Il test del disegno della famiglia PDF

Title Il test del disegno della famiglia
Author Alessia Bellatalla
Course Psicologia dell'educazione
Institution Università Cattolica del Sacro Cuore
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Il test del disegno della famiglia 1. La famiglia e le famiglie Possiamo definire la famiglia come un’organizzazione piuttosto complessa di rapporti di parentela dove vengono privilegiati i rapporti tra coniugi e con i loro figli. La famiglia ha un proprio ciclo vitale: coppia coniugale, coppia con bambini, coppia con adolescenti, uscita dei figli dalla famiglia, coppia in tarda età. Le relazioni famigliari non sono date per scontate ma sono sottoposte a una sistematica negoziazione che porta ad avere un equilibrio interno fragile. Il figlio è visto come una scelta ed ha il compito di essere funzionale alla felicità della coppia. Nel corso degli anni il numero di figli di una coppia sta diminuendo (sono più rare le famiglie con 2 o 3 figli) e questo porta le relazioni interne alla famiglia ad essere più coinvolgenti quindi più soffocanti. Molto spesso i figli sono lasciati ai nonni o alle babysitter quindi ii momenti di condivisione tra genitore e figlio sono in calo. Più che di famiglia c’è da parlare di FAMIGLIE: sono molteplici i modelli di vita famigliare presenti nella società, che non sempre comportano riflessi positivi per la crescita del figlio. A. Famiglie mononucleari a una carriera: genitori con 2 o più figli, il padre lavora fuori casa e la madre fa la casalinga B. Famiglie mononucleari a doppia carriera: marito e moglie lavorano fuori casa, i figli sono affidati a baby-sitter, asili nidi, alle scuole materne ecc. C. famiglie con un solo figlio: il bambino viene investito sul piano emotivo dai genitori, mancanza del confronto (perché non ci sono fratelli) D. Famiglie di genitori separati in casa: tensione emotiva che si scarica sui figli E. Famiglie monoparentali: genitore rischia di vivere il figlio/a come partner sostitutivo F. Famiglie ricostituite: formate dopo il fallimento di un precedente matrimonio, c’è cogenitorialità, i nuclei precedenti si riferiscono a una sovrafamiglia più immaginaria che reale G. Famiglie adottive: con bambini adottati (italiani o stranieri) H. Famiglie miste: coppie interetniche dove si deve decidere quale cultura trasmettere ai figli I. Famiglie di fatto: genitori non sposati ma conviventi, maggiore rischio di instabilità emotiva J. Famiglie formate per fecondazione etereologa: rischio di rivendicazione sulla propietà del figlio K. Famiglie omogenitoriali: genitori dello stesso sesso L. Famiglie unipersonali: persone che vivono da sole, in gran parte anziane ma anche giovani per evitare qualsiasi profondo coinvolgimento affettivo. 2. La famiglia come fattore di crescita o come ostacolo LA famiglia oltre che ad essere fonte di normalità è anche all’origine di forme di patologie psichiche: psicosi, perversioni, nevrosi ecc. L’immagine della famiglia intesa come riserva di umanità ed amore e di cultura rischia di essere una forzatura. L’amore famigliare è il risultato di una faticosa elaborazione delle originarie pulsioni di vita e di morte. Famiglia-> esperienza emotiva interiore complessa, dove ogni componente del gruppo risulta essere il crocevia di pulsioni di vita o di morte, d’introiezioni e di proiezioni, di scissioni e d’integrazioni, di chiusure narcisistiche e di spinte altruistiche, d’invidie e di 1

gratitudini, di rivalità e di riconoscimenti reciproci, di atti distruttivi e di movimenti riparatori, di sensi di colpa e di espiazione, d’idealizzazioni e di crudi realismi. 3. La famiglia come sistema relazionale interiorizzato Psicoanalisi fu la prima scoprire e indicare in maniera rivoluzionaria che non si può concepire l’Individua senza l'esistenza degli altri E che tutto quello che accade all'individuo ha un senso per lui medesimo e per il suo gruppo familiare. Soprattutto con la sottolineatura dell'importanza della figura paterna E della figura materna, che la psicoanalisi ha aperto orizzonti priva impensati ed impensabili sul ruolo che la famiglia riveste nello sviluppo e nella strutturazione della personalità dell’individuo. I rapporti primari con le figure parentali sono significativi per il turno dell’uomo. Quando si parla in famiglia ci si deve riferire a quella che progressivamente è stata interiorizzata e cioè all'immagine che di essa ogni individuo originariamente si è costruito dentro di sé e che tende a rimanere immutabile pur con il variare delle circostanze della vita. Le relazioni che il bambino sperimenta mi primi anni di vita sono dominate dalla fantasia inconscia E attraverso un costante processo di proiezione e in proiezione dando origine agli oggetti interni che sono alla base del modo con cui vengono rappresentate le persone le relazioni E gli avvenimenti dell’esistenza. Le relazioni intrapsichiche inconsce quindi influenzano le relazioni interpersonali consce. L’individuo ha un mondo interno che È il risultato di un sistema di interazioni altamente emotive vissute precocemente con la madre, il padre, i fratelli E Le sorelle, sotto il dominio della fantasia inconscia e progressivamente interiorizzate. Al di sotto della famiglia istituzione sociale, Fondata sulla nazionalità e sul diritto, si cela il volto di un altra famiglia, la famiglia fantasmatica, Dominata simultaneamente da spinte libidiche e aggressive. In quest'ultima hanno particolare rilievo: l’Edipo originario il complesso di Edipo il complesso di Lato e di Giocasta e il complesso fraterno. 4. L’Edipo originario. Il bambino avverte l'operato della funzione paterna già nella sua relazione primaria con la madre. Il ritmo e il tempo che separano le poppate che introducono le pause appartengono infatti all'area della funzione paterna. Come sono paterni gli spazi che la madre crea nel suo essere presente e assente e che avvia il processo di separazione della madre dal bambino e del bambino dalla madre. La funzione materna getta quindi la sua ombra sulla funzione paterna, la madre è in grado di essere anticipatrice della funzione paterna solo così può godere di una presenza positiva, sia fisica che affettiva, del proprio partner. Ancor prima che sopraggiunga la classica fase edipica, la diade Madre-bambino È profondamente influenzata dalla figura paterna percepita come oggetto presente in modo collaborativo E premuroso nei confronti della madre, O come oggetto fisicamente, O psicologicamente assente, oppure come oggetto sadico e distruttivo. 5. Il complesso di Edipo Edipo è colui che non sa. Ma è anche colui che vuole sapere e che vive il dramma della scoperta della verità, una verità che lo travolge. Il complesso edipico è un indispensabile organizzatore della vita psichica dell'individuo, conferisce ordine E definizione alla caotica E magmatica bisessualità che domina i primi anni di vita. Il complesso di Edipo È collocato tra i tre e i cinque anni. In concreto, il complesso di Edipo consiste nella scoperta del padre come oggetto d'amore della madre E del conseguente desiderio di possedere in modo esclusivo la madre e di sbarazzarsi del padre rivale. Conseguentemente emergono 2

insopportabili sensi di colpa nei confronti del genitore rivale, Da cui il bambino/ bambina teme, per Legge del taglione, di essere punito. Per Uscire da questo il bambino Deve accettare di riconoscere l'esistenza della coppia E di identificarsi con il genitore del proprio sesso che, non è solo odiato ma anche ammirato E amato. Con il superamento del complesso edipico si installa il tabù dell'incesto E il super-io. 5.1 Il complesso di Edipo nel bambino Il bambino vive forti sentimenti di gelosia e di rivalità nei confronti del padre, accompagnati dal desiderio di eliminarlo O addirittura di ucciderlo. In questo periodo il sonno del bambino È agitato o abitato da terrificanti incubi Dove sono presenti il desiderio di uccidere E la paura di essere uccisi. Freud la chiama l'angoscia di castrazione. Il bambino decide allora di rinunciare ai suoi desideri erotizzati di possedere la madre, letterale che sceglie come modello da imitare E con cui identificarsi per diventare, con la crescita, Grande e potente come lui. Il bambino, in seguito, non cambierà il suo originario oggetto d’amore. 5.2 il complesso di Edipo nella bambina La bambina a differenza del bambino non teme la castrazione, la bambina assume il padre come oggetto solo attraverso uno sviluppo molto più difficile rispetto a quello del maschio perché si trova in difficoltà nel distacco dalla madre, la bambina entra in un territorio che sta fuori dal suo controllo. La bambina vede la madre Come colei che pone limiti E divieti al suo narcisismo. Una volta capito che È impossibile avere il padre tutto per se, la bambina rinuncia e accetta la coppia, ritorna a scegliere la madre come modello di identificazione. Nella la bambina si parla di complesso di castrazione perché ché la bambina prova collera nei confronti della madre per non averla generata maschio, oppure prova una delusione perché anche la madre È priva di pene. 5.3 Il complesso edipico positivo e negativo Il complesso di Edipo di solito è Esposto nella sua forma positiva E cioè come desiderio della morte del rivale, È rappresentato dal genitore del proprio sesso, E come tentativo di possedere sessualmente il genitore del sesso opposto. Esiste anche una parte negativa, E cioè il desiderio di unirsi sessualmente con il genitore dello stesso sesso E come odio geloso per il genitore del sesso opposto. Quindi la forma del complesso di Edipo possiamo dire che è mista. 5.4 Il superamento del complesso di Edipo Un'elaborazione sana E armonica del complesso di Edipo permette un sano sviluppo della personalità, dal momento che comporta: il riconoscimento della coppia genitoriale, il rafforzamento del processo di identificazione psicosessuale, la scoperta del nuovo ecc. Il riconoscimento del terzo E della coppia genitoriale pone le premesse per un vivere sociale e armonico. La presenza del terzo, inoltre, inserisce nel desiderio uno spostamento da una felicità legata al passato A una felicità aiutata nel futuro. Il padre mostra al bambino ingresso in un mondo più ampio. 5.6 Il non superamento del complesso di Edipo Il superamento del complesso di Edipo È reso assai problematico dalla crisi E dall'assenza della figura paterna. La situazione È notevolmente peggiorata perché è scomparso il ruolo del padre come rappresentante principio di realtà: il figlio rimane legato alla figura materna che lo assorbe impedendo ogni possibile evoluzione, da qui possono nascere personalità narcisistiche. Sempre meno il figlio vive il padre nel suo duplice ruolo di colui che impone limiti, tradizioni, doveri e, se necessario, punizioni, ma che allo stesso tempo fornisce sicurezza, protezione, conferme, valori, modelli di comportamento ed educa al senso della responsabilità. Sullo sviluppo della personalità del bambino domina una figura materna 3

ingombrante ed estremamente ambivalente, dal momento che, per un verso, li garantisce E il protegge, fornendo loro un sostegno gratuito e incondizionato, per un altro li limita nell'accesso alla separazione E quindi all'individualità E all’autonomia. 6. Il complesso di Laio E giocasta Il complesso di Laio-> relazione conflittuale che il padre o la madre instaura con il figlio che cresce. Non c'è solo l'ambivalenza emotiva del figlio/a nei confronti del padre/ Madre ma anche quella del padre/madre nei confronti del figlio-> il problema del figlicidio È l'espressione dell'ambivalenza che genitori vivano verso i figli. Se il passato infantile È stato vissuto in modo conflittuale È inevitabile che i genitori vivono nei confronti del figlio I loro problemi non risolti. I figli vengono criticati, bloccati, inibiti nella loro spontaneità pulsionale, dal momento che evocano con il loro comportamento quanti non risolte dei genitori. 7. Dall'eclissi della funzione paterna alla famiglia maternalizzata Ricordiamo che il compito del padre È di separare il bambino dalla madre, favorendo così, attraverso l'esperienza della triangolarità e della legge, sia la nascita sia lo sviluppo armonico della sua individualità sia l'autonomia che l'apertura alla vita sociale-> se la funzione è assente il padre reale E il ruolo paterno decadono ad autocaricature. 7.1 Crisi della funzione paterna Con il passare del tempo si è capito che ci si trova davanti a un declino sociale della figura paterna E ciò a causa della decomposizione della famiglia. La vita di famiglia si è quindi trovata a subire un forte squilibrio relazionale. La famiglia È andata verso un processo di democratizzazione, quindi con maggiore libertà decisionale dei componenti: questo tipo di società ha portato alla svalutazione della figura del padre. Il Padre infatti sta cessando di essere maestro di vita, modello di comportamento, garante della sicurezza E rappresentante autorevole di valori: questo può essere sempre presente ma psicologicamente assente quindi rinunciatario del confronto-scontro con il figlio che cresce (Oggi sono i padri che cercano di essere come i figli). Con il mancato impatto dell’Edipo si impedisce al figlio di sperimentare la funzione paterna come rappresentante della legge, del limite, al punto da ritenere la dimensione del sacrificio come assolutamente inutile e come del tutto insensata la rinuncia al soddisfacimento pulsionale. L'Edificio dell'Edipo sembra piuttosto fragile perché ormai il figlio rimane legato alla figura materna che, se da una parte lo gratifica, dall'altro lo assorbe, impedendogli l’evoluzione. Questo porta il radicarsi di personalità fantasmatiche tormentate sia da un bisogno di riconoscimento di sè, sia da un forte timore di essere annullati dalla presenza dell’altro. 7.2 Verso una famiglia maternalizzata Il venir meno delle condizioni per l'accesso all’Edipo ha comportato una progressiva maternalizzazione dell'intero nucleo familiare determinando: -il persistere di esperienze relazionali di appoggio -lo svilupparsi di soggettività fragili ed evanescenti -il legame con le figure parentali fa sentire il figlio inadeguato, inferiore ecc. -il non accesso ha una propria individualità -difficoltà di riconoscimento della legalità Uomini e donne sono disponibili a fare le mamme ma nessuno fa più il padre: ci troviamo di fronte a famiglie incapaci di declinare congiuntamente i valori materni di accudimento e 4

di sostegno e i Valori paterni d’indipendenza e di responsabilità-> prevale incontrastato il registro materno. La madre esalta come unico valore il soddisfacimento del qui ed ora-> ma la libertà di fare tutto ciò che al momento piace impedisce l'accesso alla libertà di poter guardare oltre, di poter impostare il futuro, di avere delle mete, in altre parole, favorisce atteggiamenti regressivi, passivi, rinunciatari. 8. Il complesso fraterno Il complesso fraterno È un insieme di sentimenti amorosi e ostili, Dove ci si trova E allo stesso tempo ci si perde. L'esperienza con il fratello costituiscono una base preziosa per la strutturazione, rafforzamento E maturazione della personalità. Il complesso fraterno assomiglia al complesso di Edipo perchè il bambino Deve rinunciare ai desideri incestuosi nei confronti dei F.lli E delle sorelle, li deve superare e sublimare la rabbia scatenata dalla necessità di dover condividere l’affetto dei genitori, sopratutto della madre, con uno o più concorrenti. La relazione fraterna deriva dalla relazione con genitori: in particolare la presenza di rivalità fraterna deriva dall'invidia primaria non adeguatamente elaborata. Di solito, il fratello minore tenta di conquistare il suo territorio, mentre il fratello maggiore, assume il ruolo come unico erede E lo porta a temere di essere messo da parte. Nel complesso fraterno si individuano Quattro funzioni: 1. Funzione sostitutiva 2. Funzione difensiva 3. Funzione elaborativa 4. Funzione strutturante La presenza in famiglia do F.lli/ sorelle permette una più armonica autonomia dei genitori, facilita lo scarico mediante lo spostamento dell’aggressività destinata ai genitori con sensi di colpa meno intensi. Il figlio unico può provare una rivalità anche indirettamente. 9. Il romanzo familiare Il romanzo familiare indica un complesso di fantasie diurne e coscienti con cui il bambino nella fase edipica modifica i suoi legami con i genitori creando nella propria immaginazione una nuova famiglia. Questo serve per proteggere il bambino dalle tensioni edipiche e dalle inevitabili disillusioni vissute nei confronti della coppia genitoriale-> funzione difensiva nei confronti della realtà percepita come frustante. Favorisce un fattore positivo per la crescita, poiché favorisce un uso costruttivo di un’illusione, lenisce la tensione del rapporto tra la realtà interna ed esterna-> se non avviene è possibile che in età adulta il soggetto si rifugi in comportamenti mitomani e deliri paranoici, in cui è centrale il problema della proprie origini e del proprio albero genealogico. 10. Aggressiva nella famiglia In ogni famiglia, in modo più o meno evidente, esiste una dose di aggressività perché in famiglia oltre alle pulsioni di vita, agisce anche la pulsione di morte e che quindi dinamismi inconsci, più o meno evidenti, di ostilità, di aggressione, di rivalità e di distruttività sono pressoché inevitabili nelle reciproche relazioni. 11. Il razzismo famigliare Le radici del razzismo familiare si collocano nel MITO a cui i membri sono legati-> risultato dell’incontro-scontro dei precedenti miti familiari di ciascuno dei due partner che formano la coppia genitoriale. Sono i figli ad essere scelti per rendere la mitologia della famiglia d’origine, E quindi la razza dell'uno E dell'altro coniuge. Man mano che figlio cresce, le 5

somiglianze non vengono più ricercate solo nei tratti somatici ma anche nel carattere. Vivono un conflitto tra il bisogno di affermare l’immagine di sé E l'Immagine voluta dai genitori-> È un crocevia dello scontro della coppia genitoriale, dal momento che si esige da lui la rappresentazione contemporanea di entrambi i miti. 12. Il mito familiare Il mito rappresenta il tentativo di risoluzione dei conflitti intrapsichici-> rappresentazione inconscia di istanze, sia personali che collettive. E’ un ,meccanismo di protezione in parte conscio in parte insoncio. Il mito famigliare tende a imporre ai vari membri, nelle loro transazioni reciproche, ruoli e attributi che, benché falsi e illusori, sono accettati da ciascuno come cosa sacra. Serve per filtrare e interpretare la realtà in modo tale che le modalità interne del gruppo non vengano messe in discussione. E’ condiviso da tutti i membri della famiglia anche se questi avvertono che in gran parte è falsa. Spiegando il comportamento dei vari membri della famiglia, permette di nascondervi i motivi. 1. Il mito della felicità-> Mira al mantenimento dello status quo attraverso il non far nulla 2. Il mito dell’infelicità e del catastrofismo-> promuove un’azione di cambiamento che qualcuno faccia qualcosa per uscire dalla sofferenza (bandite le manifestazioni di gioie e avvenimenti familiari drammatizzati. 3. Il mito dell’armonia-> quadro familiare roseo e pieno di armonia, tutti i componenti fanno credere agli altri e a se stessi di essere la famiglia più felice al mondo 4. Il mito di accusa e di riparazione-> una o più persone, vive o morte, interne o esterne alla famiglia sono rese responsabili dei guai della famiglia. 5. Il mito della salvezza e della redenzione-> tutti si sentono vittime del fato o dell’ingiustizia e le difficoltà possono essere cancellate dall’intervento di una persona potente o onnipotente. 6. Il mito dell’unità-> fantasia che tutte le persone estranee siano dei potenziali nemici che minacciano la coesione del nucleo familiare. 7. Il mito della trasparenza-> non ci devono essere barriere in famiglia 8. Il mito dell’incomunicabilità-> impossibilità di comunicare tra i membri della famiglia. 13. Tipi di famiglia: normalità o patologie Esistono due modi di vedere questi due tipi di famiglia-> angolatura evolutiva o funzionale. Angolatura evolutiva: 5 tipi di famiglia: 1. Famiglia sana o in crescita espansiva 2. La famiglia accidentale o non intenzionale 3. Famiglia abortiva o temporale 4. Famiglia di passaggio 5. Famiglia di convivenza Angolatura Funzionale: 8 tipi di famiglia 1. Famiglia sana 2. Famiglia immatura-> relazioni immature 3. Famiglia competitiva-> genitori influenzati da gelosia e invida 4. Famiglia a complementarità nevrotica-> i bisogni nevrotici di un partner sono complementari a quelli dell’altro 5. Famiglia acting-out complementare-> i membri condividono un modello inconscio (acting-out) di fronte a situazioni conflit...


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