Docsity i linguaggi del potere davide domenici PDF

Title Docsity i linguaggi del potere davide domenici
Author Martina Mazzoni
Course Arte e cultura dell'america indigena
Institution Università di Bologna
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Riassunto de "I linguaggi del potere - Davide Domenici"...


Description

I LINGUAGGI DEL POTERE Arti e propaganda nell’antica Mesoamerica – D. Domenici Introduzione L’arte mesoamericana costituisce in questo senso una fonte estremamente ricca e produttiva per chi voglia cercare di analizzare gli strumenti e i linguaggi della propaganda politica. Una pletora di templi, statue, stele, pitture murali, ceramiche e oggetti preziosi permettono di ricostruire il contesto ideologico nel quale si collocava la concezione mesoamericana del potere, della sua forma e della sua legittimità. Questo non vale solo per le opere che trattano esplicitamente di temi politici. L’antropologia politica ci insegna infatti che nelle società tradizionali il sistema politico è scarsamente differenziato da altri sistemi sociali, primo tra tutti quello religioso. L’antica Mesoamerica non fa eccezione a questa regola e anche in quelle lontane terre intertropicali il potere politico fu sempre e indissolubilmente legato a concezioni di ordine religioso; in altre parole, ogni sistema poltiica trovava la sua legittimaione nell’associazione a forze sovrannaturali, forze che sono spesso il tema principale dell’arte mesoamericana. La sacralizzazione del potere tendeva a istituire una relazione tra l’ordine politico e l’ordine cosmico. Nel corso della storia preispanica dela Mesoamerica le ideologie che stavano alla base dei diversi sistemi politici non sono rimaste sempre fisse e uguali a se stesse. Ogni epoca e ogni regione elaborarono invece una propria ideologia politica che, sebbene si presentasse come universale, era ovviamente elaborata sulla base delle specifiche contingenze storiche. Sistemi politici di tipo dinastico, nei quali le regole parentali e i rapporti di sangue avevano una rilevanza fondamentale, si affiancarono a sistemi fondati su concezioni territoriali dove l’appartenenza a un “luogo” diveniva il discrimine fondamentale. Quest sstemi per certi versi opposti si incontrarono e nel corso dei secoli giunsero a produrre sistemi “ibridi”. Difficilmente sapremo se un re ha fatto tutto quel che ci racconta; sapremo pero’ quel che ha voluto raccontare e quali sono gli aspetti che egli ha ritenuto meritevoli di essere immortalati nella pietra. Cercheremo qui di percorrere la storia dell’ideologia politica mesoamericana attraverso un itinerario fatto di oggetti materiali. In questi oggetti cercheremo un’idea del potere.

Capitolo 1 – Dalle società egalitarie alle prime signorie Vasi e bevande rituali nel Soconusco Sono i tecomates, olle destinate a contenre liquidi e sementi. Quel che sorprende gli studiosi è la carenza di antecedenti locali : una delle più antiche e belle ceramiche mesoamericane sembra insomma essere nata dal nulla. Se la ceramica Barra-Locona Ocos rappresenta per certi versi una sorpresa, non sorprende invece che essa abbia fatto la sua comparsa sulla costa pacifica de Chiapas, nella regione nota come Soconusco. Quest'area costitui lo scenario ideale per lo sviluppo, a partire dal 4000 a.C delle più antiche società sedentarie della Mesoamerica che fondarono la loro sussistenza sulla raccolta di molluschi, gamberi, pesci e rettili. Dal 1600 a.C questa stessa regione fu invece il teatro della fioritura di gruppi di agricoltori. Si trattava dei cosiddetti Mokaya. Secondo John Clark e Michael Blake, è porprio tra le comunità mokaya del Soconusco che si possono individuare i più antichi indizi dell'affermarsi della gerarchizzazione sciale e dell'istituzionalizzazione di ruoli di predominio politico in Mesoamerica. La società mokaya della fase Barra (1600-1400 a.C) pare essere stata contraddistinta da un'organizzazione sociale e politica delle cosiddette società segmentarie ed egalitarie. Secondo Clark, la raffinata ceramica Barra sarebbe servita proprio a distribuire bevande come i pinole, una miscela di cacao e di mais. Nel corso della stessa fase Barra, a Paso de la Amada, il principale insediamento mokaya, fu edificato quello che è forse il più antico edificio pubblico mesoamericano : un campo per il gioco della palla. Il gioco della palla era una pratica ludica e rituale tra le più importanti → il campo era ritenuto una sorta di simbolico accesso al mondo sotterraneo. La trasizione tra una società egalitaria e una società gerarchizzata di questo tipo, che gli antropologi chiamano chiefdol, avviene nel momento in cui un leader riesce ad appropriarsi della carica facendola slittare dal piano personale a quello familiare. Questo avviene nella maggior parte dei casi grazie a una manipolazione delle regole matrimoniali e all'instaurazione di legami matrimoniali tra diverse famiglie potenti. Il caso dei Mokaya di Paso de la Amada sembra esemplificare in modo molto chiaro il meccanismo di trasformazione di una società egalitaria in quello che fu probabilmente il primo chiefdom mesoamericano. I leaders di maggior successo sono coloro che riescono a fornire ai porpri clienti i maggiori benefici materiali e spirituali instaurando in questo modo un meccanismo di reciprocità nel quale ottengono in cambio appoggio politico e manodopera. Ma più un leader é « generoso », più difficile sarà per i suoi clienti « ripagare » pienamente tale generosità, il che li

collocherà in una posizione di « debito sociale » e di progressiva dipendenza dal leader. Nel momento in cui il leader riesce a trasmettere al proprio gruppo familiare questa posizione di predominio ci si trova davanti alla istituzionalizzazione della diseguaglianza : è il chiefdom. Lignaggi del cielo e lignaggi della terra Un processo per molti versi simile a quello che abbiamo osservato sulla costa pacifica del Chiapas è stato identificato nella valle di Oaxaca, nelle terre aride del Messico sudoccidentale dove, sin dal 1700 a.C si svilupparono alcuni villaggi di agricoltori di lingua zapoteca. Tra il 1400 e il 1150 a.C si manifestarono indizi che paiono indicare la presenza di individui intraprendenti in competizione per il prestigio sociale, concentrati soprattutto a San José Mogote. Se nel corso della fase Tierras Largas gli indicatori archeologici paiono testimoniare attività dl tutto compatibili con quelle di una società egalitaria, nel corso della successiva fase San José (1150-850 d.C), emersero le prime evidenze di sacralizzazione delle differenziazioni sociali. In alcune tombe di maschi adulti sono stati infatti rinvenuti vasi decorati con simboli che rimandano ai due principali ambiti cosmici mesoamericani : la terra e il cielo, rappresentati forse nelle loro forme più potenti e distruttive di « terremoto » e « fulmine ». A San José Mogote questi oggetti si associano a diverse aree residenziali, il che ha fatto pensare che i due simboli rappresentassero forze sovrannaturali associate ai lignaggi in cui era suddivisa la società zapoteca. La presenza dei suddetti simboli solo in sepolture maschili suggerisce che gli inumati fossero i leaders dei lignaggi e il fatto che in alcuni casi si trattasse di sepolture di bambini pare riflettere il carattere ormai ereditario del potere. Nel corso della fase San José Mogote venne costruito un edificio pubblico. Questi edifici sono costruiti con materie prime non locali (travertino e calcare). L'uso di materie prime non locali e la capacità del leader di San José Mogote di ottenerle mobilitando manodopera dei villaggi circostanti è un chiaro segno del dominio che San José esercitava sui villaggi vicini. Probabilmente, travertino e calcare non erano in alcun modo utili/necessari ma il loro uso negli edifici pubblici era piuttosto un segno del potere del capo, un chiaro atto di propaganda politica messo in opera dal capo di un chiefdom. Le traiettorie evolutive identificate sulla costa pacifica e nella valle di Oaxaca dimostrano che sia nelle terre basse tropicali che nelle terre alte semiaride, e cioè in entrambe le grandi aree acologiche in cui si puo' suddividere il territorio mesoamericano, si stavano verificando fenomeni politici per molti versi analoghi. In società dove non esistevano né strutture amministrative di sufficiente capacità operazionale né strutture coercitive cosi sviluppte da imporre l'ordine con la forza, la diffusione attraverso le opere d'arte da imporre l'ordine con la forza, la diffusione

attraverso le opere d'arte di quelle che Rappaport ha chiamato « somme asserzioni religiose » permetteva di assicurare l'accettazione di determinate convenzioni sociali da parte di ampi strati della società. Si elaborava cioè un sistema simbolico che garantiv l'ordine inducendo potenti motivazioni nel popolo attraverso la formulazione di un ordine generale dell'esistenza, di un modello di percezione del mondo. « Attraverso il rito, gli attori politici potevano coinvolgere le persone e rendere partecipanti attivi del mutamento politico. I leaders, anziani dei ignaggi e capi di società militari, gruppi parentali e società religiose, spesso promuovevano i cambiamento politico perché mediante il rito potevano sostenere che le loro azioni beneficiavano tutti i membri della società. Proprio mentre i nuovi capi mokaya e zapotechi erano impegnati a sancire e legittimare il proprio potere mediante l'istituzione di clientele, il controllo dei beni di lusso e la celebrazione di rituali pubblici, sulla Costa del Golfo del Messico, nel cuore delle terre basse tropicali, stava nascendo un potente chiefdom tra gli Olmechi, il poplo che giunse ben presto a dominare l'intero network di circolaione dei beni di lusso e che lascio' un'impronta indelebile sulla seccessiva storia mesoamericana. Capitolo 2 – Gli olmechi : il sovrano al centro dell'universo Signori di pietra (1200-900 a.C)

La testa numero 1 di San Lorenzo (Veracruz), un enorme blocco di basalto alto 2.85 metri e pesante più di 25 tonnellate, è la più grande delle 17 teste colossali olmeche sinora ritrovate. Ma non sono solo le sue dimensioni a fare della Testa 1 un'opera nettamente monumentale : la sua monumentalità risiede piuttosto nlla congiunzione tra dimensioni, assoluta perfezione formale e scabra essenzialità dei dettagli. È del tutto evidente che la Testa 1, cosi come tutte le altre teste colossali olmeche, raffigura un individuo specifico ; è un vero e proprio ritratto. Quando guardiamo la Testa 1 stiamo guardando negli occhi uno dei primi sovrani mesoamericani.

Se nel Soconusco e nella valle di Oaxaca quei capi che abbiamo « intravisto » dietro a ceramiche ed edifici rimanevano del tutto anonimi, nel mondo olmeco più antico i capi si mostravano nell'arte pubblica con i loro caratteri individuali, come se si fosse verificata una progressiva personalizzazione del potere politico. Sebbene nelle teste colossali non si racconti nulla del sovrano, esse affermano comunque la sua identità individuale. Le zampe di giaguaro o le teste di rapaci, paiono ancora una volta alludere alla terra e al cielo, i due ambiti cosmici che abbiamo già visto in Oaxaca e che ancora una volta costituiscono i due riferimenti simbolici fondamentali del potere politico. La Testa 1 è stata rinvenuta a San Lorenzo. Nelc orso dell'omonima fase San Lorenzo, il grande sito veracruzano divenne la « capitale » di quello che probabilmente puo' essere considerato il primo chiefdom complesso della Mesoamerica, il cenro dominante della cultura olmeca. È probabile che strutture sociopolitiche simili a quella di San Lorenzo si siano parallelamente sviluppate anche in altre regioni dell'area olmeca e che siti come La Venta, Laguna de los Cerros e Tres Zapotes rappresentino le « capitali » di altrettante entità politiche. Le teste colossali non sono l'unica espressione scultorea monumentale del potere politico olmeco. Da San Lorenzo, La Venta e Laguna de los Cerros provengono troni monolitici altrettanto imponenti.

Il grande blocco litico quadrangolare dell'altare 5 di La venta. Sul fronte del monumento un raffinato motivo a bassorilievo raffigurante delle fauci stilizzate circonda una nicchia centrale : è la bocca del Mostro della Terra, la grotta che nella cosmologia mesoamericana immette nel Cuore della Montagna. Sulla soglia della bocca-grotta siede a gambe incrociate un personaggi con grande copricapo, orecchini e collana, simboli di regalità. L'uomo tiene sugli avambracci una piccola figura che pare un bambino dai tratti giaguariformi, esamine, come fosse morto. 'iconografia dei troni è evidentemente più articolata di quella delle teste colossali. I bambino-giaguaro pare essere una personificazione delle forze sovrannaturali del mondo sotterraneo. Il sovrano olmeco, facendosi raffigurare sulla soglia della grotta, si presenta quindi come mediatore tra il mondo degli uomini e le forze sovrannaturali relative all'ambito

della terra, dell'acqua e della fertilità. Il signore olmeco non racconta nulla e non ha bisogno di farlo, perché il suo potere non si fonda sulle sue capacità personali ma sul suo carattere di uomo – dio. I personaggi laterali potrebbero essere dei parenti del sovrano. Il sovrano si fa rappresentare spesso in posizione liminale. Celebre monumento 9 → opera in bassorilievo sulla quale è rappresentato in posizione frontale il mostro della terra con la bocca spalancata. L'interno della occa è traforato e la consunzione della sua superficie inferiore fa pensare che qualcuno materialmente passasse attraverso il foro del monumento. Con ogni probabilità, il sovrano emergeva letteralmente dalle fauci del Mostro della Terra, presentandosi cosi alle persone riunite nella piazza. La Venta suggerisce che il centro monumentale fosse organizzato come una sorta di cosmogramma nel quale si distinguono due aree. Questa « geografia sacra » dell'insediamento monumentale faceva da scenografia per le attività rituali e celebrative dell 'élite politica di La Venta. Il semplice contadino che giungeva nel centro monumentale avrebbe avuto cosi l'opportunità di vedere il sovrano, nello splendore del suo abbigliamento, attorniato da edifici e monumenti che costituivano il suo « scenario cosmologico » e ne sancivano innegabilmente lo status divino. Ma c'è anche dell'altro : le dimensioni degi edifici e dei monumenti erano uba testimonianza tangibile del potere. I grandi blocchi di basalto e andesite provengono infatti da giacimenti distanti diverse decine di km dai principali siti olmechi del Golfo. Chi aveva commissionato quei monumenti era qualcuno capace di mobilitare, organizzare e nutrire una quantità di manodopera sufficiente a spostare per lunghi tragitti blocchi litici pesanti decine di tonnellate. Esiste una varia produzione scultorea minore, nella quale spiccano figure umane, spesso in posizione seduta. Tali sculture provengono non solo dai siti principali ma anche da insediamenti che, non avendo mai restituito troni o teste colossali, vengono interpretati come « centri di potere secondari » e sedi di principi o nobili locali che fungevano da « governatori » sottoposti ai sacri sovrani di capitali come La Venta o San Lorenzo. Se in molte regioni mesoamericane sono stati infatti rinvenuti oggetti il cui stile ricorda quello olmeco, molto rara è la presenza di sucltura monumentae olmeca anteriore al 900 a.C. In effetti, l'unica area mesoamericana dove nel corso della fase San Lorenzo si trovano sculture in stile olmeco è la costa pacifica del Chiapas, esattamente in corrispondenza dell'area dove si era sviluppata la vecchia cultura mokaya. Qui, a partire dal 1000 a.C la presenza di sculture olmeche raffiguranti individui riccamente abbigliati pare segnare un radicale rivolgimento dei locali equilibri politici. Nell'area del Soconusco la cultura mokaya aveva raggiunto il suo

massimo splendore attorno all'XI secolo a.C grazie anche a una intensa interazione commerciale con le entità politiche olmeche del Golfo del Messico. Alla luce di quanto sappiamo delle modalità politiche mesoamericane, è possibile che alle relazioni « commerciali » si affiancassero anche altri tipi di « relazioni prestigiose ». a partire dal 1000 a.C, pero', la relazione tra le due regioni pare aver subito un mutamento fondamentale, riflesso nella stessa gerarchizzazione dei siti del Soconusco. Il sito di Paso de la Amada, sino ad allora « capitale » del chiefdom locale, venne abbandonato e tutta la regione ricadde sotto il controllo di un nuovo sito nella zona di Ojo de Agua. John Clark ha interpretati questo cambiamento come il segno della presenza diretta di una élite olmeca del Golfo che riusci a insediarsi nel Soconusco. Se la peculiare relazioe che unì il Golfo del Messico con il Soconusco potrebbe essere stata dettata anche dalla parentela linguistica tra le due aree, più difficile è capire l'entità della presenza olmeca in regioni lontane e linguisticamente diverse. Un caso per molti versi eccezionale è quello di Teopantecuanitlan dove sin dal 1000 a.C venne costruito un sito al cui centro si trova una sorta di « cosmogramma monumentale » in stile olmeco. È possibile che Teopantecuanitlan godesse di una relazione privilegata con le élite olmeche del Golfo in virtù della sua strategica ubicazione rispetto agli importanti giacimenti di pietra verde dell'attuae stato di Guerrero. Nel resto della Mesoamerica non vennero prodotte sculture monumentali in stile olmeco prima del 900 a.C. Ciononostante, in molte aree si rileva la presenza di oggetti importati dal Golfo o cumunque realizzati in uno stile la cui origine va cercata nell'area del Golfo del Messico. Tipico è il caso delle splendide statuette di terracotta note come baby faces. La distribuzione dell'arte olmeca nelc orso della fase di San Lorenzo pare quindi segnare i diversi livelli di potere e di influenza delle entità olmeche. In questo mondo fatto di « relazioni prestigiose » e di scambi a lunga distanza lo stie iconografico olmeco pare aver costituito una sorta di lingua franca del potere e della propaganda. Le vie della giada (900-600 a.C) Come abbiamo già accennato il centro monumentale di La Venta era strutturato come un cosmogramma, un modello terreno dell'ordine universale (ambito terreno) da una piccola area settentrionale nota come Complesso A e corrispondente al mondo sotterraneo dei morti, degli antenati e della fertilità. L'intero centro è poi attraversato da un ideale asse nord-sud che attraversava la piazza e il Complessp A passando per il vertice della piramide. Su questo asse vennero posizionati offerte e monumenti, come ad esempioo le tre teste colossali rivenute al suo estremo settentrionale. La maggior parte della sue sequenza costruttiva si situa tra il 900 e il 600 a.C, nei secoli in cui La

Venta eclisso' San Lorenzo diventando il principale centro monumentale del mondo olmeco metropolitano. La sequenza costruttiva del Complesso A, marcata da una serie di atti rituai, costituisce uno straordinario esempio di come la cosmologia olmeca venisse « messa in atto » nella pratica rituale e di come essa stesse alla base dell'ideologia politica. La prima fase costruttiva ebbe inizio con la preparazione del terreno e con la deposizione di un pavimento centrale di blocchi di serpentino verde. Nel corso della seconda fase costruttiva il terrapieno esterno venne ampliato e rivestito di lastre di basalto. All'estremo sud del complesso vennero eretti due nuovi monticoli di terra, sotto ai quali furono interrate due tra le più straordinarie offerte dell'antica Mesoamerica : oltre 500 blocchi di serpentino, per un peso totale di oltre cento tonnellate, furono disposti in 28 strati sovrapposti ; al di sopra a ognuna delle due offerte venne poi realizzato una sorta di mosaico pavimentale con blocchi di serpentino levigati. La terza fase costruttiva inizio' con la deposizione di strati di terre colorate su tutta la superficie del terreno. Una nuova offerta composta da sei strati di blocchi di serpentino venne deposta a centro del complesso. La quarta e ultima fase costruttiva, risalente approssimativamente al 600 a.C, fu la più complessa. Delle colonne di basalto vennere collocate lungo il terrapieno perimetrale. Nel monticolo in terra ubicato a nord del complesso venne scavata una trincea profonda quasi 5 metri ; nella trincea a di sopra di uno strato di sabbia rossa, venne deposto un pavimento di blocchi di serpentino sul quale venne interrara un'offerta cruciforme di 37 asce di giada. Una volta riempita la trincea, sulla sua superficie venne collocato un sarcofago di arenaria scolpito in forma di alligatore che galleggia sul'acqua. Al suo interno, benché non siano state rinvenute le ossa, vennero deposti...


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