I volgarizzamenti. PDF

Title I volgarizzamenti.
Author Alessia Ricci
Course Storia della lingua italiana
Institution Università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale
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I volgarizzamenti: storia della lingua italiana. ...


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I volgarizzamenti.

Molte opere del 200 e del 300 consistono in traduzioni di una fonte preesistente. Le lingue da cui si traduceva nel Medioevo erano principalmente il latino e il francese, ma nel corso del 300 venivano tradotti nel volgare locale anche le opere toscane. Si parla a proposito di ciò di VOLGARIZZARE e di TRANSLATARE. Per volgarizzare si intende la traduzione verticale dal latino al volgare romanzo e necessitava di una preparazione adeguata a livello scolastico; per translatare si intende invece una traduzione orizzontale tra volgare e volgare e non richiede una preparazione, non comporta particolari difficoltà sintattiche o lessicali. Tutti o quasi i volgarizzatori dal latino erano religiosi o appartenevano al ceto notarile oppure a quello dei maestri di grammatica, possiamo citare Andrea Lancia, Andrea da Grosseto, Soffredi del Grazia. Nello specifico, il volgarizzamento più antico è quello di Andrea da Grosseto scritto a Parigi ne l268; sempre in Francia, il notaio pistoiese Soffredi del Grazia che si era recato nel dicembre del 1275 a Provins si dedicò alla traduzione in volgare dei trattati di filosofia di Albertano da Brescia (già tradotti nel 1268 da Andrea da Grosseto) traduzione pubblicata poi nel 1278. Andando a tradurre un testo, soprattutto per quanto riguarda la sua volgarizzazione, ovviamente andarono ad essere omessi determinate caratteristiche caratterizzanti della lingua latina. Per esempio la perdita di casi e declinazioni generò un nuovo modo di articolare i termini nella frase, alcuni costrutti andarono a sparire e vennero creati nuovi costrutti e strutture generali: cum+ congiuntivo= gerundio; ablativo= aggettivo; proposizioni subordinate esplicite= verbo al modo finito e che (disse che…); proposizioni subordinate implicite= disse di uscire…

Andrea Lancia era un fiorentino, fu un volgarizzatore molto attivo ed il suo intento era quello pedagogico, ma fu anche uomo politico tanto che durante un viaggio nel nord Italia fu sequestrato e riuscì a tornare a Firenze solo dopo 4 mesi e dopo il pagamento di una elevata somma di denaro. Fu vicino a Dante e Boccaccio, che molto probabilmente conobbe direttamente e fu inoltre commentatore della Commedia di Dante. Egli è conosciuto soprattutto per la volgarizzazione dell’Eneide di Virgilio, ma ha tradotto anche altri testi di Ovidio e probabilmente è anche autore di 4 novelle tramandate poi nel Novellino. Per quanto riguarda l’Eneide il testo latino utilizzato era il compendio stilato da un ignoto Anastasio, dell'Ordine dei frati minori: era una trasposizione in prosa risultante dall'eliminazione dal testo originale di passi lirici e descrittivi che, pur rischiando di offuscare l'intelligibilità del senso, non corrompeva né la lingua, né la metrica dei versi virgiliani. Albertano da Brescia vissuto tra i primi del 200 e il 1270, è autore di trattati moraleggianti e filosofici di grande successo scritti in lingua latina: De amore et dilectione (1238); De Arte loquendi

et tacendi (1245): un libello morale dedicato al figlio Stefano, Albertano vi enumera regole su 1) quando si debba parlare e quando tacere e 2) come, di cosa; e il Liber consolationis et consilii (1246) un trattato morale sul tema del perdono, inteso non solo come alta virtù umana e cristiana, ma come necessaria dote civile, in una società che sta mutando i suoi orizzonti e che proprio per questo richiede comportamenti ispirati a moderazione....


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