La Nascita della Scienza Moderna in Europa- P. Rossi PDF

Title La Nascita della Scienza Moderna in Europa- P. Rossi
Author noae leona
Course Storia della scienza A
Institution Università di Bologna
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Breve riassunto con concetti chiave...


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“La nascita della scienza moderna in Europa” Paolo Rossi Monti (1997)

Premessa SCIENZA EUROPEA Non c’è, in Europa, un «luogo di nascita» di quella complicata realtà storica che chiamiamo oggi scienza moderna. Quel luogo è l’intera Europa. I discorsi di Copernico, Bacone, Harvey, Newton, Pascal, Fermat, Cartesio, Barahe, Paracelso, Keplero, Leibniz, Huygens, Galilei, Torricelli, Malpighi.. furono legati l’un l’altro in una realtà artificiale o ideale, priva di frontiere, in una “Repubblica della Scienza” che si costruì faticosamente un suo spazio in situazioni sociali e politiche sempre difficili, spesso drammatiche, talora tragiche: senza cotare il rogo di Giordano Bruno o la tragedia di Galilei, durante i primi decenni del ‘600 l’Europa vive i processi alle streghe e i tribunali dell’Inquisizione, la Guerra dei Trent’anni e gli eserciti di mercenari, la peste.. Le università diventarono nel Medioevo1 i luoghi privilegiati di un sapere degno di riconoscimento sociale, i luoghi dello studium generale, con carattere internazionale. Durante il XVII secolo invece non si configurarono come il centro della ricerca scientifica, la scienza moderna nacque al di fuori di esse, spesso in polemica con esse e si trasformò nel corso del ‘600 e più ancora nel ‘700/’800, in un’attività sociale organizzata in grado di darsi sue proprie istituzioni. C’è qualcosa che accomuna in modo forte i protagonisti della rivoluzione scientifica: la consapevolezza che attraverso la loro opera sta nascendo qualcosa; il termine novus ricorre in modo quasi ossessivo in varie centinaia dititoli di libri scientifici del ‘600. Questo sapere richiede «sensate esperienze» e «certe dimostrazioni» e che queste vadano insieme, sono indissolubilmente legate l’una all’altra. Ogni affermazione deve essere «pubblica», deve essere presentata e dimostrata ad altri, discussa e soggetta a possibili confutazioni in quanto la verità delle proposizioni non dipende affatto dall’ autorevolezza di chi le pronuncia (!).

UNA RIVOLUZIONE E IL SUO PASSATO 1 Medioevo = epoca di barbarie è solo un mito poiché in realtà durante quei secoli avvennero grandi opere di architettura, le città non ospitavano solo scambi commerciali ma anche intellettuali (nasce la figura dell’intellettuale, colui che eserce il mestiere di trasmettere ed elaborare le arti «liberali») x non parlare di come la filosofia medievale fosse legata all’incontro di tradizioni diverse (cristiana, bizantina, ebraica, araba..)

Il continuismo è solo una mediocre filosofia della storia sovrapposta alla storia reale in quanto il dialogo critico fra teorie, tradizioni scientifiche , immagini della scienza è stato sempre (come continua ad essere) continuo e insistente: la scienza del Seicento fu, insieme e contemporaneamente, paracelsiana, cartesiana, baconiana e leibniziana. Alcuni sostengono il continuismo con la tesi dell’esistenza di una continuità forte fra la scienza degli studiosi del Merton COllege di Oxford e dei «fisici parigini» con la scienza di Galilei, Cartesio e Newton, Le Goff ci illustra vari motivi x cui sarebbe valida la tesi contraria come ad esempio il fatto che la natura dei moderni viene interrogata in condizioni artificiali (esperimenti) o che gli scienziati moderni operno con una «disinvoltura» e un «opportunismo metologico» che sono del tutto sconosciuti alla tradizione medevale. DI QUESTO LIBRO L’autore descrive la nascita della scienza moderna come di una rivoluzione intellettuale. I capitoli hanno per oggetto la nuova astronomia, le osservazioni compiute con cannocchiale e microscopio, il principio di inerzia etc.. ma accanto abbiamo l’esposizione delle grandi idee e i grandi temi che furono centrali nel corso di quella «rivoluzione»: - il rifiuto della concezione sacerdotale o ermetica del sapere - la nuova valutazione delle tecnica - il carattere ipotetetico o realistico della nostra conoscenza del mondo - i tentativi di impiegare i modelli della filosofia meccanica - la nuova immagine di Dio come ingegnere o orologiaio - l’introduzione della dimensione del tempo nella considerazione dei fatti naturali La figura dello scienziato emerge in tempi e in modi diversi nei singoli settori della ricerca. Ciò che appare oggi saldamente codificato e come tale trasmesso dai manuali di fisica o di biologia, ciò che appare oggi ovvio e naturale è invece il risultato di scelte, opzioni, contrasti, alternative; secondo Le Goff la storia ha molto a che fare con le immagini della scienza (ossia i discorsi su ciò che la scienza è e deve essere) che sono presenti nella cultura. Il Seicento vide una straordinaria fioritura di opere alchimistiche contemporanea a uno straordinario rigoglio di creatività matematica, rispettivamente una tramontava e l’altra sorgeva. La matematica, a differenza di quanto è avvenuto x gli ideali politici, le arti, le religioni, le filosofie, è diventata una potentissima forza unificatrice della storia del mondo. Jacques Le Goff

LA NASCITA DELLA SCIENZA MODERNA IN EUROPA 1. Ostacoli DIMENTICARE CIO’ CHE SAPPIAMO Come scrisse Thomas Kuhn «è essenziale fare il tentativo di disimparare gli schemi di pensiero indotti dall’esperienza e dall’istruzione precedenti», quelli che che il filosofo francese Gaston Bachelard negli anni ‘30 chiama con il termine ostacoli epistemologici: quelle convinzioni che tendono a impedire ogni rottura o discontinuità nella crescita del sapere sceientifico. Inoltre, Bachelard si riferisce nella sua critica anche al distacco della scienza dal realismo del senso comune e a una falsa continuità storica fondata sull’uso delle stesse parole: la scienza moderna è nata sul terreno di un’analisi capace di astrazioni, capace di abbandonare il piano del senso comune, delle qualità sensibili, dell’esperienza immediata. Il principale strumento che rese possibile la rivoluzione concettuale della fisica fu la matematizzazione della fisica. COSMOLOGIA Rossi ritiene opportuno insistere su alcuni aspetti fondamentali di quel millenario sistema del mondo alla cui distruzione Copernico, Tycho Brahe, Cartesio, Keplero, Galilei dettero contributi decisivi. La cosmologia fino al Seicento era basata sulla distinzione fra mondo celeste e mondo terrestre, fra moti naturali e moti violenti (cessante causa, cessat effectus) in quanto il moto, in ottica aristotelica, non è uno stato dei corpi, ma un divenire o un processo: è una qualità che affetta il corpo. Semplificando molto le cose, è possibile tentare di elencare i presupposti che fu necessario abbattere e abbandonare x costruire una nuova astronomia. 1) Sfera della fisica del Cielo, perfetta ≠ sfera della fisica terrestre, mutabile 2) convinzione del carattere necessariamente circolare dei moti celesti 3) presupposto dell’immobilità della Terra e sua centralità nell’universo 4) credenza della finitezza dell’universo 5) inesistenza dello stato di inerzia, non necessità di giustificare lo stato di quiete 6) divorzio crescente tra matematiche dell’astronomia e della fisica Nel corso di circa 100 anni (1610-1710) ciascuno di questi presupposti viene discusso, criticato, respinto da cui risultò una nuova immagine dell’universo.

VILE MECCANICO Alla radice della grande rivoluzione scientifica del Seicento sta quella compenetrazione fra tecnica e scienza che ha segnato (nel bene e nel male) l’intera civiltà dell’Occidente. Banausìa- termine derivato dal greco e significante arte meccanica o lavoro manuale, quest’ultimo veniva esercitato dagli schiavi o gli uomini non liberi ≠ da quelli liberi che svolgevano le cosidette arti liberali (grammatica, dialwettica, aritmetica, astronomia...). Perché? Perché l’esercizio della sophia richiede agiatezza mentre le arti meccaniche sono fome inferiori di conoscenza, immerse nelle cose materiali e sensibili. Perciò tutti gli scritti che dal ‘400 in poi presero le parti delle arti meccaniche assumono un significato rilevante, vedi Giordano Bruno, Bacone, Cartesio, Giorgio Agricola; quest’ultimo sostiene, nel De re metallica (1556), che il lavoro dei tecnici non può andare disgiunto da quello degli scienziati. Alla discussione sulle arti meccaniche sono legati alcuni grandi temi della cultura europea: nelle opere degli artisti e nei trattati degli ingegneri e tecnici si fa strada una nuova concezione del lavoro, della funzione del sapere tecnico, del significato che hanno i processi artificiali di alterazione e trasformazione della natura. In questo contesto acquista un significato preciso l’atto di Galilei di puntare verso il cielo un cannocchiale (1609): ciò che segna una rivoluzione è la fiducia galileiana in uno strumento nato nell’ambiente dei meccanici che lui ha trasformato in strumento scientifico → far entrare gli strumenti nella scienza.

2. Segreti «MARGARITAE AD PORCOS» La tesi di un sapere segreto delle cose essenziali si configurò x molti secoli nella cultura europea come una sorta di paradigma prevalente. Alla comunicazione come valore si è sempre contrapposta - fin dalle origini del pensiero europeo - una ≠ immagine del sapere come iniziazione, patrimonio che solo pochi possono attingere. Tale visione dualistica del sapere rappresenta le radici dell’ ermetismo, cui prospettiva si tramanda attraverso scritti, la grande eredità magico-astrologica del pensiero antico e medievaleche, che nel tardo ‘400 e ‘500 si inseriscono in un vasto e organico quadro platonico-ermetico. In esso dominano la tendenza a cogliere l’Unità, l’aspirazione a conciliare le distinzioni e l’esigenza verso una totale pacificazione nell’Uno-Tutto; la natura non è solo materia continua ed omogenea che riempie lo spazio, ma è un tutto-vivente che ha in sé un’anima, un principio di attività interno e spontaneo.

La materia è impregnata di divino e fra il macrocosmo e il microcosmo esistono puntuali corrispondenze. L’uomo è l’ombelico del mondo e specchio dell’universo, perciò è in grado di rivelare e di cogliere quelle segrete corrispondenze: egli è il mago. L’amore è il nodus che stringe indissolubilmente l’una all’altra le parti del mondo, che è compatto e totalitario. Vitalismo e animismo, organicismo, antropomorfismo sono categorie costitutive del pensiero magico. Il linguaggio dell’alchimia e della magia è ambiguo e allusivo perché racchiudono ed esprimono l’idea di una verità riposta o di un segreto: si heac scientia hominibus esset discoperta, confuderant universum. La scienza si divide dunque in due parti: -manifesta -nascosta → profonda, cui parole possono essere intese solo da pochissimi Indiani, Etiopi, Persiani, Egizi parlarono solo per enigmi. IL SAPERE PUBBLICO Fra 1550 e 1650 si affacciano figure nuove: il meccanico, il filosofo naturale e il virtuoso o libero sperimentatore. Il nuovo sapere scientifico nasce sul terreno di un’aspra polemica contro il sapere dei monaci, degli scolastici, degli umanisti e dei professori: nelle neo-società scientifiche vive la consapevolezza che la verità non è legata alla autorevolezza della persona che la enuncia , ma solo alla evidenza degli esperimenti e alla forza delle dimostrazioni. Altra presa di posizione forte da parte di tali società è il rigore linguistico, ossia il rifiuto del carattere allussivo della terminologia in favore di teorie integralmente comunicabili ed esperimenti continuamente ripetibili → filosofia del genere umano Secondo Bacone ciò (“metodo scientifico”) tende a far scomparire le ≠ fra gli uomini e a = le loro intelligenze. 2 TRADIZIONE ERMETICA E RIVOLUZIONE SCIENTIFICA Magia e scienza costituiscono, alle soglie della modernità, un intreccio non facilmente districabile, contrariamente all’immagine, di derivazione illuministica e positivistica, di una marcia trionfale del sapere scientifico attraverso le tenebre e le superstizioni della magia (es: Copernico invoca l’autorità di Trismegisto); tracciare linee di demarcazione fra maghi e scienziati del tardo ‘500 non appare così semplice. SEGRETI E SAPERE PUBBLICO X cogliere la ≠ tra la magia rinascimentale e la scienza moderna è necessario riflettere, non solo su contenuti e metodi, ma sulle immagini del sapere e sulle immagini del sapiente. Dopo la prima rivoluzione scientifica, nella letteratura scientifica e nella lett. sulla scienza non esiste né potrà più esistere un elogio o una valutazione positiva della dissimulazione. 2 = battaglia in favore di un sapere universale

Dissimulare, non rendere pubbliche le proprie opinioni vuol dire solo truffare o tradire perciò la particella di nell’espressione linguistica «leggi di Keplero» non indicano una proprietà ma è utilizzata solo x perpetuare la memoria di un grande personaggio. La segretezza, x la scienza e all’interno di essa, è diventata un disvalore.

3. Ingegneri LA PRATICA E LE PAROLE Bernard Palissy nel 1580 si chiede, nei suoi admirables, se fosse possibile che un uomo potesse giungere alla conoscenza degli effetti naturali senza avere mai letto libri scritti in latino e si risponde affermativamente: la pratica può mostrare che le dottrine dei filosofi possono essere false. Cosicché i procedimenti degli artigiani, degli artisti, degli ingegneri hanno valore ai fini del progresso del sapere. A essi va riconosciuta la dignità di fatti culturali. INGEGNERI E TEATRI DI MACCHINE La letteratura del ‘400 e del ‘500 è straordinariamente ricca di trattati di carattere tecnico e molte traduzioni cinquecentesche di testi classici sono in volgare perché si rivolgono espressamente al pubblico emergente degli artigiani. Le università ma anche i conventi non sono più gli unici luoghi nei quali si produce e si elabora cultura, nasce un nuovo tipo di sapere, quello meccanico, e coloro che lo elaborano vengono assumendo una posizione di prestigio pari o superiore a quella del medico o del professore universitario. BOTTEGHE Durante il primo ‘400 scultori e architetti a Firenze erano membri della corporazione minore dei muratori e carpentieri, e nelle botteghe fiorentine del periodo talvolta ebbe luogo la fusione di lavoro manuale e di teoria come in quella del Ghiberti durante la preparazione delle porte del Battistero, che si trasformò in un vero e proprio laboratorio industriale. Intorno al 1550 incarichi di tipo artigianale già non appaiono più coinciliabili con la dignità dell’ «artista», che vive un passaggio di status sociale.

LEONARDO Leonardo da Vinci (1452-1519), pittore e ingegnere, costruttore e progettatore di macchine, filosofo, è diventato x i moderni, il simbolo dell’uomo dai molti saperi, del superamento dell’antica separazione fra arti meccaniche, pratiche, e arti liberali, della mente. Proprio dalla familiarità con le caratteristiche dei materiali nasce la consapevolezza della necessaria congiunzione della pratica con la teoria. La ricerca di Leonardo d’altronde non oltrepassa mai il piano degli esperimenti curiosi così da non giungere nemmeno a quella sistematicità tipica della sceinza e tecnica moderna. La sua indagine ci appare dunque come frantumata e polverizzata in quanto il suo interesse era focalizzato sull’elaborazione e non esecuzione dei suoi progetti; ci basti osservare i suoi fogli, con appunti e disegni, per capirlo. Questi ci permettono di affacciarci come a una soglia a quegli uomini e quell’ambiente in cui l’avvicinamento e compenetrazione fra scienza e arte apparvero possibili e si configurarono come reali. «FABBRICA» E «DISCORSO» L’unione effettiva di discorso e fabbrica, di speculazione e manifattura presentava in realtà problemi non indifferenti. Le dimostrazioni squisitamente matematiche non corrispondono così bene quando le si applicano alla realtà poiché i materiali con i quali opera il meccanico portano sempre con se «impedimenti». Su questo problema dei rapporti fra le «imperfezzioni della materia» e le «purissime dimostrazioni matematiche» si apriranno i Discorsi intorno a due nuove scienze di Galilei. UN SAPERE CAPACE DI CRESCITA Insieme a una nuova considerazione del lavoro manuale e della funzione culturale delle arti meccaniche, si afferma anche l’immagine del sapere come costruzione progressiva in quanto i risultati si collocano via via a un livello di complessità o perfezione sempre maggiore. Potremmo immaginarlo come il corso dei fiumi, che nascono piccoli e arrivano al mare grandi e poderosi e arricchiti dalle acque dei loro affluenti. Oltre a ciò è importante sottolineare che filosofi come Bacone, Cartesio e Boyle porteranno al livello della consapevolezza filosofica idee che erano nate in ambienti non filosofici, ambienti considerati con ostilità, se non addirittura con disprezzo, dalla cultura delle università.

ARTE E NATURA La valutazione baconiana (nell’immaginario positivistico visto come il «fondatore della scienza moderna») delle arti meccaniche è fondata su tre punti: 1) esse sono una forma di conoscenza 2) sono un sapere progressivo 3) esse sono una forma di sapere collettivo Non esiste un’arte meccanica tanto méprisable che non possa offrire osservazioni e materiali di primaria importanza x la scienza, così che mettere per iscritto i procedimenti degli artigiani e dei tecnici apparve a Leibniz uno dei compiti più urgenti della nuova cultura. Similmente la pensavano i redattori dell’Encyclopédie universelle fra i quali Denis Diderot, i quali descrissero, sotto la voce Art, i cattivi effetti derivanti dalla tradizionale distinzione delle arti in liberali e meccaniche. Ne è nato infatti il pregiudizio che il volgersi agli oggetti sensibili e materiali costituisse «una deroga alla dignità dello spirito» ci dice Diderot. Ma questo pregiudizio, continuava Diderot, «ha riempito le città di orgogliosi ragionatori e di contemplatori inutili e le campagne di piccoli tiranni ignoranti, oziosi e disdegnosi», così che la polemica in difesa delle arti meccaniche si va saldando al grande tema dell’ eguaglianza politica. DEDALO E IL LABIRINTO La figura di Dedalo è quella di un uomo ingegnosissimo ma deplorevole. Dal suo mito si possono ricavare conclusioni di carattere generale: le arti meccaniche generano aiuti x la vita e, insieme, «strumenti x il vizio e di morte». Agli occhi di Bacone suddetto sapere tecnico si offre come produttore del male e del negativo, appunto, ma al contempo offre la possibilità di una diagnosi del male e di un rimedio ad esso (Dedalo costruì di fatto anche dei «rimedi x i delitti»), facendone di esso un sapere di uso ambiguo. Inoltre è interessante notare come x gli esponenti della rivoluzione scientifica, la restaurazione del potere umano sulla natura e l’avanzamento del sapere hanno valore solo se realizzati in un più ampio concerne che la religione, la morale, la politica. La natura è, contemporaneamente, oggetto di dominio e di reverenza: essa va «torturata» e piegata a servizio dell’uomo, ma essa è anche «il libro di Dio», che va letto in spirito di umiltà.

4. Cose mai viste LA STAMPA L’arte della stampa, la polvere da sparo, la bussola: tre invenzione meccaniche spesso accostate in quanto danno l’impressione di una serie di conquiste che coincide con un accelerarsi della storia. La fusione di tecniche ≠ (manifattura carta e inchiostro, metallurgia, tecniche della stampa..etc) introducevano in Europa, con largo anticipo (tre secoli) la «teoria della parti intercambiabili», che è alla base delle moderne teciche della manifattura. Il successo della stampa fu enorme, nel 1480 lavoravano presse tipografiche in + di 110 città europee e solo vent’anni dopo ne abbiamo già 286 per un ammontare di 20 milioni di copie in circolazione (35.000edizioni x 10-15.000 testi ≠). Alla fine del ‘500 si tengono a Lione, Medina del Campo, Lipsia e Francoforte le prime fiere internazionali del libro. Ma nonostante tanto successo riscosso dalla stampa, la diffusione delle idee così come l’avanzamento del sapere implicavano un forte impiego di capitali e una buona dose di rischio x gli imprenditori. LIBRI ANTICHI X i grandi esponenti dell’Umanesimo italiano leggere i granid classici del mondo antico significa far ritorno a una civiltà che è superiore a quella da loro vissuta, ai loro occhi costituisce un irraggiungibile modello di ogni forma di convivenza umana. Tuttavia non furono passivi ripetitori in quanto si dibatté molto a proposito dei pericoli della ripetizione e del Classicismo → aemulatio vs imitatio L’ANTICO E IL NUOVO Fra la riscoperta degli antichi e il senso del nuovo che caratterizzano la cultura d...


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