspetti negativi nell’ambito del settore dei trasporti. Questo settore ha un forte impatto ambientale, soprattutto quelle attività che sono ad alta emissione di CO2 (trasporto stradale in primo luogo). Le politiche hanno quindi tra i loro obbiettivi sia lo sviluppo dei trasporti ma anche di contenerne l’impatto ambientale. Non potendo bloccare lo sviluppo economico, si cerca di salvaguardare l’ambiente attraverso le nuove tecnologie.

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Per reti dei trasporti si intende l’insieme dei collegamenti lineari delle vie di comunicazioni e l’insieme dei nodi: dove le vie di comunicazione si incrociano. Quando si parla di collegamenti lineari si intendono le vie marittime, stradali, ferroviarie e aeree. Quando parliamo di nodi parliamo delle grandi infrastrutture: aeroporti, porti, stazioni. È nelle principali città che i nodi si vanno a localizzare: Verona, per esempio, è un importante nodo del trasporto ferroviario. Per asse s’intende il percorso che un determinato trasporto segue. Le innovazioni...


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