Hjelmslev: i fondamenti della teoria del linguaggio PDF

Title Hjelmslev: i fondamenti della teoria del linguaggio
Course Psicologia della comunicazione
Institution Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia
Pages 9
File Size 318.1 KB
File Type PDF
Total Downloads 8
Total Views 142

Summary

Riassunto del primo capitolo...


Description

Le basi della semiotica Capitolo 2 Louis Hjelmslev: i fondamenti della teoria del linguaggio Premesse teoriche Hjelmslev ritiene che i fatti linguistici possano essere studiati in modo esatto, ovvero in modo scientifico. Muove perciò dall'ipotesi che vi siano delle costanti nei fatti linguistici. Per trovare queste costanti la teoria dovrà seguire il cosiddetto principio empirico, cioè dovrà essere coerente, esauriente e semplice. La teroia fornisce un metodo, delle procedure per mezzo delle quali oggetti di una determinata natura possono essere descritti in modo coerente e esauriente. Il metodo di analisi linguistica non sarà basato sull'induzione, poichè il linguista deve partire dal testo integro e inanalizzato, deve considerare il testo come una classe e deve analizzarlo in componenti, procedendo poi alla verifica dei componenti dei componenti fino all'esaurimento dell'analisi. Si tratta di un movimento che H chiama deduzione, in senso differente rispetto a quello a cui siamo abituati. L'analisi deduttiva può essere raffigurata nel seguente modo:

Secodo H la

teoria deve essere indipendente da qualsiasi esperienza. Questo fattore determina l'arbitrarietà della teoria, e l'autore aggiunge che proprio per questa caratteristica la teroia non subisce il vaglio dei dati empirici. Tuttavia le premesse della teoria vengono poste sulla base di una certa esperienza e possono essere applicate a un gran numero di dati empirici. Questo fattore determina l'adeguatezza della teoria, e quindi il suo ancoraggio alla realtà empirica. Di fronte al problema epistemologico se sia la teoria a determinare e influenzare l'oggetto o viceversa, la risposta di H è che il movimento è bidirezionale: essendo arbitraria, la

teoria è arealistica, ma essendo adeguata, essa è realistica; essendo arbitraria la teoria si basa sul calcolo delle possibilità, ma essendo adeguata, essa è anche empirica. Secondo H la linguistica deve tentare di cogliere la lingua come una totalità autosufficiente. Il linguaggio, insomma, è sempre stato visto come un mezzo per arrivare a una conoscenza trascendente, mentre H vuole che diventi il fine di una conoscenza immanente. Ecco come H espone il principio di immanenza. Si tratta quidi di studiare la lingua in se e per se, indipendentemente da qualunque fattore extra-liguistico come il contesto socio-culturale o la psicologia dei parlanti e degli ascoltatori: si tratta di "chiudere" l'oggetto di analisi e concepirlo come totalità autosufficiente per tentarne una descrizione, e di trovare delle costanti rispetto alle variabili. La lingua, quindi, deve essere analizzata come un'entità autonoma di dipendenze interne: in una parola, come una struttura. H sottolonea che si tratta di una limitazione temporanea che non implica l'eliminazione di fattori essenziali esterni al linguaggio: si tratta inizialmente di descrivere in modo più semplice la struttura linguistica e poi proiettare questa struttura sui fenomeniche la circondano per spiegarli in modo soddisfacente. H non esclude il trascendente, cioè l'extralinguistico, stabilisce solo un ordine di procedura, fissando come prioritaria la descrizione degli elementi costanti e rimandando a un secondo momento l'analisi delle varianti.

L'analisi del testo L'analisi del testo deve essere il primo compito della teoria linguistica --> definita come la scomposizone dell'oggetto in oggetti più piccoli. Si definisce classe --> l'oggetto linguistico sottoposto ad analisi, e componenti della classe --> gli altri oggetti registrati da una sinngola analisi come dipendenti in maniera uniforme dalla classe e l'uno dall'altro.

I piani: espressione e contenuto Il primo passo dell'analisi consiste nello scomporre un testo linguistico in piano dell'espressione e piano del contenuto. Secondo la tradizione un segno è in primo luogo segno di qualcosa, ma secondo H il segno va pensato come un'entità generata dalla connessione fra un'espressione e un contenuto. Il contenuto è il complemento necessario dell'espressione. Il linguaggio resta doppio, è una struttura a due facce che implica contenuto e espressione. H li chiama i due piani del linguaggio. Il significante di Saussure diventa l'espressione mentre il significato diventa il contenuto. Quello che Saussure definiva segno diventa funzione segnica --> sottolinea la connessione tra gli elementi dei due piani. Bisogna solo verificare se la funzione segnica è una funzione interna o esterna al segno, e per capirlo H approfondisce la struttura della

funzione segnica elaborando il modello della stratificazione del linguaggio.

Materia, forma, sostanza Saussure aveva ipotizzato una massa amorfa prelinguistica articolata e formata dal linguaggio. H dice che questo concetto non è teoricamente corretto, perchè è impensabile che ci sia un contenuto di pensiero ancora informe che precede l'avvento della lingua. H concepisce piuttosto la materia dell'espressione e la materia del contenuto come "realtà" che hanno già una propria organizzazione e che sono analizzabili da diverse scienze: su queste materie si proietta una forma linguistica che consente di identificare delle sostanze linguistiche, la sostanza essendo materia linguisticamente formata. Si tratta quindi di una stratificazione strettamente legata alla teoria del linguaggio: di fronte a una materia che ha già una sua organizzazione indipendentemente dalla lingua, interviene una forma linguistica che si proietta sulla materia stessa delineando delle pertinenze linguistiche (sostanze).

Forma e sostanza dell'espressione H concepisce la materia dell'espressione come il continuum sonoro non ancora formato linguisticamente ma organizzato secondo criteri puramente fisici o fisiologici. L'autore pensa a una successione di suoni che possono avere una definizione acustica, ma non ancora fonetica. Siamo nell'ambito di un insieme di suoni classificabili come "vibrazioni dell'aria": un colpo di tosse, rumore di un tuono... . La forma linguistica organizza questa materia prevedendo spazi fonologici quali /a/ /b/.. . In virtù di questa articolazione si possono produrre delle sostanze linguistiche: [a] [b].. Quindi la forma dell'espressione articola la materia secondo schemi fonologici, e in virtù di questa pertinentizzazione della materia si possono produrre e riconoscere vocali e consonanti. H ricorda che le lingue formano la materia in modo arbitrario.

Forma e sostanza del contenuto Lo stesso discorso vale per il piano del contenuto. H concepisce la materia del contenuto come la molteplice "realtà" esterna: su questa "relatà" ogni lingua traccia le sue particolari suddivisioni all'interno della massa del pensiero amorfa, e da rilievo in essa a fattori diversi in disposizioi diverse, pone i centri di gravità in luoghi diversi e da loro enfasi diverse. Di fronte alla materia del contenuto ogni lingua impone arbitrariamente le sue suddivisioni rendendola sostanza. Una medesima zona di materia viene formata in modo differente da lingue diverse, e la materia in questa prospettiva viene prima - nel senso che è un presupposto-, ma solo dopo le varie formazioni linguistiche e culturali può effettivamente diventare la condizione di possibilità delle traduzioni. Forma e sostanza dle contenuto vanno differenziate perchè costituiscono diue tipi direlaizoni diverse. La forma del contenuto di un segno linguistico è considerata

indipendente dal su referente, quindi senza alcuna relazione con la materia. La sostanza del contenuto è costituita invece dal rapporto della forma linguistica con la materia. Il linguaggio è la forma di pensiero di ogni comunità linguistica, che opera le proprie classificazioni del reale e le organizza in pesnieri articolati seconod abitudini differenti da nazione a nazione. A questo punto possiamo dire che espresisone e conenuto presentanno lo styesso tipo di stratificazione, e che la funzione segnica - e così si risonde al problema di partenza- è una funzione "interna" che collega forma dell'espressione e una forma del contenuto: del resto "è grazie alla forma del contenuto e alla forma dell'espressione, e solo grazie a esse, che esistono la sostanza del contenuto e la sostanza dell'espressione rispettivamente, le quali si possono cogliere per il proiettarsi della forma sulla materia, come una rete che proietti la sua ombra su una superficie indivisa".

La funzione segnica si pone quindi a un livello formale, nel senso che non investe le sostanze con le quali i segni si manifestano. La sostanza dell'espressione e del contenuto si possono cogliere solo con il proiettarsi della forma sulla materia: Il segno è duqnue, per quanto possa sembrare paradossale, segno di una sostanza del contenuto e segno di una sostanza dell'espressione. E' in questo sesno che si può dire che il segno è segno di qualcosa. D'altra parte non vediamo nessuna ragione per considerare il segno soltanto come segno della ostanza del contenuto o soltanto come segno della ostanza dell'espressione. Il segno è un'entità a due facce. H si sofferma sui livelli della sostanza. La sostanza fonica ha diversi livelli: quello fisico, auditivo... Lo stesso discorso vale perla sostanza del contenuto, solo che in quello strato ciò che sembra fondamentale è l'insieme delle valutazioni adottate da una comunità, cioè quelli che H chiama gli apprezzameneti collettivi. Nella formazione e nella descrizione della sostanza dell contenuto l lingua converge con l'antropologia sociale. Pertanto il livello immediato della ostanza del contnuto è l'aprezzamento collettivo. Poi ci saranno necessariamente un livello socio-biologico e un livello fisico, cioè le disposizioni naturali e le capacità sensoriali che permttono agli individui appartenenti alla stessa comunità di creare e riprodurre gli elementi di apprezzamento.

Segni e figure

Qualsiasi sistema di segni può essere analizzato nei termini di una forma del contenuto e una forma dell'espressione. Ciascun piano deve poi essere analizzato partendo dalle parti di massima estensione per poi procedere a ulteriori segmentazioni. A questo proposito è necessario introdurre la distinzione tra segni e figure. I segni --> elementi del linguaggio che hanno un' entità corrispondente sul piano opposto, e sono composti da parti di segni o unità minime dette figure --> che non hanno un'entità corrispondente sul piano opposto. es. /Pero/ è un segno e ha un'entità corrispondente sul piano opposto, cioè un contenuto preciso Questo segno è composto dalle figure /p/ /e/ /r/ /o/ che non hanno entità corrispondenti sul piano opposto, nn hanno contenuto. H pensa che i segni debbano essere composti da un numero limitato di figure. Si dovranno pertanto analizzare il piano dell'espresione e il piano del contenuto separatamente. Una lingua è quindi organizzata in maniera che, grazie a un numero limitato di figure e a disposizioni sempre nuove di esse, si possa costruire un numero larghissimo di segni. Il ragionamento di H si basa sul fatto che le lingue abbiano delle articolazioni interne. Più precisamente, viene chiamato in causa il principio della doppia articolazione, secondo il quale le lingue hanno unità in sè prive di significato, che combinandosi danno luogo a unità di livello superiore dotate di significato. es. I suoni [a] [l] [b] [e] [r] [o] non hanno nessuno significato, ma uniti formano una parola dotata di significato ALBERO.

Gli assi: sistema e processo Per H pianodel'espressione e piano del contenuto vaanno analizzati secondo due assi: asse dl sistema e asse del processo. (due linee che si intersecano):

Sull' asse del processo si dispongono gli elementi che formano la catena del sintagma: es le parole si concatenano per formare le frasi ( /il/ + /falegname/ + /pialla/ + /la/ + /porta/) Il processo può essere definito come una gerarchia di funzioni logiche di tipo " un elemento e un altro e un altro" denominate funzioni di relazione.

L'analisi del processo prende il nome di partizione. Una partizione del processo porta a riconoscere delle catene a suddividere le catene a sua volta in parti. Catene e parti si distinguono solo in base a criteri relazionali: i segni possono essere parti rispetto alla catena della frase, ma le frasi possono essere parti rispetto alla catena di un periodo, e le lettere possono essere parti rispetto alla catena di una parola. Sull'asse del processo dunque gli elementi si congiungono per contiguità spazio-temporale e la relazione che si instaura è detta sintagmatica. Sull' asse del sistema si dispiegano invece gli elementi che potrebbero stare al posto di un elemento che è effettivamente presente in una particolare posizione del processo. A partire dall'ordine posizionale stabilito dal processo, il sistema indica le alternative possibili ai singoli componenti della catena ( /un/ potrebbe essere sostituito da /il/ ). Così un sistema si può definire una gerarchia di funzioni di tipo " un elemento oppure un altro oppure un altro" denominate funzioni di correlazione. L'analisi del processo prende il nome di articolazione. Un sistema si articola in categorie, una categoria si compone di un paradigma, un paradigma a sua volta si articola in un numero limitato di membri. Se sull'asse del processo la relazione tra gli elementi è in presentia, sull'asse del sistema la relazione è più astratta perchè ivi si dispiegano elementi che potrebbero stra al posto di altri, la relazione è dunque in absentia. In questo caso gli elementi del linguaggio hanno un rapporto di sostituzione, nel senso che nella catena sintagmatica si può mettere un elemento oppure un altro, quindi la relazione che si instaura è detta paradigmatica. H sottolinea che la rappresentazione grafica dei due assi è solo convenzionale, ciò che conta nel processo non è la direzione spazio-temporale, ma l'ordine posizionale. Gli elementi occupano delle posizioni precise e sono collegati secondo delle regole. L'ordine posizionale del processo è interno e non va confuso con la manifestazione esteriore nello spazio e nel tempo; vale a dire che non è una questione di "prima" e "dopo", ma una questione di compatibilità e condizionamento: gli lementi si implicano e si combinano secondo peculiari rapporti di dipendenza.

Le dipendenze Lo scopo dell'analisi è quello di scomporre l'oggetto in componenti più piccoli, tuttavia un esame attento della questione rende evidente che ciò che importa non è la divisione di un oggeto in parti ma uno svolgimento dell'analisi conforme alle intedipendenze tra queste parti e che ne renda conto adeguatamente. Gli oggetti sono intersezioni di fasci di tali dipendenze, cioè, si possono descrivere solo attraverso le dipendenze, e questo è l'unico modo per definirli e coglierli scientificamente. L'analisi consiste nella registrazione di certe dipendenze fra certi termini di un testo. L'analisi del processo e del sistema, quindi, deve portare alla descrizione dei rapporti tra

gli elementi linguistici, cioè dalle dipendenze. H propone una classificazione delle dipendenze (classificazione pag 65)

Invarianti e varianti:la prova di commutazione Lo scopo della glossematica è individuare la forma di una lingua, sia sul piano E che sul piano C, utilizzando la stessa procedura d’analisi per entrambi i piani. La commutazione: Piano E e piano C sono legati tramite la commutazione. Se i cambiamenti introdotti su un piano provocano trasformazioni sull’altro piano, abbiamo una mutazione e l’elemento in questione è una invariante. Se invece non provocano trasformazioni, abbiamo una sostituzione e l’elemento sostituito è una variante del sistema. Se la mutazione riguarda l’asse del processo, parliamo di permutazione. La fonologia individua le figure dell’espressione di una certa lingua attraverso la prova di commutazione. È il test per cui introduciamo artificialmente un mutamento nella catena di suoni che compongono una parola (piano E) e osserviamo se questo mutamento determina un cambiamento relativo nel significato della parola (piano C). In italiano /p/, /c/, /v/, /l/, /r/ sono fonemi distinti: la loro sostituzione in una serie di parole come quella che segue determina significati differenti: pane vs. cane vs. vane vs. lane vs. rane [i] (i breve) e [i:] (i lunga) non sono due fonemi distinti nella lingua italiana: il significato della parola “pino” non cambia allungando più o meno la pronuncia della /i/. [i] e [i:] sono varianti o allofoni del fonema /i/ a cui appartengono. Il fonema è anche detto invariante. La forma del contenuto di una lingua è data dalle unità minime o figure del contenuto in cui una lingua ritaglia la materia del mondo. Secondo Hjelmslev, per una “descrizione esauriente del contenuto” è necessario “spiegare e descrivere un numero illimitato di segni […] valendosi di un numero limitato di figure.” (ib.: 72). Per individuare le figure del contenuto usiamo, come sul piano E, la prova di commutazione: Possiamo trovare un inventario limitato di “atomi” del contenuto: figure che, combinandosi, costituiscano i significati. Consideriamo le seguenti entità di contenuto: montone, pecora, porco, scrofa, toro, vacca, stallone, giumenta, fuco, pecchia, uomo, donna e maschio, femmina, e ovino, suino, bovino, equino, ape, (essere) umano. Le prime dodici entità (scritte in corsivo) possono essere spiegate come combinazioni delle entità di contenuto espresse dalle parole che seguono (scritte in tondo). Ad es. montone = “ovino maschio”. Allora, possiamo eliminarle dall’inventario. Restano le figure del contenuto.Vediamo che lo scambio di un solo elemento con un altro comporta, in entrambi i casi, uno scambio sull’altro piano

della lingua. Maschio, femmina, ovino, suino, bovino, equino, ape, umano sono figure del contenuto, cioè unità minime che analizzano il contenuto delle parole in corsivo, ma che a loro volta non sono analizzabili in altre figure del contenuto. Secondo Hjelmslev, in questo modo l’analisi linguistica individua le componenti ultime anche sul piano C. L’analisi del contenuto di scrofa attraverso gli elementi “suino” e “femmina” non produce due figure del contenuto prive di un corrispettivo sul piano dell’espressione, ma attribuisce a questi due elementi del contenuto due espressioni nuove (“suino” e “femmina”). L’analisi del contenuto non produce equivalenze di segni linguistici con non-segni o figure, ma con altri segni linguistici (con altre parole dotate di un proprio significato). L’istituzione di equivalenze di segni con altri segni lascia il contenuto inanalizzato. Critica a H: Se l’analisi del contenuto produce equivalenze di parole con parole, il significato di queste ulteriori parole dovrà a sua volta essere analizzato, e così via, in un processo in linea di principio inarrestabile. La rappresentazione del C attraverso un inventario limitato e autosufficiente di componenti di significato è inadeguato a rendere conto della complessità e ricchezza del significato. Ad es. ciò che sappiamo del significato della parola uomo è molto più complesso, ricco e articolato della somma di componenti (maschio + essere umano + animato + adulto): può includere tutto il sapere di una data cultura relativamente al concetto di uomo. Critica alle semantiche a dizionario secondo cui il significato è dato da un’equivalenza con un insieme finito di tratti o componenti di significato.

Una tipologia dei linguaggi: sistemi semiotici e simbolici Il piano dell’espressione e quello del contenuto non corrispondono fra loro termine a termine Si distingue tra linguaggi (o sistemi) linguistici o biplanari – appunto non conformi e linguaggi (o sistemi) non linguistici o monoplanari: Es. semafori: verde rosso giallo corrispondono uno a uno a “passa” “alt” “attenzione”. Per essere una semiotica, un linguaggio deve essere non conforme e dunque biplanare La commutazione delle due figure /p/ e /c/ nella catena espressiva /…ane/ provoca una commutazione sul piano del contenuto tra i segni “pane” e “cane”, ma non nell’ordine dello stesso rango poiché da un lato si commutano delle figure (/p/ e /c/) e dall’altro dei segni (“pane” e “cane”). Attraverso la commutazione si dimostra quindi che i segni linguistici sono composti da figure (unità minime prive di significato) non commutabili con elementi dello stesso rango. I linguaggi linguistici sono...


Similar Free PDFs