Il Gioco testo PDF

Title Il Gioco testo
Author Vanessa Marchetti
Course Psicoterapia (primo e secondo modulo)
Institution Libera Università Maria Santissima Assunta
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Il GIOCO – prima parte Abbiamo visto come il gioco sia una Attività umana universalmente riconosciuta in tutte le culture ed in tutti i tempi, sono stati trovati giocattoli anche nelle tombe egizie ed etrusche cosi come nei dipinti degli affreschi dell’antica Roma. Si tratta di una attività spontanea e apparentemente immotivata che genera piacere che potrebbe essere assimilata a quella che Stern chiama Forza vitale*, come questa infatti è presente nell’essere umano a tutte le età in particolare nel bambino, della fascia dai primi mesi di vita alla pubertà anche se si modifica e si trasforma nel corso della vita e con l’evoluzione della società. E’ tuttavia prevalente nell’ età infantile compresa tra 0 e 11 anni Nel corso della crescita dell’individuo ha 2 funzioni principali: 1) Facilita l’esplorazione, la conoscenza e l’apprendimento 2) Permette di entrare in relazione con l’altro, stabilizzare la modalità di relazione e favorire la socializzazione Per entrambi questi aspetti sono divenuti nel corso del tempo fin dagli esordi della Psicologia Infantile, lo strumento elettivo dell’attività dello psicologo e dello psicoterapeuta dell’età evolutiva. Anche Freud nell’unico caso di paziente in età pediatrica il caso del piccolo Hans, dette molta importanza al gioco del bambino tanto che diete indicazione al padre del piccolo paziente di osservare con attenzione ed annotare le attività ludiche che questi svolgeva al fine di comprendere meglio i conflitti intrapsichici che determinavano la fobia del bambino. Dopo di lui furono Anna Freud e Melania Klein occupandosi del trattamento psicoterapeutico di bambini che misero al centro della loro attenzione l’attività ludica dei piccoli pazienti, concentrandosi l’una sulla possibilità attraverso il gioco di conoscere lo sviluppo dei bambini e l’altra di conoscere i meccanismi psicopatologici. Ed è da allora che il gioco nella attività clinica dello psicologo Pediatrico, puo essere utilizzato sia per valutare lo sviluppo del bambino, che per curare il bambino utilizzandolo come strumento per accedere al suo mondo psichico. 3) Per quanto riguarda la valutazione dello sviluppo, gia da sola l’osservazione del gioco ci permette di determinare il livello del bambino secondo i canoni di Piaget, (vedi Schede lo Sviluppo del Bambino nella homepage docente) Per avere una valutazione di sviluppo che sia obiettivizzata utilizziamo scale psicometriche internazionali che veicolano i loro stimoli attraverso oggetti ed azioni ludiche, soprattutto in età prescolare. (Griffiths Mental Developmental Scales, Bayley Scales)

Il gioco inoltre ci permette di entrare in contatto anche con il bambino piu problematico e in quella che chiamiamo seduta di gioco libero, sia individuale che in gruppo il bambino ci dice molto delle sue rappresentazioni oggettuali e delle sue modalità di stabilire relazioni sia nel rapporto a due che nel sociale. Dal punto di vista delle teorie scientifiche, l'intersoggettività descrive le continue interazioni e gli scambi tipicamente umani che si sviluppano fin dai primi giorni di vita, in un processo che conduce alla capacità di comprendere la mente degli altri anche attraverso routine ludiche con le figure di riferimento Nel costrutto dell’Intersoggettività il un modello psicodinamico di base si integra con le attuali conoscenze e scoperte sullo sviluppo neurobiologico, con gli studi dell’infant research che unite all’utilizzo delle moderne tecnologie ci permettono di individuare nel gioco un importante determinante nella relazione madre-bambino fin dai primissimi mesi di vita. (Ed Tronick, D.Stern, C. Trevarthen) Prendiamo per esempio i giochi senso-motori, di routine che si stabiliscono tra la madre (o il care giver) e il bambino neonato, basta osservare il gioco del CUCU per comprendere come in quelle azioni la maturazione sensoriale e motoria permetta di sperimentare una azione interconnessa con l’ambiente che a sua volta ne attribuisce il senso davide - cu cu sette te.wmv (online-video-cutter.com).mp4

In questo video Azione-Emozione-Relazione sono strettamente connessi per dare senso relazionale e intersoggettivo al gioco Vi possiamo osservare cio che Tronick chiama Conoscenza implicita, Condivisione degli stati emotivi, e l’espressione e la modulazione di questi: la Co-regolazione Il processo di co-regolazione si costruisce fin dai primi mesi di vita anche attraverso il Gioco A volte per diversi motivi puo accadere che il processo di co regolazione sia alterato esempio pensiamo alle condizioni di rischio con madri affette da psicopatologia, alcolismo, o tossicodipendenza, o piu semplicemente da condizione psicosociale svantaggiata, con famiglie monoparentali, gravidanze precoci in adolescenti e piu frequentemente la condizione di Depressione Materna.

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In questi casi il gioco diventa terapia e l’intervento di cura passa attraverso la seduta di gioco con madre ed il bambino.

Lo psicologo aiuta a decodificare nel gioco gli stati emotivi del bambino, la giuda nel riconoscere i momenti di sintonica regolazione ed i momenti in cui essa viene alterata al fine di fornire alla madre lo strumento di riflessione per dare al bambino il contenimento in cui sviluppare un Sé sicuro. Con i bambini neonati e fino a2 anni molto utili possono essere delle brevi videoregistrazioni del gioco spontaneo tra madre e bambino a cui far seguire la visione condivisa con lo psicologo e le conseguenti riflessioni condivise e guidate Abbiamo detto che man mano che il b. cresce il suo gioco si trasforma ed il momento cruciale per noi psicoterapeuti è quando il gioco diviene simbolico ed il bambino puo esprimere nel setting ludico con il terapeuta, attraverso gli oggetti lucidi e le scene che rappresentano i suoi impulsi, le sue conflittualità e le sue esperienze traumatiche Il materiale del gioco usato in psicoterapia non è casuale ed è molto importante Scelto per poter elicitare l’uso verso l’espressione di Sé e dei propri affetti e relazioni (Utilizzo dello Sceno test in seduta) Lo spazio ludico in presenza dello psicoterapeuta diviene lo spazio in cui nei momenti di condivisione e forte coinvolgimento emotivo, quelli che Stern definisce Momenti di incontro, si puo dare senso e significato a cio che il bambino agisce inconsapevolmente nel gioco, permettendone la rappresentazione e l’elaborazione nella relazione con il terapeuta.

Le sedute di psicoterapia di gioco possono essere effettuate fino alla fase pubere poi l’adolescente per difendere la sua spinta verso la crescita e l’autonomia in una fase di ridefinizione di Sé generalmente rifiuta il gioco che sente regressivo, un tornare verso l’età infantile, tuttavia nelle situazioni di regressione anche il gioco più semplice può aiutare ad entrare in relazione e curare adolescenti Es. caso clinico: adolescente con grave improvvisa regressione psicotica che si manifesta nella incapacità di parlare, recupera attraverso un gioco semplice di manipolazione della plastilina la possibilità di stare in relazione e gradualmente man mano che la sua terapia procedere e il suo sé si reintegra il gioco cambia, si evolve e ripercorre tutte le tappe fino a poter essere abbandonato per poter esprimere con il linguaggio i contenuti intrapsichici in una normale psicoterapia, anche attraverso il racconto e l’elaborazione dei sogni. Esistono anche tecniche strutturate di gioco ai fini terapeutici, esempio la Sand Play Therapy che puo essere usata anche con adulti soprattutto con pazienti che hanno subito traumi che non possono inizialmente essere espressi con le parole. Il Setting per la Sand play Therapy è molto importante, consiste nella possibilità di creare scene con oggetti, animali e personaggi all’interno di un campo di sabbia in una sabbiera al centro della stanza.

In conclusione potremmo dire che il gioco libero o strutturato è uno strumento necessario nel campo della psicoterapia dell’età evolutiva soprattutto nella fascia seconda e terza infanzia.

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Lo psicologo e psichiatra Daniel Stern esplora il tema finora misconosciuto della forza "vitale"- ovvero la qualità che accomuna tutti gli esseri viventi. La vitalità assume molte forme dinamiche ed è presente ovunque: nella vita quotidiana, nello sviluppo psicologico, in psicoterapia e in diverse espressioni artistiche. Ma che cos'è esattamente? Esiste una varietà pressoché infinita di forme vitali. Come possiamo allora studiare questo fenomeno? Finora è stato considerato un argomento refrattario a ogni studio scientifico. Ma, secondo Stern, è possibile ricondurre la vitalità a processi fisici e mentali reali - movimento, tempo e forza percepita -, oltre che alle caratteristiche spaziali del movimento e alle intenzioni sottostanti. Stern mostra come lo studio della vitalità e delle sue origini evolutive possa contribuire al processo psicoterapeutico, individuando una possibile convergenza fra le teorie della vitalità e le attuali conoscenze sul funzionamento del cervello....


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