Guerra russo-turca (1877-1878) PDF

Title Guerra russo-turca (1877-1878)
Author Tommaso Ruocco
Course Storia del sistema politico italiano
Institution Università degli Studi di Perugia
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La guerra russo-turca fu combattuta dall'aprile 1877 al marzo 1878 dall'Impero Russo e i suoi alleati da un lato e dall'Impero ottomano dall'altro. Ebbe origine dalle sollevazioni del 1875 degli slavi cristiani dei territori dell'Impero ottomano in Europa. Tali rivolte furono appoggiate dalla Russia che in questi eventi vide una possibilità di estendere la sua influenza fino al Mediterraneo. In difesa degli slavi e dopo una preparazione diplomatica con le altre potenze, nell'aprile 1877 lo zar Alessandro II iniziò la guerra contro la Turchia facendo entrare il suo esercito nel Principato di Romania. Sebbene formalmente sottoposto ai turchi, il principe Carlo I di Romania, allo scopo di ottenere l'indipendenza del suo Paese, dichiarò guerra al sultano turco Abdul Hamid II. Passato il Danubio, le forze russe e rumene, entrarono nella Bulgaria turca, dove già l'anno prima le popolazioni si erano ribellate nella rivolta d'aprile. Dopo una serie di battaglie e il lungo assedio di Pleven, i russi ebbero ragione dell'esercito turco, arrivando all'inizio del 1878 alle porte della capitale ottomana Costantinopoli (oggi Istanbul). La Gran Bretagna intanto, antagonista della Russia in Asia, aveva mandato come avvertimento la sua flotta nel mar di Marmara. Lo Zar si decise quindi alla pace e nel marzo del 1878 concluse il vantaggioso trattato di Santo Stefano rettificato poi dal congresso di Berlino. La reazione della Gran Bretagna e la pace di Santo Stefano La guerra russo-turca si concluse con l'arrivo della flotta inglese nel Mar di Marmara comandata dall'ammiragio Geoffrey Phipps Hornby (1825-1895). Nel giugno del 1877 sembrava che i russi potessero conquistare in poco tempo l'intera Turchia europea; ma poi si imbatterono in Pleven che non riuscirono a conquistare se non a dicembre, sbloccando così la campagna militare. In Gran Bretagna questi quattro mesi misero in secondo piano gli orrori perpetrati dai turchi sui bulgari, trasformando i turchi in eroi che resistevano coraggiosamente all'invasione[71]. In più la Gran Bretagna vedeva seriamente minacciate le sue rotte del Mediterraneo orientale dalla potenza che più riteneva pericolosa per il mantenimento del suo impero coloniale in Asia. Dopo la guerra francoprussiana, inoltre, la Gran Bretagna non poteva più contare sulla Francia e ciò innervosì maggiormente gli inglesi[72]. A Londra, l'8 febbraio 1878 la Camera dei comuni, dopo un dibattito di diversi giorni, concesse un credito di 6 milioni di sterline per alcune misure che si sarebbero potute rendere necessarie a seguito degli avvenimenti della guerra russo-turca. Il 22 la Camera dei lord seguì l'esempio della Camera bassa e non appena il primo ministro Benjamin Disraeli ebbe notizia del testo dell'armistizio del 31 gennaio, fu dato ordine all'ammiraglio Geoffrey Hornby (1825-1895) di entrare con la sua flotta nel Mar di Marmara. Il 13 febbraio le navi inglesi gettarono l'ancora dinanzi alle Isole dei Principi, mentre il ministro degli esteri russo Aleksandr Gorčakov dichiarava che la Russia non era più condizionata dalla promessa di non occupare Costantinopoli[73]. Fatto sta che, nonostante i successi militari, la Russia era stremata e non era in grado di riprendere la guerra contro la Turchia, tanto meno impegnarsi anche contro la Gran Bretagna[74]. La mattina del 24 febbraio il granduca Nicola giunse in treno a Santo Stefano (oggi Yeşilköy), a pochi chilometri da Costantinopoli, ricevuto dal ministro della guerra turco Mehmet Reuf Pascià per trattare la pace. Le trattative, basate comunque sull'accordo del 31 gennaio, si protrassero ancora per alcuni giorni e il 3 marzo 1878 venne finalmente firmato il trattato di pace[75].

Con la pace di Santo Stefano la Russia ampliava la sua sfera d'influenza in Europa a tutti i Balcani. La Bulgaria, che le doveva l'indipendenza, secondo il trattato diveniva uno degli Stati più grandi e potenti della regione. I suoi confini si estendevano dal Danubio al Mar Egeo, consentendo alla Russia, che avrebbe potuto contare anche sui porti montenegrini, di poter potenzialmente divenire una delle potenze navali del Mediterraneo. Le altre grandi nazioni europee protestarono (il Regno Unito denunciò il Protocollo di Londra che aveva firmato con l'Impero Russo l'anno precedente), tanto più che l'Austria, avendo assicurato la sua benevola neutralità nella guerra, contava sulla ricompensa della Bosnia ed Erzegovina. Il cancelliere tedesco Otto von Bismarck organizzò allora un congresso delle grandi potenze a Berlino che avrebbe, fra il giugno e il luglio 1878, sostanzialmente ridimensionato i successi diplomatici della Russia....


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