Leopardi - La quiete dopo la tempesta PDF

Title Leopardi - La quiete dopo la tempesta
Course Letteratura Italiana
Institution Libera Università di Lingue e Comunicazione IULM
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Leopardi - La quiete dopo la tempesta...


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ANALISI DEL BRANO “LA QUIETE DOPO LA TEMPESTA” DAI CANTI DI LEOPARDI Il grande Idillio ”La quiete dopo la tempesta” fu composto nel 1829 e pubblicato nel 1831.! L’opera si divide in due parti, la prima è costituita dalla prima strofa ed è descrittiva, la seconda parte è formata dalle ultime due strofe ed è di carattere riflessivo.! Tra la prima e la seconda strofa (v.25) dell’opera si può notare lo stacco netto tra il mondo “idillico”, in cui Leopardi descrive il paesaggio con toni poetici e idealizzati, e le riflessioni filosofiche del poeta, derivanti dalle sensazioni che la natura fa suscitare in lui.! Il poeta descrive come gli abitanti di un villaggio, dopo un temporale, sono sollevati e ritornano alla loro vita quotidiana; il sollievo di queste genti fa sottintendere che la tempesta simboleggia un momento di difficoltà per loro, necessario però affinché possano percepire i piaceri che la vita offre. La gioia iniziale viene accantonata da Leopardi, in quanto ritiene che il piacere è illusorio e deriva da un momento precedente di dolore o tormento. Infatti, con l’espressione “piacer figlio d’affanno” (v.32) l’autore risponde alle domande presenti nella seconda strofa, in cui si interroga su come e in quale contesto sia possibile il piacere, spiegando che per arrivare al piacere è necessario sorpassare gli affanni, i momenti temuti o dolorosi che la vita ci fa sottoporre costantemente. Nella prima strofa, Leopardi descrive il paesaggio con tono idillico, ricco di piccoli dettagli ed elementi che sono in grado di dipingere nella mente del lettore un’immagine realistica, che può essere associata alla vita del lettore stesso (ad esempio vv.11-18). L’autore, utilizzando le immagini e i suoni lontani, rende l’atmosfera vaga e quindi piacevole, poiché si stimola l’immaginazione a creare un mondo non conosciuto, in cui l’uomo può provare piacere (esempi vv 2,7,9). Il componimento, quindi, manca di distinguibilità tra ciò che è vero e ciò che è illusorio; questa contrapposizione rende il testo dinamico e veritiero, poiché entrambi gli elementi sono necessari per comprendere ciò che nega agli uomini il piacere e come si possa, invece, arrivare alla felicità, attraverso il superamento del dolore (v.45-46). Le riflessioni riportate in questo testo confermano, ancora una volta, il pensiero pessimistico di Leopardi; tuttavia la natura non ha più il ruolo materialistico di far apprezzare all’uomo i piaceri della vita, ma viene vista come una “matrigna”, il cui unico scopo è quello di provocare dolore e sofferenza all’uomo !...


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