LA POESIA DEL SACRO DI A. BRIGNOLE SALE PDF

Title LA POESIA DEL SACRO DI A. BRIGNOLE SALE
Course Lingua tedesca
Institution Università degli Studi di Napoli L'Orientale
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LA POESIA DEL SACRO DI A. BRIGNOLE SALE dagli Annali di Annamaria Pedullà (2017)....


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ISSN: 0547-2121 UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI N“POLI L’ORIENT“LE Dipartimento di Studi Letterari, Linguistici e Comparati ANNALI SEZIONE ROMANZA Direttore: Augusto Guarino Comitato scientifico: Yves Bonnefoy, Maria Teresa Cabré, Anne J. Cruz, Giovanni Battista De Cesare, Marco Modenesi, Amedeo Quondam, Augustin Redondo, Raffaele Sirri, Claudio Vicentini, Maria Teresa Zanola Comitato di redazione: Giovannella Fusco Girard, Paola Gorla, Lorenzo Mango, Teresa Gil Mendes, Salvatore Luongo, Encarnación Sánchez García, Carlo Vecce Segreteria: Jana Altmanova, Giovanni Rotiroti LVII, 1 Gennaio 2015

Tutti i contributi sono sottoposti alla doppia revisione anonima tra pari (double blind peer review). Gli studiosi che intendano proporre contributi per l’eventuale pubblicazione sulla Rivista possono inviarli all’indirizzo: [email protected]. Per ulteriori informazioni si invita a consultare il sito: www.annaliromanza.unior.it.

UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI NAPOLI “L’ORIENTALE 

ANNALI SEZIONE ROMANZA LVII, 1

NAPOLI 2015

INDICE

SAGGI: TERESA CIRILLO SIRRI, Un manoscritto spagnolo del XVIII sec. conservato a Napoli: La noticia degli scavi vesuviani di R. J. de Alcubierre MIRIAM BUCURÉ, De Vuestra Cesárea Majestad, servidora y vassalla que sus imperiales pies y manos besa, la Princessa de Salerno: cartas de Isabella Villamarino a Carlos V ALBA MARÍA GARCÍA FERNÁNDEZ, Entre lo real y lo ficticio. La espectacular máscara ofrecida a Felipe II en el Valladolid de 1592 GIOVANNI ROTIROTI, Il mio inconscio è ancora pieno di incubi. Spettri angosciosi del totalitarismo romeno e dell’antisemitismo europeo nel teatro mentale di Eugène Ionesco SABRINA AULITTO, La terminologia assicurativa nei dizionari di lingua francese dell’Ottocento ANNA MARIA PEDULLÀ, La poesia del sacro di A. Brignole Sale NOTE: JACK WEINER, Personalidad y temática de Juan de Tasis, Conde de Villamediana (1582-1622): el alocado verdugo de sí mismo ROSARIA DE MARCO, Orfeo, mito tropicale MARIDÉS SOLER, Ha callat l’Honorata!: la funció de les campanes al teatre guimeranià UGO PISCOPO, Il futuro della democrazia ha fondamento nella storia e nella cultura RECENSIONI: Giuseppe Bellini, Mondi perduti nuovamente interpretati (Dalla Cronaca delle Indie alla narrativa sei secoli XX-XXI), Roma, Bulzoni Editore, 2015, 194 pp. (Giovanni Battista De Cesare) Oretta de Marianis, Il settimo raggio, Napoli, Homo Scrivens, 2014, 185 pp. (Elena Candela)

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Indice

Jean-Philippe Toussaint, Football, Paris, Minuit, 2015, 123 pp. (Maria Giovanna Petrillo) Dulce Maria Cardoso, Tudo são histórias de amor, Lisboa, Edições tinta-de-china, 2014, 161 pp. (Guia Boni) Faïza Guène, Un homme, ça ne pleure pas, Paris, Fayard, 2014, 315 pp. (Silvia Domenica Zollo) Londero Renata y de Pieri Maria-Teresa (ed.), Miguel Delibes. Itinerarios de vida y escritura, Valladolid, Cátedra Miguel Delibes - Colección Punto de encuentro, 2014, 152 pp. (Ivana Calceglia) Michele Prandi, Anna Giaufret, Micaela Rossi (éds.), Il ruolo della metafora nella creazione di terminologie, Genova, Genova University Press, 2013, 185 pp. (Silvia Domenica Zollo) Jorge Chen Sham, Nocturnos de mar inacabado, San José, Interartes, 2011, 60 pp. (Andrea Pezzè) Francesca Chessa, Cosimo De Giovanni, Maria Teresa Zanola (a cura di), La terminologia dell’agroalimentare, Milano, FrancoAngeli, 2014, 151 pp. (Serafina Germano) Ramón Gaya, Il sentimento della pittura. Traduzione, note e introduzione di Laura Mariateresa Durante, Chieti, Solfanelli, 2015, 142 pp. (Monica Di Girolamo) ABSTRACT DEI SAGGI

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SAGGI

ANNA MARIA PEDULLÀ LA POESIA DEL SACRO DI A. BRIGNOLE SALE Il romanzo religioso del Seicento italiano si arricchisce nel 1636 di un’opera di “nton Giulio ”rignole Sale 1-1662), Maria Maddalena peccatrice e convertita, uscita a Genova per i tipi del Calenzani. L’autore genovese ricostruisce, servendosi delle fonti evangeliche e delle leggende medievali riguardanti la vita e i miracoli della santa, una vicenda che è basata innanzitutto sull’amore di Maddalena per Gesù di Nazareth1. In un prosimetro diviso in tre libri, Brignole compone numerosi intermezzi poetici che costituiscono luoghi di amplificatio e di variatio dei contenuti narrativi. Nella letteratura barocca si manifesta frequentemente l’alternarsi di genere e forme compositive diverse: nella drammaturgia appaiono spesso intermezzi poetici, musicali e coreografie; nel romanzo in prosa, vero genere sperimentale dell’epoca, le epistole spesso interrompono la narrazione in terza persona, creando nuove prospettive del discorso e moltiplicando, come in un trompe-l’oeil, tutti gli elementi costitutivi del racconto. La storia ha inizio con la sfortunata vicenda amorosa della donna di Maddalo che, rimasta orfana e sola, prima si lascia corteggiare e poi sedurre da un giovane che ben presto l’abbandona. Il ritratto di Maddalena, poco più che quindicenne, è quello di una giovanetta bella, ricca e libera, simile alla dea stessa della bellezza: 1 Tutte le citazioni presenti in questo saggio si riferiscono alla meritoria edizione del romanzo a cura di D. Eusebio, Fondazione P. Bembo, Ugo Guanda editore, Parma 1994. Sul romanzo del ”rignole l’autrice di questo saggio ha pubblicato altri studi. Si veda il capitolo Il romanzo spirituale, in Ead., Il romanzo barocco ed altri scritti, II edizione, Napoli, Liguori, 2004, pp. 68-75; i saggi: Semiosi naturale e storia di un’anima in M. Maddalena peccatrice e convertita di A.G. Brignole Sale, in Il romanzo barocco, cit., pp. 157-174; Amore e Psiche. Mito, filosofia, letteratura e Il mito di Maria Maddalena da Jacopo da Varazze ad A.G. Brignole Sale, in Ead., Labirinti di Psiche, Roma, Carocci, 2009, pp. 21-27 e 59-63.

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Il suo volto era una pietra di paragone ma candida, presso cui tutte le ricchezze che fabricasser membra alle più famose beltà comparivano false. Il produrre in mezzo perle, rose, stelle, aurore per colorirla, sarebbe un volerla descriver bella con quelle cose stesse, le quali lungamente superate da lei, per vendetta sforzarebbonsi brutta descriverla. Era grande e a meraviglia ben formata della persona… risplendeale in viso una dolcezza intinta entro a un rigore piacevole, uno scaltritello affinato dal ritrosetto, un non so che, il quale io non so se avesse più calamita nel tirar a sé i cuori, o di elitropia nel condurli fuor del petto invisibili. Grazia potevi dirlo, che non sol s’accompagnava, ma si confondeva quivi con Venere. (Libro I, 12-17)

La profonda malinconia, che colpisce la bella abbandonata e tradita, la induce ben presto ad adottare dei comportamenti sregolati e trasgressivi cosicché: Come Maddalena, postergato ogni rispetto, giunse a questa vil superbia di esser grande ma gran lasciva, tosto la sua casa, spalancatasi a Bacco e Venere, diventò una scuola di lussi impuri, un teatro di giuochi infami, un Campidoglio di disonorati trionfi. (Libro I, 179)

Ma Marta riesce a persuadere la sorella a incontrare Gesù, che: Qual cacciatore illustre che, se ben si trastulla con le prede mansuete di lepri imbelli, sta però nello stesso tempo tutto inteso coi voti se discenda dal monte alcuna non men vaga che feroce pantera, e in lei destina di nobilitar gli strali più aggiustati della faretra; tale il salvatore, mentre con le spoglie d’anime men fiere nel peccare arricchiva la sua bontà, attendeva però al varco con ogni cura, quasi degno scopo d’un onnipotente sguardo, la peccatrice. (Libro I, 249-250)

La freccia-sguardo viene scoccata nel cuore di Maddalena che sente cadere in pezzi l’antico cuore Libro I,  e crearsene uno nuovo. La metamorfosi della peccatrice ha inizio dopo aver ricevuto il facondo e illustre colpo ibidem, lo sguardo di Cristo, con cui si riconosce come in uno specchio e con tal conoscenza conobbe Cristo ivi, 1. Trafitta dallo stral dolcissimo e pungentissimo ivi, , Maddalena si sente ormai un’amorosa ancella che vorrebbe implorare pietà, ma, infrante, le parole le vengono meno. Sgorgano, invece dai suoi occhi lacrime di amore e di pentimento che non la lasceranno mai

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più. Le lagrime, infatti, divengono parte del linguaggio amoroso della bella fedele. Riecheggiando il brano evangelico di Luca (7, 36-50), Brignole costruisce una scena di grande impatto emotivo: Maddalena si reca nella casa del Fariseo e gettatasi ai piedi del Signore, prima li bagna con le sue lagrime, poi li asciuga con i lunghi capelli, ora non più elementi della sua vanitas ma lacci che la legheranno per sempre a Lui2. Infine li unge con il prezioso unguento racchiuso in un vasetto d’alabastro. Questo piccolo vaso è un simbolo costante nelle rappresentazioni di Maddalena ed è un segno con un duplice significato: se prima conteneva il belletto usato dalla donna per accrescere la bellezza del suo corpo, ora è pieno di un unguento con cui si profumano i corpi dei defunti; è quindi un simbolo spirituale e parte di un rituale di sacralizzazione. Il colore bianco, indice dell’inizio di una nuova vita, è predominante in tale scena, in cui le lacrime e il pallore del volto di Maddalena si uniscono alla candida trasparenza dell’alabastro. Il percorso spirituale della donna diviene simile a quello della luna, archetipo stesso del femminile: l’amante di Gesù è come Iside in cerca del suo Osiride e, come Psiche, è ansiosa di ricongiungersi ad “more. Dopo l’incontro in casa del Fariseo la convertita appare agli occhi del lettore in una fase di luna piena, una completa luce dello spirito appagato dal perdono e dall’amore di Cristo. Da questo momento in poi Maddalena vive solo per il suo amato, seguendolo ovunque. Ma a questa fase è destinata a succederne una calante. Gesù viene tradito, torturato, condannato a morte, lasciando la donna con un senso di solitudine e di vuoto incolmabile. L’umore atrabiliare ricompare nella vita dell’innamorata: la luna non appare più illuminata dal Sole. Poi di nuovo in lei ritornano la gioia e la luce nell’incontro col Risorto fino alla sua Ascensione, giorno in cui l’amato promette la sua eterna presenza: parto senza lasciarvi Libro II, . Il percorso successivo di Maddalena consiste in una vita di apostolato, con la conversione dei principi di Marsiglia, e trent’anni di eremitaggio alla Santa ”alma in Provenza. Questi anni sono di preparazione al ricongiungimento definitivo al suo amato Sole, e l’innamorata Luna progressivamente va dissolvendo il suo corpo in penitenze, digiuni e cilici. Al ritratto della donna bella del libro primo, si oppone quello della penitente, ormai ridotta quasi a un’ombra di se stessa, del terzo: 2 Il tema della chioma-laccio si ripete più volte in Marino, Divotioni e Lira, III, 72, e in Rime, II, 224, 25-26, ma è presente già in Bembo, Della Casa, Tasso e altri.

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Quegli occhi, ove anche dopo l’esser convertita già rideva in mezzo al pianto il fuoco grazioso di due pupille, adesso parimente addottrinati a incavernarsi da Maddalena, parevano spirar da due sepolcri solo miserabile orridezza quasi cadaveri. Quella fronte, ove in tavola di terso e lucido alabastro aveano incise le lor leggi la Clemenza e la Maestà, adesso da una squallida rugosità resa tanto più selvaggia quanto più arata, con foltezza di peli invitava a tramutarsi in velli gl’ispidi crini. Quelle guance ove una primavera dolcemente colorita, vezzosa e morbida altro non pasceva che latte e sangue, adesso smunte, nere, scarnate, volte le amorose pozzette in profonde fosse, appena resisteano con la grinza e riarsa pelle al punger violento e rilevato delle sottoposte acutissime ossa. Un macilento, mortifero e inaridito squallore, sradicati intieramente i germi delle rose dalle due labbra, adesso non v’avea lasciato nulla di prezioso fuorché le parole. Le vene con esso i nodi, che non erano lasciate comparire sulle mani da una molle, dolce, candida e lunghetta succosità, adesso rimanean celate da un peloso velo che adombrava il tronco sparutissimo di cinque stecchi. (Libro III, 261-269)

Quasi priva di corporeità, talvolta si specchia nel laghetto della sua stanza inorridendo raccapricciavasi, ivi, 1. Orribile a vedersi, ma mossa da uno spirito divino, nell’intermezzo III del terzo libro, Maddalena canta il suo amore per Cristo in prima persona. Nel capitolo di ventuno terzine dantesche in rime incatenate, la cui materia sacra ha il suo antecedente nel Capitolo al crocifisso (1587) di Angelo Grillo, Maddalena oppone la bellezza esteriore ed artificiosa a quella dell’ardere del cuore. Il componimento ha inizio con l’ipotesi che l’amore possa esser ottenuto accrescendo la bellezza del corpo (Libro III, vv. 1-3): Se per aver del caro mio l’affetto, D’uopo mi fosse aver vago sembiante, Ben fora in abbellirmi il mio diletto.

Si sviluppano i versi successivi in cui la donna, rievocando la sua adolescenza trascorsa nell’alimentare il suo narcisismo, elenca tutti gli artifici adoperati per piacersi e piacere. Le pietre preziose e i fiori sono tra i migliori alleati della bellezza muliebre, e la tradizione poetica, dai provenzali Bernart de Vintadorne, Peire Vidal, fino a Guinizelli, Cino da Pistoia e specialmente a Petrarca3, ne è testimone. Poi c’è il trucco a 3

Cfr. Canzoniere CCCXXV, v. 17; CLVII, v. 13; CXXVII, v. 71 e sgg.

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fare la sua parte con il rosso per le guance: Pinti veneni, cui vanità concesse / Di rinovar in secca pelle i fiori Libro III, vv. 1-11); i distillati per schiarire e ammorbidire la pelle: “cque da fochi in mille guise espresse ivi, v. 1 ciprie e creme per il viso e la tintura per rendere i capelli biondi secondo la moda del tempo: Zolfi ch’il crin san mascherar con gl’ori ivi, v. 14. Maddalena sarebbe disposta a sopperire all’insufficienza delle doti naturali con l’arte. Il tema è profondamente barocco, perché in questa cultura il significante assume non solo piena autonomia, ma addirittura prende il sopravvento sul significato, minando e sovvertendo le basi stesse della teoria classica della verosimiglianza (ivi, vv. 34-36): Ma se natura dinigato all’uso Mi avesse gli altri onor, con l’arte allora Unito avrei quel ch’era pria diviso.

Allora la donna per piacere al suo amato indosserebbe due orecchini di diamanti pendenti che contendano la luce all’aurora I diamanti più bei che dell’aurora / Nasceano sotto il ciel farian pendenti / Sotto l’orecchio mio ricca dimora, ivi, vv. -39); si acconcerebbe i capelli con gemme e piume e metterebbe al collo un vezzo di perle. È grande il desiderio di Maddalena-Luna di apparire in piena luce. Ma il desiderio del suo amato non è rivolto alla bellezza del corpo: Egli, che è vera bellezza apprezza solo un cuore purissimo, Un cor che tutto del tu’amore avampi. Dopo cinque periodi ipotetici in cui ”rignole fa riapparire la Maddalena sensuale della prima parte del romanzo, il poeta ora, con la triplicazione Ite… / Itene… / Itene… fa scomparire dal ritratto dell’innamorata di Cristo gli occhi lampeggianti di desiderio carnale, le labbra vermiglie e le guance rosate. Maddalena ora è solo fuoco d’amore per il suo Dio, una fiamma che incenerisce il suo corpo, e come la fenice rinasce nella vita nuova dell’anima estatica (Libro III, 275-277): 4 La condanna dell’inganno del trucco è tema già presente nella letteratura classica e barocca. Marino nell’Adone (16, 20, 1- aveva già espresso il suo parere contrario all’uso delle donne di farsi bionde e di colorare le guance e le labbra di rosso; e lo stesso Brignole nel Tacito abburattato 40- si era schierato contro l’uso del trucco e di scollature troppo ardite da parte delle sue concittadine.

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Avea dalle più belle sfere mille angioli che otto volte per dì a miracolosa altezza il corpo dietro all’anima rapita le sollevavano… Qual nube lagrimosa che da sé non altro piena che di bui e di squallidezza, se il sole la rende arco col sattearla forma in lei, non in più mesi ma in un sol baleno, la primavera. Tal il corpo della Maddalena, benché rassembrasse al vivo una notomia, nulladimeno in virtù dell’anima che alzata fuor di lui in lui poscia percoteva liberalmente, trasformava ogni capello in un raggio, raccendea negli occhi assai più bella e vigorosa dell’antica la gioventù, e per tutte le parti col pennello repentino d’un maggio etereo coloriva glorie sugli abbozzi con carbone arsiccio disegnati da penitenze.

L’immagine di Dio come Sole, che trasforma la sua amante in un radioso arcobaleno, è una metafora di segni pittorici e naturalistici oltre che spirituali. Nell’intermezzo IV del Libro III, successivo all’esperienza dell’estasi narrata in III, -285, Maddalena descrive in ventitré terzine dantesche la sua celeste piena. L’estasi di Maddalena è un tema ricorrente nella pittura tra Cinque e Seicento 5. Ne fanno fede i famosi dipinti di Tiziano, Orazio Gentileschi, Caravaggio, Battistello Caracciolo, Rubens, Reni, Vaccaro, Vouet e molti altri. La Chiesa postridentina, per fornire ai fedeli dei forti exempla di devozione e penitenza, sceglie la mistica come soggetto di elezione. La peccatrice redenta da Cristo rientra a pieno titolo nel novero di alcuni mistici cari alla Controriforma, tra cui si segnalano Francesco d’“ssisi, S. “lessio, e S. Maria Egiziaca, S. Margherita da Cortona, più volte raffigurati nell’iconografia pittorica del tempo. A questi esempi va aggiunto per l’alto potere simbolico e per la rilevanza del suo autore, il gruppo marmoreo dell’Estasi di S. Teresa d’“vila (1647-1652) di Gianlorenzo Bernini. Lo scultore, nella cappella Cornaro della Chiesa di S. Maria della Vittoria a Roma, sembra raffigurare il racconto fatto dalla santa nella sua Vida (1562): Quiso el Señor que viese aquí algunas veces esta visión: veía un ángel cabe mí hacia el lado izquierdo, en forma corporal, [...] no era grande, sino pequeño, hermoso mucho, el rostro tan encendido que parecía de los ángeles muy subidos que parecen todos se abrasan [...]. Veíale en las manos un dardo de oro largo, y al fin del hierro me parecía tener un poco de fuego; 5 Cfr. V. Pacelli, L’iconografia della Maddalena a Napoli dall’età angioina ai tempi del Caravaggio, Napoli, Electa, 2006.

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éste me parecía meter por el corazón algunas veces y que me llegaba a las entrañas. Al sacarle, me parecía las llevaba consigo, y me dejaba toda abrasada en amor grande de Dios. Era tan grande el dolor que me hacía dar aquellos quejidos, y tan excesiva la suavidad que me pone este grandísimo dolor, que no hay desear que se quite, ni se contenta el alma con menos que Dios6. Volle il Signore che, trovandomi in questo stato, avessi più volte la seguente visione. Vedevo un angelo accanto a me, a sinistra, in forma corporea [ …] non era un angelo grande, ma piccolo, bellissimo, col volto così infocato che pareva di quegli angeli dei cori più alti, che paiono ardere tutti d’amore [ …]. Lo vedevo tenere in mano una lunga freccia d’oro, che sulla cuspide mi pareva avesse un po’ di fuoco. Mi pareva che me la conficcasse più volte nel cuore, spingendola fin dentro le viscere: e quando la estraeva, avevo l’impressione che se le tirasse dietro, lasciandomi tutta ardente di un immenso amor di Dio. Il dolore era tale che mi faceva emettere quei gemiti che dicevo, ma la dolcezza, al tempo stesso, era così sovrabbondante, che l’anima non poteva desiderarne la fine, né volere altra consolazione che Dio.

“nche nei primi tre versi dell’intermezzo IV, Libro III, ”rignole immagina degli angeli, menti amorose v.  che accorrono dall’empireo a Maddalena che arde d’amore. Le prime tre terzine riecheggiano, nel riferimento ai fiori e ai pomi e alla rugiada, espressioni presenti nel Cantico dei Cantici, nell’Eneide e nel Purgato...


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