Il primo colloquio con l\'adolescente PDF

Title Il primo colloquio con l\'adolescente
Author Vanessa Marchetti
Course Psicoterapia (primo e secondo modulo)
Institution Libera Università Maria Santissima Assunta
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Il primo colloquio con l’adolescente. Appunti: Nei Pazienti Adolescenti (fase di Metamorfosi del Se e Ripersonalizzazione) la consultazione psicodiagnostica e l’intervento psicoterapeutico assumono una particolare risonanza emotiva che rende complesso il ns. intervento La complessità nasce dalla resistenza da parte dell’adolescente ad accedere alla consultazione con sufficiente motivazione ed a mantenere la relazione terapeutica nel tempo. In genere l’adolescente non è consapevole delle proprie difficoltà proprio a causa della scarsa capacità riflessiva, per questo raramente sono proprio loro a chiedere aiuto anche quando sono presenti sintomi importanti e la loro motivazione è limitata Quasi sempre sono i genitori che chiedono aiuto e quasi sempre hanno difficoltà a condurre al primo incontro di consultazione l’adolescente che manifesta la propria resistenza in vari modi, dal rifiuto, al mutacismo, all’aggressività, alla fuga. Le resistenze dell’adolescente sono prevalentemente dovute alle fantasie attive in fase adolescenziale circa l’intrusione del mondo esterno nel Sé ansie paranoici di sentirsi umiliato e criticato che sembrano concretizzarsi proprio nella consultazione psicologica La situazione di consultazione, il colloquio con lo psicologo viene spesso scambiata come condizione di esame, giudizio, con timori quasi mai espressi di subire trattamenti farmacologici e restrizioni fino anche a fantasie di ricovero coatto. Elementi di facilitazione del primo colloquio con l’adolescente: -partecipano entrambi i genitori ed il ragazzo -è utile che lo psicologo verbalizzi che sono i genitori a chiedere aiuto perché sono in difficoltà e vogliono essere guidati nell’ affrontare al meglio le difficoltà che incontrano con il figlio. • Il chiedere aiuto dei genitori di per se è gia un momento di cambiamento • comunicazione implicita di co-responsabilità che deve essere riconosciuta e sostenuta dallo psicologo gia dal primo incontro • il messaggio è che non è solo il paziente che deve cambiare ma tutti sono e devono essere coinvolti. Elemento centrale del primo colloquio deve essere: il riconoscimento della sofferenza di tutti i componenti della famiglia in particolare del ragazzo e dei genitori li presenti. Ricordarsi che tutti i sintomi sono espressione di una sofferenza e di una difesa da essa. Nel condurre il primo colloquio è importante concentrare la ns. attenzione su tre fasi dell’incontro: 1) la definizione del problema (attraverso il riconoscimento e la verbalizzazione del terapeuta il problema-sintomo assume significato e concretezza nella mente del paziente e dei genitori) 2) la spiegazione psicologica che possiamo darne

facendo una analisi della realtà senza accuse o colpevolizzazione evitando interpretazioni relazionali ma informando i pazienti e i familiari delle caratteristiche generali di quel problema riscontrato questo aiuta a stabilire fiducia sulla conoscenza del terapeuta e sulla sua capacità di gestire la situazione 3) formulare proposte ed indicazioni, proporre il contratto terapeutico, con onestà e trasparenza, analizzando anche la propria reale capacità di gestirlo Importante facilitare e definire l’alleanza terapeutica con il paziente: rinforzarla attraverso il porlo al centro della nostra attenzione • informandolo e coinvolgendolo rivolgendosi a lui, chiedendo il suo parere ed anche coinvolgendolo nelle eventuali scelte proposte. Tutto questo serve ad aiutare il paziente e di genitori a potersi rappresentare il problema, a pensare invece di agirlo. Molto utile è coinvolgere il paziente nel ricostruire la storia, facendogli descrivere il suo sintomo-problema e collocandolo nel tempo. • Spesso nasce spontaneo il collegamento con eventi e vicissitudini del ragazzo e della famiglia e si possono cosi ricercarne le origini. Per creare l’alleanza terapeutica occorre piu volte tornare sul riconoscimento della sofferenza del paziente affinché tutti siano concordi su questo e sul progetto di collaborazione reciproca. Solo al termine si possono dare semplici consigli per riportare sul piano di realtà i pazienti senza eccessi....


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