IL Saluto Dante - Appunti di lezione 1 PDF

Title IL Saluto Dante - Appunti di lezione 1
Course Arte - 5 anno
Institution Liceo (Italia)
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appunti il saluto dante ...


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IL SALUTO RIASSUNTO CAPITOLO 10 E 11 L’episodio della seconda donna dello schermo, a causa dell’indiscrezione del poeta-amante, induce Beatrice a togliergli il saluto, privandolo della fonte della sua beatitudine. Il protagonista passa quindi da uno stato di felicità a uno di infelicità. Entra in crisi la concezione su cui si fonda la prima fase dalla Vita nuova, quella in cui il poeta-amante ripone la sua felicità nel saluto della donna: un atteggiamento che richiama il primo stadio dell’ascesa mistica, quello in cui l’anima ama Dio attraverso le cose esteriori (extra nos). Prima di soffermarsi sulle sofferenze causate dal mutato atteggiamento di Beatrice, il narratore vuole fissare con precisione gli effetti prodigiosi del suo saluto (cap. XI). Lo fa realizzando un’originale sintesi tra istanze di natura religiosa – che portano a un’identificazione tra l’amore e la carità cristiana e altre che richiamano la tormentata psicologia cavalcantiana, basata sulla dottrina degli spiriti e sullo sgomento dell’amante, sconvolto dalla passione e ridotto a muoversi e sentire come cosa inanimata. In verità queste due diverse concezioni dell’amore non si presentano nello stesso momento, ma in una ben precisa successione temporale. L’apparizione di Beatrice e la speranza del saluto svegliano infatti nell’amante lo spirito di carità . La descrizione di questi mirabili effetti produce un innalzamento della prosa, che assume talora il ritmo dell’endecasillabo («e chi allora m’avesse domandato / di cosa alcuna, la mia risponsione / sarebbe stata solamente “Amore”») Ma, nell’imminenza del saluto, Amore si impossessa del suo cuore, intensifica la «beatitudine» fino a renderla «intollerabile» e determina l’effetto di sconvolgimento di cui si è detto. Il repertorio cavalcantiano con cui viene descritta questa nuova situazione, a ben vedere, è qui privato delle implicazioni dottrinali su cui era costruita la poesia del secondo Guido (implicazioni che andavano nella direzione, per Dante certo inaccettabile, della negazione dell’immortalità dell’anima). Nella Vita nuova la dottrina degli spiriti viene utilizzata per descrivere un turbamento che, a differenza di quanto avviene in Cavalcanti, non può spiegarsi semplicemente con l’incapacità da parte dell’uomo in preda alla passione di svincolarsi dal dominio dei sensi: andrà piuttosto richiamato il modello della mistica, per il quale la visione estatica di una realtà soprannaturale, superiore alla nostra capacità di immaginazione e di ricordo, determina lo smarrimento e l’incapacità di controllarsi.

Il narratore consapevole, però, non interviene esplicitamente per proporre la sua interpretazione mistico-simbolica della vicenda, come faceva nei primi capitoli insistendo sul simbolismo del numero nove . A prima vista, in questo capitolo e in quelli che seguono, egli sembra descrivere il proprio turbamento tenendosi molto vicino al modello cavalcantiano. La sua consapevolezza emerge però da richiami e citazioni bibliche impliciti nel testo, come si potrà vedere analizzando l’episodio del “gabbo”...


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