Il Superuomo Dannunziano PDF

Title Il Superuomo Dannunziano
Author Riccardo Pozzi
Course Italiano
Institution Liceo (Italia)
Pages 3
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Il SUPERUOMO DANNUNZIANO L’attrazione per la filosofia di Nietzsche comincia ad essere evidente nel romanzo del 1894 Il trionfo della morte, anche se il protagonista, Giorgio Aurispa , non è ancora un superuomo perché è malato nella volontà . l romanzo si apre con i due protagonisti, Giorgio e Ippolita, che passeggiando al Pincio assistono al suicidio di un passante. Il romanzo narra poi dell’amore tra i due che è passionale, torbido, inquieto. I due si separano temporaneamente perché Giorgio torna nella sua terra natale, l’Abruzzo, per distogliere il padre da una vita dissoluta. Giorgio in Abruzzo, descritto in modo folcloristico come un luogo selvaggio, assiste ad un rito agreste; qui tutto gli ricorda gli antichi miti greci e gli vengono in mente le parole di Zarathustra che esaltano la vitalità creatrice: “ Crearediceva Zarathustra- ecco l’atto che affranca dal dolore e fa meno grave la vita. Ma perché esista colui che crea è necessario l’aiuto dei patimenti e di quali metamorfosi!”. Ad Aurispa il verbo di Zarathustra pare il più virile, il più nobile che mai sia stato proferito da un poeta o da un filosofo dell’età moderna. Anche Aurispa desidera una vita inimitabile, desidera liberarsi dalla sensualità senza riuscirci. Egli concepisce l’umanità, tranne pochi eletti simili a lui come una massa di schiavi. Ad un certo punto si convince che sia il rapporto con Ippolita ad impedirgli di vivere come un superuomo. E’ lei la nemica che non gli consente di vivere una vita nuova. Nella scena finale del romanzo Giorgio abbraccia Ippolita e si getta con lei da uno scoglio.

1895 ne Le vergini delle rocce d’Annunzio delinea la figura del superuomo che ha le seguenti caratteristiche: -

È il libero creatore di sé sganciato dalla morale corrente È amante delle cose belle ed è un artista Disprezza la plebe, che è nata per essere schiava Disprezza la democrazia ed i tempi moderni Il superuomo è nobile di stirpe ed è nato per dominare sulla massa degli schiavi Il superuomo si nutre dei miti del nazionalismo

1900 Il Fuoco è il romanzo il cui protagonista Stelio Effrena, è l’incarnazione del superuomo dannunziano. In questo romanzo D’annunzio adombra la fine del suo amore con la Duse. La protagonista è la grande attrice Foscarina, declinante e consapevole dello sfiorire della propria bellezza, che si sottomette all’amante, Stelio, che trae da lei ispirazione per le sue opere teatrali. Esaurita la sua funzione di musa ispiratrice la Foscarina decide di lasciare libero Stelio di affermare la sua arte e il suo potere.

Il superuomo dannunziano mostra alcuni caratteri che risentono dell’influenza dell’ubermensch di Nietzsche ( l’oltre uomo) Due parole sul pensiero nietzschiano utili a comprendere D’Annunzio. La prima parte della filosofia di Nietzsche è fortemente influenzata dalla lettura di Shopenauer per il quale la vita è dolore, la storia è cieco caso e il progresso è un’ illusione. Solo l’arte offre all’uomo la possibilità di fronteggiare il dolore della vita. Nietzsche infatti esalta la civiltà greca presocratica come quella in grado di accettare la vita, grazie all’esistenza di due spiriti : quello dionisiaco e quello apollineo che compaiono spesso accoppiati in quell’ opera d’arte che è la tragedia. Dioniso è il simbolo della forza istintiva, della salute fisica, dell’impulso sessuale, di un uomo che vive in accordo con la forza vitale della natura; Apollo è il simbolo dell’armonia, dell’equilibrio, del senso della misura. Purtroppo però l’arrivo di Euripide e Socrate ha ucciso la tragedia greca e conseguentemente anche lo spirito dionisiaco. Ad un certo punto la filosofia di Nietzsche subisce un radicale cambiamento, egli afferma la sua sfiducia verso la metafisica e critica il Cristianesimo. Il cristianesimo infatti secondo N. ha avvelenato l’uomo spingendolo a negare la vita e l’istintualità, sottoponendosi alla dittatura della vergogna e del peccato. Egli considera la morale come un’invenzione dei più deboli per trovare la propria realizzazione in qualcosa di più alto e soggiogare i più forti. “Mi fanno pena questi preti (…) per me essi sono dei prigionieri e dei marchiati. Colui che essi chiamano redentore li caricò di ceppi. Di ceppi di falsi valori e di folli parole! Ah, se qualcuno potesse redimerli dal loro redentore!”

(Così parlò Zarathustra)

Siamo di fronte alla crisi e alla caduta di tutti i valori più profondi che avevano caratterizzato l’intera età romantica. Questa critica raggiunge il suo apice nell’annuncio della morte di Dio, evento cosmico, di cui gli uomini sono responsabili e che li libera da quelle catene soprannaturali che essi stessi avevano creato

“Dio è morto! (…) E noi lo abbiamo ucciso! (…) Non ci fu mai un’azione più grande: tutti coloro che verranno dopo di noi apparterranno, in virtù di questa azione, ad una storia più alta di quanto mai siano state tutte le storie fino ad oggi!” (La gaia scienza)

Con la morte di Dio e lo smascheramento della metafisica e dei valori che finora ci sorreggevano, quel che resta è niente: precipitiamo nell’abisso del nulla. In tutto l’accadere non c’è un senso. Cadono “le

menzogne di vari millenni” e l’uomo resta solo e sgomento. La morte di Dio è da considerarsi come uno spartiacque che separa l’uomo vecchio da quello nuovo, rappresentato dal superuomo. Il superuomo è l’uomo che va oltre l’uomo, che ama la terra e i cui valori sono la salute, la volontà forte ( volontà di potenza) l’amore sensuale, l’ebbrezza dionisiaca e un nuovo orgoglio. L’uomo nuovo non è soggiogato da nessuna morale, ma si crea egli stesso i propri valori. Probabilmente al suo arrivo sulla terra sarà considerato, dagli uomini reputati ora buoni e giusti, come un diavolo, poiché essi non comprendono il suo vero fine che è quello di spezzare le catene che ora imprigionano l’uomo....


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