Letteratura Italiana – Prof.Chiecchi PDF

Title Letteratura Italiana – Prof.Chiecchi
Course Letteratura italiana
Institution Università degli Studi di Verona
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appunti di letteratura italiana ...


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Chiara Zecchini Letteratura Italiana parte I – Prof. Giuseppe Chiecchi Modalità d’esame: esame scritto – no crocette ma domande 3 aperte in un’ora e mezza. Dante ➝ esilio è ciò che determina l’atteggiamento di Dante – pellegrino nel suo viaggio nell’aldilà; sposa Gemma Donati (di un ramo collaterale). Critica della società fiorentina: la borghesia finanziaria si insinua nei borghi fuori dalla città, sfrutta le ricchezze però alcuni non sanno amministrare l’economia antica; la nobiltà cittadina non ha più potere a Firenze e Dante ne rimane deluso – tutto ciò causa una perdita della MODESTIA e delle RICCHEZZE della città che è portata a cupidigia, imbrogli ed avarizie, con conseguenti lotte civili tra i cittadini. Entra nella cerchia degli Stilnovisti, fondata da Guinizzelli.

Paradiso canto XV ➝anime luminose, croce dei crociati, un’anima scende, il trisavolo: Cacciaguida (“un ritorno per soddisfare la nostra felicità”) = il passato è migliore e sta tutto negli antenati. Dante può capire il perché della sua esistenza e del suo esilio: Firenze è la città, il Comune che rappresenta la famiglia, il fiume dal quale i cittadini bevono.

Dal verso 93:

mio figlio fu e tuo bisavol fue: ben si convien che la lunga fatica tu li raccorci con l’opere tue. Fiorenza dentro da la cerchia antica, ond’ella toglie ancora e terza e nona, si stava in pace, sobria e pudica. Non avea catenella, non corona, non gonne contigiate, non cintura che fosse a veder più che la persona. Parafrasi:

[…] fu mio figlio e il tuo bisnonno: è opportuno che tu abbrevi la sua lunga fatica con le tue preghiere. (Ai miei tempi) Firenze era ancora racchiusa nell'antica cinta muraria, da dove sente ancora le ore canoniche (alla chiesa di Badia) e se ne stava in pace, sobria e morigerata 1 Le donne ancora non esibivano catenelle, corone, gonne ricamate, cinture che fossero più appariscenti delle persone.

Dal verso 105: 1

!“Se ne stava in pace, sobria e morigerata” = aura!aetas,!era!d’oro,!felice!ed!in!pace,!in!cui!tutto!veniva! soddisfatto!senza!desideri,!soldi!o!invidia.!http://divinacommedia.weebly.com/paradiso-canto-xv.html!

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Chiara Zecchini

Non faceva, nascendo, ancor paura la figlia al padre, che ‘l tempo e la dote non fuggien quinci e quindi la misura. Non avea case di famiglia vòte; non v’era giunto ancor Sardanapalo a mostrar ciò che ‘n camera si puote Non era vinto ancora Montemalo dal vostro Uccellatoio, che, com’è vinto nel montar sù, così sarà nel calo.

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Bellincion Berti vid’io andar cinto di cuoio e d’osso, e venir da lo specchio la donna sua sanza ‘l viso dipinto;

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e vidi quel d’i Nerli e quel del Vecchio esser contenti a la pelle scoperta, e le sue donne al fuso e al pennecchio. Oh fortunate! ciascuna era certa de la sua sepultura, e ancor nulla era per Francia nel letto diserta. Parafrasi:

La figlia, nascendo, non faceva ancora paura al padre, poiché l'età delle nozze e l'entità della dote non erano ancora sproporzionate (oggi le ragazze si sposano presto e con dote eccessiva). Non c'erano palazzi disabitati e vuoti; Sardanapalo non aveva ancora mostrato cosa si può fare in camera da letto (non c'erano costumi sessuali sfrenati). Monte Mario a Roma non era ancora superato dal vostro monte Uccellatoio, il quale sarà superato sia nel crescere sia nella rapida decadenza (Firenze declinerà in fretta come l'antica Roma). Io vidi Bellincione Berti indossare una cintura di cuoio e d'osso, e sua moglie allontanarsi dallo specchio senza il viso imbellettato; e vidi i membri della famiglia Nerli e dei Vecchietti accontentarsi di vesti in pelle, e le loro donne lavorare al telaio. Oh donne fortunate! ciascuna era certa di morire in patria, e nessuna di loro era abbandonata dal marito che andava a commerciare in Francia.

Boccaccio ➝Vive nella Firenze delle grandi compagnie mercantili: dimenticata la vecchia tradizione della società nobiliare; con lui nasce una nuova concezione di letteratura con L’epopea

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Chiara Zecchini dei Mercanti (da lui chiamato Boccaccio medievale - esempio: la novella del giovane perugino sedotto da una prostituta siciliana = il commercio di prostituzione): il Decameron, è considerata una commedia. Incunanboli: prima testimonianza manoscritta del Decameron

Decameron Inizia con un proemio e con una lunghissima introduzione dedicati, non ad una persona, in particolare ma a tutte le donne che vivono in un ambiente mercantile per ringraziarle della loro compassione e per dargliela in cambio; consiste in 100 novelle raccontate un gruppo di giovani, 7 ragazzi e 3 ragazzi. No opera licenziosa, ma scritta per svagare la mente delle donne: l’uscita dalle regole può essere giustificata dal fatto che la società si ritrova scossa a causa della peste bubbonica, epidemia scoppiata nel 1348 (era preceduta da carestie, raccolte frumentarie molto scarse nel 1345-47, aumento del prezzo dei beni di prima necessità e indebolimento del corpo dovuto alla mal nutrizione). Considerata la fine di un mondo, ma restringerla all’interno delle mura cittadine significa dare una definizione negativa della società fiorentina = sfiducia e pensiero pessimistico nei confronti degli uomini, credendo che non possano creare una società alternativa – ciò è contrastato dalla visione di Boccaccio, rappresentata dai 10 giovani, il futuro, che, scappando dalla peste, creano una società alternativa in campagna: si impongono delle regole, dimostrando che ci può essere un’alternativa ideale, economicamente congrua, alla società decadente della Firenze appestata. L’autore costruisce 10 ragazzi, che sono sia narrati che narranti, dei mediatori: introducendo 10 modi di raccontare diversi, crea il moltiplicarsi della parola 10 volte. Essi costituiscono una “monarchia circolante” (dura un giorno) garantendo sia l’ordine, quindi il rispetto delle regole, ma anche la democrazia ➝società dell’opera, della parola e della rappresentazione = bellezza, con Boccaccio si inizia ad entrare nell’era dell’Umanesimo. LEGGERE: I NOVELLA DECAMERON – ESEMPIO MERCANTE, MORALMENTE RIPROVEVOLE GORNATA I – INTRO + POEMA + INTRODUZIONE DECAMERON (PESTE E EFFETTI) 9^ NOVELLA II GIORNATA PARAGRAFI DA 4 A 8 5^ NOVELLA 2°GIORNATA 5^ NOVELLA 4°GIORNATA – ELISABETTA DA MESSINA 10^ NOVELLA 8° GIORNATA

« Esse dentro a’ dilicati petti, temendo e vergognando, tengono l’amorose fiamme nascose, le quali quanto più di forza abbian che le palesi coloro il sanno che l’hanno provate: e oltre a ciò, ristrette da’ voleri, da’ piaceri, da’ comandamenti de’ padri, delle madri, de’ fratelli e de’ mariti, il più del tempo nel piccolo circuito delle loro camere racchiuse dimorano e quasi oziose sedendosi, volendo e non volendo in una medesima ora, seco rivolgendo diversi pensieri, li quali non è possibile che sempre sieno allegri » 2 paragrafo 48 e I novella ➝collegamento con le terzine sovra-citate del canto XV:riprende la denuncia di Cacciaguida verso la modernità di Firenze all’interno della descrizione della città appestata. Come nella Divina Commedia, la società è l’imputata; società cupida, avara ed ingiusta, 2

!Boccaccio!descrive!in!modo!dettagliato!la!condizione!delle!donne!nella!società!mercantile!e!il!loro!stato! d’animo!di!depressione.!Le!donne!non!possono!uscire!di!casa,!sono!ristrette!da!voleri!degli!uomini,!dai!piaceri!e! dai!comandi:!essendo!più!deboli!rispetto!agli!uomini!sono!maggiormente!oppresse.!Al!contrario,!l’uomo!invece! può!uscire!per!mercanteggiare,!commerciare,!impiegando!il!tempo!per!distrarsi, usando!metodi!fondamentali! per!dimenticare!questioni!fondamentali!dell’anima:!economia!alienante.! http://www.classicitaliani.it/boccaccio/decameron/0100.htm! ! !

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Chiara Zecchini rappresentata attraverso la I novella, della I giornata, del Decameron, la novella di Ser Ciappelletto. Salvare i crediti, il danaro e la proprietà  5 novella della seconda giornata (dedicata alla Fortuna, grande pupara che riesce a governare i pupi), paragrafi 4-8 http://www.classicitaliani.it/decamero/02_05.htm ➝ Andreuccio da Perugia, un mercanto che arriva a Napoli con 500 fiorini per acquistare i cavalli. Rappresenta il giovane Boccaccio che da giovane, a 14 anni, era stato chiamato dal padre a Napoli, il quale teneva la contabilità della compagnia mercantile della Corte Angioina napoletana. Città della giovinezza, affida i ricordi della sua Napoli ad un giovane mercante, protagonista della novella, che da Perugia arriva a Napoli, fiorente città commerciale, dove negli alberghi si trovavano i mercanti. Tuttavia sono presenti anche Camorra e prostituzione, il denaro attira i malviventi; i mercanti non devono uscire da soli ma sembra accompagnati. L’azione si svolge in una notte e dura fino all’alba. La novella è inserita nella Napoli topograficamente vera: si vede il porto, gli alberghi dove erano ospitati i mercanti che erano vicino alla zona portuaria, i quartieri malfamati, la strada dei catalani dove si trovavano le botteghe mercantili. Andreuccio arriva a Napoli in qualità di mercante, è un mercante ingenuo che ha alle spalle qualche infrazione del codice mercantile, non esegue nulla di quello che avrebbe dovuto fare. Non avrebbe dovuto mostrare la borsa dei fiorini (la capacità economica va nascosta), infatti una prostituta siciliana decise di approfittarne e attira Andreuccio di sera (si vede il pericolo della Napoli notturna). Andreuccio va via senza dire a nessuno dove sta andando. La prostituta finge di essere sorellastra di Andreuccio in modo da poterlo raggirare. Dopo ciò iniziano una serie di disavventure: cade nella cloaca, va verso il mare per pulirsi ma sbaglia vicolo e quindi incontra due ladri, i quali capiscono che Andreuccio è scemo e se ne approfittano. I ladri lo calano nel pozzo per lavarsi e poi entrano ne Duomo per rubare l’anello dell’arcivescovo, qui c’è la terza caduta infatti cade nella tomba, Andreuccio che si fa un po’ furbo si mette l’anello al dito e dice di non trovarlo. Ma all’improvviso dei sacerdoti arrivano e i ladri fuggono rinchiudendo Andreuccio nella tomba col morto. I sacerdoti aprono la tomba e puntellano perché hanno paura dei fantasmi, Andreuccio spaventa il prete e riesce a fuggire. Morale: nella società mercantile occorre molta fortuna. Epopea dei mercanti per capire il testo (i lettori del testo capirono subito la presenza dei mercanti). 5 novella della quarta giornata è quella di Amore e Morte ed è la giornata più psicologica tra quelle del Decameron. Ambientata a Messina, la protagonista è Elisabetta, la quale faceva parte di una famiglia di matrice economica media. 3 fratelli maschi che volevano far sposare la sorella ad un ricco mercante in modo che questo matrimonio fosse occasione di ingrandimento economico. Elisabetta si innamora perdutamente di Lorenzo ed inizia ad avere incontri con lui. Un giorno uno dei fratelli però li vede e quindi portano via Lorenzo e lo ammazzano, ma dicono a Elisabetta che lui è scappata. Una notte Elisabetta ha in visione il luogo dove è sepolto, va lì e taglia la testa a Lorenzo e dopo lo mette in un vaso di basilico che irrora con le sue lacrime. Elisabetta però si deperisce piano piano così i suoi fratelli capiscono che c’è qualcosa che non va e portano via il vaso. Elisabetta così muore d’amore. Morale: tutto avviene per ragioni di economia.

9 novella della seconda giornata (paragrafi 4-8) A Parigi in una locanda vi erano molti mercanti italiani che discorrevano sui loro affari e sul fatto che, se avessero avuto l’occasione, non avrebbero esitato a tradire le proprie mogli con una “scappatella”, poiché essi ritenevano che anch’esse lo facessero. Soltanto uno, di nome Bernabò Lomellin da Genova non concordava su ciò: infatti, si fidava ciecamente ed era così innamorato di sua moglie Ginevra (Zinevra nel testo) che non l’avrebbe mai tradita e che lei avrebbe fatto altrettanto. Udendo questo, un altro mercante, Ambruogiuolo da Piacenza, volle dimostrare che, come tutte le donne, anche Ginevra era volubile, scommettendo con Bernabò che l’avrebbe sedotta in tre mesi e che gli avrebbe portato le prove di ciò che aveva fatto; la posta era 5000

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Chiara Zecchini fiorini d’oro se avrebbe vinto, altrimenti ne avrebbe dati 1000 a Bernabò. Fatto ciò, subito partì per Genova e trovò la casa della donna. Accordatosi con una domestica, si nascose in un baule e si fece portare nella stanza da letto di Ginevra. La notte, usciva dal baule, memorizzava la stanza, rubava alcuni anelli e vestiti della donna. Una sera, uscito come suo solito dal baule, scoprì Ginevra e notò che sotto la mammella sinistra aveva un neo un po’ grande con dei peli biondi intorno; essendo questo sufficiente per vincere la scommessa, la mattina seguente uscì dal baule e ritornò di corsa a Parigi, dove, raccontato ciò che aveva visto e mostrato a Bernabò ciò che aveva rubato, non gli rimase che intascare la posta. A quel punto al povero Bernabò non rimase che ritornare a Genova e, gonfio d’ira, stando da alcuni suoi parenti incaricare un suo amico di uccidere Ginevra per punirla così dell’adulterio che non aveva commesso. Secondo gli ordini di Bernabò, quello condusse Ginevra in un luogo isolato e stava per ucciderla ma sotto le preghiere della donna, gli raccontò l’accaduto e non la uccise; si fece però dare i suoi vestiti per portarli a Bernabò in modo da fargli credere che l’aveva uccisa. Ginevra subito fuggì da Genova, si travestì da maschio tagliandosi i capelli e schiacciando il seno e si imbarcò sulla nave del catalano En Cararh come marinaio, facendosi chiamare Sicuran de Finale. Ben presto riuscì ad accattivarsi il capitano e ad avere incarichi più importanti. Un giorno la sua nave approdò ad Alessandria per consegnare un suo carico al sultano, al quale, piacendogli molto le capacità di Silurano, convinse En Cararh a lasciarglielo ai suoi ordini. Dopo poco tempo, a Silurano fu affidato il compito di vigilare durante i mercati tra cristiani e arabi in Acri; mentre perlustrava i mercati, notò che un mercante (Ambruogiuolo da Piacenza) aveva dei vestiti che le appartenevano, subito gli chiese come faceva ad averli; Ambruogiuolo rise e gli raccontò ciò che aveva già raccontato a Bernabò. Allora Silurano, fingendo di apprezzare quella storia, portò Ambruogiuolo affinché la raccontasse al sultano e fece anche convocare Bernabò, anch’egli lì per affari. Allora smascherò l’inganno del mercante facendolo minacciare dal sultano e rivelando la sua vera identità al marito e agli altri. Il sultano allora obbligò Ambruogiuolo a risarcire Bernabò e inoltre regalò alla coppia ritrovata ori, gioielli e molti 10000 denari: la coppia poté così ritornare a Genova. Ambruogiuolo fu invece cosparso di miele, legato ad un palo e lasciato nel deserto alla mercé degli insetti. 10 novella dell’ottava giornata (paragrafi 4-8) http://www.classicitaliani.it/decamero/08_10.htm: La novella è ambientata a Palermo dove una giovane truffatrice inganna un mercante venuto da Firenze. Il ragazzo si chiamava Salabaetto e accortosi dell’attenzione della donna perde la testa per lei. La signora che si chiamava Biancofiore tese la sua tela e il giovine ci cascò dentro. Dopo varie volte che si furono incontrati la donna, venendo a sapere dell’ingente cifra di cui disponeva il giovane, gli preparò una messa in scena. Una sera Salabaetto andò a trovare Biancofiore in lacrime poiché aveva ricevuto una lettera dal fratello in cui le venivano chiesti otto fiorini. Salabaetto si offrì di darglieli ma nei mesi a venire non ricevette i suoi soldi. Dunque resosi conto della truffa andò da un suo amico a Napoli. Qui viveva Pietro dello Canigiano che disse al giovane come fare a riavere i suoi soldi. Tornato a Palermo la donna restituì i soldi e gliene prestò altri mille per fa arrivare la sua abbondante merce. Salabaetto non tornò più e la ragazza rimase con la merce di poco valore.

Letteratura Italiana parte II – Prof. Massimo Natale

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Chiara Zecchini

LA LETTERATURA E IL CAPITALE La letteratura industriale ha a che fare col boom industriale del II dopoguerra italiano; gli scrittori reagiscono in modo differente: chi si rifiuta di parlarne e chi invece analizza il rapporto tra individuo e società, vita e attività industriale. I modi di reagire di questi tre autori (Calvino, Parise e Levi) sono molto differente. La modernità e il pensiero liberale faticano a prendere piede all’interno della società italiana, sebbene cominci dopo il 1861. Il Novecento è un secolo carico e straripante di letteratura, sia dalla parte della poesia (Montale) che dalla parte della prosa; il romanzo ha una grande fortuna e diffusione rispetto alla poesia. Il tema del denaro è di lunga tradizione, dal Re Mida che trasforma tutto ciò che tocca in oro, fino a Goldoni, il quale ritiene il denaro come un motivo di relazione, interesse ma anche conflitto. Con L’Avare di Molière e Plauto nell’antica cultura latina, il tema della ricchezza e dell’avarizia viene presentato come un’inventiva morale. Con l’avvento del romanzo moderno nasce l’uomo dell’economia (Homo Economicus) che non ha rapporti sociali ed il denaro diventa di pertinenza di tutti gli scrittori. L’avvento del capitalismo e quindi la comparsa di questo tipo di uomo, portano ad una progressiva perdita del sacro e ad una ricerca della ricchezza, dello spirito del profitto e dell’iniziativa personale dell’imprenditore medio ➝ ascesa dello spirito borghese 1. “La speculazione edilizia”, scritto tra il 1956-57, ma pubblicato e apparso come volume solamente nel 1963, è un testo in cui la linea di tendenza è l’alienazione del personaggio, in particolare del protagonista dell’opera, Quinto, un uomo intellettuale. 2. “La chiave a stella” non è solo il titolo dell’opera ma anche lo strumento usato dal protagonista, il quale racconta le sue avventure sia ai lettori che all’alter-ego di Primo Levi, presente nel libro. In questo libro, il lavoro ha una funzione sia salvifica che soddisfacente: si nota l’appagamento e l’integrità dell’uomo lavoratore, con la visione del lavoro non come sola alienazione ma anche come appagamento. 3. “Il Padrone”, scritto negli anni Sessanta del Novecento, vede come autore un intellettuale, non legato al Partito, come Calvino, e non di certo un operaista. Il suo punto di vista non è ideologico in senso stretto, ma comunque porta avanti un pensiero negativo, quello dell’alienazione (non rispecchia però il modo di scrivere e di analisi il capitalismo di Calvino) Come si analizza un romanzo: - osservare la divisione in sequenze, facendo attenzione alle espressioni temporali che scandiscono le sequenze, alle azioni verbali; - fare attenzione alle varie oscillazioni degli usi stilistici e del lessico; - osservare il punto di vista della narrazione; - la struttura: antefatto, prologo, punto di tensione, punto di scioglimento; - il rapporto tra la fabula (sequenza degli eventi) e l’intreccio (modo in cui gli eventi vengono narrati; - descrizione dello spazio: denotativo (referenzialità alla realtà – es: le scarpe) o connotativo (modificazione della realtà – es: scarpacce). Italo Calvino (1923-1985) Definito come “artigiano della letteratura e lavoratore della scrittura”, nasce a Cuba negli anni Venti, più precisamente nel 1923 poiché il padre era emigrato in America per motivi di lavoro, per poi, nel 1925, tornare a Sanremo alla nascita del figlio. Il padre, figura molto importante nella vita dell’autore, era un botanico. Si interessa al tema della dualità, o doppia personalità, leggendo autori come Stevenson e libri come The Master of Ballantrae e scrivendo lui stesso Il Visconte dimezzato. Per l’autore, il problema che affligge l’uomo contemporaneo è il conflitto tra bene e male e l’alienazione, quest’ultimo presente nell’opera Il Cavaliere Inesistente e ne La

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Chiara Zecchini speculazione edilizia, in cui assistiamo inoltre ad un conflitto tra tensione intellettuale e aspirazione capitalistica. Il 1956 è un anno centrale sia dal punto di vista politico – URSS invade HUN – che dal punto di vista personale della figura di Calvino: abbonda il Partito Comunista sin a...


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