Kant - riassunto su kant PDF

Title Kant - riassunto su kant
Course Filosofia del diritto
Institution Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia
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riassunto su kant...


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IMMANUEL KANT. Kant nasce nel 1724 a Königsberg, cittadina portuale della Prussia, dove si è formato e ha insegnato. Egli cresce in un ambiente familiare segnato dalla severità della madre. Kant si occupa di logica, matematica, fisica, astronomia, morale, estetica e diritto. A differenza di altri autori egli non viaggia affatto, infatti egli non ritiene indispensabile lasciare la sua città natale. Trascorre una vita tranquilla dedicata allo studio e alla meditazione. Un aneddoto biografico interessante riguarda la sua vita quotidiana: egli era talmente puntuale nell’effettuare la sua passeggiata giornaliera che i suoi concittadini colpiti dalla sua puntualità maniacale, definiscono Kant “l'orologio di Königsberg”. Egli usciva ogni giorno alle tre e mezzo per andare camminare lungo un viale alberato, che oggi è noto come “il viale del filosofo”, che percorreva otto volte. In due casi però “l'orologio di Königsberg” si fermò: il primo quando Kant dovette accompagnare un suo ex allievo a fare una gita; il secondo quando restò chiuso in casa perché affascinato dalla lettura dell’Emilio di Rousseau. L’opera più importante per la filosofia del diritto kantiana è la Metafisica dei costumi, in particolare la prima parte di essa intitolata Primi principi metafisici della dottrina del diritto. Muore nel 1804. La conoscenza della ragione umana. La riflessione filosofica di Kant ha i caratteri di una “critica della ragione”. Hume influenza profondamente Kant con la sua idea di esperienza e con quella di abitudine. Infatti un elemento centrale della elaborazione kantiana è la differenza tra “giudizi a priori” e “giudizi a posteriori”, i primi sono dichiarazioni scientifiche, mentre i secondi sono dichiarazioni che devono trovare fondamento sull’esperienza. Inoltre occorre ricercare i “giudizi sintetici a priori”, ossia dichiarazioni considerate indubitabili ma che facciano progredire la nostra conoscenza, cioè generando nuove conoscenze. Da qui nasce la c.d. “rivoluzione copernicana”, in cui non è più la conoscenza dell’uomo che si adatta all'oggetto da conoscere, ma è quest'ultimo che si adatta alla struttura della nostra ragione. Infatti lo spazio e tempo, secondo Kant, sono proprietà della nostra percezione delle cose di conseguenza proprietà delle cose stesse, infatti egli afferma che l'uomo non conosce le cose realmente, ma piuttosto il loro apparire alle nostre osservazioni. Kant afferma che l'uomo conosce attraverso dodici categorie grazie alle quali ordina le informazioni. Egli separa le categorie secondo quattro tipologie: quantità, qualità, relazione e modalità. Nell'esercizio del conoscere al centro Kant pone l’”io penso”: una sorta di soggetto universale che rappresenta tutti gli io pensanti, esso è un “legislatore della natura” che garantisce imparzialità del conoscere. Il diritto secondo Kant. Nella fondazione della metafisica dei costumi Kant elabora la formulazione del suo celebre “imperativo categorico”, ossia la legge orale. La formulazione più nota dell'imperativo categorico è: “agisci in modo da trattare l'umanità, sia nella tua persona sia quella di ogni altro, sempre anche come fine e mai semplicemente come mezzo”. La Metafisica dei costumi è l'opera più ampia che Kant dedica al diritto. In primo luogo egli mette in rilievo la differenza tra norma giuridica e norma morale: la prima rispettata secondo la legge, la seconda è rispettata secondo il dovere. Per distinguere le une dalle altre non si deve guardare al contenuto di esse, ma al motivo per il quale il soggetto le osserva. Dunque mentre la volontà morale è autonoma, la volontà giuridica è eteronoma, ossia non trova in se stessa la legge ma la riceve dall’esterno. In secondo luogo, Kant affronta il problema della definizione di diritto affermando che: “Il diritto è l'insieme delle condizioni sotto le quali l’arbitrio dell'uno può essere unito con l'arbitrio dell'altro secondo una legge universale della libertà”. La legge universale del diritto, pertanto, è l'agire in modo che il libero uso dell'arbitrio proprio possa accordarsi con la libertà di ogni altro. I rapporti tra diritto naturale e diritto positivo. Per quanto riguarda i rapporti tra diritto naturale e diritto positivo Kant afferma che le leggi delle quali può essere riconosciuto carattere vincolante anche senza una legislazione esterna, cioè a priori, sono leggi naturali; mentre quelle che senza la legislazione esterna non sarebbero vincolanti sono le leggi positive. La forma di governo ideale. Secondo Kant lo Stato di diritto è la comunità che, affidando la decisione sul diritto al potere pubblico, e non a persone private, riesce a garantire a ciascuno la propria libertà. Così facendo Kant fa ricorso allo strumento del “contratto originario” finalizzato a realizzare la volontà generale. Come per Rousseau, anche per Kant il contratto è stipulato tra individui che si uniscono attraverso la comune sottomissione alle leggi, ma differenza del ginevrino, la volontà comune per Kant si esprime

attraverso la rappresentanza, secondo la regola della maggioranza e senza che venga eliminato alla distinzione tra sfera privata e sfera pubblica. Kant riconosce due alternative di forma di governo: la forma repubblicana e la forma dispotica. La forma di governo ideale per lui è quella repubblicana, ossia lo Stato di diritto, all'interno del quale tutti gli uomini sono liberi e uguali. Al fine di evitare la forma dispotica necessaria la montesquieuiana divisione dei poteri. Secondo Kant il “sovrano universale” è il popolo riunito, il legislatore infatti deve promulgare leggi in armonia alla volontà generale del popolo. Le caratteristiche fondamentali delle Stato di diritto kantiano sono: la libertà, l’indipendenza e l’uguaglianza di tutti i cittadini. Lo Stato ideale per Kant quello in cui vige il principio di libertà, secondo cui l'unica limitazione è quella del freno a violenti sconfinamenti di certi individui a danno della libertà altrui. La libertà è il fine che il diritto deve perseguire coordinando le libertà dei singoli in modo che quella di ciascuno non leda quella di qualcun altro. L’autonomia morale. Nella Critica della ragion pratica Kant porta in primo piano la nozione di autonomia. Egli sostiene che in ambito morale l’uomo può mantenere un’autonomia rispetto ai condizionamenti dell’esperienza. L’individuo può agire moralmente in maniera libera, senza essere condizionato dalle c.d. fonti eteronome come la realtà concreta, o i principi di un’entità divina; a tal proposito Kant nega ogni prova dell’esistenza di Dio. Progetto della confederazione degli stati europei. Uno degli aspetti più originali del pensiero di Kant è l'idea di una confederazione di stati europei elaborata nella sua opera Per la pace perpetua del 1795. Kant si inserisce nell'ambito del pacifismo giuridico internazionale (al quale nel Novecento si unisce anche Hans Kelsen). Il progetto kantiano è in sostanza quello di una società civile disciplina è un diritto universale esteso quindi a tutti uomini, questa società è basata su un pactum societatis senza armi e finalizzato alla pace (ciò fa intravedere la radice filosofico giuridica dell’ONU). Ciò sostanzialmente è l’utopica elaborazione di una repubblica mondiale. Kant afferma che se il diritto negli Stati nazionali è lo strumento per realizzare il coordinamento delle libertà degli individui, esso può assumere una funzione ancora più grande valida per l'intero genere umano, su scala internazionale e planetaria. Il diritto che vige nell’unione di tutti i popoli è definito da Kant “diritto cosmopolitico”....


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