I Segreti dell'Intelligenza Corporea PDF

Title I Segreti dell'Intelligenza Corporea
Author Marco Pacori
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Indice Introduzione 1 1. Le funzioni del linguaggio del corpo 5 Che cos’è il linguaggio non verbale 5 Esprimere emozioni 6 Regolare l’interazione verbale 9 Segnalare interesse o noia durante la conversazione 11 Parlare con i gesti 12 Stabilire relazioni e ruoli 14 Presentare se stessi 29 Una nuova ...


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I Segreti dell'Intelligenza Corporea Marco Pacori

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Indice

Introduzione 1 1. Le funzioni del linguaggio del corpo Che cos’è il linguaggio non verbale Esprimere emozioni Regolare l’interazione verbale Segnalare interesse o noia durante la conversazione Parlare con i gesti Stabilire relazioni e ruoli Presentare se stessi Una nuova prospettiva: l’intelligenza corporea Il linguaggio del corpo interiore: le sensazioni viscerali Ragione e sentimento... talvolta sono la stessa cosa 2. L’intelligenza corporea La mente, che portento... ... ma il corpo segna punti Agli albori della storia Tesori d’oriente La Programmazione Neurolinguistica

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La moderna scienza della cognizione incarnata: le metafore Le applicazioni pratiche della teoria delle metafore incarnate 3. Chiedi (al corpo) e ti sarà dato: persuadere con l’intelligenza corporea Posture per vincere e per convincere Pose per ricordare Mani fredde, cuore caldo Nella grazia del Signore Il sapore zuccherato rende più dolci Il profumo di pulito ci rende virtuosi Nei panni del diavolo Muoversi nell’ombra Il lato oscuro della forza... e del potere Questa faccenda mi puzza Il peso dei segreti 4. Controllare il corpo per controllare le emozioni Sorridi e sarai felice Inclinazioni pericolose Muscoli d’acciaio e volontà ferrea Tenere le emozioni in pugno Cestinare i brutti pensieri Operazione mani pulite 5. La panacea di tutti i mali: la creatività Che cos’è la creatività Sogni e sonno: la culla della creatività Anche l’ingegno ha il suo orologio Prendiamoci una pausa Stop alla ragione Cervelli che si parlano Equilibrismi emisferici Per pensare, il corpo deve muoversi

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La moderna scienza della cognizione incarnata: le metafore Le applicazioni pratiche della teoria delle metafore incarnate 3. Chiedi (al corpo) e ti sarà dato: persuadere con l’intelligenza corporea Posture per vincere e per convincere Pose per ricordare Mani fredde, cuore caldo Nella grazia del Signore Il sapore zuccherato rende più dolci Il profumo di pulito ci rende virtuosi Nei panni del diavolo Muoversi nell’ombra Il lato oscuro della forza... e del potere Questa faccenda mi puzza Il peso dei segreti 4. Controllare il corpo per controllare le emozioni Sorridi e sarai felice Inclinazioni pericolose Muscoli d’acciaio e volontà ferrea Tenere le emozioni in pugno Cestinare i brutti pensieri Operazione mani pulite 5. La panacea di tutti i mali: la creatività Che cos’è la creatività Sogni e sonno: la culla della creatività Anche l’ingegno ha il suo orologio Prendiamoci una pausa Stop alla ragione Cervelli che si parlano Equilibrismi emisferici Per pensare, il corpo deve muoversi

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La moderna scienza della cognizione incarnata: le metafore Le applicazioni pratiche della teoria delle metafore incarnate 3. Chiedi (al corpo) e ti sarà dato: persuadere con l’intelligenza corporea Posture per vincere e per convincere Pose per ricordare Mani fredde, cuore caldo Nella grazia del Signore Il sapore zuccherato rende più dolci Il profumo di pulito ci rende virtuosi Nei panni del diavolo Muoversi nell’ombra Il lato oscuro della forza... e del potere Questa faccenda mi puzza Il peso dei segreti 4. Controllare il corpo per controllare le emozioni Sorridi e sarai felice Inclinazioni pericolose Muscoli d’acciaio e volontà ferrea Tenere le emozioni in pugno Cestinare i brutti pensieri Operazione mani pulite 5. La panacea di tutti i mali: la creatività Che cos’è la creatività Sogni e sonno: la culla della creatività Anche l’ingegno ha il suo orologio Prendiamoci una pausa Stop alla ragione Cervelli che si parlano Equilibrismi emisferici Per pensare, il corpo deve muoversi

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Il movimento sinuoso ci rende più creativi Pensare fuori dagli schemi La dissonanza tra mente e corpo Vivere in terre lontane allarga gli orizzonti Ringraziamenti Bibliografia

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Introduzione

Molti lettori sono portati a saltare a piè pari l’Introduzione di un libro, considerandola un «oggetto misterioso» o qualcosa di superfluo. In realtà, è proprio la chiave di lettura, il punto in cui l’autore spiega perché ha scelto quel tema, illustra le sue riflessioni e condivide con chi legge il percorso creativo che lo ha portato alla realizzazione di ciò che ha scritto. È quello che cercherò di fare anch’io. Sarà un cliché, ma questo è il libro che avrei sempre voluto leggere: nelle ricerche che ho descritto, nelle scoperte che ho illustrato, ci sono le risposte alle domande che mi sono posto da sempre e molte conferme di quello che già facevo spontaneamente. L’aspetto che più mi ha affascinato della psicologia (il ramo di studi che ho scelto) è come renda possibile creare qualcosa che prima non c’era; no, non mi riferisco a oggetti concreti, bensì a come si possano modificare negli altri e in se stessi atteggiamenti, pensieri, comportamenti senza fare appello alla ragione o al buon senso (che, per altro, in genere non portano a risultati effettivi). È proprio questo che fa l’intelligenza corporea, l’affascinante 1

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argomento di cui vi parlerò nelle prossime pagine. Passando attraverso la stimolazione dei sensi, la percezione della tensione muscolare, i gesti e le posture si è appurato che è possibile agire sulla mente. Un concetto rivoluzionario, che ribalta completamente la prospettiva secondo la quale mente e corpo sono due entità distinte: sono invece un sistema integrato, in cui quello che avviene nel corpo influenza la mente e viceversa. Prima ho scritto di aver avuto delle risposte ma anche delle conferme, perché questo è qualcosa che dentro di me già sapevo e che usavo sin da quando frequentavo ero l’università. Ricordo come fosse ieri quella volta in cui, nel corso di una lezione, feci una domanda a un docente accorgendomi dopo un po’ che se ne era dimenticato. Avrei potuto riproporgliela, ma ebbi un’idea: battei tre volte e delicatamente con i polpastrelli sul banco, come fanno le maestre con la penna per richiamare l’attenzione degli studenti distratti. Bene, lui – inconsapevole di ciò che avevo fatto – disse: «Ah sì, Pacori, ora mi sono ricordato che lei mi ha chiesto una cosa». Ora! Un sentimento di orgoglio e di soddisfazione mi attraversò come una saetta: ero realmente entrato nella sua testa e avevo cambiato il corso dei suoi pensieri. Mi è servito da insegnamento: così, in una puntata del programma televisivo Le Iene ho ipnotizzato un ignaro partecipante e l’ho indotto a cadere semplicemente battendo con il piede sul pavimento. Nei corsi di ipnosi che tengo, durante l’ipnosi prendo il badge portanome di un allievo e lo getto lontano: al «risveglio» gli chiedo come si chiama e lui... non se lo ricorda! Qual è il segreto? Nessun trucco da prestigiatori, ma un meccanismo di stimolazione subliminale prodotto dalle metafore che, come vedremo insieme, sono ben più di «modi di dire», perché hanno il potere stupefacente di influenzare i nostri pensieri e atteggiamenti mentali. Comprendere finalmente a fondo come fosse possibile ricreare queste «magie» a volontà è stato per me un viaggio sorprendente 2

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in una dimensione al tempo stesso familiare e quasi fantascientifica. Stimolare la creatività, potenziare l’apprendimento, rafforzare la propria determinazione, gestire meglio le emozioni sono solo alcuni dei risultati che è possibile raggiungere con l’aiuto dell’intelligenza corporea. Certo, la parte più sofferta e complessa è stata poi spiegare in termini accessibili a chiunque questi concetti e le potenziali applicazioni nella vita di ogni giorno. Ma credo di avercela fatta... mi auguro che questa nuova prospettiva nello studio del linguaggio del corpo susciti in voi lo stesso senso di meraviglia e di stupore che ha suscitato in me. Be’, è il momento di lasciare spazio al contenuto: diamo fuoco alle polveri, metaforicamente, ma neanche tanto considerato che si tratta un tema esplosivo. Buona lettura!

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La moderna scienza della cognizione incarnata: le metafore Le nuove scienze cognitive hanno portato alla luce il fatto che la valutazione, le impressioni e i ragionamenti non dipendono solo dal cervello (o dai cervelli); anche la percezione dei cambiamenti ambientali, fisiologici e sensoriali possono influenzare il pensiero. Gli studi dei linguisti hanno messo in evidenza che esiste una sorta di «terra di mezzo» che fa da ponte tra pensiero e percezione sensoriale: le metafore. Nel linguaggio comune gli anni possono essere «verdi», le giornate «piene» e ogni momento quello «buono»: si tratta di forme del linguaggio utili per rendere un messaggio di per sé astratto in modo comprensibile. La metafora implica una comparazione in cui una parola o una frase usata abitualmente o principalmente per definire qualcosa viene utilizzata per esprimere qualcos’altro. Questa figura è collegata alla similitudine ma è distinta da quest’ultima perché in quel caso due parole o frasi sono affini, mentre la metafora suggerisce che due cose diverse sono la stessa cosa. La metafora è però molto di più. Il linguista George Lakoff ha intuito che quella che in origine è stata considerata solo una costruzione linguistica è alla base del nostro pensiero astratto. Questa idea, illustrata nel libro Metafora e vita quotidiana, pubblicato con il collega Mark Johnson nel 1980, ha rivoluzionato la concezione del pensiero, dato luogo a una serie di ricerche che ne hanno dimostrato la validità e aperto un nuovo filone per lo studio del linguaggio del corpo. Secondo Lakoff quelli che chiamiamo concetti sono «stratificazioni» di metafore. Proprio grazie alle metafore riusciamo a comprendere i pensieri astratti dando loro «sostanza», cioè 66

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rappresentandoli sotto forma di esperienze concrete... tanto concrete che nel momento in cui usiamo una metafora viviamo realmente l’esperienza sensoriale che descrive. Il primo livello di questa struttura a strati è la percezione sensoriale pura (per esempio, la sensazione della durezza); successivamente questa qualità viene trasferita a delle persone (che possono, appunto, essere definite dure o rigide); in un momento seguente la durezza viene espressa in modo più astratto e concettuale e può diventare inflessibilità o severità. La ragione non è disgiunta dal corpo, puntualizza Lakoff, ma trova le sue origini nel corpo e nell’esperienza corporea. Il linguista sottolinea che i meccanismi neurologici del pensiero che ci danno modo di compiere delle azioni e di percepire sono gli stessi che si trovano alla base dell’elaborazione dei concetti astratti e delle forme di ragionamento. Per questi motivi, conclude, se vogliamo comprendere il nostro modo di ragionare dobbiamo studiare il sistema visivo, quello motorio e i meccanismi attraverso cui lavora il nostro cervello. Ciò ha portato all’elaborazione del modello delle «metafore incarnate», cioè di quelle esperienze che amalgamano pensiero e sensazioni fisiche radicate nel corpo. Con l’occhio della scienza Una recente ricerca di Simon Lacey, Randall Stilla e Krish Sathian ha dato prova delle intuizioni di Lakoff. Per verificare se le metafore siano realmente rappresentate come sensazioni, questi studiosi hanno deciso di concentrare l’esame sull’esperienza tattile della granulosità (ruvido, liscio, morbido, duro eccetera). Con questo obiettivo hanno selezionato 54 frasi che potessero essere formulate in modo metaforico o in modo letterale: per esempio, un’espressione poteva essere «Oggi è andato tutto liscio» oppure «Oggi è andato tutto bene». Il passo seguente è 67

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stato reclutare 7 soggetti e far ascoltare loro queste frasi pronunciate da uno speaker in modo neutrale e senza inflessioni; nel mentre, la loro attività cerebrale veniva visualizzata con la fMRI. L’esito ha dimostrato che le metafore tattili attivavano la corteccia somatosensoriale (la parte deputata, appunto, all’elaborazione del senso del tatto) e quindi davano luogo a vere e proprie percezioni fisiche. Uno studio analogo condotto dai neurologi Rutvik Desai, Jeffrey Binder, Lisa Conant e colleghi ha accertato l’attivazione delle aree motorie durante la comprensione di metafore che facessero uso di espressioni di movimento o di azioni figurate quali «Cogliere il senso» o «Prendere un’occasione al volo». Anche in questa indagine è stato fatto uso della fMRI mentre i soggetti (22 in tutto, equamente divisi fra i sessi) leggevano delle frasi sullo schermo di un PC. Le espressioni illustravano azioni fisiche (come «Il contadino ha afferrato la pala»), azioni figurate («L’uditorio ha afferrato l’idea») o concetti astratti («L’uditorio ha compreso l’idea»). Si è così potuto appurare che sia le frasi che descrivevano azioni fisiche sia quelle che facevano uso di azioni figurate attivavano il lobo inferiore anteriore sinistro, una regione coinvolta nelle pianificazione delle azioni. Ulteriori ricerche che esamineremo più avanti hanno rilevato che l’area cerebrale del disgusto e quella del giudizio morale in parte coincidono; lo stesso vale per il dolore fisico e la sofferenza psicologica.

Le applicazioni pratiche della teoria delle metafore incarnate Le metafore agiscono in modo profondo e aggirando la consapevolezza: è questa la sorprendente conclusione di uno 68

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studio tutto italiano condotto da Alice Mado Proverbio, Nicola Crotti, Alberto Zani e Roberta Adorni. Nell’indagine, che ha fatto uso della tomografia elettromagnetica a bassa risoluzione (una strumentazione particolarmente sofisticata per identificare il funzionamento del cervello), è stato accertato che queste forme linguistiche (e verosimilmente anche la loro attivazione in modo occulto) attivano aree cerebrali i cui processi restano al di fuori del pensiero cosciente. Nell’esperimento, ai partecipanti sono state presentate 350 espressioni linguistiche, sia letterali sia figurate: compito dei volontari era determinare se le frasi fossero coerenti con il contesto in cui venivano proposte. La registrazione dell’attività cerebrale ha dato prova che la comprensione di frasi letterali viene prodotta da aree del cervello legate al pensiero logico; per contro, le metafore vengono elaborate dalle strutture coinvolte nei processi emotivi, senza necessariamente interessare le regioni implicate nella consapevolezza. Tale scoperta dimostra che il senso di una metafora viene acquisito in modo acritico e inconscio. Per altro, lo studio ha messo in evidenza che queste forme del linguaggio fanno registrare un’attività elettrica più intensa rispetto alle espressioni letterali; ciò vuol dire che hanno una «ricezione» migliore, il che si traduce in un maggiore effetto persuasivo. Una metafora funziona come una catena: da un lato c’è l’esperienza sensoriale – per esempio l’esperienza tattile della durezza – poi quest’attributo viene esteso a qualcosa che appartiene a una dimensione diversa e meno palpabile – definire così una persona «dura» –; infine «modifichiamo la percezione originale per assegnarla a caratteristiche ancora più astratte»: in questo modo, definire qualcuno «duro» porta a pensarlo anche come «severo», «inflessibile», «difficile da convincere» o «incapace di capire». Gli studiosi hanno scoperto che basta imprimere la perce69

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zione sensoriale originale per attivare tutte le altre associazioni e quindi, in relazione al contesto, poter influenzare il nostro modo di pensare o di reagire oppure quello altrui. Le regole del gioco Visto che la totalità delle sperimentazioni al riguardo ha dato esito positivo, possiamo ingegnarci anche noi e, partendo dal versante sensoriale delle metafore, crearci dei «gadget» alla 007 efficienti e pronti all’uso. Per esempio, offrendo una tazza di caffè caldo a una persona con cui negoziamo il prezzo di un mobile attiviamo la percezione del calore (umano) e quindi rendiamo l’interlocutore più disponibile; dando per qualche attimo un oggetto pesante in mano a qualcuno e poi chiedendogli un giudizio su una certa faccenda, le diamo «peso» e per estensione valore; camminando in modo non lineare quando siamo alle prese con la soluzione di un problema stimoliamo la metafora del pensiero fluido ed è più facile, a quel punto, avere un’illuminazione; chiedendo un giudizio morale su delle azioni riprovevoli induciamo le persone a essere più radicali se le esponiamo a una scacchiera («O è bianco o è nero» con riquadri bianchi e neri) e via dicendo.

Muoversi nel tempo Sebbene le correlazioni tra spostamenti oculari e cognizione elaborate da Bandler e Grinder non siano dimostrabili, un altro assunto al riguardo ha trovato conferme nelle ricerche sulle metafore incarnate: il fatto che la sinistra sia intesa come passato e la destra come futuro. Illustrando il significato degli spostamenti oculari, la PNL ha indicato i movimenti verso sinistra come riferiti al passato, quelli verso destra a esprimere il futuro (o comunque qualcosa 70

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3 Chiedi (al corpo) e ti sarà dato: persuadere con l’intelligenza corporea

La persuasione nei rapporti interpersonali è molto più comune e reciproca di quanto uno immagini: per esempio, un venditore può cercare di convincere un cliente ad acquistare un prodotto e quest’ultimo a sua volta può cercare di farsi concedere uno sconto. Un uomo può provare a persuadere una donna a uscire con lui e lei può indurlo a farsi accompagnare a fare shopping in un’altra città. Un padre può tentare di dissuadere il figlio dal frequentare una certa compagnia e, al tempo stesso, questi può spingere per farsi aumentare la paghetta settimanale, e così via. Molte delle tecniche messe a punto per influenzare la motivazione, la scelta e il comportamento altrui sono di tipo verbale: Jonathan Freedman e Scott Fraser hanno ideato la «tecnica del piede nella porta», che consiste nel chiedere un favore di poco conto per poi domandare una cosa (il vero obiettivo) ben più importante. Questa strategia è basata sulla constatazione che cedere una volta rende più inclini a essere disponibili a una successiva richiesta. Simile è la «strategia della porta in faccia», che si applica chiedendo una cosa esagerata, che l’altro rifiuta (ci chiude la porta in faccia, appunto), per poi indurlo a concedercene una più modesta (il vero scopo): in questo caso, la tecnica 93

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