introduzione alla pedagogia sociale- maura striano PDF

Title introduzione alla pedagogia sociale- maura striano
Author Paola Ingrassia
Course Pedagogia sociale
Institution Università degli Studi di Palermo
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riassunto del libro di pedagogia sociale ...


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Introduzione alla pedagogia sociale- Striano Pedagogia Università della Calabria 12 pag.

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Introduzione alla Pedagogia Sociale [M.Striano]

Modulo 1 - La pedagogia sociale: coordinate epistemologiche 1.1 La Pedagogia come scienza A partire dal 21 secolo si assiste ad una prima legittimazione della pedagogia come scienza autonoma,formata da leggi,regole e norme del conoscere e dell’agire educativo. Da qui nasce il progetto di creare una scienza unitaria dell’educazione ,in stretto rapporto con le scienze psicologiche,antropologiche e sociali. Dewey sottolinea che non si tratta di un modello precostituito ma di una scienza ancora da costruire che attinge ipotesi dalle scienze ausiliari dell’educazione (psicologia,sociologia ecc) è quindi dotata di un nucleo significante ed è poi costituita da molteplici valenze. Per questo è impossibile darle una propria unità come disciplina scientifica ma viene ritenuta scienza perché ha come valore lo spirito scientifico della ricerca. In tale prospettiva l’educazione viene ad essere considerata come un insieme di eventi storicamente dati,determinati da cause necessarie,dovute a fattori fisici,biologici e materiali. Ciò ha portato a un aumento delle interpretazioni che la riguardano. Sul versante Marxista e Laico si evidenziano scopi psico-sociali e politici della pedagogia che deve andare oltre la ricerca di una coerenza metodologi ca e indurre il sapere pedagogico a riaccendere un contatto autentico con la realtà. Sul versante cattolico invece alcuni autori tendono a ricomporre l’unità della pedagogia ,sottolineando la necessità di conservare una gerarchia delle prospettive pedagogiche. Tra la fine degli anni 60 e l’inizio degli anni 70 si assiste ad un processo di complessificazione,articolazione e differenziazione del sapere pedagogico ,con la conseguente necessita,negli anni 80 di tentare di arrivare a composizioni meno frammentate e a un lessico unitario. I tentativi di definizione dell’identità pedagogica nel contesto delle scienze dell’educazione appaiono piuttosto problematici. Le scienze dell’educazione si configurano come scienze applicate che si definiscono mediante i loro obiettivi e attraverso le loro tecniche e mezzi d’azione, si tratta quindi di un insieme di discipline che indagano da un lato sui molteplici aspetti fisici,biologici ecc. dell’individuo e dall’altro lato sulle condizioni ambientali che interessano l’educazione come scuola ecc. d’altra parte esiste l’esigenza di recuperare la filosofia dell’educazione o comunque un livello teoretico della riflessione sull’educazione. La filosofia è vista come un campo di definizione dei fini dell’educare nel quadro del discorso pedagogico. La questione fondamentale è il rapporto tra dimensione scientifica e dimensione filosofica ,e porre l’accento su quest’ultima significa negare la visione unilaterale della pedagogia e classificarla come scienza critica che consente di teorizzare e che vede la filosofia come un soggetto interagente e non ridotta solamente ad essa. All’inizio degli anni 90 si è avuto un intensificarsi del dibattito. Sia sul versante laico,che sul versante cattolico,seppur con implicazioni diverse, si sviluppa una prospettiva di indagine che individua l’educazione come oggetto peculiare della pedagogia,intesa come azione e prassi. Il paradigma condiviso è che la teoria sia implicata nella prassi e viceversa seppure attraverso legami diversi. La teoria si 1

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sviluppa e si costruisce sulla base dello studio dei problemi derivanti dalla prassi e a sua volta la prassi è arricchita dagli strumenti e dall’orientamento teorico. Non esiste quindi una prevalenza della prassi sulla teoria o della teoria sulla prassi ma entrambi sono elementi essenziali di un unico sistema di conoscenza. Quindi la pedagogia si pone come scienza dell’azione e per l’azione che conosce e comprende,riflette e fornisce una guida per l’azione.

1.2 Pedagogia generale e pedagogia sociale Sulla base di quanto detto precedentemente, si può arrivare a definire la pedagogia utilizzando contributi di vari autori. Laporta descrive la pedagogia come scienza empirica dell’educazione,formata da ricerca teoretica sull’educazione e da una famiglia di saperi intorno ad essa. È una scienza critica,consapevole della complessità del proprio oggetto di indagine e dell’impossibilità di fornire per esso spiegazioni esaustive. (Cambi,Frauenfelder). Per questo,data la complessità dei suoi oggetti,accanto alla pedagogia generale poniamo la pedagogia sociale,sperimentale,interculturale,speciale,della devianza e marginalità ecc… sono tutti saperi dell’educazione che compongono la famiglia. La pedagogia generale si configura quindi come un ambito di riflessione generale intorno all’educazione che riguarda una pluralità di dimensioni. Alcuni autori hanno posto alla base della p.generale il paradigma di legittimazione del sapere,ovvero il macroparadigma della complessità,nato dall’impossibilità di produrre procedure semplici. Quindi anche la pedagogia si è collocata sotto il segno della complessità e ciò le ha consentito di assumere un ruolo attivo a livello socio-politico . infatti la pedagogia ,come sostiene Cambi, è un sapere collocato tra bisogni sociali (ideologia) rigore scientifico (scienza) e normatività (utopia). Per questa sua caratteristica utopica possiamo affermare che l’obiettivo euristico della pedagogia è la chiarificazione critica dei processi di formazione umana e delle esperienze educative. Ed è in funzione di questo obiettivo che di volta in volta,si mettono a fuoco diversi aspetti della realtà educativa creando intrecci con altre discipline. Pedagogia generale e pedagogia sociale di solito vengono collocate nello stesso settore,dato che i due campi di ricerca hanno una matrice comune,ma si può delineare una possibile doppia focalizzazione tra le due: la pedagogia generale si caratterizza per un attenzione a temi generali ,mentre la pedagogia sociale pone l’attenzione per l’azione educativa in quanto fa parte di specifici contesti socio-politici culturali , e mette a fuoco in modo specifico, i bisogni di formazione degli adulti. Indubbiamente si configurano come saperi congiunti e complementari che rinviano costantemente l’uno all’altro. Per meglio definire lo specifico campo d’azione della Pedagogia sociale possiamo utilizzare la definizione di Laporta: la pedagogia sociale è uno studio scientificotecnico delle nuove forme assunte dall’educazione a causa della crescente complessità delle comunità umane. Essa è quindi un’applicazione della pedagogia generale. 2

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1.3 Che cos’è la Pedagogia sociale Si inizia a parlare di pedagogia sociale in Germania verso metà 800 da Mager. In questi anni inizia a prendere corpo la concezione dell’educazione come processo strettamente legato allo sviluppo sociale non solo individuale,ma comunitario. In questa prospettiva lo scopo diviene la creazione di una comunità . la vera identità della pedagogia sociale però nasce più tardi con Natorp che la intende come sapere specificamente pedagogico in stretto rapporto con la filosofia che costituisce la matrice teoretica. Tra fine 800 e inizio 900 con l’affermarsi del paradigma positivista si pone il problema della struttura epistemologica delle scienze sociali,in questo contesto Durkeim assegna alla sociologia un valore fondazionale per il sapere pedagogico che dipende da essa più che dalla filosofia. Infatti in questi anni Straticò definisce la pedagogia una scienza sociale. Nel corso del 20 secolo invece con i vari cambiamenti dovuti a fatti storici, si definiscono nuovi compiti per la pedagogia,che si propone come scienza impegnata nell’analisi del sociale e delle emergenze educative che la riguardano. tra i grandi cambiamenti politici e sociali che hanno contribuito a rafforzare l’impegno sociale e pedagogico, la nascita dell’unione delle repubbliche sovietiche ha offerto molte idee progetti. Nella nuova Russia infatti nascono nuovi modelli educativi orientati alla formazione di un uomo socialmente utile nel proprio agire,operare e riflettere. Questa è la pedagogia marxista che si configura come forma peculiare della pedagogia sociale che pone importanza a dimensioni del vivere fino a quel momento poco considerate,come per il lavoro che acquisisce una funzione educativa e formativa, oppure alla dimensione della devianza e della marginalità che portano alla nascita di modelli ri-educativi. È importante riguardo a ciò citare la colonia Gorki * e l’esperienza educativa realizzata da Makarenko che ha dato vita ad una nuova riflessione pedagogica: la pedagogia si configura come sapere teorico-prassico che nasce da una problematizzazione di esperienze eventi e ipotesi educative e il suo compito è quello di garantire spazi di riflessività verso prospettive sociali più ampie.

* Nel Poema pedagogico Anton Siemionovic Makarenko (1888-1939) racconta la sua esperienza di educatore chiamato a dirigere, a partire dal 1920, una colonia di lavoro destinata alla rieducazione di giovani abbandonati e disadattati. Davanti ai drammatici problemi che si trova ad affrontare, matura in lui la convinzione di non potersi affidare a nessuna teoria pedagogica, ma di dover ricavare indicazioni dall’analisi dei fenomeni reali che si svolgevano sotto i suoi occhi. Egli ritiene inoltre che l’educazione nella società socialista non poteva richiamarsi alla “natura” e agli interessi del soggetto da educare, ma doveva tener conto delle necessità politiche e sociali poste dalla costruzione del socialismo in Unione Sovietica. Sulla base di queste premesse egli individua nel “collettivo” lo strumento principale dell’educazione; all’interno di esso deve infatti svolgersi la vita, il lavoro e tutta la formazione dell’individuo che deve imparare – anche attraverso l’imposizione di una dura disciplina – a subordinare i propri individuali interessi alle superiori esigenze sociali. Se

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questa integrazione dell’individuo nel “collettivo” non riesce, non rimane altro che l’espulsione: è questo il caso che viene riportato in queste pagine.

Negli anni postbellici qualcosa inzia a cambiare a causa della profonda crisi culturale,ideologica,politica e sociale portano a sperare in un rinnovamento. Tutto ciò comporta la nascita di bisogni sociali che diventano bisogni specifici formativi e che quindi investono il campo formativo ed educativo anche degli adulti ponendo in una 4

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posizione sempre più impegnata del sapere pedagogico. In Italia nel 2° dopoguerra grazie alla neonata repubblica, ha portato a nuove necessità in campo educativo: interventi mirati all’alfabetizzazione, al rispetto dell’obbligo scolastico,e allo sviluppo delle comunità locali. In questo contesto assume notevole importanza, il pensiero pedagogico di Dewey e le varie idee di altri autori, ricordiamo poi la Scuola di Firenze,la scuola –città di Pestalozzi. Caratteristica di questi anni è che il soggetto dell’educazione diviene anche la popolazione adulta,esprimendo bisogni di crescita culturale e di emancipazione. Esemplari sono le esperienze di Don Milani a Barbiana con adolescenti e giovani adulti rifiutati dai contesti formativi ufficiali. È chiaro che tutto il campo dell’educazione si allarga e si complessi fica, venendo ad includere una molteplicità di soggetti e figure. La scuola assume una connotazione nuova in quanto le spetta l’importantissimo compito di selezionare e filtrare gli apporti sociali per renderli adeguati alla formazione delle nuove generazioni. Questa nuova connotazione diviene argomento della questione che riguarda numerosi autori, tra cui: Agazzi- La pedagogia sociale ha il compito di mettere a fuoco la dimensione sociale dei processi formativi,individuali e collettivi e realizzare uno studio sistematico della comunità e dei gruppi sociali che esercitano una funzione formativa. Laporta- sottolinea il rapporto tra educazione e politica evidenziando come la politica assorbe tutto ciò che si chiama educazione. (altre definizioni Libro pag 47)

Verso la fine degli anni 90 vi è una riconfigurazione dei settori disciplinari ,si definiscono i nuovoi corsi di laurea ed è in questo contesto che vengono a crearsi delle ipotesi per la definizione di un identità epistemologica della pedagogia sociale. Nascono nuovi testi e manuali orientati a delineare le istituzioni del sapere pedagogico. Izzo,uno degli autori,vede la pedagogia sociale come scienza distinta dalla pedagogia generale poiché rileva e approfondisce delle tematiche che riguardano la realtà sociale. Essa si articola e si sviluppa secondo 4 stadi. -come riflessione dell’educazione in genere -come scienza che mira ad educare nella società,mediante la società e per la società -come pedagogia per i casi di necessità Da qui è nata l’esigenza di chiarire l’identità epistemologica della pedagogia sociale dando vita a molte prospettive e interpretazioni. Viccaro- identifica la pedagogia sociale come scienza di sviluppo che si definisce in rapporto ai diversi orientamenti culturali e ai diversi contesti storici. Izzo- si costituisce come nesso tra assetto sociale e teoria educativa ponendosi a metà strada tra pedagogia generale e scienze sociali. 5

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Sarracino- assume una fisionomia di scienza politica in quanto conosce e opera nel presente ma si dà l’obiettivo ermeneutico e critico di prefigurare gli scenari di un futuro vicino. (altre definizioni Libro pag 54)

1-4 Esiste uno statuto epistemologico per la pedagogia sociale? La pedagogia sociale in quanto sapere pedagogico,si riconosce nello statuto epistemologico connotativo della pedagogia generale ma si caratterizza anche per alcune specificità che contribuiscono a delineare per essa una particolare fisionomia scientifica. Si pone come scienza che opera su oggetti complessi e per questo motivo deve assumere come proprio paradigma quello della complessità. La pedagogia sociale assume un proprio oggetto che in realtà è a double face in quanto comprende -fenomeni sociali che hanno un forte vigore educativo tanto da promuovere processi formativi alternativi e –interventi nel campo della formazione istituzionalizzata che incidono sulla vita di gruppi o classi sociali. In quanto il suo campo d’azione è estremamente ampio e variegato la pedagogia sociale, nei processi esplorativi fa uso di diversi registri linguistici, di diversi codici semantici. Inoltre si muove intrecciando diverse prospettive di indagine e quindi fa uso di una molteplicità di azioni metodologiche che variano in relazione ai contesti da esplorare,agli obiettivi da raggiungere. Si configura infine come sapere aperto capace di assumere una molteplicità di punti di vista.

1.5 Oggetti,prospettive di indagine e metodi della pedagogia sociale La pedagogia sociale assume come proprio oggetto di indagine la complessa fenomenologia educativa che si sviluppa all’interno della società mettendo a fuoco le correlazioni esistenti tra bisogni sociali e bisogni formativi ed educativi. Per fare ciò deve indagare i sistemi formativi in relazione alla società e ai suoi mutamenti facendo riferimento a teorie e modelli delle scienze sociali e politiche , muovendosi su un piano Intrasistemico analizzando rapporti tra ambiti e livelli della formazione . la pedagogia sociale deve quindi coniugare piu tipi di prospettive di indagine e utilizzare diversi tipi di ricerca,come quella quantitativa per lo studio di macroeventi e di quella qualitativa per lo studio di microeventi. L’approccio euristico della pedagogia sociale integra diverse prospettive: una empirico-analitica che le consente di identificare variabili raccogliere dati e 6

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analizzare, una ermeneutico-fenomenologica che aiuta a riconoscere i contesti educativi e le varie prospettive,una critico-dialettica che permette di individuare condizionamenti nelle pratiche educative. Gli oggetti di ricerca della pedagogia sociale si ritrovano in alcuni grossi nuclei tematici che la caratterizzano e le danno un proprio connotato conoscitivo quali le implicazioni socio-politiche , l’educazione degli adulti, le emergenze socio educative come devianza marginalità handicap, l’incntro tra culture e diversità,l’educazione permanente nella prospettiva del lifelong learning e la costruzione di un sistema formativo integrato. I metodi utilizzati sono descrittivi volti a cogliere le caratteristiche piu evidenti della realtà,interpretativi volti a cogliere il senso che certi fenomeni sociali hanno ,costruttivi volti ad individuare e a sperimentare possibili linee di intervento operativo per migliorare le condizioni sociali, e all’interno di questi ultimi un particolare rilievo assumono la ricerca azione RA e la ricerca azione partecipativa RAP. La Ra è un insieme di attività funzionali alla progettazione e allo sviluppo dei sistemi formativi. Questi metodi si pongono non solo come alternativa ai tradizionali approcci di impianto positivistico ma si offrono come ulteriori letture epistemologiche di essi implicando e tenendo sempre al centro il paradigma della complessità. Come tutti i metodi hanno limiti strutturali che tuttavia possono essere contenuti favorendo una conoscenza e uan consapevolezza dell’oggetto della ricerca difficile da ottenere invece con metodi quantitativi.

Modulo II – Bisogni sociali e bisogni di formazione: linee di ricerca in pedagogia sociale

2.1 Ricerca pedagogica ed azione sociale Ogni sapere scientifico si inscrive in un contesto socio-culturale caratterizzato da credenze, ideologie, rappresentazioni sociali, valori ecc. La sua validità è data dal fatto che il sapere risponde ai bisogni e agli interessi conoscitivi che caratterizzano un contesto sociale. Proprio questi interessi conoscitivi, secondo Habermas, sono di diverse tipologie e hanno profonde radici antropologiche e hanno il ruolo di orientare i processi di costruzione della conoscenza e del sapere. Il ruolo primario della conoscenza è quello di auto conservare l’uomo e man mano è stata utilizzata per 7

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rispondere a bisogni antropologici più complessi. Secondo Habermas il Conoscere umano si articola in 3 categorie: Informazioni, Interpretazioni, Analiasi È possibile quindi: -costruire una conoscenza sottoforma di dati che forniscono le informazioni reali -costruire una conoscenza sottoforma di processi ermeneutici che ci consentono di cogliere il significato dei dati, di dargli un interpretazione -costruire una conoscenza sottoforma di procedure di analisi che permettono di definire i diversi campi d’azione L’analisi di Habermas è utile ad illustrare i ruoli e le funzioni che la pedagogia sociale esercita in quanto scienza,mettendo a fuoco i bisogni conoscitivi e individuando le forme di razionalità che utilizza. Razionalità che è insieme riflessiva e meta-riflessiva che le permette di valutare criticamente, di compiere revisioni, mettendo a fuoco i dati in maniera critico-analitica.

Possiamo dire che la pedagogia è quindi finalizzata ad indagare ,nell’ambito della fenomenologia educativa, le varie azioni sociali mettendone a fuoco le diverse dimensioni. Le azioni sociali possono essere analizzate sulla base dei suoi elementi che sono: un soggetto agente, uno scopo che dirige l’azione, una situazione che include gli strumenti da utlizzare e un orientamento normativo, che definisce mezzi e fini. Ne deriva che la stessa educazione è una serie di azioni sociali che si costituiscono in base a obiettivi,norme ecc.

In questa prospettiva la pedagogia deve utilizzare delle modalità profondamente calate nei contesti in cui s...


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