Letteratura artistica schlosser bologna kultermann e appunti PDF

Title Letteratura artistica schlosser bologna kultermann e appunti
Author Roberta Conidi
Course Storia della critica d'arte
Institution Università di Pisa
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Letteratura artistica schlosser bologna kultermann...


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JULIUS SCHLOSSER MAGNINO Codifica la letteratura artistica nel 1924, parte da fonti secondarie ed indirette per estendersi a fonti scritte con intenzionalità. Vede la storia dell'arte come una disciplina storica. (1936 Storia della critica d'arte, Lionello Venturi ha un punto di vista più filologico.) 1912 pubblica i commentari di Ghiberti, editio princeps. Manoscritto trovato durante un lavoro di spoglio in Toscana. Uomo di cultura, legato alla scuola di Vienna, conosceva anche l'italiano.

LA LETTERATURA ARTISTICA La letteratura che si riferisce all'arte figurativa ha radici elleniche (periodo che inizia ad avere interesse per il tecnico e per l'arte) come le maggiori manifestazioni d'Europa. Dei primi scritti restano poche testimonianze, ma hanno avuto una forte influenza fino ai nostri giorni. Consideravano solo l'aspetto esteriore. ✖ Naturalis Historia di Plinio il vecchio: antica scienza, bibliografie, elenchi delle fonti delle quali non saremmo a conoscenza altrimenti. Arte considerata solo da un punto di vista secondario, ma ne è la tomba delle antiche conoscenze. Quadro dello sviluppo dell'arte antica. Influenza sui posteri. (modelli: Senocrate e Pasitele) Caio II Plinio appartiene all'ordine alto della gerarchia romana equestre. Consigliere di Tito e Vespasiano. Nato a Como nel 24, morto nel 79 durante l'eruzione del Vesuvio ("si immola per l'altare della scienza"). Grande erudito che decide di scrivere un trattato sulle scienze naturali in 37 libri tra i quali gli ultimi parlano collateralmente di argomenti artistici. Parlando dei minerali  pigmenti, pittura ed aplicazione, del marmo  Laocoonte (vedi appunti 30 settembre) e della creta  scultura. Spiega come l'uomo si sia servito della natura. Archetipo di molti altri scritti, grande diffusione anche di riassunti. Affascinò Petrarca. (manicula.) 1469 Editio princeps, incunabolo, prima veniva tramandato tramite trascrizioni. (molto presto, sta a significare una grande attesa di pubblico. Uno dei primi testi non religiosi.) 1476 tradotto in volgare. Contiene aneddoti tratti da Duride di Samo, attinge a diverse discipline e fornisce elenchi di artisti esposti per genealogie. Sviluppa una nuova modalità di rappresentazione della storia dell'arte mutuata da Cicerone e dal passato sviluppando una rappresentazione organica  parabolica (genesi/rinascita, crescita e decadenza.) Modello che riprenderà Vasari (che dice che nel Medioevo le arti erano morte, rinate-rinascimento con Giotto, maturate con Raffaello ed arrivate all'apice con Michelangelo. Il barocco porta il decesso.) Aneddoti che diventeranno normativi ed importanti per la conservazione dei concetti. (fanciulle di Crotone, Zeusi e Parrasio. Due topos dell'arte: gara tra artisti e l'inganno della percezione - quella umana superiore a quella degli animali.) ✖ De architettura di Vitruvio, completa Plinio. Catalogo di antichi scritti della letteratura, tramanda ai posteri le conoscenze dell'antichità. Lavoro tardo ed indiretto. Fonti latine continuamente ribadite fino all'800. (Settis scrive che in questi testi si intravvedono i resti di una letteratura antica altrimenti perduta) Marco Vitruvio Pollione 1 a.C. Trattato di architettura che assume una tale autorevolezza da essere chiamato "il Vitruvio". scritto intorno al 25 a.C. e mutuato dalla retorica di Cicerone è composto da 10 libri che si sono conservati interamente, fa riferimento all'architettura antica e del suo tempo. Latino di degna competenza tecnica, ma ha dato adito a difficoltà di interpretazione. Scritto in maniera disorganica seguendo i suoi interessi  illustrazioni a dimostrazione di quanto sapeva costruire, molte architetture greche (nel rinascimento trovate discrepanze tra illustrazioni e resti.) L'unica copia sopravvissuta è stata trovata a Londra nel IX (piena epoca carolingia  periodo di recupero classico. Verranno fatte delle copie corrotte dagli scribi circolando per tutto il Medioevo. Vera esplosione di interesse nel XV, rinascimento. 1486 editio princeps. 1511 iniziativa culturale: Fra Giocondo da Verona ne da alla luce una versione illustrata.

1521 volgarizzazione. 1556 Ermolao Barbaro eruduto di Venezia commenta Vitruvio affidando le illustrazioni a Palladio. Il decimo libro, sulle macchine, influenza i rinascimentali portandoli a grandi sperimentazioni. (Brunelleschi che a sua volta influenza Leonardo.) Contiene la grammatica degli ordini: solidità  firmitas, fondamenti. Utilità  utilitas, partizione. Bellezza  venustas. Tre condizioni base. L'architetto deve essere colto (benchè tecnico deve avere nozioni di matematica, geometria, anatomia, medicina, ottica, acustica, astronomia e legge) per progettare con scopo umano. - Cennino Cennini Artisti che tramandano la loro conoscenza dopo la pratica e l'esperienza. Diversa è la letteratura prodotta da profani, ambiente di amatori ed osservatori che considerano l'argomento dal punto di vista dell'impressione. ✖ Duride di Samo, tiranno IV a.C. (citato da Plinio) vivace interesse per il particolare, esteriore, biografico-aneddotico. Dove si sviluppava una vita artistica molto fiorente (vedi Firenze ed i Paesi Bassi) vi era l'inclinazione del pubblico di impadronirsi della vita e delle creazioni degli artisti per mezzo di aneddoti. In senso mitologico e di ingenua critica. Creazione e vita vengono spiegate congiuntamente. (aneddoti molto noti e ripetuti: Zeusi ed Apelle) - Cornelio Nepote, (citato da Plinio) carattere letterario. - guida della Grecia, Pausania. (citato da Plinio e Vitruvio). Precursore letteratura periegetica. (= di viaggi) Accanto a questi aspetti tecnico, storico e topografico (opera d'arte come un oggetto) c'è il filone letterario soggettivo dei poeti, dei retori e dei giornalisti che vedono l'opera d'arte come uno stimolo. - ekphrasis, articoli descrittivi, critica stilistica. Esercizi letterari in particolare di Filostrati.

LETT. ARTISTICA MEDIEVALE L'ORIENTE GRECO. Sviluppo su suolo bizantino grazie alla continuità della linfa. L'Oriente greco e l'Occidente latino erano andati per vie diverse sin da quando l'Impero era unito (es. numismatica). La divisione fu accentuata dalla creazione della nuova Roma, la città di Costantinopoli e resa ufficiale nel grande scisma con la separazione delle due chiese. Occidente in preda alle invasioni barbariche, allo sgretolamento, affermarsi delle diverse etnie, perdita di un'identità con uno sviluppo multiforme. Ha uno sviluppo parallelo al mondo slavo che trova il suo centro in Bisanzio. La letteratura artistica Orientale è quindi più chiusa e ci offre un solo esempio di letteratura sorta dalla pratica di laboratorio: - hermenia, fonte considerevole anche se deformata dalla edizione di un falsario. Quadro vivace sull'attività di bottega che fa abbondante uso del' exemplum. L'individualità scompare. Resta ininterrotto il rapporto con l'ekphrasis dove i limiti tra verità e finzione non sono spesso chiari. L'OCCIDENTE LATINO. Il Medioevo comincia in primis col raccogliere e recuperare i metodi di laboratori sia vecchi che nuovi. Unica letteratura artistica del Medioevo sono i trattati di tecnica. - agiografia, vite dei santi. - omiletica, raccolta delle prediche. (fonti con costanti riferimenti alle arti figurative.) - secreta, le botteghe elaborano raccolte di ricette da tramandare ad uso interno. - prontuari. - De coloribus et artibus Romanorum, Eraclio. Legato al glorioso passato, ai "romani". Sguardo a quello che fermentava in Italia. Plinio e Vitruvio sono stati citati ed usati in direttamente. Raccolta di ricette dal tardo romanismo al IX. Fusione tra esoterismo e ricette. (eraclio è una pietra) - Schedula diversarum artium, Teofilo. Scoperto da Lessing, è superiore agli altri ricettari per la sua struttura. Contiene un'ampia enciclopedia tecnica dell'arte del primo Medioevo come si sviluppava nei conventi. Ha riflessi bizantini con una fusione di esoterismo.

Proemio che comincia col peccato originale, composto da 3 libri con un tono rindondante ed ecclesiastico. Primo: ricette per la miniatura e la pittura murale. Secondo: fabbricazione del vetro e pittura su vetro. Terzo: fusione e metallotecnica (tecnica dell'avorio, pietre preziose e gemme.) - Jean Le Begue, compilazione del XV, ha copiato fonti antiche come Eraclio e Teofilo unendo anche ricette dei suoi contemporanei tramite gli appunti di Alcherio. Infine è stata aggiunta, dal francese, un vocabolario dei colori con annotazioni. - Livre de portraiture, Album, di Villard de Honnecourt, XIII. Libro appartenente alle fonti primarie dei monumenti stessi, intenti letterari di istituire una dottrina delle proporzioni, intende costruire la forma viva dentro forme geometriche. Conoscenza dell'intima natura dello stile gotico. Letteratura artistica poetica. - titulus, immagine e scritto sono totalmente congiunti. Didascalia esplicativa. - epigramma Vi è una scarsa traccia delle storia degli artisti del Medioevo, la bibliografia era coltivata solo da un punto di vista religioso quindi dell'artista si parlava solo nel caso in cui si fosse distinto dentro la chiesa. L'affermarsi della personalità dell'artista ottiene nuovo rilievo nel fiorente umanesimo. Vedi i sonetti di Petrarca sull'amico Simone Martini. La storiografia artistica fiorentina si ricollega al poema di Dante i famosi passi su Cimabue e Giotto. Per l'Occidente due luoghi erano venerati: Roma e la Terra Santa. Guide di interesse religioso per il pellegrino - letteratura periegetica, diffusa a partire dal XII tratta dei pellegrinaggi in Terra santa. "Periesi" filone storiografico che intorno ad un itinerario raccoglie notizie storiche, persone, popoli basate su esperienza diretta. ✖ mirabilia urbis Romae, XII. Grandi manoscritti. Lodi di Roma. Guide dei luoghi di culto, dei martirii arricchita da elementi mitologici. Seguiranno ininterrottamente fino al XVII. Vennero addirittura tradotti dai vari viaggiatori europei. I mirabilia sono dunque guide ai luoghi di culto, con cenni anche alla Roma pagana. Appartengono al periodo delle Gesta Romanorum e risolvono l'antichità in una fiaba. Spirito fiabesco del Medioevo ricco di favole allegoriche storico-morali (edificanti). Si sono protratti fino alle soglie del Barocco in forma ammodernata. Librettini molto ricercati stampati dal XV e sono tra i più antichi incunaboli.

LA TEORIA DELL'ARTE NEL MEDIOEVO Furono i Greci i primi a riflettere sulla teoria dell'arte e queste idee sono rimaste vitali a lungo. Sono tre complessi di pensieri che sommano queste considerazioni: - sfera dell'espressione artistica. Ha per oggetto la sostanza dell'arte. - Sfera dell'Impressione e dell'effetto dell'arte. Comprende il problema del "Bello" e del giudizio artistico. - Arte come qualcosa di divenuto. Un fenomeno storico. Il concetto greco è molto più ampio. In Platone le "arti" sono quelle che il Medioevo chiamerà artes mechanicae legate alla tecnica; facoltà di una produzione mutuata dalla tradizione e l'esercizio. Nel sofista Platone nega la creazione dell'artista che appartiene alla stessa classe dei giocolieri e producono immagini illusorie senza una reale esistenza. Ci danno copie di copie. l'apparenza dell'apparenza. Un pensiero che dominerà per tutto il Medioevo sarò Dante a renderla più degna nei suoi versi. Aristotele definisce l'essenza dell'arte. Il suo principio è un produrre che si distingue sia dal conoscere, sia dal fare. La creazione artistica sbocca in un prodotto reale su cui influisce la personalità del soggetto che la produce. Aristotele non consegna nessuna posizione particolare all'arte, gli è ignota l'idea di "bello" come caratteristica, più come imitazione.

L'antichità fu estranea ad un'idea di di fantasia artistica creatrice, libera ed indipendente. Alla scultura è sempre stata rimproverata la fatica e lo sforzo fisico e nel Rinascimento tornerà questa polemica sulla sua rozzezza e materialità. Su questo agisce sempre l'intellettualismo dell'antichità. Per Seneca i pittori e gli scultori erano servitori del lusso. L'idea dell'arte "bella" e dell'arte come "espressione" era estranea agli antichi. Furono loro ad analizzare il concetto di bello nell'arte e nella natura, ma non arrivarono mai ad una conclusione. Fu Kant (1724 - 1804) a porne la fine. Gli elleni si collegavano ad un determinato modello di bellezza fisica, virile, anche la bellezza femminile doveva avvicinarsi alle fattezze maschili. (vedi l'amazzone.) L'ideale naturale del corpo è descritto da Policleto nel suo famoso Canone, primo esempio di dottrina scritta delle proporzioni, arrivato a noi tramite Vitruvio. Inizialmente queste regole volevano avere solo uno scopo pratico, una guida, poi vi è stata letta un'influenza del pensiero greco filosofico con annessa speculazione dei pitagorici. L'ambiente neoplatonico si oppone a questi concetti. Con Socrate il bello assume un valore morale e Platone innalza la bellezza la regno delle idee. Aristotele sviluppa questi concetti fino a Plotino che riconosce dei principi spirituali alla forma ed all'imitazione artistica. Aristotele elabora questi concetti (arte bella, visione) investendo più da vicino la teoria dell'arte. Fonda 3 categorie estetiche: il bello, il piacevole ed il sublime. Vitruvio accosta a queste tre unità i tre stili architettonici dell'antica Grecia.

TEORIA E PRATICA NEL 300 TOSCANO triade dei grandi letterati del '300 ✖ La Divina Commedia, Dante Alighieri. 1308/1320 La sua opera poetica (Divina Commedia ed il canzoniere) raccoglie le idee (topoi) del Medioevo. La storia dell'arte fiorentina muove dalla Commedia. Fonti: Aristotele, san Tommaso e la poesia dei trovatori. Nel De Monarchia tratta dell'atteggiamento dell'artista verso la materia. Arte esiste in tre gradi: idea, tecnica e sostanza. L'arte è simbolo di valori superiori. Fantasia concetto estetico, ripreso anche da Cennini. ➝ Purgatorio - i Superbi. (appunti) Canto X Dopo essere entrati nel purgatorio, Dante e Virgilio iniziano una dura salita attraverso un sentiero stretto e ripido, che li conduce infine su un ripiano deserto, dove la parete destra del monte appare di marmo bianco, adorno di artistici bassorilievi  3 esempi di umiltà. La beltà di queste sculture supera Policleto, per lui summa della scultura antica (benchè non l'avesse mai vista, ma il mito era giunti fino a lui) e la natura. - La prima scultura presenta l'arcangelo Gabriele - che non sembra immagine che tace, così verace che annuncia la nascita di Cristo alla Vergine, la quale sembra rispondere con le stesse parole del testo evangelico: «Ecce ancilla Dei». Sembrano parlare, lui li saluta: "Ave!"  Topoi, motivo ricorrente. Forse pensa a Pisano. Forse pensa ad un titulo - didascalia esplicativa. Dante si lascia andare a giudizi estetici, Virgilio lo riprende dicendogli di guardare anche le altre 2, solo dalla visione complessiva avrebbe compreso ed imparato l'exemplum. - Il secondo esempio ricorda un episodio biblico, il trasporto dell'arca santa ordinato, da Davide, che precede la solenne processione cantando e ballando in segno di umile gioia. - L'ultima scena è tratta dal mondo romano e riprende una leggenda molto diffusa nel Medioevo, l'incontro di Traiano e della vedova che invoca da lui giustizia contro gli uccisori del figlio prima che egli parta per la guerra: alla fine l'imperatore, riconoscendo giusta questa richiesta, accontenta la donna. Mentre Dante è ancora intento ad osservare queste opere, create direttamente dalla mano di Dio,

avanza verso di loro una schiera di anime oppresse da pesanti massi: sono coloro che in vita si abbandonarono alla superbia. il fulcro del canto alla parte centrale dedicata agli esempi, spiegandolo come altissima esaltazione dell'arte, al di là di ogni altra preoccupazione. Canto XI Nel primo girone, dove si sconta il peccato di superbia, i penitenti recitano la preghiera del« Pater Noster », invocando l'aiuto di Dio per sé e per coloro che sono rimasti sulla terra. A Virgilio, che ha chiesto la strada più breve per giungere al passaggio che porta al secondo girone, risponde una delle anime, che, in un secondo tempo, rivela di essere Omberto Aldobrandeschi, appartenente ad una delle più note famiglie nobili della Toscana: l'orgoglio per l'antichità della sua stirpe e la grandezza delle azioni dei suoi antenati gli fecero dimenticare che la terra è la madre comune di tutti, spingendolo a disprezzare il suo prossimo. Intanto un altro penitente, girandosi con penosa fatica sotto il masso che lo opprime, riconosce Dante, che ritrova così, nella prima cornice, l'amico Oderisi da Gubbio, famoso miniatore del tempo, Dopo avere ricordato che la sua fama è ora stata oscurata da un altro artista, il bolognese Franco, Oderisi enuncia una legge alla quale nessuno si può sottrarre: vana è la gloria alla quale gli uomini tendono con tutte le loro forze, perché essa scompare subito se non è seguita da un periodo di decadenza. Così nella pittura Giotto ha sostituito Cimabue, e nella poesia Guido Cavalcanti è ora più famoso di Guido Guinizelli, ed è forse già nato chi sovrapporrà la sua alla loro voce. Un altro esempio storico della brevità del mondan romore è offerto dalla vicenda di Provenzano Salvani, un tempo signore di Siena e ora pressoché dimenticato. Il canto si chiude con il ricordo di una grande azione di umiltà compiuta da Provenzano per salvare la vita di un amico. Dante fa due esempi, uno di pittori ed uno di poeti per dirci che ai tempi di Giotto la pittura assume un nuovo lavore. "Ut pictura poesis"  pittura come la poesia, l'una come l'altra. Motivo dell'allievo che supera il maestro, alle spalle di questo motivo vi è Plinio. Topos classico. Cimabue e Giotto saranno i prefondatori della pittura in senso moderno. Dante getta le basi per una rappresentazione dell'arte, un modello sul quale si svilupperà la storia dell'arte. Versi con ampio eco, Vasari partirà da Giotto e Cimabue (che hanno assunto il primato di nascita delle arti. Dante conclude il Purgatorio nel 1315, i glossatori aggiungeranno molto su Cimabue e Giotto. Dante attinge dalla pittura e non dalla scultura  preminenza della pittura. Grande dibattito del 500  gerarchia delle arti, che le divide in minori e maggiori.

✖ Canzoniere, Petrarca (1304/1374). Figura rivalutata nel corso degli ultimi decenni. Sonetti con Topos, ricorrenti nella ritrattistica. Apprezzava tanto Giotto, molto menzionato nelle Familiares. Nel suo testamento lascia una madonna di Giotto, considerata da lui "pulcherrima" a Francesco da Carrara. Importante è il suo rapporto con Simone Martini, conosciuto ad Avignone negli anni '30. Incontro testimoniato dalla miniatura del frontespizio del codice di Virgilio, l'Eneide commentato da Servio. Servio, il commentatore di Virgilio, scosta la tenda per mostrare il sommo poeta che scrive sotto un alloro, mentre nella scena sono presenti un pastore, un contadino e un soldato, come metafora dei temi pastorali, bucolici ed epici cantati nell'opera. Petrarca scrive che Simone Martini ha reso grande Siena come Virgilio ha reso grande Mantova e gli commissiona, dopo la morte di Laura, un ritratto su carta, ora perduto, arrivato a noi solo con la descrizione nei suoi sonetti. (ritratto  rarità. Nel Medioevo si erano persi i valori fisionomici in favore di quelli tipologici, non esisteva la verisimiglianza.) « Ma certo il mio Simon fu in paradiso, Onde questa gentil donna si parte; Ivi la vide e la ritrasse in carte, Per far fede quaggiù del suo bel viso »

Primo sonetto: il ritratto del "mio Simon" (familarità) è talmente bello che nemmeno Policleto avrebbe saputo fare altrettanto. Talmente bello che Simone deve averla vista in paradiso.  idee Neoplatoniche. La bellezza è extrasensoriale, non compromessa dalle cose terrene. Ci dà nozioni

anche sulla realizzazione: pittura su carta. Secondo sonetto: meno filosofico con elementi che ricorreranno fino al 1500. Più concreto. Parla della commissione, dice che le uniche cose che mancano al ritratto sono la voce e l'intelletto. Topoi del ritratto che sembra vero. Questi elogi influenzano Vasari nel 1550 (prima ed. Torrentiniana) quando scrive la vita di Simone Martini. Giustifica la sua fama sulla base dei sonetti del Petrarca. Ricorrono anche nella seconda edizione, la giustiniana. Ebbero grande fortuna critica. Sonetti  valori archetipici del ritratto, risurrezione del ritratto, gr...


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