Hanna arendt PDF

Title Hanna arendt
Course Filosofia- anno 5
Institution Liceo (Italia)
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Summary

Appunti e riassunto di vita e opere della filosofa Hanna Arendt in vista dell'esame di maturità...


Description

Hannah Arendt (1906-1975) • Hannah Arendt nacque da una famiglia borghese benestante ebraica ad Hannover;" • I suoi studi si basarono principalmente sulla filosofia, studiò all’Università di Heidelberg;" • Visse a Konigsberg (attuale Kaliningrad), città natale di Kant, a Berlino e a Marburgo, • • • •

dove conobbe ed ebbe una relazione con Heidegger (che aderisce in seguito al nazismo);" Nel 1933, quando salì al potere Hitler, fuggì a Parigi;" Nel 1940 quando in Francia arrivarono i nazisti fu arrestata dal Governo di Vichy e messa in un campo di prigionia;" Venne però presto rilasciata grazie ad alcuni amici, tra i quali dei giornalisti americani, andando poi a New York, dove si occupò della comunità ebraica newyorkese e della propria attività di scrittura;" Le sue due principali opere sono: Le Origini del Totalitarismo (1951) e La banalità del Male (1963)."

I° opera: Le origini del totalitarismo Il libro analizza le cause e il funzionamento dei regimi totalitari, visti come una conseguenza tragica dell'avvento della società di massa, in cui gli uomini sono isolati e privati dello stesso spazio pubblico. Il manoscritto uscì nel 1951." La struttura dell'opera è complessa e articolata:" Parte storico-politica: analizza i caratteri salienti della storia europea moderna e contemporanea e il periodo che va dagli ultimi vent'anni dell'ottocento fino alla seconda guerra mondiale;" Parte filosofico-politico: elabora uno schema generale del regime totalitario, con esclusivo riferimento al nazismo e allo stalinismo, visti come due sistemi riconducibili alla medesima idea di totalitarismo." Il libro si divide invece in tre parti:" La prima è dedicata allo studio del fenomeno dell'antisemitismo, considerato una delle prime premesse del totalitarismo;" La seconda parte affronta in modo ampio e documentato il tema dell’imperialismo;" La terza parte del libro si sofferma ad analizzare i propri caratteri del totalitarismo nella società di massa, che instaura il suo potere attraverso il binomio ideologia-terrore." Con il termine totalitarismo, la Arendt e indica un regime politico in cui il controllo di tutti gli aspetti della vita politica, sociale ed economica si concentrano su una persona formando così un potere di tipo dittatoriale, che mira a soggiogare la vita delle persone." Nella prospettiva di Arendt il totalitarismo ha come cause: " - l'antisemitismo moderno; " - l’imperialismo;" - l’avvento della società di massa." Nella terza parte, la filosofa afferma che il totalitarismo è un intreccio di terrore e ideologia; il terrore è esercitato attraverso la polizia segreta, le opere di spionaggio e i campi di concentramento, che hanno la funzione di annientare gli oppositori politici trasformati in nemici. " Il totalitarismo distrugge l'uomo nello spirito oltre che fisicamente rendendolo un essere superfluo e senza nome e lo fa attraverso l’ideologia." L'ideologia totalitaria ha la pretesa di fornire una spiegazione totale della storia; inoltre capovolgere le stesse norme della logica imponendo a tutti una verità assiomatica."

Dal punto di vista organizzativo, l'ideologia il terrore sono controllati completamente dal capo supremo; la volontà del capo è l'unica legge del partito, che tutte le persone sono costrette a seguire. Il potere è inoltre distribuito in maniera gerarchica, secondo il grado maggiore o minore di prossimità al capo: più si è vicini e più sia potere." Il regime solitario porta all'isolamento totale nella sfera politica all'estraneazione in quella dei rapporti sociali delle persone.in poche parole il regime totalitario porta la distruzione della vita politica democratica e la diffusione della paura e del sospetto tra singoli individui." Il regime totalitario, secondo la filosofa, crea un male, che lei definisce come male radicale: è la dimensione assoluta del male, che trascende la volontà dei singoli, l'egoismo e la malvagità personale, perché si identifica con una modalità programmata e sistematica di annientamento dell'individuo nella sua essenza più profonda di essere umano." Oltre ad essere radicale, il male dei campi di sterminio e anche banale: con banalità del male si evidenzia la paradossale banalità del male, il quale avallato e perpetrato da individui del tutto mediocri e normali; essi si rendono complici di crimini orrendi senza sentirsi responsabili in quanto hanno abdicato la funzione prettamente umana del pensiero. Si tratta di persone insignificanti e insospettabili che fanno parte la società civile, diventati strumenti del regime." L'opera completa si chiama La banalità del male. Eichmann a Gerusalemme, pubblicata nel 1963 e scritta in occasione del processo contro il criminale nazista Adolf Eichmann, responsabile dei trasferimenti degli ebrei deportati e della loro organizzazione logistica nei ghetti e nei campi di sterminio." La Arendt, colpita dalla normalità di Eichmann che viene visto come una persona come le altre, semplice e mediocre e non come un demone capace di tali atrocità, afferma nel suo libro che il semplice pensare, riflettere sulle cose, la capacità di giudizio sulle implicazioni morali può evitare le azioni malvagie di chi invece si limita ad obbedire ciecamente agli ordini." La banalità del male sta nel fatto che i burocrati del Reich erano in realtà tutte persone "terribilmente normali" che erano però capaci di mostruose atrocità per il semplice fatto che non si fermavano a riflettere sugli ordini a loro dati e che il loro pensiero restava limitato alle leggi di Hitler che venivano rispettate incondizionatamente. In particolare, questo tipo di criminali commette i suoi crimini in circostanze che quasi impediscono di accorgersi che agisce male." Per cui la Arendt ne La banalità del male si chiede se il male deve necessariamente essere radicato in qualcosa di più profondo. Alla luce di ciò l'autrice afferma che una ben radicata morale e un sistema di valori etico non bastino a fermare il male poichè con il nazismo si è visto empiricamente che la morale e i propri valori possono essere facilmente ribaltati dalla società contemporanea. Tuttavia ci sono delle persone che hanno rifiutato l'ideologia nazista e non perché avevano avuto un forte senso della bene e del male, ma perchè si chiesero fino a che punto la loro coscienza avrebbe sopportato tutto quel male e si sarebbero sentiti in pace con se stessi. La Arendt associa questo tipo di dubbio interiore alla facoltà di pensare. La Arendt con il termine pensare si rifà a Socrate e al suo processo di dialogo interiore tra io ed io, questo processo, secondo l'autrice, può evitare il male. Con quest'analisi la Arendt si pone lo scopo di evitare che gli uomini adottino una morale e dei valori standard senza prima riflettere....


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