Appunti - Letteratura Italiana - Petrarca PDF

Title Appunti - Letteratura Italiana - Petrarca
Course Letteratura Italiana
Institution Università Cattolica del Sacro Cuore
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Appunti completi con integrazione del libro per l'esame di letteratura italiana dell'università Cattolica di Milano. ...


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FRANCESCO PETRARCA Nacque ad Arezzo nel 1304 e muore nel 1374 ad Arquà. Petrarca fu un uomo fortemente irrequieto, l'inquietudine dell'uomo che emerge nella sua vicenda esistenziale si intreccia all'inquietudine dello scrittore incapace di risolvere sé stesso in una sola impresa o vocazione e impegnato nella perpetua e contraddittoria ricerca di soluzioni sempre nuove. Petrarca ha un amore per la letteratura, lettura e scrittura. ogni iniziativa umana secondo Petrarca deve prendere le mosse della lettura cioè dallo studio affinché il nutrimento della cultura, tenacemente assimilato consenta al pensiero e alle opere di svolgersi in maniera adulta e autonoma. L’uomo cresce e si afferma attraverso il confronto con i propri maestri. La vita e la letteratura si intrecciano nella costruzione della sua personalità: i libri propri e altrui sono i più fidati compagni con i quali egli intrattiene una continua conversazione perché siano fonti e testimoni del suo progresso umano e intellettuale. IL CANZONIERE Petrarca iniziò a scrivere poesia d'amore in volgare negli anni dell'adolescenza. Nell'agosto 1342 ci fu la prima raccolta unitaria. Stesura definitiva nel 1374, l'anno della sua morte. comprende 366 poesia tante quanti sono i giorni di un anno bisestile che rappresenta l'arco della vita umana. Petrarca vuole trasmettere al lettore due messaggi: la misura del libro equivale alla misura della vita umana, delle passioni e degli ideali della vita. ogni poesia rappresenta un girono e in esso un momento della crescita interiore del soggetto che scrive. il canzoniere è una raccolta di frammenti e tale è il titolo che sceglie Petrarca-. è un diario dell'amore del poeta per laura. le singole poesia scandiscono le varie tappe dell'esperienza sentimentale. illustra un processo di evoluzione emotiva e spirituale. il secondo livello è la storia d’un’anima racconta la vita esteriore ma anche interiore dell'autore. un terzo ed estremo livello, l'opera racconta la storia di sé stessa. Petrarca impiega la poesia per celebrare la poesia stessa. Petrarca applica un criterio: prima le poesie sulle passioni giovanili poi sugli affetti e le preoccupazioni dell'età avanzata. utilizza un linguaggio che sia facile, piacevole e duraturo ed essenziale. complessità di significati corrispondere l'equilibrio della scrittura. Petrarca nel canzoniere applica 5 metriche: sonetto, canzone, sestina, madrigale e ballata. VOI CH'ASCOLTATE IN RIME SPARSE IL SUONO è la prima delle poesie del canzoniere, ha il compito di presentare la raccolta introducendo il lettore alla comprensione dei contenuti dell'opera. anticipa i motivi basilari attraverso una rassegna degli argomenti che saranno sviluppati nelle liriche successive. il tema è il sentimento amoroso di Petrarca per Laura. Petrarca costruisce un testo prefazione in cui l'amore è inteso come delitto e come peccato da cui prendere le distanze. Petrarca si sforza di applicare con originalità d’efficacia le regole che la grammatica e la retorica del suo tempo prescrivevano riguardo l'esordio di ogni opera. voleva catturare l'attenzione del lettore, indicare il genere letterario dell'opera e anticipare gli argomenti destinati ad essere approfonditi. Petrarca rivolge il suo invito per sollecitare la curiosità e la partecipazione nei confronti della sua vicenda amorosa. tra autore e lettore si stabilisce un patto di corresponsabilità: i lettori sono coinvolti in prima persona in quello che leggono poiché sanno che l'itinerario di crescita compiuto da Petrarca deve essere fatto da ogni uomo che voglia realizzare sé stesso. i versi della prima parte del sonetto indicano che le poesie riflettono sui sospiri dell'età giovanile, sulle manifestazioni del sentimento amoroso. la grande invenzione di Petrarca è di mettere il canzoniere sotto il segno della palinodia ovvero la sconfessione e il pentimento. il poeta manifesta due tappe essenziale della sua vicenda; la follia dell’adolescenza e la saggezza della maturità è presente un’antitesi tra i due stati d'animo.

PARAFRASI: voi che ascoltate in poesie sparse il suono di quei sospiri con i quali nutrivo il cuore al tempo del mio primo errore giovanile quando in parte ero un altro uomo rispetto a quello che sono: dalle varie forme poetiche nelle quali piango e ragiono tra le vane speranze e il vano dolore, spero di trovare pietà, non solo perdono, dove si sia qualcuno che conosca l'amore per averlo provato. ma vedo ormai come fui per tutto il popolo deriso da gran tempo, per cui spesso mi vergogno di me stesso; e il frutto del mio amore impossibile è la vergogna, il pentimento e la chiara consapevolezza che tutto quello che piace al mondo è vano. figure retoriche: chiasmo tra la prima e la seconda quartina, apostrofe ( vi ch'ascoltate),enjambement ( il suono di quei sospiri), metafora (nutriva il cuore), antitesi (lo scarto tra passato e presente, 'uomo diverso da quello che è ora), parallelismo con anafora ( vane speranze e van dolore), metafora con allitterazione della F ( favola, fui), allitterazione della m ed e ( meco medesimo meco mi), allitterazione della v ( veggiar vergogna), metafora( vergogna è l'frutto), allitterazione della c ( in conoscer chiaramente), polisindeto ( e del mio... verso 12-14) ERA IL GIORNO CH'AL SOL SI SCOLORARO è il terzo sonetto del canzoniere dedicato alla commemorazione del momento dell'innamoramento che avvenne il 6 aprile del 1327 nel giorno della settimana santa il venerdì. dedicato dalla liturgia cristiana al ricordo della passione di Gesù. laura viene qui esplicitamente evocata attraverso il richiamo ai suoi bellissimi occhi che procurano al cuore del poeta una ferita insanabile, proprio quando tutto preso dalle celebrazioni religiose egli è assolutamente impreparato a una simile avventura. il momento della morte di cristo viene a coincidere con quello della nascita dell'amore di Petrarca per laura. proprio la sorpresa dell'imprevedibile irruzione di amore costituisce il primo tema della poesia. l'innamoramento coglie sempre alla sprovvista e perciò si trasforma immediatamente in una prigione psicologico-sentimentale che lega il destino del amante a quello dell'amata. il fatto che amore ferisca il cuore, muovendo dagli occhi della donna passando attraverso gli occhi di Francesco obbedisce alla tradizione fenomenologica della nascita della passione di cristo. amore dopo aver catturato il cuore del poeta non colpisce quello della donna creando così un'asimmetrica dagli effetti devastanti. la lirica inizia così a raccontare sotto forma di diario sentimentale le tappe della vicenda amorosa. parafrasi: era il giorno in cui al sole si oscurarono per la pietà nei confronti del suo Creatore, i raggi, quando io fui catturato, proprio mentre non stavo in guardia, poiché i vostri begli occhi, o donna, mi legarono, mi fecero prigioniero. non mi sembrava quello il tempo di cercar riparo contro i colpi che amore poteva arrecarmi: perciò andai sicuro, senza sospetto alcuno: e da quel momento i mei tormenti iniziarono in mezzo al dolore comune per la morte di cristo. amor emi trovò del tutto inerme, attraverso gli occhi trovò aperta la via per il cuore, quegli stessi occhi che sono diventati oggi porta è varco per le lacrime. del resto, a mio parere non fu un atto onorevole da parte di amore colpire me con una freccia ridotto in quella condizione ed a voi, armata, non mostrare neppure l'arco. FIGURE RETORICHE: enjambement ( tempo non mi parea...andai, secur... guai) metafore ( mi legaro, colpi d'amor, disarmato..armata) perifrasi ( il giorno ch'al sol si scoloraro.. i rai), dittologia ( uscio et varco), antitesi ( ferir me.. non mostrar pur l'arco), secur, senza sospetto (allitterazione) MOVESI IL VECCHIEREL CANUTO ET BIANCO

in questo sonetto Petrarca paragona sé stesso a un vecchietto che abbandona la famiglia e la patria per intraprendere il viaggio per recarsi in pellegrinaggio a Roma dove desidera contemplare la veronica. allo stesso modo, lontano dalla donna amata Petrarca va ricercando nel viso di altre donne il riflesso dell'immagine di lei. questo costituisce a tutti gli effetti la radice profonda dell'analogia che la poesia intende esibire: come l'anziano uomo indirizza le sue forse, i suoi desideri e la sua volontà in nome della propria fedeltà a cristo così Petrarca fa con laura. la gamma di espressioni affettive e ricche di pathos utilizzate nella prima quartina con alternanza di vezzeggiativi e aggettivi serve a indicare l'intensità emotiva della figura del vecchietto che nonostante il dolore del distacco è risoluto a raggiungere la sua meta. il vecchierello conosce il punto di arrivo del suo viaggio mentre l'io del poeta per effetto della lontananza dell'amata è indotto a cercare in altri un riflesso della bellezza di laura. il motivo centrale della seconda quartina è la fatica del viaggio che l'uomo becche vecchio non tema di intraprendere. parafrasi: il vecchietto canuto si allontana dal suo dolce paese, dove ha trascorso tutta la vita, e dalla sua famiglia, commossa dal vedere il caro padre che parte; da lì, trascinando a fatica le vecchie membra per le ultime giornate della sua vita, si fa coraggio quanto più può con la buona volontà, esausto per l'età e affaticato dal cammino: e viene a Roma, seguendo il suo desiderio di vedere il cosiddetto velo della veronica, l'immagine di cristo che spera di poter vedere di nuovo il cielo, dopo la morte; allo stesso modo a volte cerco io, laura, per quanto possibile in altre donne la vostra tanto desiderata immagine. figure retoriche: anastrofe( ha sua età fornita), sineddoche( fianco), chiasmo (rotto dagli anni e dal cammino stanco), perifrasi ( colui/ch'ancor lassù nel ciel vedere spera) SOLO ET PENSOSO I Più DESERTI CAMPI il sonetto mette di fronte al lettore una situazione che appartiene al tempo in cui l'amore di Petrarca per laura è al culmine, il poeta che rappresenta ogni giovane uomo innamorato avverte dentro di sé la forza della passione e questa quando la donna desiderata è assente lo spinge a cercare l'isolamento, la solitudine. il sentimento d'amore si traduce in desiderio di fuga; l'uomo innamorato evita la compagnia dei suoi simili poiché essa gli provoca fastidio e repulsione e predilige i luoghi disabitati. l'innamoramento evita gli altri poiché non vuole che essi conoscano il segreto sentimento che tiene nell'animo solo con sé stesso egli in realtà non è solo, perché si scopre in compagnia del proprio amore, che pulsa più forte quando non ci sono distrazioni esterne. il contenuto di questo sonetto poggia su alcuni temi principali. la seconda quartina mette a fuoco il motivo centrale del testo: l'innamoramento si rifugia nella solitudine perché ha paura che il suo sentimento sia scoperto dagli uomini che lo circondano e che diventi argomento di pettegolezzo. Petrarca aveva osservato che la sua passione amorosa in età giovanile era stata motivo di ironia alle sue spalle qui gli precisa che ogni innamoramento ricerca la solitudine. l'amante cerca rifugio e scampi tra i muti testimoni del suo travaglio esistenziale, i monti, i fiumi... il secondo nucleo argomentativo è l'innamorato quando non può essere in compagnia della donna che desidera cerca la solitudine perché lo stare solo gli appare come un possibile rimedio ai propri tormenti interiori. in conclusione consegna al lettore l'immagine di una passione che isola dal mondo. parafrasi: solo e pensieroso i più deserti campi percorro a passo lento e tengo gli occhi attenti affinché io possa fuggire i luoghi segnati da piede umano. non trovo altro riparo per salvarmi dal fatto che la gente comprende perché negli atti privi di allegria si legge esteriormente come io dentro ardo, tanto che io credo ormai che sia i

monti, le pianure, i fiumi e i boschi sappiano di che tenore sia la mia vita, che è nascosta agli altri. ma tuttavia vie così impervie e solitarie non so cercare, che amore non venga sempre a parlare con me ed io con lui. figure retoriche: iperbato( et gli occhi..) antitesi( atti di allegrezza spenti/ di fuori si legge com'io dentro..) metafora( vo mesurando, com'io dentro avampi), polisindeto ( monti et piagge/et fiumi et selve sappian..) anastrofe ( ma pur si apre vie ne si selvagge cerca non...) personificazione ( ch'amore non venga sempre ragionando...), allitterazioni ( solo et pensono i più deserti campi. PADRE DEL CIEL, DOPO I PERDUTI GIORNI il sonetto contiene una preghiera rivolta a dio affinchè in occasione dell'undicesimo anniversario dell'incontro con laura faccia al poeta la grazia di liberarlo da un amore peccaminoso e angosciante e lo incammini sulla strada della salvezza spirituale. il sonetto trascrive il colloquio di Petrarca con dio nel giorno dell'anniversario dell'innamoramento ma anche della passione di cristo che ha riscattato con il sangue i peccati degli uomini. sviluppa la miscela di sacro e profano. una domanda di misericordia che coincide con una preghiera affiche sia dio stesso a liberare il cuore di Petrarca da una passione amorosa che se pure avvertita come peccaminosa e ingiusta è di tanto superiore alle sue forze alla sua ragione e alla sua volontà che sa solo non sa ne sa allontanare. non si può escludere che agisca sulla memoria di Petrarca anche il ricordo di un passo della preghiera di sinone. gli undici anni della propria passione amoroso sono qui definiti da Petrarca in maniera inequivocabile cioè turbati dal continuo affanno procurato. la bellezza e la grazia della donna tali da essere la causa della sua infelicità sono lo specchio cui si riflette la natura ingannevole di ogni affetto terreno. sì comprende l'identificazione di amore con il diavolo; l'avversario o nemico assoluto, le cui reti sono tese come tranello per ingannare l'uomo attirandolo con beni falsi e menzogneri come l'amore per la donna. parafrasi: padre del cielo, dopo i giorni sprecai, dopo le notti trascorse vaneggiando, in compagnia di quel desiderio spietato che divampò nel mio cuore, contemplando i gesti per mia sventura tanto seducenti, fa sì che con la tua potenza che finalmente io mi rivolga verso una vita diversa, e verso imprese più degne, in modo che dopo aver teso invano le sue reti, il mio aspro avversario fallisca. Signore mio, ora si compie l'undicesimo anno da quando fui sottomesso all'opprimente giogo che con i più arrendevoli è ancor più crudele. miserere della mia sofferenza, insegna di un uomo; riconduci verso una meta più degna i pensieri vaneggianti, ricorda loro che oggi ricorre il giorno della tua crocefissione. figure retoriche: chiasmo ( perduti giorni, notti spese, pensier vaghi e miglior luogo)anafora (dopo), antitesi( gironi e notti)metafore( s'accese, lume, avendo le reti indarno tese, il mio duro avversario, dispietato giogo, miglior luogo)parallelismo( ad altra vita et a più belle imprese. POR MIRAR POLICLETO A PROVA FISO in questo sonetto Petrarca celebra il ritratto di laura dipinto per lui dal pittore Simone. il sonetto è finalizzato a celebrare oltre che la bellezza paradisiaca di laura la qualità propriamente divina della creazione artistica di Simone martini. Simone è arrivato ad afferrare ed esibire l'essenza stessa della donna, la sua anima. è solo l'esperienza mistica magica può consentire all'artista di scorgere al di sotto del velo corporeo il temperamento interiore della donna. laura è una creatura del paradiso di lì discesa sulla terra e come tale viene percepita dal poeta come già era stato detto a proposito di beatrice. si accenna al velo che le membra del corpo dormano il quale impedisce la contemplazione della vera bellezza interiore della natura umana. la bellezza esteriore e

sensibile costituisce dunque un ostacolo peraltro fragile e caduco come tutti i beni terreni, solo Simone e Petrarca riescono a superare per giungere a godere la quintessenza ineffabile ed eterna della donna. parafrasi: policleteo e tutti gli altri che furono famosi nell'arte del ritratto, se in gara tra loro guardassero attentamente non riuscirebbero a vedere che una minima parte della bellezza che ha conquistato il mio cuore. ma di sicuro il mio Simone poté salire fino in cielo di dove la mia donna proviene; lì la vide e poi ne fece il ritratto su pergamena per dare testimonianza qui, sulla terra della bellezza perfetta del suo viso. il ritratto fu di quelli che si possono concepire solo in cielo non quaggiù sulla terra, dove le membra del corpo costituiscono una barriera che impedisce di osservare l'anima. Simone fece un atto di cortesia, ne avrebbe potuto farlo in seguito quando discese sulla terra e la potenza del suo sguardo fu contaminata dai limiti propri di ogni cosa mortale. figure retoriche: ERANO I CAPEI D'ORO A L'AURA SPARSI in questo sonetto Petrarca ritrae laura offrendo ai lettori alcuni dettagli che alludono alla sua suprema bellezza. descrive la donna attraverso tre stadi successivi: dapprima rivela con un gioco di parole il nome dell'amata e poi evidenza alcuni particolare del suo aspetto infine celebra gli effetti che simile creatura produce dell'animo dell'amante. Petrarca introduce l'elemento centrale del cannoniere, laura. il profilo di laura è messo a fuoco da Petrarca in modo stilizzato e astratto tanto da alimentare il dubbio che la fanciulla fosse solo un’invenzione. il travestimento idealizzato dell'ipotetica donna reale finisce per esaltarne la preziosa artificiosità con implicito ricordo del sonetto dantesco. si tratta di un elemento letterario che Petrarca rinnova e trasforma, compare il motivo della fuga del tempo della precarietà dell'esistenza che bilancia la descrizione della bellezza celestiale di laura e inserisce la donna angelo in un contesto del tutto umano. laura si afferma come un personaggio simbolico che incarna le più nobili ed elevate ambizioni di ogni uomo ovvero la conoscenza della verità e la perfezione morale. parafrasi: i biondi capelli erano sparsi al vento, che li avvolgeva in tanti dolci giri, e la luce di quegli occhi, che ora sono così privi di luminosità, splendeva straordinariamente e il viso mi sembrava assumere un'espressione di benevolenza nei miei conforti non so se in realtà o per mia illusione: io che avevo in cuore la predisposizione ad amare, cosa c'è da stupirsi se subito arsi d'amore? il suo incedere non era quello di un corpo mortale, ma di uno spirito angelico, e la sua voce aveva un suono diverso da un soltanto umana; una creatura del cielo, un sole vivente fu quello che vidi; e anche se adesso non è più così bella, di certo la ferita procurata da una freccia non si risana solo perché l'arco, dopo il colpo, si allenta. figure retoriche: metafora( d'oro, ardea, esca amorosa) anastrofe ( a l'aura sparsi, farsi, non so se vero o falso mi pare, non era l'andar suo) iperbole (mille dolci nodo mi avolgea) iperbato ( e l'vago lume oltra misura ardea di quei begli occhi) chiasmo( uno spirito celeste, un vivo sole) antitesi( non era l'andar suo cosa mortale/ma d'angelica forma) enumerazione ( i capei.. e l'vago lume...e l'viso) CHIARE, FRESCHE ET DOLCI ACQUE L’autore insieme a laura evoca il paesaggio naturale di Avignone, dove egli risiedeva negli anni del suo soggiorno francese, il poeta sembra scrivere il testo con il ricordo di una giornata vissuta con la donna amata, richiamando un bagno estivo nelle acque del fiume sorga. Le linee tematiche svolte sono tre: nella prima Petrarca sottolinea

la corrispondenza esistente fra la bellezza della natura e il fascino della fanciulla, nella seconda tematica Petrarchesca dopo aver ricordato le gioie provocate vicino all’innamorata, lamenta che laura lo ha abbandonato senza più corrispondere ai suoi sentimenti, nella terza tematica esprime il desiderio che la donna si ravveda e compianga di aver trascurato un legame pieno di promesse se ciò avverrà forse sarà troppo tardi e a laura non resterà che piangere sulla tomba del suo giovane amante, ucciso dal dolore del tradimento. Ai tre tempi della storia corrispondono PASSATO, PRESENTE E FUTURO. I tre nuclei tematici della poesia non sono in una successione lineare. Parafrasi: acque limpide e fresche, dolci nella memoria, dove il suo bel corpo pose laura, colei che a me sembra l’unica degna di essere definita donna; nobile ramo, dove volle appoggiare il bel fianco come a una colonna; erba e fiori che la veste leggiadra e l’angelico seno di laura ricoprivano; atmosfera serena e resa sacra dalla presenza di laura, dove amore grazie agli occhi di le...


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