La Germania tra il 1919 e il 1933 PDF

Title La Germania tra il 1919 e il 1933
Author rrex Mar
Course Storia contemporanea
Institution Università degli Studi Niccolò Cusano - Telematica Roma
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La Germania: dal 1919 al 1933 Le condizioni generali della Germania, nel 1919, poco dopo il termine della prima guerra mondiale, erano di una gravità rara. Infatti, essendo stata la fautrice dell’inizio della Grande Guerra ma essendone capitolata sconfitta, dovette subire non solo delle imposizioni sanzionatorie da parte dei paesi vincitori, il cui ammontare, per l’epoca, era forse inimmaginabile, ma anche il suo assetto politico vessò in uno stato di sostanziale ingovernabilità per diversi anni. Nell’agosto del 1919 entrò in vigore la costituzione di Weimar, di stampo democratico, la quale prevedeva un Parlamento ed un presidente della Repubblica, eletto a suffragio universale. Sebbene nel 1922 il partito di maggior influenza divenne quello socialdemocratico - appoggiato dal largo bacino elettorale della classe operaia - e lo rimase per un decennio, dato il durissimo periodo che la nazione attraversava, vi fu comunque una sostanziale impossibilità nel governare abilmente, in quanto il resto dei partiti, essendo piuttosto frammentati, non erano in grado di formare una maggioranza stabil e. A causa dell’accettazione del governo tedesco al pagamento delle suddette sanzioni, quello che era il piccolo partito nazionalsocialista, guidato da Adolf Hitler, cominciò a farsi conoscere dal popolo. L’oggettiva impossibilità di saldare le sanzioni ormai pretese, ebbe come conseguenza l’iperinflazione del marco, fatto che ridusse in situazioni ancor più estreme buona parte dei tedeschi. Ciò nonostante, le nazioni vincitrici non intendevano rinunciare agli incassi derivanti dalle sanzioni imposte, dunque la Francia ed il Belgio occuparono militarmente la regione economicamente più produttiva della Germania, la Ruhr, allo scopo d’imporsi sul governo tedesco in modo tale che questi non si sottraesse a tali pagamenti. Tuttavia, giunti a tale situazione, il governo tedesco non poté peritarsi dall’esprimere il proprio disappunto ed incoraggiò i lavoratori presenti nella Ruhr ad una resistenza non militare, bensì passiva. Quasi incredibilmente, anziché sopperire ulteriormente, nel 1923 il governo tedesco reagì in maniera efficiente, realizzando quella che fu definita “Grande coalizione” la quale riuniva i gruppi a favore della costituzione sotto la guida di Gustav Stresemann, il quale aveva realizzato di dover giungere ad accordi migliori con le nazioni vincitrici, attraverso il dialogo pacifico. Gli sforzi del governo tedesco trovarono esito nel 1924 grazie al piano ideato dal finanziere e politico statunitense Charles Gates Dawes, il quale sostenne che la Germania avrebbe potuto saldare i debiti di guerra solo una volta raggiunte le condizioni produttive adeguate, dunque sarebbe stata sovvenzionata con dei prestiti a lunga scadenza. Assieme alla demilitarizzazione della regione della Ruhr da parte della Francia e del Belgio, il piano Dawes permise alla Germania di tornare ai primi posti al mondo per volume di produzione ed in pochi anni realizzò un’importantissima ripresa economica. Fino alla fine degli anni ’20 inoltre, il dialogo con le nazioni vincitrici da parte della Germania le permise di realizzare quello che era un clima di distensione politica tutt’altro che indifferente, poté entrare a far parte, nel 1926 della Società delle Nazioni ed ottenne anche un ulteriore ravvedimento delle sanzioni di guerra. Tuttavia, a seguito della crisi economica mondiale all’inizio degli anni ’30 la Germania affrontò una seconda ondata di disoccupazione e povertà, fatto che portò il popolo tedesco a non vedere più positivamente le ideologie repubblicane, accusate d’aver condotto il popolo nuovamente alla miseria ed affidando un sempre maggior consenso ai partiti estremisti, in particolare a quello nazionalsocialista, che divenne il primo partito tedesco nel 1932 ed il suo leader, Adolf Hitler, fu investito della carica di guida della nazione agli inizi del 1933. Poiché Hitler era ben conosciuto grazie alla stesura del suo libro, Mein Kampf, nel quale esponeva i suoi ideali nazionalisti e razzisti, era osteggiato dal resto dei partiti politici, ciò nonostante riuscì abilmente a prendere pieno comando della nazione durante il 1933 riuscendo ad arrestare gli oppositori comunisti e sciogliendo ciò che rimaneva del partito socialdemocratico, con l’accusa di alto tradimento. Il parito nazionalsocialista era composto da due frange, quella capeggiata da Ernst Röhm, generale del battaglione d’assalto Sturmabteilung (SA) il quale premeva per una nuova ondata rivoluzionaria e dalla frangia capeggiata dal generale ed aristocratico Paul von Hindenburg, invece favorevole affinché Hitler bloccasse eventuali tentativi di rivoluzione e considerasse soprattutto le prerogative dell’esercito. Hitler si accordò con la frangia di Hindenburg e, durante la notte passata alla storia come Notte dei lunghi coltelli, la frangia capeggiata da Röhm fu militarmente soppressa, egli stesso fu arrestato e successivamente ucciso. In cambio, alla morte di Hindenburg, che avvenne nel 1934, Hitler ereditò, grazie ad un patto precedentemente stipulato, sia il titolo di cancelliere che di capo dello Stato, fatto che obbligò gli ufficiali ad obbedire alla sua volontà, dando di fatto iniziò al Terzo Reich....


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