Introduzione alle Entrate pubbliche PDF

Title Introduzione alle Entrate pubbliche
Course Diritto pubblico
Institution Università di Pisa
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Appunti e riassunti delle lezioni riguardanti i temi fondamentali dell'argomento in questione, sufficienti per una prima preparazione all'argomento....


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Le entrate pubbliche Le entrate pubbliche sono l’insieme delle risorse cha affluiscono agli enti pubblici per far fronte al fabbisogno finanziario della loro gestione. Le entrate pubbliche possono dunque essere classificate in prelevamento di imposte, ricorso al debito pubblico e emissione di moneta (che spetta alla BCE e non allo Stato). Il sistema impositivo regola la distribuzione del reddito nazionale tra i cittadini: si può far riferimento alla politica di bilancio della stabilizzazione del reddito, di ispirazione keynesiana, basata sull’attenuarsi delle onde del ciclo economico. Nel bilancio dello Stato vengono prima previste le entrate e poi decise le spese, mentre nella manovra economica vengono definite prima le spese. Dal punto di vista giuridico le entrate precedono le spese, mentre dal punto di vista macroeconomico le entrate sono una variabile dipendente. Le entrate pubbliche si dividono in: ● entrate ordinarie e straordinarie: in base alla loro ripetibilità nel tempo ● entrate originarie e derivate: le entrate originarie derivano interamente dal patrimonio dello stato e degli enti pubblici, mentre le entrate derivate sono i prelevamenti coattivi di risorse dei privati, quali imposte, tasse e contributi (entrate tributarie) - rappresentano la quasi totalità delle entrate pubbliche. ● entrate di diritto privato e entrate di diritto pubblico: quelle di diritto privato (originarie) sono regolate dalle norme del diritto privato e lo stato per il loro conseguimento agisce da soggetto privato, ovvero non si pone in rapporto di supremazia con i cittadini (entrate derivanti da canoni di locazione su immobili di proprietà statale); le entrate di diritto pubblico (derivate) sono regolate da norme di diritto pubblico e lo stato le preleva esercitando la potestà d’impero (sovranità). Generalmente le entrate di diritto privato sono entrate originarie mentre le entrate di diritto pubblico sono entrate derivate.

Patrimonio degli enti pubblici Le entrate originarie provengono dal patrimonio che lo stato e gli enti pubblici

hanno a titolo di proprietà e si dividono in beni demaniali e beni patrimoniali. ● beni demaniali: sono inalienabili e imprescrittibili. Si distinguono a loro volta in ○ demanio necessario: beni appartenenti allo stato per il soddisfacimento diretto di un bisogno pubblico (demanio marittimo, demanio idrico). ○ demanio accidentale: formato da beni che soddisfano interessi pubblici e privati, che diventano demaniali se appartengono allo stato o a enti pubblici. Possono essere venduti con il processo di sdemanializzazione che è previsto caso per caso dalla legge. ● beni patrimoniali: sono beni posseduti dallo stato e enti pubblici a titolo di proprietà privata, e sono soggetti alle norme di diritto privato. Si dividono in: ○ beni indisponibili: possono essere venduti o sottratti al loro impiego soltanto attraverso specifiche norme di legge. ○ beni disponibili: possono essere venduti liberamente

Prezzi pubblici Il corrispettivo che deriva dalle entrate originarie è costituito a seconda dei casi da un prezzo privato, prezzo pubblico o prezzo politico. ● Prezzo privato: si ha se l’ente pubblico opera sul mercato in condizioni di parità con i privati a livello di concorrenza, pertanto il prezzo che si forma deriva dalla legge della domanda e dell’offerta. Riguarda la vendita di beni degli enti pubblici o imprese pubbliche ai privati che ne fanno richiesta. ● Prezzo pubblico: si ha quando il corrispettivo è inferiore al prezzo di mercato, ma eguaglia i costi di produzione del bene; questo bene è offerto da un ente pubblico o impresa pubblica in condizioni di monopolio legale, come le public utilities, spesso riservate alle aziende municipalizzate che le gestiscono. Il prezzo pubblico è usato per i beni resi accessibili alla generalità dei cittadini.

● Prezzo politico: si ha se il corrispettivo è inferiore al costo di produzione. Viene usato per favorire la produzione di quei beni e servizi offerti sottocosto agli utenti che portano ad un interesse collettivo. Il prezzo politico è stato applicato al settore del trasporto ferroviario (prima della sua privatizzazione); il prezzo dei biglietti copriva solo una parte del costo del servizio prestato, e la differenza per coprire i costi era a carico dello stato.

La tariffa è il corrispettivo per l’uso o il godimento di un bene o servizio pubblico prodotto da un’impresa pubblica in condizioni di monopolio legale. La tariffa ha carattere impositivo del prezzo (ovvero non negoziabile), che deriva dalla natura pubblica e monopolistica del soggetto che lo fissa, sia dal fatto della presenza del tariffario in relazione al tipo di bene o servizio richiesto o in base alle diverse fasce di pubblico. Il processo di privatizzazione delle imprese pubbliche operanti in condizioni di monopolio legale può portare all’aumento dei prezzi, per il motivo che le imprese operano in condizioni non concorrenziali; per evitare questa situazione sono state introdotte le Autorità di garanzia (Authorities), secondo il modello anglosassone, per garantire la concorrenza e controllare i livelli delle tariffe.

Imposte, tasse e contributi ● Imposta: è un prelevamento coattivo di ricchezza da parte dello stato e dagli altri enti pubblici per ottenere i mezzi necessari alla produzione di servizi pubblici indivisibili, ovvero non destinabili alla vendita, che avvantaggiano la collettività nel suo insieme. L’imposta è un prelevamento coattivo, cioè forzoso: i cittadini sono obbligati a pagare le imposte per coprire i costi dei servizi pubblici. L’imposta può essere introdotta solo con la legge. Dunque il prelievo delle imposte serve alla copertura finanziaria dei servizi pubblici indipendentemente dai vantaggi che riceve il singolo. Il singolo paga le imposte in virtù del rapporto di soggezione alla supremazia dell’ente impositore, in base alla sua capacità contributiva.

I caratteri generali dell’imposta sono:

❏ generalità del servizio indivisibile e non individualizzabile ❏ coattività del pagamento ❏ mancanza di rapporto tra imposta e servizio goduto L’imposta può avere un fine fiscale, a copertura del costo del servizio, oppure un fine extrafiscale, che hanno scopi diversi come la tutela ambientale, sanitaria e il conseguimento della giustizia tributaria. Si definisce rapporto di imposta il rapporto giuridico di diritto tributario (che fa parte del diritto pubblico) che prevede l’esistenza di un soggetto attivo e uno passivo: il soggetto attivo ha la potestà e quello passivo ha la soggezione.

Le imposte dirette e le imposte indirette vanno a colpire la ricchezza del contribuente che può manifestarsi in modo immediato e in modo mediato. La ricchezza in modo immediato è rappresentata dal patrimonio e dal reddito (quello che ho) e viene colpita dalle imposte dirette. La ricchezza in modo mediato è rappresentata da scambi e transazioni (atti di acquisto) e viene colpita dalle imposte indirette come l’IVA. I vantaggi delle imposte dirette sono che alcune categorie di contribuenti sono esentati dal pagamento per il principio della giustizia tributaria, la possibilità di modulare l’aliquota al variare del reddito e servono come strumento per la politica anti-inflazionistica per raffreddare l’economia. I vantaggi delle imposte indirette sono la garanzia del gettito tributario, che aumenta all’aumentare del PIL (le imposte indirette sono più elastiche rispetto a quelle dirette): teoricamente diminuiscono il pericolo dell’evasione fiscale. Inoltre variano con rapidità a seconda delle esigenze di politica monetaria.

Le imposte generali riguardano tutti i redditi (IRPEF) e tutto il patrimonio (la patrimoniale), mentre le imposte speciali riguardano solo alcuni redditi e cespiti patrimoniali. ● Tassa: è la controprestazione in denaro di un servizio speciale prestato dallo stato e dagli altri enti pubblici ad un privato. Il suo carattere di

coattività è limitato in quanto il servizio in questo caso è richiesto dal contribuente ed esiste un rapporto tra ciò che il contribuente riceve e ciò che paga, in quanto il servizio prestato dall’ente pubblico è divisibile e individualizzabile, e porta vantaggi sia al singolo che alla collettività. I caratteri della tassa sono: ❏ specialità del servizio divisibile e individualizzabile ❏ spontaneità del pagamento ❏ sono spesso con un prezzo politico (parte dell’onere per un servizio è pagata dal singolo e il resto dalle imposte dei cittadini) ❏ l’entrata è destinata alla fiscalità generale

Le tasse vengono raggruppate in: ❏ tasse amministrative: se riguardano servizi prestati dalla pubblica amministrazione ❏ tasse giudiziarie: se riguardano servizi prestati da organi giurisdizionali ❏ tasse industriali: se riguardano le entrate relative all’esercizio di attività pubbliche che avvantaggiano anche la collettività La tassa si paga quando il servizio pubblico è garantito dalla legge dello stato. La tassa può essere equiparato al prezzo politico e si pagano per i servizi pubblici istituzionali (servizi pubblici che lo stato deve garantire per legge).

● Contributo: è un prelievo coattivo di denaro a carico di determinati soggetti, in relazione a servizi pubblici di interesse generale, che arrecano vantaggi a tali soggetti, senza che questi gli abbiano richiesti. Quindi per il vantaggio, anche se non richiesto direttamente dal contribuente, ma che porta vantaggi alla collettività, il soggetto è chiamato alla parziale copertura dei costi finanziari del servizio. I contributi sono: ● obbligatori

● coattivi ● pagati da soggetti beneficiari dal punto di vista economico dallo stato senza averlo richiesto ● non riguardano l’intera collettività Un esempio è il contributo di urbanizzazione per la realizzazione di opere pubbliche sugli immobili privati che ne vanno ad aumentare il valore I contributi parafiscali (contributi sociali) sono invece contributi prevalentemente a carico dei lavoratori e dei datori di lavoro effettuati da enti pubblici non territoriali (INPS, INAIL ecc.) per finanziare la loro attività assicurativa e previdenziale a favore dei lavoratori. I contributi sociali, o oneri sociali, che gravano su lavoratori e datori di lavoro sono obbligatori.

Imprese pubbliche Hanno principalmente entrate da prezzi pubblici (regime di monopolio legale), ma anche da prezzi privati (regime di concorrenza) e prezzi politici (aziende municipalizzate). Negli anni ‘30 nacque l’IRI (Istituto di Riconversione Industriale), una holding finanziaria che applicava la politica keynesiana acquisendo le imprese italiane dopo la crisi del ‘29: si formano così imprese pubbliche con azionariato dello Stato. A partire dagli anni ‘80 iniziò il processo contrario, quello di privatizzazione delle imprese: da ente pubblico spa con il 100% di azionariato pubblico si passa alle Golden Shares, con quote di partecipazioni dell’azionariato in maggioranza dello Stato, fino ad arrivare alla privatizzazione totale delle imprese.

Teoria generale dell’imposta Si basa sul rapporto d’imposta, disciplinato dal diritto tributario, che fa parte del diritto pubblico. Il soggetto attivo è lo Stato e gli altri enti pubblici che ha la potestà di imperio, mentre il soggetto passivo è il contribuente, in stato di soggezione. A differenza del rapporto credito - debito, nel quale i soggetti hanno un rapporto di

parità, nel rapporto d’imposta il soggetto attivo e quello passivo non sono sullo stesso piano. L’imposta è costituita da: 1. soggetto attivo e soggetto passivo 2. presupposto: sono soggetti all’imposta tutti i titolari di un reddito o di un patrimonio. 3. imponibile: quantificazione fiscale del bene presupposto (valore fiscali dei beni patrimoniali è dato dal catasto) 4. aliquota: viene applicata all’imponibile per avere il totale da versare 5. debito d’imposta 6. fonte: dove trovo i soldi per pagare l’imposta; può coincidere con l’imponibile se si tratta di un reddito.

Secondo l’art.23 Cost. nessuna prestazione patrimoniale può essere imposta se non in base alla legge: le imposte quindi possono essere create solo dalla legge e possono demandarne le funzioni i regolamenti (DPR, DPCM, DM).

Capacità contributiva (art. 53 Cost.) Ogni contribuente paga in relazione alla sua capacità contributiva che vale solo per le imposte personali (IRPEF, IRES) che è possibile personalizzare con le deduzioni. Anche le imposte reali dirette (IMU, TARSU) possono essere personalizzate in base a elementi soggettivi. L’ente locale può modificare l’imposta con i regolamenti. La Costituzione tiene conto delle condizioni socio-economiche del contribuente: l’imposta considera il contribuente non solo per quello che ha ma anche per quello che è (costi a carico dello stato).

Imposta proporzionale L’aliquota è costante all’aumentare dell’imponibile: tutti pagano la stessa aliquota. Con questa imposta lo Stato non modifica i rapporti di ricchezza, che sono stabiliti dal mercato e dal merito personale. L’imposta proporzionale è fortemente voluta dalla cultura liberale di destra: in USA ad esempio gli Stati vengono in contro ai più poveri, collocati nella no tax area.

Imposta progressiva L’aliquota aumenta in modo più che proporzionale all’aumentare dell’imponibile: si basa sul principio dello stato sociale, secondo il quale chi ha più denaro paga di più. Si riferisce all’art.2 Cost. (doveri inderogabili di solidarietà economica solidarietà fiscale). L’imposta progressiva riguarda la redistribuzione verticale del reddito (ovvero dai più ricchi ai più poveri).

Imposta regressiva L’aliquota aumenta in modo meno che proporzionale all’aumentare dell’imponibile. L’imposta regressiva tende a incoraggiare i consumi lasciando più soldi a chi li ha e quindi li può spendere. Sulla base di questi tre modelli di imposta, ogni stato può realizzare il proprio menù fiscale. Secondo l’art.2 Cost, le imposte devono essere applicate secondo il criterio della progressività....


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