La mammografia PDF

Title La mammografia
Author roberto curto
Course C.I. Di Apparecchiature E Tecniche Di Imaging In Radiologia Contrastografica, Ortopedica, Odontostomatologica, Angiografica, Mammografica E Pediatrica
Institution Università degli Studi di Siena
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Summary

IL MAMMOGRAFOIl mammografo, come tutti gli apparecchi radiologici, è composto da un tubo per la produzione di raggi X. Nel dettaglio tutti i moderni mammografi sono formati da i seguenti elementi montati su un arco rotante C:  Un tubo radiologico con anodo rotante con target al molibdeno, invece de...


Description

IL MAMMOGRAFO Il mammografo, come tutti gli apparecchi radiologici, è composto da un tubo per la produzione di raggi X. Nel dettaglio tutti i moderni mammografi sono formati da i seguenti elementi montati su un arco rotante C:  Un tubo radiologico con anodo rotante con target al molibdeno, invece del tugsteno per la necessità di avere fotoni con spettri di energia caratteristica non elevata, essendo il tessuto mammario di bassa densità essendo composto da tessuti molli di densità molti simili che producono immagini radiografiche che presentano un ridotto contrasto naturale. Tuttavia il target al molibdeno non risulta altrettanto valido per mammelle grandi o particolarmente dense; alcune case produttrici cosi hanno introdotto in commercio apparecchiatura a doppia pista anodica, i cosiddetti tubi bimetallici a molibdeno z=42 e rodio z=45. I vantaggi legati a queste macchine sono: elevata risoluzione di contrasto e spaziale, riduzione della dose e del rumore.  Un dispositivo di compressione per la mammella che ha forma conica ed irregolare è importante in quanto: 1. tende a separare il tessuto ghiandolare normale dall’eventuale tessuto compromesso permettendone una migliore visualizzazione; 2. riduce lo spessore della mammella diminuendo: il tempo di esposizione e quindi la probabilità di artefatti da movimento e la dose di radiazione somministrata. Questa compressione ovviamente deve essere dosata. Esso esercita una forza di circa 10/20kg e deve essere in grado di mantenere la mammella immobile durante l’esecuzione dell’esame  Tutte le apparecchiature mammografiche integrano 1 o + sistema di filtrazione si basa su un principio diverso e sfrutta opportuni strati di Molibdeno o Rodio per uniformare il fascio e rendere lo stesso più o meno penetrante.  All’interno del sistema rilevatore che sia analogico,cr o dr vi è un dispositivo di controllo automatico dell’esposizione che dovrebbe essere posizionato nel punto più denso della mammella e ha il compito di interrompere l’esposizione non appena si raggiunge il risultato radiografico richiesto.  Importante notare è che gli apparecchi mammografici, si differenziano dagli altri strumenti radiologici poiché all’interno della sala non vi è un bunker poiché per visualizzare il parenchima mammario come si è capito non necessitano potenze del fascio molto basse, nell’ordine massimo di 50 kV, ed essendo basse ricordando la legge del quadrato delle distanze già poca distanza dal tubo radiologico c’è poca radiazione.

Lo studio mammografico necessità di avere una buona risoluzione spaziale, quindi le macchie focali utilizzate devono essere molto piccole. Per mammografi standard è di 0.3 mm*0.3mm, per mammografi ad ingrandimento si utilizzano macchie focali di 0.1*0.1 mm al fine di ridurre al minimo l’effetto penombra. Per ovvi scopi diagnostici, nello studio della mammella spesso è necessario effettuare un ingrandimento. Distinguiamo un ingrandimento geometrico in cui è necessario allontanare la mammella dal rilevatore ed utilizzare macchie focali più piccole, e un ingrandimento indiretto in cui si utilizzano degli accessori, i coni, e la mammella rimane a contatto con il rilevatore così da impedire l’aumento del rapporto segnale/rumore.

Nella mammografia per garantire elevato contrasto ed una elevata risoluzione gli apparecchi avranno dei pixel molto più piccoli dei normali, questi saranno di circa 50 micron. Lo studio radiografico della mammella richiede l’utilizzo di fasci di raggi X a bassa energia (i cosiddetti raggi molli), i quali comportano inevitabilmente un aumento della dose, in quanto assorbiti dalla mammella con maggiore probabilità. L’obiettivo di numerosi studiosi è quello di migliorare il rapporto dose-contrasto,il parametro dosimetrico scelto per la stima del rischio radiologico in mammografia è la Dose Ghiandolare Media DGM, ovvero la dose media assorbita dalla componente ghiandolare del tessuto mammario, nell’ipotesi di mammella opportunamente compressa. La dose ghiandolare media è la misura di dose assorbita che maggiormente fornisce un’indicazione del rischio di tumore, in quanto tra i tessuti che compongono la mammella (cute, ghiandole e grasso) è la porzione ghiandolare quella più predisposta allo sviluppo di tale malattia. La dose ghiandolare media per esposizione ricevuta dalla donna a mammella è di circa 2mGY o 4mGy per un tipico esame a 2 proiezioni. La dose ghiandolare media è data dal prodotto della dose misurata in aria all’ingresso della mammella per un fattore moltiplicativo “g” che dipende dalla tensione applicata, dalla qualità del fascio di raggi X indicata dallo Strato Emivalente espresso in millimetri di alluminio, dallo spessore della mammella compressa, dal tipo di mammella, cioè se prevalentemente adiposa, oppure ghiandolare, oppure 50%, e dalla combinazione anodo-filtro selezionata. Il CR, in generale, da una dose nettamente maggiore rispetto al DR e i valori del DR per 1mm sono nettamente migliori rispetto la dose consigliata. Nella mammella ci sono differenze nella densità del parenchima che dipendono da:   

Dalla fase del ciclo mestruale la mammografia bisogna farla nel periodo del ciclo in cui la densità è minore e va fatta all’inizio del ciclo mestruale. e dal rapporto tra componente ghiandolare e adiposa Più c’è tessuto adiposo più è facile non perdere le lesioni. E dall’età in quanto la mammella giovane che ha una grossa componente ghiandolare si studia male, poiché è più facile incorrere in errore.

Per lo studio mammografico ci sono 2 proiezioni standard: la cranio-caudale e la proiezione obliqua medio-laterale,in più vi è una terza proiezione che è quella laterale

pura

in

direzione

medio

laterale.

CAUDO-CRANIALE: si attua con l’arco a C del mammografo in posizione dritta, con il rilevatore in basso. Il compressore comprime la mammella verso il rilevatore in modo da comprendere tutti i tessuti mammari. I criteri di correttezza sono: capezzolo in asse, al centro del sistema; muscolo pettorale ben visibile per buona parte sul margine interno del radiogramma; e assenza di evenutali pieghe. OBLIQUA con direzione fascio medio-laterale: si attua con arco a C inclinato di 45° e anche questa volta con la compressione della mammella. I criteri di correttezza sono: Capezzolo in asse; muscolo pettorale compreso in modo obliquo fino ad un asse che passa per il capezzolo; niente pieghe; solco in asse e il piano della mammella parallelo al piano sensibile. I criteri di correttezza della laterale sono gli stessi dell’obliqua. La Manovra di eklund, è una diifficile tecnica che permette di esegueire la mamografia a pazienti con protesi . *Il problema tecnico dello studio della mammella è di prendere tutto il parenchima.  Un altro ruolo del tecnico si ha nella Biopsia, usata anche nella mammella. La biopsia è il prelievo da un organismo vivente di un frammento di tessuto o organo per esame istologico a scopo diagnostico. L’accertamento bioptico può essere fatto in vari modi, con vari tipi di aghi. In genere si usa o la guida ecografica o la biopsia stereotassica, in gergo chiamata Mammotome che è un sistema che permette di controllare il posizionamento dell’ago in con proiezioni ortogonali. L'uso di questa tecnica consente di prelevare più campioni di tessuto da sottoporre agli esami di laboratorio (istologici) per stabilire se la lesione è di natura maligna o benigna (ad esempio una cisti). Solitamente si esegue in seguito a un esame di mammografia che ha evidenziato probabili lesioni o formazioni tumorali oppure a un esame citologico che ha lasciato un certo grado di incertezza

Un altro ruolo nel tecnico nello studio del seno si ha nella GALATTOGRAFIA, che si fa dopo sintomi particolari come il sanguinamento dal capezzolo. La Galattografia è una metodica radiologica che permette la visualizzazione dell’albero galattoforico della mammella mediante iniezione di mezzo di contrasto radiopaco nei dotti galattofori e successiva esecuzione delle radiografie. Serve a studiare i dotti della ghiandola mammaria attraverso i quali, durante l’allattamento, fuoriesce il latte. La procedura si divide in due fasi: l’introduzione di mezzo di contrasto nei dotti galattofori e l’esecuzione delle radiografie. La mammografia è un operazione diagnostica per controllo di qualcosa di sintomatico o per screening. Lo screening è un test per scoprire la presenza di una patologia in range di popolazione selezionata. Il test deve essere sensibile cioè deve avere la capacità di escludere i sani dagli individui malati, deve essere accettato dai pazienti, poco invasivo e poco costoso. In italia si effettua alle donne tra i 45 e i 69 anni; in 2 proiezioni, ogni 2 anni. Nella mammella si può effettuare anche la tomosintesi, La Tomosintesi mammaria difatti rappresenta un passo avanti, se comparata alla Mammografia Digitale 2D, Essa lo studio normale viene fatta con la compressione, ma vi sono delle differenze che riguardano le varie case produttrici di tomografi. La maggior parte delle case assume lo stesso modello delle normali macchine cioè con movimento continuo del braccio; la General elect. Invece ha progettato un tubo che va a scatti e ciascuna delle immagini non è fatta in movimento ma a tubo fermo; questo comporta dei vantaggi per la curvatura del raggio. Nella tomosintesi l’angolo di pendolazione è di 25° (+/- 12,5°),si effettuano circa 9 proiezioni in tempi di acquisizione inferiore ai 10 sec e per spessori di 5mm. La dose erogata ovviamente aumenta con lo spessore, e lo scopo principale della Tomosintesi del seno è quello di eliminare la sovrapposizione del tessuto. La dose della tomosintesi è equivalente alla mammografia, con risultati diagnostici senza dubbio più importanti, per questo un concetto che sta emergendo ultimamente è quello di applicare la tomosintesi allo screening per essere più sicuri nella diagnosi, i dati infatti parlano di 7,7 tumori individuati ogni mille esami anziché 5 della mammografia 2D....


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