I linguaggi settoriali PDF

Title I linguaggi settoriali
Course Lingua italiana  
Institution Università degli Studi di Verona
Pages 21
File Size 1.3 MB
File Type PDF
Total Downloads 71
Total Views 120

Summary

Download I linguaggi settoriali PDF


Description

I LINGUAGGI SETTORIALI Un linguaggio settoriale è un ‘linguaggio’: usa diversi codici comunicativi  La lingua (segni verbali = parole)  Numeri o simboli (es. matematica, fisica) Un linguaggio settoriale è una varietà di una lingua naturale, dipendente da un settore di conoscenze o da un ambito professionale.  Un linguaggio settoriale è referenziale -> fa riferimento a significati oggettivi ed è distaccato e neutro.

LESSICO 

Tecnicismi (veri e propri) -> Termini non comuni, propri sono del linguaggio settoriale. Esempi:

- Medicina: crocidismo (‘movimento involontario delle mani di malati in delirio o in agonia, che sembrano afferrare delle piume sospese nell’aria’); ectropion (‘rotazione della palpebra verso l’interno’); ittiosi lamellare (malattia congenita della pelle), etc. - Diritto: evizione (‘perdita totale o parziale dei diritti di proprietà di un bene legittimamente rivendicato da un terzo’); abigeato (‘furto di bestiame’, istituto ora scomparso); sinallagma (‘nesso di reciprocità tra prestazioni proprio di alcuni contratti’)

-> Termini univoci: significano una e una sola cosa, senza ambiguità.



Tecnicismi nati da rideterminazione semantica -> Termini che hanno un significato generico o diverso nella lingua comune, e assumono un significato specifico in un linguaggio settoriale. Esempi:

- Fisica: coppia, momento, forza, lavoro (in fisica si parla di lavoro quando il punto di applicazione di una forza subisce uno spostamento; nel linguaggio quotidiano si intende qualsiasi attività non ricreativa) - Diritto penale: colpa vs dolo (in diritto la colpa presuppone che chi ha commesso un fatto non ne avesse l’intenzione; si oppone al dolo, che invece presuppone l’intenzionalità di commetterlo; nel linguaggio comune si parla di colpa anche nell’accezione che legalmente è definita dolo) - Patologia: positivo-negativo (in medicina significano la presenza o assenza di un agente patogeno: fatto che per il paziente è “negativo” nel senso comune del termine)



Tecnicismi collaterali -> Termini non necessari per identificare un referente in maniera univoca, ma che innalzano il registro per distinguersi dal linguaggio comune. Esempi:

- Medicina: «sente un forte dolore alla bocca dello stomaco» vs «accusa un vivo dolore nella regione epigastrica» accusare, vivo riferito a dolore, e regione riferito a una parte del corpo, sono tecnicismi collaterali -Diritto: «interrogatorio dei testimoni» vs «escussione dei testi».

   

I tecnicismi specifici sono insostituibili I tecnicismi collaterali potrebbero essere sostituiti Sono quelli di uso più esclusivo di una cerchia professionale I tecnicismi veri e propri possono essere conosciuti dai pazienti o da chi si trova ad avere a che fare con giudici o avvocati: un concetto preciso si può indicare solo in quel modo.  I tecnicismi collaterali non saranno mai usati dal non professionista. Esempio: «un po’ di febbre», «due linee di febbre» vs «un modico risentimento febbrile».

MORFOLOGIA   



 

Uso di prefissi (idoneo > in-idoneo) e suffissi (nomade > nomadismo) Anche contemporaneamente (pensiero pre-platon-ico) Uso degli affissoidi = elementi estratti da una parola, utilizzati per creare nuovi termini. - es. auto-, da automobile (letteralmente “che si muove da sé”) indica la relazione con l’ambito dell’automobile: «autosalone», «autoambulanza», «autoraduno»; - Suffissoidi sono: -logia (cardiologia, radiologia); -metria (ph-metria); -fobia (aracnofobia, ecofobia, etc.). Il sistema di suffissi della chimica: in base al tipo di legame uno stesso elemento genera una serie di aggettivi e sostantivi (da zolfo: solfuro, solfato, solfito; solforico, solforoso, solfidrico, etc.) Affissoidi della medicina: epatopatia, epatotossico, epatite; cardiopatia, osteopatia; nefrite, nefrotossico, nefrocele. etc. Aggettivi di relazione. Aggettivi composti aggiungendo un suffisso a un nome e indicano la relazione con quel nome: - “catastale”, “documentale”, “giurisprudenziale”, “autistico”, “vettoriale”, “neuronale”, etc.

SINTASSI Tre tendenze generali: 1. Sviluppo del nome rispetto al verbo  La maggior parte del significato è portata dai sostantivi  Si usano verbi con significato generico  Nell’esempio i verbi indicano - l’esistenza di qualcosa - il suo avvenimento o la sua possibilità - l’acquisizione di informazioni  Avvenimenti, possibilità o informazioni sono resi con sostantivi. Esempi: -«Dopo somministrazione orale» (vs «dopo che è stato somministrato per via orale», «dopo aver ingerito») -«reversibili con la sospensione del trattamento» (vs «reversibili sospendendo il trattamento» o «se si sospende il trattamento»).



Nominalizzazione: invece del verbo si preferisce il sostantivo astratto Esempio (un articolo di codice civile, normativo):

«Dalla iscrizione della nomina dei liquidatori la rappresentanza della società […] spetta ai liquidatori» (significa: «Ai liquidatori che, dopo essere stati nominati, sono stati iscritti presso l’ufficio del registro delle imprese, spetta il compito di rappresentare la società»)

2. “deagentivizzazione” Non si esprime l’agente, chi ‘agisce’, chi compie le azioni. - Verbi passivi senza complemento d’agente - Azioni ‘nominalizzate

3. Sviluppo delle frasi passive  Le frasi passive sono più frequenti  Servono a mantenere la sequenza tema-rema  Nel parlato e nello scritto non formale, per mettere in evidenza un tema che non è il soggetto della frase, si usa la dislocazione: a. «La macchina, la voglio blu»: il soggetto è «io», ma in rilievo è l’oggetto «la macchina»  Nei linguaggi settoriali, per ‘trasformare’ il soggetto in tema, si ricorre al passivo: b. «il cloro è usato dall’industria come energico disinfettante» c. «L’assegno circolare deve essere presentato all’incasso dal possessore entro trenta giorni dall’emissione»

LINGUAGGIO GIURIDICO Caratteri generali:  

Il lessico attinge gran parte del suo lessico dalla lingua comune, ma con significati più specifici (più ristretti più ampi, o del tutto differenti). Nei testi normativi occorre evitare ogni contraddizione o difficoltà nell’applicazione della legge.

(Infatti la Corte Costituzionale vigila sull’incompatibilità delle nuove leggi con la carta costituzionale e la Corte di Cassazione verifica la corretta applicazione delle norme nel caso di formulazione di una sentenza non corretta).

LESSICO Molte distinzioni sottili ma essenziali: ogni termine indica in modo univoco un istituto giuridico differente. Esempi: -

delitto e contravvenzione: due diversi tipi di reato: il primo è più grave e viene punito in maniera più pesante (la guida in stato di ebbrezza è una contravvenzione, l’omicidio è un delitto)

-

-

multa e ammenda: la multa è la pena pecuniaria con cui si puniscono i delitti; l’ammenda è la pena pecuniaria con cui si puniscono le contravvenzioni (il vigile non fa una «multa» per divieto di sosta: parcheggiare in un’area dove la sosta è vietata è un illecito amministrativo, punito con una «sanzione amministrativa») reclusione e arresto: il primo indica la pena detentiva per i delitti, il secondo la pena detentiva per le contravvenzioni (teoricamente andrebbero scontate in istituti di pena differenti) amnistia e indulto: l’amnistia estingue il reato (come se non fosse avvenuto, facendo saltare anche le pene accessorie); l’indulto estingue la pena (sostanzialmente conferma l’esistenza del reato ma impedisce di scontare la detenzione).

SINTASSI E TESTUALITÀ 

Ordine delle parole. Il testo giuridico (normativo, in particolare) cerca di mantenere la struttura tema-rema, facendo in modo che l’elemento più importante apra il testo.



Esempio. Due articoli del Codice civile, in cui il tema viene ripreso nella forma sintattica successiva, anche in forme diverse:





o

Oggetto del diritto. – Formano oggetto del diritto di autore tutte le opere dell’ingegno di carattere creativo […] V O S

o

Acquisto del diritto. – Il titolo originario dell’acquisto del diritto di autore è costituito dalla creazione dell’opera […] S V C. Agente

Nell’organizzazione di contratti, sentenze o articoli di legge è importante la progressione degli argomenti, che segue lo sviluppo naturale, logico e cronologico del fatto da regolamentare. Questo ha ricadute sulla struttura complessiva del testo e sulla sua composizione e ripartizione per argomenti (vedi esempio).

TECNICISMI COLLATERALI 



Come coesivo si usano spesso le sostituzioni con iperonimi. Essi aiutano a riferirsi a tutti i casi possibili in cui si applica la legge. Esempio: - cosa (“qualsiasi bene che possa essere oggetto di un diritto”) - fatto (“qualsiasi comportamento umano – o attribuibile alla responsabilità dell’uomo – che abbia rilevanza giuridica”) - parte (“ciascun soggetto portatore di interessi omogenei, in quanto stipuli un contratto con altri o in quanto intervenga tra i protagonisti di un processo”) - persona (“ciascun essere umano dotato di capacità giuridica”) Significato più specifico rispetto allo stesso termine nel linguaggio comune, ma inclusiva e generale, adatta a riferirsi a tutte le situazioni: 

un termine così vago non verrebbe utilizzato nel linguaggio comune



un termine più preciso non sarebbe adatto alle finalità della legge



Alcuni tecnicismi collaterali sono diventati di uso stabile, e ormai sono insostituibili. Esempi:

-



adire (“ricorrere a”) contemplare (“prevedere”) impugnare (“presentare all’autorità giudiziaria o amministrativa la richiesta di modificare (o riformare) un provvedimento”) rigettare (“respingere una richiesta presentata in un procedimento amministrativo o giudiziario”)

Alcuni termini servono ad assicurare decoro espressivo. Esempi: - caducazione (“annullamento”) - edittale (“di legge, previsto dalla legge”) - integrare (“configurare, corrispondere a (un realo)”) - interporre (“presentare (ricorso)”) - perenzione (“caducazione, annullamento”) - porre in essere (“realizzare, effettuare”) - proporre (“presentare”)

Le locuzioni preposizionali sostituiscono preposizioni più comuni. Esempi: - a carico di (“contro”) a seguito di (“dopo”) a titolo di (“come”) - ai fini di (“per”) ai sensi di (“secondo”) in danno di (“contro”) - in ordine a (“su”) per via di (“con, attraverso”)  Formule connettive, ricalcate sul latino. Esempi: - atteso + sostantivo (“per”): «attese le peculiari esigenze di celerità - fatto salvo + sostantivo (“tranne”): «fatte salve eventuali esenzioni»  Queste formule - manifestano la propensione all’aulicismo e marcano il distacco dal linguaggio comune - servono anche a sottolineare in modo molto esplicito i rapporti logici 

PRESTITI DA LATINO E INGLESE Il linguaggio del diritto italiano continua ad utilizzare molte espressioni latine. Esempi:

 



- de iure (di diritto) de facto (di fatto) ex (secondo) - a quo (il giudica da cui proviene un provvedimento) - de cuius (il defunto, in relazione alla sua eredità) - facere (indica l’obbligo di compiere una determinata azione) Molto frequenti nei testi di interpretazione e commento delle norme, che le usano per definire particolari istituti o modalità già identificate dal diritto romano Si è ampliata anche la presenza dell’inglese, specialmente per regolamentare l’economia o l’informatica, dove l’inglese è la lingua veicolare e condivisa ( leasing, franchising, server, privacy, streaming) L’accoglimento di termini inglesi non è sempre strettamente necessario (question time, p.es. è il momento in cui i parlamentari possono sottoporre le loro interrogazioni ai membri del governo).

MORFOSINTASSI Maggiore incidenza del congiuntivo nelle subordinate, anche in casi in cui la lingua ammetterebbe l’indicativo. «Il rapporto nullità-divorzio, chiaro quando si trat di un matrimonio civile, si fa complesso quando si trat […] di un matrimonio religioso cattolico con effetti civili» Participio presente con funzione verbale - «i diritti spettanti al condannato», «delle norme regolanti il processo ordinario», «fatto costituente reato» Anteposizione del participio passato al nome - «la contestata aggravante»; «l’impugnata decisione»; «le riportate osservazioni»; «la irrogata pena» Omissione dell’articolo, specie in locuzioni di carattere tecnico - «proporre ricorso», «depositare istanza di scarcerazione», «sporgere querela».

-







LINGUAGGIO BUROCRATICO - AMMINISTRATIVO Il linguaggio burocratico è una forma di comunicazione che si applica a moltissimi settori che richiedono distacco e fermezza, pur non essendo testi giuridici. Esempi: -

una banca che sollecita un cliente a rientrare nel fido un operatore telefonico che comunica agli abbonati un cambiamento nelle condizioni contrattuali una piattaforma di e-commerce che si scusa per un ritardo nella consegna un ufficio pubblico che comunica un provvedimento agli interessati un cittadino che segnala al Comune un disguido

In tutti questi casi occorre un linguaggio non emotivo, distaccato, chiaro e non colloquiale. Si cerca di dare al messaggio una veste ufficiale. -

Ha una natura ibrida: è ufficiale ma non strettamente tecnico

ASPETTI GENERALI 

Artificiosità: uso di perifrasi e preferenza per i termini astratti





Sono state costituite diverse commissioni e gruppi di studio per semplificare la comunicazione tra l’amministrazione e i cittadini (importante è quello presieduto da Armando Fioritto nel 2002), che hanno prodotto manuali di stile per i funzionari. Ancora oggi, in tutti i contesti in cui il messaggio è prodotto da un emittente impersonale ed è diretto ad un destinatario indifferenziato, gli strumenti di “elevazione” del dettato sono ancora gli stessi. (Es. “moneta divisionale” usato come sostituto di “spiccioli”).

LESSICO: TECNICISMI COLLATERALI 



Il linguaggio degli uffici amministrativi non ha dei veri e propri tecnicismi: il suo lessico deriva in gran parte dalla lingua del diritto, di cui è variante di livello più basso. Sono molto più diffusi i tecnicismi collaterali: - Possono avere la stessa funzione del testo giuridico: iperonimi che servono a indicare un referente generico (es. locali, titolo di viaggio). - Più spesso è solo un’abitudine stilistica: acquisire in atti (archiviare); compiegare (allegare); esitare (concludere, rispondere a); incartamento (pratica); inesitato (non giunto a destinazione); licenziare (trasmettere); nota (lettera); oblazione (pagamento); quiescenza (pensione); riscontro (risposta).

 Molti di questi termini potrebbero essere sostituiti da un sinonimo più corrente.

LOCUZIONI Troviamo numerose locuzioni preposizionali e retoriche: a corredo di (insieme a); a mezzo (con, mediante); di concerto con (d’intesa, d’accordo); entro e non oltre (entro); in costanza di (nel corso di).

EUFEMISMI E GENERE 



Uso di eufemismi come diversamente abile, non vedente, non udente, etc. gli uffici devono ricorrere a un linguaggio politicamente corretto e a espressioni attenuate, non lesive della dignità di nessuno e non discriminanti. Linguaggio e genere: - Si discute ancora se e come adottare il femminile nei nomi che indicano categorie professionale (avvocata/essa, architetta) o ruoli istituzionali, di per sé neutri (ministra, sindaca). - Si tende a specificare il più possibile maschile e femminile negli avvisi rivolti a tutti (es. l’abbonato/a).

ACRONOMI E NOMINALIZZAZIONE 



Acronimi e sigle: - nell’ambito universitario p. es. L: laurea; LM: laurea magistrale; CFU: crediti formativi universitari; tutti i dipartimenti hanno una sigla che li identifica (a Verona, p.es., Cuci - Culture e civiltà, LLS - Lingue e letterature straniere) - in ambito scolastico p. es. le formule che identificano esigenze specifiche degli studenti: BES (Bisogni Educativi Speciali), DSA (Disturbi Specifici dell’Apprendimento); AHDH (Attention Deficit Hyperactivity Disorder) Nominalizzazione: si usano nomi specifici accompagnati da verbi generici. Esempi: effettuare una cancellazione; dare comunicazione; procedere all’esecuzione; provvedere alla notifica, etc.

OSSESSIONE DEL RIGORE Si cerca di mimare la precisione del linguaggio giuridico senza averne le reali esigenze, dunque fornendo precisazioni inutili e ridondanti. 



Si ricorre costantemente a elementi anaforici, cioè a parole e locuzioni che riprendono qualcosa già menzionato: detto, predetto, suddetto, succitato, summenzionato, suesposto, suindicato, di cui sopra etc. Si aggiungono aggettivi ridondanti, creando formule stereotipe e non informative: “appositi cartelli”, “normativa vigente” “ogni eventuale ulteriore chiarimento” “gli uffici competenti”.

WEB E “ANTILINGUA” Spesso anche nei portali online delle amministrazioni e degli uffici pubblici si ripetono gli stessi errori.

L’ANTIMODELLO BUROCRATICO 



Il linguaggio burocratico-amministrativo è la lingua in cui sono scritti molti testi che siamo abituati a riconoscere come ufficiali: circolari scolastiche, bandi e regolamenti universitari, etc. Lo percepiamo come un registro alto e come un modello di stile, senza renderci conto dei suoi difetti.

PROSA FUNZIONALE 

  

In ambito lavorativo si scrive per rispondere a esigenze pratiche: veicolare e raccogliere informazioni, verificare lo svolgimento di un’attività, comunicare dei cambiamenti. Un testo come questo (un memorandum o una relazione, comunicati di solito via email) è finalizzato a una lettura rapida ed efficace. È impersonale: si tratta di testi destinati a restare archiviati, a circolare tra più destinatari, o a essere modificati da altre persone. Il rischio è che per dare una patina alta e impersonale ai testi si ricorra al registro burocratico (anzi ai suoi aspetti peggiori, al “burocratese”)....


Similar Free PDFs