Leopardi - riassunto breve e concetti principali PDF

Title Leopardi - riassunto breve e concetti principali
Author Elia Lazzari
Course Letteratura italiana moderna e contemporanea
Institution Università degli Studi di Milano
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Summary

Riassunto per ripasso finale e fissare concetti...


Description

Pessimismo storico Ha iniziato analizzando il contrasto tra natura e razionalità, pensando: Natura→creare persone felici è il regno della bellezza, della fantasia, dell’entusiasmo eroico e della poesia. La ragione → è il principio della sventura umana, il regno della verità, distrugge i sogni e le illusioni, e impoverisce la poesia.Così la natura, la madre benevola, crea persone felici, ma con il progresso e la modernità la ragione distrugge le illusioni e fa andare l’uomo verso il destino inarrestabile del declino e della sventura. Teoria del piacere Uomo vuole piacere infinito ma l’uomo è finito e nasce perciò l'infelicità l’uomo va avanti tramite Le illusioni che ci dà la poesia Pessimismo cosmico Consapevolezza nasce dalla Maggiore consapevolezza del vero. La natura crea l’uomo perché soffra e neanche l’illusione della poesia ci salva perché è un piacere momentaneo. Collegato a questo c’è la poetica del vago e dell’indefinito che afferma che la poesia può usare parole che ci fanno pensare all’infinito e che ci illudono che la felicità possa esistere. Natura La natura benigna la natura inizialmente era benigna perché gli antichi essendo ingenui non si rendevano conto della realtà e vivevano in simbiosi con essa La natura maligna. La riflessione di Leopardi lo porta però a pensare che la natura mira alla conservazione della specie più che al bene dei singoli individui; egli deduce che il male rientra nel piano stesso della natura, che la natura stessa ha messo nell’uomo il desiderio di felicità senza dargli gli strumenti per soddisfarlo.

Leopardi Recanati nel 1798 Padre (Conte monaldo) sperpera e dal 1803 la madre regge le redini della famiglia, una donna dura severa e bigotta. Formazione a casa con ecclesiastici e tramite biblioteca del padre.( Per 7 anni studio matto e disperatissimo ) 1815 prima conversione dall'erudizione al bello. 1817 conosce Pietro Giordani che spinge a rompere con la famiglia e con le posizioni cattoliche della famiglia. 1819 passaggio dal bello al vero. 1822 va a Roma deluso dalla città e dai letterati presi solo dall’erudizione. 1824 operette morali (20 prose con argomento filosofico satirico e narrativo basata sull'aspetto critico della vita.) 1828 ritorno a Pisa “ritorna ala poesia” (Grandi idilli) 1836 scriverà ginestra a Napoli, considerata come suo testamento e dopo nel 1837 muore per colera. L’infinito

Primo e più famoso dei Piccoli idilli; intesa come espressione di un’avventura interiore nata dalla contemplazione della natura e annullamento della coscienza. In questo componimento non troviamo nessun riferimento al pessimismo.L’ostacolo della siepe che impedisce la vista e il rumore del vento stimolano la mente dell’autore;inoltre la siepe rappresenta anche il limite che gli impedisce di andarsene da Recanati; la siepe diventa poi la metafora della condizione esistenziale dell’uomo .Prima parte: nella mente dell’autore si trasfigura l’immagine del paesaggio familiare e immagina anche l’infinità dello spazio.Seconda parte: dal meditare il poeta passa a percepire il tempo che scorre e lo confronta con l’eternità. A Silvia Opera scritta dopo aver passato il periodo di profondo pessimismo. Il componimento è incentrato sulla figura di Silvia (probabilmente Teresa Fattorini, giovane di Recanati morta a 21 anni), simbolo di giovinezza e speranza. Il poeta si rivolge alla ragazza con tono affettuoso e cerca di rievocare i momenti felici dell’adolescenza, in cui si sperava nel lieto futuro. Ma la morte porta via con sé tutte le speranze, tutti i sogni. Ritroviamo nel componimento sia elementi autobiografici sia riflessioni sull’esistenza. Gli affetti e la rimembranza sono i due tempi principali di questo componimento, che è condotto attraverso due aspetti opposti: l’attesa fiduciosa delle speranze e quello della caduta delle speranze, dell’apparir del vero.

Dialogo della natura e di un islandese Fa parte delle operette morali. Islandese fugge dalla natura perché rende infelice gli uomini ma ne è perseguitato e ci si imbatte in Africa e la personifica. Dal dialogo emerge l’indifferenza della natura che afferma uno spietato materialismo: la scomparsa di un uomo o di una specie non la tocca perché è interessata solo a fare andare avanti l’esistenza tramite un ciclo di produzione e distruzione. L’islandese chiede a chi serva questo ciclo ma muore (doppio finale: arrivano due leoni e lo sbrano o muori in una tempesta di sabbia) e il dialogo rimane senza risposta. Le operette morali vengono censurate per i seguenti motivi: Critica l’antropocentrismo ponendo l’uomo all'interno del ciclo ma non al suo centro, critica la religione cattolica in quanto afferma la teoria del nulla che dice che non c'è nulla prima e dopo la vita e non vi è alcun disegno divino infatti secondo Leopardi a regolare tutto è il principio del male. Quiete dopo la tempesta Fanno parte dei canti e insieme al sabato del villaggio sono considerati un dittico cioè vanno visti assieme perché sono l’uno continuazione dell’altro e contengono due definizioni di piacere. La tempesta è un pretesto per parlare della morte della vita travagliata. Fino a verso 24 parte descrittiva e poi parte riflessiva. Il piacere è la cessazione del dolore perché l'uomo si illude di essere felice quando ha scampato il pericolo e non si ricorda nel suo dei suoi mali Sabato del villaggio La”donzelletta” rappresenta l’età giovanile mentre la “vecchiarella” quella adulta che ricorda ciò che faceva da giovane. Fino al verso 37 parte descrittiva poi riflessiva. Il piacere è l’attesa del giorno festivo, il sabato rappresenta la fanciullezza e la domenica la giovinezza....


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