la teoria della gestione del terrore PDF

Title la teoria della gestione del terrore
Course Psicologia sociale
Institution Università degli Studi Guglielmo Marconi
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lezione 5 modulo 4...


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LA TEORIA DELLA GESTIONE DEL TERRORE La teoria della gestione del terrore ha il merito di aver portato il tema della morte nella psicologia sociale, spiegando come la consapevolezza della morte può influenzare atteggiamenti e comportamenti relativi a quasi tutti gli aspetti della vita. Questa teoria si fonda su due principi: - Il primo è che gli uomini sono dotati di diversi sistemi progettati per tenerli in vita; - Il secondo si riferisce al fatto che gli uomini sono consapevoli che la morte è inevitabile e non prevedibile. Secondo la TMT tali considerazioni generano nelle persone uno stato potenziale di ansia perenne o di terrore che deve essere costantemente gestito tramite una visione del mondo e di sé che rifiuta l’incertezza e la transitorietà della vita. Tale teoria inoltre descrive il processo attraverso cui, dalle prime fasi di vita, un soggetto controlla questo terrore. Un neonato identifica la propria sicurezza psicologica nei genitori, i quali soddisfano i suoi bisogni primari. Quando il bambino cresce inteorizza i valori genitoriali di buono e di cattivo e prova a comportarsi di conseguenza. L’autostima, ossia la sensazione di sentirsi di valore, assume il compito di controllare l’ansia. Durante l’infanzia egli comprende che i genitori non sono sempre in grado di proteggerlo da tutto, per cui la fonte della propria sicurezza inizia ad estendersi fino a delle sorgenti più ampie e potenti. Con l’adolescenza e l’avvio della fase adulta, il soggetto tende a dimostrare di avere un ruolo significativo all’interno della società, sentendosi parte di una realtà duratura. Tutto ciò che può mettere a repentaglio l’autostima o non si conforma alla propria visione del mondo, fa sviluppare quattro tipologie di sistemi di difesa negli individui: - Svalutazione - Accomodamento - Assimilazione Annientamento Sono stati condotti diversi esperimenti per indagare gli effetti del livello di salienza della morte sull’autostima e sulla visione del mondo e si è arrivati alle seguenti conclusioni: - All’aumentare della salienza della morte, aumenta l’autostima e il sostegno per la propria visione del mondo; - Rafforzare l’autostima e la visione del mondo porta ad una riduzione dell’ansia di fronte alla minaccia; - Minacciare l’autostima e la visione del mondo aumenta l’ansia. Inoltre, risulta che il pensiero della morte ha un effetto più forte rispetto ad altri pensieri negativi proprio perchè la morte è l’unico ostacolo futuro inevitabile. Il modello del processo duale prevede due tipologie di pensieri legati alla morte che si associano, a loro volta, a due tipologie di difesa messe in atto dalle persone. L’induzione della salienza della morte può avvenire tramite forme esplicite oppure attraverso dei prime subliminali di tipo implicito. I pensieri espliciti di morte istigano quelle che vengono chiamate “difese prossimali dirette”, che rimuovono il focus attentivo su tali pensieri, ma dopo un po di tempo, l’accessibilità ai pensieri di morte aumenta e con essa la probabilità di provare ansia. Vengono quindi attivate delle “difese distali simboliche” per ridurre l’accessibilità ai pensieri di morte, comportando la diminuzione di ansia e il terrore. La teoria della gestione del terrore è stata applicata in vari ambiti tra cui: - Quello della salute, in cui è stato sviluppato il modello TMHM; - Quello politico e di gestione di conflitti intergruppo. Infine, la teoria della gestione del terrore ha individuato due approcci per la gestione del terrore: aumentare l’autostima e la solidità dell’attaccamento per rendere le persone meno distruttive nella gestione del terrore; promuovere visioni del mondo che sostengono la tolleranza, la compassione e l’apertura mentale....


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