IL MIO CREDO PEDAGOGICO JOHN DEWEY PDF

Title IL MIO CREDO PEDAGOGICO JOHN DEWEY
Author Federica Panzetti
Course Storia della scuola e delle istituzioni educative
Institution Università degli Studi Roma Tre
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Summary

riassunto dettgliato del Il mio credo pedagogico di John Dewey...


Description

Capitolo 1 Cos'è l'educazione L'educazione plasma continuamente la facoltà dell'individuo. La vera educazione avviene mediante lo stimolo esercitato sulle facoltà del ragazzo da parte delle esigenze che è costretto a vivere dato il suo stato sociale; queste esigenze lo stimolano ad agire; attraverso le reazioni degli altri arriva a capire cosa tali azioni significano nella società. Il processo educativo ha due aspet: 1. Psicologico: senza una penetrazione della struttura, della atvità psichiche il processo educativo sarà accidentale ed arbitrario. L'educazione ci da l'idea dello sviluppo dei poteri della mente senza considerare l'impiego. 2. Sociologico: la conoscenza delle condizioni sociali in cui esso interagisce è necessaria per interpretare i poteri del ragazzo. L'educazione come adattamento alla civiltà che subordina l'individuo ad una situazione presupposta. Questi due aspet hanno un rapporto organico e l'educazione non è un compromesso o una sovrapposizione dei due caratteri. Prepararlo alla vita futura significa dargli la padronanza di se stesso, educarlo per conseguire l'impiego intero e pronto di tutte le sue capacità. Non si può raggiungere tale obietvo se l'educazione non è convertita in termini psicologici. L'individuo da educare è un individuo sociale e la società è un’unione organica di individui. Cos'è la scuola La scuola è un’istituzione sociale; è quella forma di vita di comunità dove sono concentrati tut i mezzi che serviranno a rendere il fanciullo partecipe dei beni ereditati e di far uso dei suoi poteri per finalità sociali. L'educazione è un processo di vita e non una preparazione al vivere futuro. La scuola deve rappresentare la vita attuale; l'educazione non si compie per mezzo di forme di vita, deve semplificare la vita sociale esistente. La vita nella scuola deve riprendere, continuare le atvità che sono familiari all'alunno; queste atvità vanno riproposte in modo tale che il fanciullo ne apprende il significato e faccia la sua parte in rapporto ad esse. La scuola deve approfondire, distendere il senso dei valori collegato alla vita domestica. L'educazione morale s'incentra nella scuola come un modo di vita sociale che è l'addestramento morale migliore e più profondo è ciò che si otene dovendo entrare in giusti rapporti con gli altri. Il fanciullo deve essere controllato e stimolato dal maestro; quest'ultimo non è nella scuola per imporre le sue idee o formare certi abiti, ma è lì come membro della comunità per selezionare le influenze ed assisterlo nel reagire ad esse. Compito dell'insegnante sarà quello di determinare come la disciplina deve arrivare al ragazzo. La materia dell'educazione La materia deve differenziarsi gradualmente dell’unità originaria della vita sociale, violiamola natura del fanciullo introducendo a studi speciali. Le correlazioni tra le varie materie sono le atvità sociali del fanciullo. L’educazione non è legata alla scienza poiché la natura non è unità; la letteratura è espressione ed interpretazione della dell'esperienza sociale; la storia è controllata in riferimento alla vita sociale. L'educazione serve a rendere consapevole il fanciullo della sua eredità sociale. Le atvità espressive sono il centro di correlazione, le discipline considerate speciali non devono essere considerate tali ma come forme fondamentali dell'atvità sociale. Lo studio della scienza risulta però fondamentale perché porta alla luce i materiali e i processi da cui deriva la vita sociale; il linguaggio è uno strumento logico, sociale. È lo strumento mediante il quale l'individuo partecipa alle idee e i sentimenti degli altri. L'educazione è vita e deve essere concepita come ricostruzione continua dell'esperienza; processo e fine dell'educazione sono una sola cosa.

La natura del metodo Il difetto dei metodi attualmente adoperati consistono nel tentativo di sviluppare le facoltà del ragionamento e giudizio senza riferimento alla scelta e ai mezzi. L'immagine è lo strumento essenziale dell'istruzione; ciò deriva da ogni materia. La maggior parte del tempo che si dedica alla preparazione e alla presentazione delle lezioni dovrebbe venir impiegato a educare la facoltà immaginaria del ragazzo. Gli interessi sono i segni e i sintomi dello sviluppo di capacità perciò osservare gli interessa importante per l’educatore; questi rappresentano l’indice di sviluppo raggiunto dal fanciullo. Le emozioni sono un riflesso delle azioni; stimolare o destare le emozioni significa introdurre uno stato mentale malsano è morbido. L’educazione è minacciata dal male del sentimentalismo che è la conseguenza necessaria del tentativo di separare il sentimento dall’azione. La scuola e il progresso sociale L’educazione è il metodo fondamentale del progresso e dell’azione sociale; attraverso l’educazione si otene la consapevolezza sociale, questa permetterà la ricostruzione sociale. Nella scuola ideale sia una riconciliazione degli ideali individuali e istituzionali, mediante l’educazione la società può formulare i suoi scopi, organizzare i suoi mezzi e le sue risorse. L’insegnante è impegnato non solo nell’educazione degli individui, ma nella formazione della giusta vita sociale. Ogni insegnante deve tener conto della dignità della sua vocazione.

Capitolo 2 Noi consideriamo la scuola da un punto di vista individuale, limitata al rapporto tra alunno e maestro, fra insegnante e genitore. Ciò che più ci interessa è il progresso scolastico raggiunto dal fanciullo; a seconda di ciò giudichiamo il lavoro a scuola. Ciò che un genitore desidera per il figlio la comunità lo deve desiderare per i ragazzi. Per questo è necessario un cambiamento dell’educazione. Le modifiche nel metodo e nei programmi sono dovute dalle esigenze di una società in trasformazione. Nel sistema di fabbrica gli individui si formavano nell’azione ed erano temperati e saggiati dall'azione; di primaria importanza, ai fini dell'educazione, è il contatto diretto con la natura e i materiali reali, i processi effetvi, la conoscenza delle loro necessità ed usi sociali. Le lezioni oggetve non possono sostituire le conoscenze ottenute dalla vita effetva. Il lavoro nel sistema scolastico impegna l'interesse spontaneo e l'attenzione dei ragazzi. Li rende svegli ed atvi, utili e capaci, più inclini ad aiutare in famiglia; li prepara ai problemi pratici della vita. Il lavoro va concepito come metodo di vita e di apprendimento, non come un insegnamento a se; dobbiamo dargli un significato sociale. La ragione per cui la scuola presente non può organizzarsi come naturale unità sociale è proprio l’assenza di questo elemento di atvità comune e produtva. La vita scolastica si deve organizzare come una società; in questa organizzazione si trova anche il principio della disciplina e dell’ordine scolastico. La scuola è il luogo in cui è più difficile fare esperienza, madre di qualsiasi disciplina. Le occupazioni nella scuola non devono essere espedienti pratici, cioè forme di occupazione abitudinaria, ma centri atvi di approfondimento della conoscenza scientifica di materiali e processi naturali; punti di partenza da cui i fanciulli sono condot a rivivere lo svolgimento storico dell’uomo. Non va visto in modo angusto e utilitario, ma come punto di partenza dal quale il ragazzo può rintracciare e seguire il processo della umanità nella storia, imparando a conoscere i materiali usati e principi meccanici che quell’uso implica. L'occupazione fornisce al ragazzo un motivo effetvo. Le occupazioni non devono far posto alla scienza, ma la scienza deve diventare un indispensabile strumento di libera partecipazione della vita sociale moderna. Inizialmente il sapere era un patrimonio di classe; la rivoluzione industriale ha provocato il cambiamento di questo stato di cose; la cultura è stata messa in circolazione. La vita puramente intellettuale, imparare e studiare hanno perduto molto del loro valore. Ciò implica un cambiamento nell'atteggiamento della scuola. L’educazione è identificata con la pura e semplice cultura intellettuale; da

ciò deriva la scissione tra teoria e pratica, cultura e lavoro. Nella maggior parte degli esseri umani dominano impulsi e disposizioni pratiche. L’educazione per avere significato nella vita occorre trasformarla; le modificazioni nel sistema scolastico che sembrano cambiamenti di dettaglio in realtà sono segni e testimonianze dell'evoluzione. Occorre trasformare le nostre scuole in un embrionale comunità di vita attraverso tipi di occupazione che riflettono la vita della società.

CAPITOLO 3 Oggi si ha un'uniformità di metodo e di programmi. Tutto è fondato sull'ascoltare, ci deve essere un'uniformità di materiale e di metodo; il libro è il mezzo identico per tut. Non si adatta alle capacità ed alle richieste, una certa somma di risultati e di abilità che ogni alunno deve acquisire allo stesso modo in un tempo determinato; per far fronte a tale esigenza è stato creato il programma della scuola. In essa il centro di gravità è fuori dal fanciullo, ma è nel maestro, nel testo scolastico. Ora si è verificato lo spostamento del centro di gravità; il bambino diventa il sole in torno al quale ruotano gli strumenti dell'educazione. Nella scuola ideale si deve fare in modo sistematico e in grande, in modo intelligente e consapevole quello che per molte ragioni nella massima parte delle case può essere fatto solo in una forma più ridotta e accidentale. Occorre imparare mediante e in relazione a questa vita; facendo del fanciullo il centro non lo consideriamo solamente un essere che ascolta, ma tutto il contrario. Gli impulsi che hanno peso nella scuola sono:    

Istinti sociali dei ragazzi che si esprimono nei rapporti personali e nella conversazione. Istinti del fare, l'impulso a costruire Istinti all’investigazione Impulso all’espressione

La ripetizione risulta come la somma di cognizione assimilate da un libro di testo; in realtà questa deve rappresentare un’occasione per chiarire i problemi fra i membri di una società, un’occasione in cui le esperienze e le idee vengono scambiate e sottoposte alla critica, dove gli errori sono corret, dove sono tracciate nuove linee di pensiero e indagine. Questo cambiamento tocca e modifica l’interatvità linguistica della scuola; secondo la scuola tradizionale, infat, il ragazzo deve sapere soltanto quello che si è limitata ad imparare. L'immaginazione è l'ambiente in cui ragazzo vive; il problema della relazione della scuola con la vita del fanciullo è che dobbiamo ignorare questa nativa tendenza, trattando non con il fanciullo vivente, ma con la morte immaginazione che abbiamo di esso. Noi vediamo soltanto l’atvità estrinseca, il prodotto esterno; in realtà c'è dietro il risultato visibile, il raddrizzamento dell’atteggiamento mentale, la visione ampliata e simpatetica, il senso del potere che cresce e la volonterosa abilità ad identificare sapere e capacità con gli interessi del mondo e dell’uomo. La cultura non è una levigatura superficiale e per questo l’immaginazione crescerà in flessibilità, in larghezza e in simpatia; quando natura e società vivranno nell’aula scolastica e forme e strumenti saranno subordinati alla sostanza dell’esperienza sarà possibile identificale e la cultura diventerà parola d'ordine della democrazia.

CAPITOLO 4 Ci si rende conto del lavoro che si fa con i fanciullo davanti a loro, ma hanno scarso interesse nell'osservare il lavoro in relazione ai problemi che esso involge; ma quest’ultima è essenziale perché ne dipendono la fiducia e la presenza degli alunni. Una scuola che dipende da una facoltà universitaria diventa un laboratorio di psicologia applicata; essa ha un posto per lo studio della mente come si manifesta e sviluppa nel fanciullo e per la ricerca dei materiali e dei mezzi più idonei ad attuare e promuovere le condizioni dello sviluppo normale. Occorre considerare l’educazione infantile alla luce dei principi, delle atvità intellettuali e dei processi di sviluppo resi noti dalla psicologia moderna; è normale che le condizioni della scuola debbano andar incontro a tali finalità. Occorre organizzare un corso di studi in armonia con lo sviluppo del fanciullo in

capacità ed esperienza; si tratta di scegliere le specie e le varietà e la debita quantità delle materie che rispondono meglio ai bisogni, e alle possibilità di un dato periodo dello sviluppo; i modi di presentazione che permettono al materiale scelto di diventare parte vitale dello sviluppo stesso. In questo campo la nostra conoscenza è limitata, la nostra ignoranza profonda; nessuno possiede pieno dominio scientifico dei principali fat psicologici di un anno qualsiasi della vita del fanciullo. È un sistema di esperimenti tale che accresce le nostre convinzioni irrazionali, crea le condizioni che permettono e incoraggiano la libertà di investigazione e che offrono garanzie che importanti fat non verranno sottrat alla ricerca; considereremo di mettere in atto la pratica educativa indicata dall' indagine sinceramente e senza deformazioni, soppressioni derivanti da un indebita dipendenza dalla tradizione e da concet preformati. o

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La psicologia precedente considerava lo spirito come un’entità puramente individuale in nudo e diretto contatto con un mondo esterno, il problema che ci si poneva era quello del modo con cui il mondo e lo spirito si influenzano a vicenda. La tendenza attuale è quella di concepire lo spirito individuale come una funzione della vita sociale, incapace di operare di svilupparsi da solo bisognoso di stimoli continui da parte di fattori sociali e trovare il suo nutrimento nelle risorse sociali.

Teoria dell’eredità la struttura mentale e fisica dell’individuo ereditata dalla razza. Teoria dell'evoluzione lo spirito non è un processo individuale esclusivo, ma rappresenta il prodotto dello sforzo e del pensiero dell’umanità. Gli studi sul fanciullo hanno mostrato che una tale eredità acquisita socialmente opera nell’individuo soltanto stimoli sociali attuali; attraverso i veicoli sociali egli riassume in pochi anni il progresso che la razza a compiuto in lunghi secoli. La pratica educativa si è adattata e armonizzata inconsapevolmente con la psicologia dominante; si pensava che tut i bisogni dell’istruzione fossero soddisfat portando lo spirito del ragazzo in diretto rapporto due vari complessi di fat esterni (geografia aritmetica matematica grammatica); queste serie di fat classificati rappresentavano specialmente delle selezioni della vita sociale del passato e del pari che se erano il prodotto di situazioni sociali e delle risposte ai bisogni sociali. Lo studio per diventare parte integrante della condotta e del carattere del fanciullo deve essere assimilato non come una semplice articolo d’informazione, ma come parte organica dei suoi bisogni, dei suoi fini attuali i quali sono anch’essi sociali. o o

La vecchia psicologia era una psicologia della conoscenza dell'intelletto; l'emozione e l'impulso occupavano un posto soltanto accidentale secondario. Oggi crediamo che l’intelletto, la sfera delle sensazioni e delle idee è soltanto uno scompartimento intermedio che prendiamo per ultimo, non riconoscendo che la sua unica funzione è quella di definire la direzione che dovrà assumere la nostra atvità presente o futura.

La conoscenza era isolata e costituita fine in se; fat, leggi, informazioni formavano il contenuto del programma. La contesa era fra coloro che davano più importanza nella conoscenza all’elemento sensoriale, al contatto con le cose, alla lezione oggetva e coloro che, invece, accentuavano l’importanza delle idee astratte, delle generalizzazioni. Nessuno dei due casi, però, si collegava all’addestramento sensoriale, le operazioni logiche con i problemi e gli interessi della vita pratica o

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La concezione moderna dello spirito; visto come processo di sviluppo e non un oggetto immobile. Lo spirito e sviluppo presenta fasi distinte di capacità, di interesse in differenti periodi. Queste sono tutte identiche nel senso di continuità della vita, ma diverse in quanto ciascuna le sue particolari esigenze ed i suoi particolari compiti. La dottrina passata considerava lo spirito come spirito, cioè era il medesimo sempre. Se c’era una differenza questa era che alcune facoltà entravano in gioco prima, mentre altre facevano la loro

comparsa soltanto dopo che il fanciullo era stato ridotto in una condizione di dipendenza completa dal pensiero altrui; la sola differenza importante era di quantità e non di qualità. L’intera sfera dell’universo fu divisa in sezioni chiamate studi e ciascuno di questi divisi in pezzet, ognuno dei quali fu assegnato ad un certo anno del corso, senza nessun ordine di sviluppo; si nota solo come le prime parti siano più semplici di quelle successive. Sì richiedono cambiamenti pedagogici se si accetta l'idea dello spirito come sviluppo, con tipici caratteri distintivi nei suoi vari stadi; si deve quindi effettuare la scelta e la distribuzione del materiale lungo il corso di studi con riguardo al contenuto adatto alle direzioni delle atvità in un dato periodo e non a segmenti staccati di un organismo di conoscenze precostituito. Risposte pedagogiche date ai problemi psichici riguardano le fasi dello sviluppo: 1. Il primo stadio è caratterizzato dall’immediatezza degli interessi sociali personali e dall’immediatezza e prontezza con cui si effettua il rapporto fra impressioni, idee e azioni; in questa fase c’è un’urgente ed immediata necessità di movimento per esprimersi. Ci si propone non di mandare il fanciullo a scuola come in un luogo a parte, ma affinché riassuma a scuola le fasi tipiche della sua esperienza extrascolastica, in modo che estenda, arricchisca e gradualmente riformuli. 2. Il secondo periodo ha lo scopo di riconoscere, favorire il mutamento che deriva nel fanciullo dal suo senso crescente della possibilità di risultati più duraturi e oggetvi e dalla necessità di controllare i mezzi at a fornire la maestria necessaria per raggiungere questi risultati; deve sentire di compiere qualcosa che porta risultati definiti e costanti. 3. Il terzo periodo subentra quando il ragazzo ha una sua sufficiente conoscenza di varie forme di realtà, di vari modi di atvità e quando si è reso abbastanza padrone dei metodi e degli strumenti di pensiero, d’indagine, d’atvità apportati alle varie fasi di esperienza in modo da potersi dedicare con profitto ad arti e studi speciali e distinti con finalità tecniche e intellettuali. Il programma tradizionale del leggere, scrivere e far di conto durante i primi 4-5 anni di scuola elementare occupa il 60/80% del tempo e il resto della percentuale non riguarda le comuni scuole elementari, ma le scuole specializzate. Queste materie sono sociali in doppio senso sono le chiavi che schiuderanno al ragazzo la ricchezza del capitale sociale che si sottrae al raggio della sua limitata esperienza individuale; se queste considerazioni hanno un posto importante nell’educazione rendono necessaria per la loro adozione, il loro impiego, l'osservanza di certe condizioni di cui non si fa nessun conto nella generale e diretta organizzazione degli studi. L'attuale problema è il riconoscimento di queste condizioni e la loro applicazione all'atvità del ragazzo. Queste condizioni sono:  L’esigenza che il ragazzo ha di una base variata di contat e di conoscenze con la realtà sociale e fisica  L’esigenza che l’esperienza più comune diretta e personale del ragazzo fornisca i problemi, i movimenti e gli interessi che richiedono il sussidio dei libri per la loro soluzione, per il loro soddisfacimento, per il loro perseguimento. Da queste due condizioni derivano due problemi:  Dare al ragazzo una quantità abbastanza grande di atvità personale in occupazioni, espressioni, conservazione, costruzione, esperimenti in modo che la sua individualità morale ed intellettuale non sia sommersa da una sproporzionata quantità di esperienze altrui a cui libri lo introducono  Che questa esperienza più diretta sia organizzata in modo tale da far sentire al ragazzo il bisogno di ricorrere agli strumenti sociali tradizionali e di padroneggiarli, fornirgli movimenti per rendere intelligente il suo ricorso ad essi, cosicché questo sia non di servile dipendenza ma di incremento alle sue facoltà, una volta risolto questo problema il lavoro non sarà una combinaz...


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