Guarire dal trauma - Appunti di lezione 1-2 PDF

Title Guarire dal trauma - Appunti di lezione 1-2
Author Valeria Signor
Course Storia della pedagogia speciale
Institution Università telematica e-Campus
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Riassunto primo capitolo Guarire dal trauma utile per studiare per esame metodologia Trieste...


Description

Riassunto libro GUARIRE DAL TRAUMA. CAPITOLO 1: Una storia dimenticata Studi sul trauma psichico  hanno una storia di amnesia ricorrente, a periodi di slancio si alternano periodi di oblio  quest’amnesia intermittente non è solo la conseguenza dei cambiamenti di moda di cui è colpita ogni ricerca intellettuale, anzi l’argomento provoca intense controversie da diventare una fonte di scomuniche. Per considerare un evento traumatico autentico è fondamentale un contesto sociale che protegga la vittima e la unisca al testimone in un’alleanza reciproca. per la vittima questo contesto sociale è dato dalle relazioni con amici e parenti. per la società il contesto è dato da movimenti politici che danno voce a chi è stato ridotto al silenzio. Studio sul trauma di guerra  diventa legittimo solo in un contesto che mette in discussione la giustezza del sacrificio di giovani vite umane in guerra Studio sul trauma nella vita sessuale e domestica  diventa legittimo solo in un contesto che mette in discussione la subordinazione all’uomo di donne e bambini. Nel secolo scorso in tre occasioni una forma di trauma psichico si è imposta all’attenzione dell’opinione pubblica nell’ambito di un movimento politico: Isteria (archetipo di disturbo psichico delle donne)  il suo studio si sviluppò all’interno di un movimento politico repubblicano e anticlericale degli ultimi anni del XIX secolo in Francia. Nevrosi da combattimento  studio che iniziò in Inghilterra e negli USA dopo la 1° guerra mondiale e raggiunse l’apice dopo la guerra del Vietnam. Il contesto politico portò alla nascita del movimento pacifista. Trauma legato alla violenza sessuale e domestica  il contesto politico  è il movimento femminista dell’Europa occidentale e del Nord America. La nostra comprensione del trauma nasce dalla sintesi di queste 3 separate linee di ricerca.

L’età eroica dell’isteria L’isteria era stata considerata una strana malattia con sintomi incoerenti e incomprensibili. I media la consideravano una malattia tipica delle donne che si originava dall’utero. Il patriarca degli studi fu Charcot, che trasformò l’ospedale della Salpêtriere in un tempio di scienza moderna, che fu frequentato da Janet e Freud. Nelle sue “letture del martedì”, Charcot illustrava le sue scoperte sull’isteria tramite dimostrazioni dal vivo, in cui esibiva donne che si erano rifugiate all’ospedale per fuggire da una vita fatta di violenze, stupri, sfruttamento. Prima di Charcot le isteriche erano state considerate finte malate. L’approccio di Charcot era quello di un tassonomista  classificava i sintomi, basandosi solo sull’osservazione e nel 1880 dimostrò che questi sintomi erano psicologici perché potevano essere indotti artificialmente e risolti tramite ipnosi. Tuttavia Charcot non aveva alcun interesse per le vite private delle sue pz, e guardava le loro emozioni come sintomi da catalogare. L’ambizione dei seguaci di Charcot fu quella di superare il maestro dimostrando la causa dell’isteria  Janet e Freud divennero rivali, perché ognuno voleva essere il primo a fare tale scoperta  entrambi però capirono che non bastava osservare, ma era necessario anche parlare con loro  le donne così iniziarono a essere ascoltate e c’era una sorta di collaborazione tra medico e pz. Frutti delle ricerche  verso la metà degli anni 90 dell’800, Janet in Francia e Freud e Breuer a Vienna arrivarono indipendentemente l’uno dall’altro a ipotesi simili, cioè  L’ISTERIA ERA UNA CONDIZIONE 1

CAUSATA DA UN TRAUMA PSICHICO (reazioni emotive a eventi traumatici producevano stati alterati di coscienza talmente dolorosi che erano stati banditi dalla memoria) Janet  la chiamò DISSOCIAZIONE (come segno di debolezza) Freud e Breuer  COSCIENZA DOPPIA (che poteva essere riscontrata nelle persone lucide) Janet  le sue pz isteriche governate da idee fisse subconsce Freud e Breuer l’isterico soffre perlopiù di reminiscenze I ricercatori scoprirono che i sintomi isterici potevano essere alleviati quando i ricordi traumatici venivano espressi verbalmente  metodo che successivamente divenne la base della PSICOTERAPIA  venne chiamata da Janet analisi psicologica, e da Freud e Breuer prima catarsi e poi psicoanalisi, ma il nome migliore fu inventato da una pz di Breuer, Anna O., che chiamò il suo dialogo con Breuer  TALKING CURE Obiettivo  risalire alla causa dell’isteria tramite una ricostruzione del passato della vittima. Freud seguendo questo filo lo condusse a un’esplorazione della vita sessuale delle sue pz  all’inizio F. era contrario a questa associazione tra isteria e sessualità, ma ciò che egli udì dalle sue pz erano orribili racconti di violenza sessuale, abusi e incesto. Intorno al 1895, Freud credette di aver trovato l’origine in una sua ricerca su 18 casi clinici intitolata “Etiologia dell’isteria”, dove affermò che alla base dell’isteria c’erano più episodi di violenza sessuale precoce.  disse che questa p una scoperta del CAPUT NILI in neuropatologia. Ma la pubblicazione segnò la fine di questa linea di ricerca, in un anno Freud ripudiò questa teoria, perché se le sue storie fossero state vere, sarebbe stato obbligato a dire che quelli che definiva incesti erano endemici, non solo tra il proletariato, ma anche tra la borghesia di Vienna e questa idea era inaccettabile. Così F non ascoltò più le sue pz, ma il momento della svolta arrivò col caso di Dora, l’ultimo caso di isteria che F studiò, dove giunse alla conclusione che i racconti di abusi sessuali subiti nell’infanzia non erano veritieri, ma solo fantasie, cioè le donne desideravano gli abusi di cui si lamentavano.  questa ritrattazione segnò la fine dell’età eroica dell’isteria. F si allontanò dagli studi sul trauma sia dalle donne e elaborò una teoria sullo sviluppo umano in cui l’inferiorità delle donne era uno dei punti fondamentali. In un clima politico antifemminista questa teoria si sviluppò.

La nevrosi traumatica da guerra La realtà del trauma psichico colpì l’opinione pubblica dopo la catastrofe della 1° guerra mondiale, in quanto molti uomini, sottoposti ai continui orrori della guerra crollarono. Si stima che i collassi mentali rappresentassero il 40% delle vittime inglesi in battaglia, tuttavia le autorità militari occultarono i referti sulle vittime psichiatriche per evitare gli effetti che questi avrebbero avuto sull’opinione pubblica. Lo psicologo Myers definì il disturbo Shock da bombardamento e il sintomo del collasso mentale fu attribuito a cause fisiche. Ma gli psichiatri militari riconobbero che i sintomi erano dovuti a traumi psichici. Lo stress emotivo di un’esposizione prolungata alla morte produceva nell’uomo una sindrome nevrotica simile all’isteria. Quando la nevrosi da guerra non poté più essere negata la controversia si spostò sulla morale del pz. I tradizionalisti

Medici più illuminati (più liberali) 2

Consideravano le nevrosi da combattimento una condizione psichiatrica autentica che poteva ritrovarsi in soldati di elevato carattere morale. Esponente di questo filone era il medico Rivers  il suo pz più famoso fu Sasson che raggiunse la fama quando si unì al movimento pacifista e denunciò l’orrore della guerra. Era irrequieto, tormentato da incubi. Oggi questi sintomi lo avrebbero qualificato per una diagnosi da disturbo post traumatico da stress. Il trattamento che Rivers fece a Sasson era basato sulla terapia della parola, piuttosto che essere modificato fu incoraggiato a parlare e scrivere. La psicoterapia ebbe successo tanto che Sasson tornò a combattere. Ma pochi anni dopo la fine della guerra, l’interesse riguardo il trauma psichico venne meno, era come se la società volesse dimenticare. I soldati che mostravano questa nevrosi erano considerati inferiori, codardi e lavativi  “moralmente invalidi”, da congedare con disonore. Un esponente del punto di vista tradizionale di Yealland (psichiatra) che sosteneva un trattamento basato su umiliazioni, minacce e punizioni e i sintomi isterici quali “mutismo, paralisi motoria” erano trattati con l’elettroshock.

Nel 1922 un giovane psichiatra americano Kardiner riconobbe che le nevrosi da guerra erano una forma d’isteria. Per le strategie di trattamento più rapide ed efficaci Kardiner usò l’ipnosi per avere accesso ai ricordi traumatici, tuttavia l’emergere di queste memorie non era in sé sufficiente per una cura duratura  il combattimento lascia un’impressione duratura nella mente degli uomini, cambiandoli radicalmente come avviene per qualsiasi esperienza cruciale. Tuttavia anche alla fine della 2° guerra mondiale si ristabilì il solito processo di amnesia. Lo scarso interesse da parte dei medici e dell’opinione pubblica nei riguardi delle condizioni psicologiche dei soldati tronati dal fronte fece sì che gli effetti duraturi del trauma di guerra venissero ancora una volta dimenticati. Il cambiamento avvenì nel 1970, mentre la guerra del Vietnam era al culmine, si creò una nuova organizzazione  VIETNAM VETERANS AGAINST THE WAR Infatti per i veterani organizzarsi contro la guerra da loro stessi combattuta mentre era in corso fu un’azione senza precedenti. Questo piccolo gruppo di soldati offrì pubblica testimonianza dei crimini di guerra da loro perpetrati. I veterani contro la guerra si organizzarono in RAPE GROUP, in cui i reduci raccontarono e rivissero le esperienze traumatiche della guerra, invitando psichiatri a offrire loro assistenza. Il rape group ha un duplice scopo 1. Livello individuale: volevano dare conforto ai veterani che soffrivano di trauma psichico. 2. Livello sociale: volevano suscitare consapevolezza circa gli effetti della guerra.  Tutte le testimonianze richiamarono l’attenzione pubblica Così negli anni 70 furono organizzati centri di assistenza gestiti da veterani e basati sull’auto/aiuto, un modello di sostegno tra pari. Negli anni seguenti grazie a ricerche psichiatriche sistematiche si è potuto studiare l’impatto delle esperienze di guerra sui veterani tornati a casa, in cui si delineò la sindrome del disturbo post traumatico da stress e dimostrò al di là di ogni ragionevole dubbio, la diretta relazione con l’esposizione al combattimento. Nel 1980 per la 1° volta la sindrome caratteristica del trauma psichico divenne una “diagnosi reale”. In quell’anno l’APA incluse nel DSM una nuova categoria chiamata  disturbo post traumatico da stress.

Le nevrosi da combattimento nella guerra tra i sessi

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Gli studi sull’isteria si erano arenati negli ultimi anni del XIX secolo sulla questione del trauma sessuale. All’epoca non c’era consapevolezza che la violenza era una routine nella vita sessuale e domestica delle donne  Freud intravide questa verità e se ne ritrasse con orrore. Fu solo negli anni 70 con il movimento di liberazione delle donne che fu riconosciuto che i d. post traumatici sono tipici non degli uomini in guerra, ma delle donne nella vita civile. Le donne tacevano per paura e vergogna e non avevano un nome per finire la tirannide che subivano nella vita priva. Non è un caso che nel 1° manifesto del movimento femminista americano, Betty Friedan chiamò la questione della donna il “problema senza nome”. Ci fu una presa di coscienza che si affermò in gruppi simili al rape group  spazi in cui si poteva raccontare la verità per superare le barriere della vergogna che impedivano loro di dare un nome alle ingiurie che subivano.  PRESA DI COSCIENZA come METODO EMPIRICO DI RICERCA  l’intento era quello di mettere in atto un CAMBIAMENTO SOCIALE piuttosto che comportamentale. 1971: primo discorso pubblico a New York sulla violenza sessuale, organizzato dalle femministe radicali. 1976: a Bruxelles, il 1° International Tribunal of Crimes Againts Woman. Metà anni 70: la riforma legislativa sulla violenza sessuale fu iniziata negli Stati Uniti dalla National Organization for Woman. Metà anni 70: il movimento americano delle donne diede vita a ricerche sullo stupro. 1975: il National Institute of Mental Health creò un centro di ricerca sulla violenza sessuale in cui le porte vennero aperte anche alle donne. Le ricercatrici femministe lavoravano a stretto contatto con il loro soggetto ripudiando il distacco emotivo. Risultati a cui portò la ricerca  confermarono la realtà delle donne che Freud aveva rigettato come fantasie un secolo prima dimostrando che erano eventi endemici e pervasivi Primi anni 80: a Diana Russell si deve il sondaggio epidemiologico più sofisticato. Più di 900 donne scelte con la tecnica del campionamento casuale furono intervistate circa la loro esperienza di violenza e sfruttamento sessuale. I risultati furono spaventosi: -

1 donna su 4 era stata violentata. 1 donna su 3 aveva subito abusi sessuali nell’infanzia (Russell, 1984).

Nuovo linguaggio per comprendere l’impatto dello stupro Le femministe ridefinirono la violenza sessuale come un crimine e non come atto sessuale  per contrastare l’opinione secondo la quale la violenza appagava i più profondi desideri delle donne (punto di vista allora prevalente, dalla pornografia ai testi accademici). Susan Brownmiller definì lo stupro come un mezzo per mantenere il potere maschile “come un processo di intimidazione tramite cui tutti gli uomini mantengono tutte le donne in uno stato di PAURA”. 1971: primo centro di accoglienza e soccorso per le vittime di violenza sessuale  centri che offrivano un supporto concreto, legale ed emotivo alle vittime. 1972: fu intrapreso un o studio sugli effetti psicologici della violenza sessuale, in cui 2 ricercatrici assistettero 92 (forse è un 42 non si capisce) donne e 37 bambini. Solo dopo il 1980, quando grazie ai veterani di guerra era stato legittimato il d. post traumatico da stress, era chiaro che la sindrome psicologica rilevata in 4

sopravvissute a violenza sessuale, percosse domestiche e incesto era la stessa osservata nei sopravvissuti alla guerra. L’ISTERIA DELLE DONNE E LA NEVROSI DA GUERRA DEGLI UOMINI SONO UNA SOLA COSA.

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