Lezione 3 Schemi Script Frame + Vygotskji PDF

Title Lezione 3 Schemi Script Frame + Vygotskji
Author Chiara Barbuscio
Course Psicologia dell'educazione
Institution Università degli Studi di Torino
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Summary

Script frame e Vygotskji...


Description

Lezione 3: apprendimento, schemi, script.

Avevamo visto che le strutture di rappresentazione della conoscenza avvengono grazie a degli schemi, quindi delle strutture mentali, delle unità organizzate di memoria, perché è la memoria che supporta lo schema, è la memoria che ci permette di avere una rappresentazione delle conoscenze, legata a tutto ciò che da un lato viene fatto dall’individuo e da ciò che è nell’ambiente. Quindi, lo schema è una rappresentazione, una mappa mentale, un box, all’interno del quale , sulla base del sostegno della memoria, rappresentiamo le conoscenze relative agli oggetti, alle situazioni e ad altri elementi. Gli schemi hanno delle caratteristiche, se ricordate, molto particolari: • Sono presenti delle variabili, quindi ogni schema è organizzato in una forma particolare, sulla base delle caratteristiche delle informazioni, quindi può variare naturalmente in funzione delle caratteristiche, ad esempio, degli oggetti. • In alcuni casi, sono inserite una all’interno dell’altra: se pensiamo al concetto di “aggressività”, “aggressività” è un qualcosa di molto ampio: ci sono tante azioni, eventi, situazioni che caratterizzano l’aggressività. Quindi, ad esempio, uno schema è quello generale dell’aggressività, all’interno del quale abbiamo dei sotto – schemi (aggressività fisica e aggressività mentale). Più acquisiamo informazioni, più lo schema sarà preciso, più saranno inseriti uno dentro l’altro come specificazione. Non è più un concetto generale, ma si comporrà di tanti elementi. Questo dipende dalla capacità ch n oi abbiamo di acquisire informazioni dall’ambiente su quel particolare schema. • Gli schemi possono variare livello di astrazione, senza essere sempre definiti in modo preciso. Quindi, abbiamo una serie di informazioni, legate ad una forma di conoscenza, ma non sono definizioni. Sì, sappiamo che l’aggressività può essere composta da comportamenti, azioni, sequenze di azioni, ma sono rappresentazioni di una conoscenza del comportamento, non è una definizione, non ho definito cosa è l’aggressività. • Vengono attivati in processi di elaborazione attiva, cioè il soggetto in modo attivo cerca di recuperare dalla memoria le informazioni inerenti allo schema •

Ci permette di riconoscere quello che sta avvenendo all’interno dell’ambiente: grazie allo schema riusciamo a recuperare le informazioni inerenti ad una situazione.

Perché la mente crea questi schemi, come li abbiamo definiti? Perché è importante interpretare continuamente i dati sensoriali. Noi sappiamo che, fin dalla nascita, noi siamo organi senzienti, ossia percepiamo le sensazioni visive, uditive, tattili, gustative, che provengono dall’esterno; quindi, ogni sensazione, che si basa sulla capacità dell’individuo di trarre informazioni dai nostri organi di senso, deve essere interpretata: il bambino che è allattato al seno, ad esempio, vive una sensazione di benessere, dovuta a tutta la situazione. Il bambino attribuisce a quella sensazione un significato. Lo schema permette quindi di interpretare continuamente, grazie ai nostri organi di senso, tutto ciò che è nell’ambiente. Noi comprendiamo e produciamo, sempre grazie agli organi di senso, nuova conoscenza. Ecco perché c’è tutto uno sviluppo percettivo: perché sensazione e percezione vanno insieme. L’organismo umano, fin dalla nascita, percepisce il mondo intorno a sé con gli occhi, con la mano, e interpreta quei dati sensoriali. Grazie all’interpretazione può comprendere ciò che sta succedendo e, sulla base del processo di comprensione cognitiva, produce nuova conoscenza, ovvero lo schema si arricchisce, diventa più solido, supportato sempre dalla memoria. Inoltre ci permette di recuperare delle informazioni dalla memoria. Ogni nuova sensazione che percepiamo all’interno dell’ambiente non è detto che sia sempre nuova, può darsi che sia già conosciuta: anzi che classificarla, la recuperiamo e attribuiamo subito il significato a quel tipo di azione/informazione, che proviene dall’ambiente. Ci permette di strutturare delle azioni: la sensazione o la percezione di qualcosa nell’ambiente ci permette subito di agire; quindi, sensazione e azione procedono in modo parallelo (se io sento un rumore che mi spaventa, il mio corpo agisce immediatamente). Le azioni verranno intraprese sulla base di schemi, che noi abbiamo (una sensazione di paura, farà in modo che noi scappiamo dalla situazione: abbiamo sensorialmente percepito un pericolo e quel pericolo fa si che noi ci comportiamo in un certo modo; anche il comportamento si rifà ad uno schema). Quindi, gli schemi sono essenziali perché è il nostro funzionamento mentale che ci permette di organizzare le informazioni, le informazioni e gli eventi in questo modo. Determinano degli scopi e dei sotto – scopi. Ma come si attivano gli schemi? Se ricordate, possono avvenire attraverso il processo dal basso verso l’alto o dall’alto verso il basso, quindi bottom up o top down. Se partiamo dal basso, in questo caso gli schemi sono attivati, o meglio i dati suggeriscono l’attivazione diretta dello schema. Quindi sono le informazioni, i dati che provengono dall’ambiente che attivano uno schema. È il dato che fa si che il comportamento o lo schema sia attivato. Invece, dall’alto verso il basso, gli schemi si attivano sulla base di conoscenze già possedute. In questo caso devo svolgere un’azione ( es. cucinare) e, automaticamente attivo lo schema legato a quella conoscenza (i

questo caso procedurale, che implichi il fatto che io mi metta ai fornelli). È lo schema che opera sulla base di conoscenze già precostituite. Vediamo il rapporto tra schemi e apprendimento:

Verso la fine degli anni ’70 e poi subito con l’inizio degli anni ’80, Rumelhart e Norman hanno considerato il rapporto che esiste tra questo schema (struttura mentale) e il processo di apprendimento, molto più calato all’interno del contesto educativo di apprendimento. Quindi, abbiamo colto l’essenziale del nostro funzionamento mentale, lo schema, ma come lo applichiamo al processo di apprendimento? Loro hanno valutato che questo rapporto avviene attraverso delle modalità. Quindi, ad esempio, loro hanno classificato l’apprendimento come forma di ACCRESCIMENTO: si manifesta quando si incorporano nuove informazioni all’interno di schemi già disponibili, che non vengono modificati. Quindi, in pratica, noi possiamo apprendere nel momento in cui c’è una nuova informazione, questa viene incorporata agli schemi già preesistenti (si aggiunge un’informazione a quelle già disponibili), perché vi è già una struttura, uno schema precostituito, però questa nuova informazione tende non modificare lo schema (molto spesso lo schema tende ad essere ristrutturato, sulla base delle nuove informazioni). Qui non si tratta di ristrutturare lo schema, ma solo di accrescere, di aggiungere nuove informazioni. Quindi, è come se io conoscessi delle caratteristiche di un paese e scopro che in quel paese c’è anche quel grande fiume e quella cascata: non cambio nulla del mio schema, acquisisco solo delle nuove informazioni. Abbiamo poi l’apprendimento per SINTONIZZAZIONE: in questo caso noi, grazie alle nuove informazioni che acquisiamo su base sensoriale dall’ambiente, come avviene per un bambino a scuola, in questo caso però è necessario modificare gli schemi attivati, per interpretare le nuove conoscenze. Quindi dobbiamo sintonizzare la nuova informazione; si tratta di attribuire un significato a quel tipo di informazione. Non si tratta di un semplice accrescimento: se pensiamo ai canali della tv, ogni volta che si aggiunge un canale si modifica lo schema, perché viene interpretato come un nuovo canale aggiunto o una nuova caratteristica di quella informazione, che viene modificata e interpretata diversamente all’interno delle proprie conoscenze. Infine vi è l’apprendimento per RISTRUTTURAZIONE: in questo caso si manifesta quando avviene il processo di interpretazione di nuove informazioni, che vanno a costituire lo schema, e ci richiede una nuova struttura o una nuova organizzazione, perché l’informazione acquisita viene sì integrata con le precedenti ma, grazie a questo processo di integrazione ci rendiamo conto che va ristrutturata. Quindi, magari, dividiamo lo

schema in due o creiamo una sotto – categoria o modifichiamo in parte il nostro schema, perché prevede una nuova organizzazione di tipo percettivo soprattutto. Quindi noi, nella nostra quotidianità, a livello scolastico, anche nel rapporto che voi avrete con i vostri allievi, nel processo di insegnamento e apprendimento, state creando nel vostro studente uno schema, basato sulla vostra disciplina di orientamento. Quindi, creato lo schema, sulla base dello stesso, voi saprete che quel bambino apprenderà o per accrescimento, o per sintonizzazione o per ristrutturazione. Quindi, quel bambino acquisirà delle nuove informazioni che saranno inserite all’interno di uno schema già disponibile (state parlano della regione Piemonte e aggiungete nuove informazioni allo schema che si chiama regione Piemonte come, ad esempio, i fiumi del Piemonte); oppure è necessario sintonizzare (il bambino deve modificare delle informazioni già costituite, perché magari un’informazione che arriva dall’esterno può essere aggiunta e poi modificata, o farà si che quelle già preesistenti si modifichino, perché ho capito meglio delle cose e interpreto le nuove conoscenze in modo più efficace); oppure, durante la vostra azione didattica, parlando sempre dei fiumi dei Piemonte, è necessario che il bambino riorganizzi il proprio schema, o aggiungendo ad esempio una sotto – categoria che si chiamerà “fiumi”. Quindi, sto ristrutturando lo schema legato a quell’elemento.

Gli schemi sono poi strettamente correlati ad un’altra struttura di rappresentazione della conoscenza,quindi noi impariamo le cose e, grazie al processo di apprendimento, creiamo i così detti “schemi”, con tutte le caratteristiche che abbiamo visto. Sono importanti perché noi viviamo di schemi; tutta la nostra vita, come organizzazione della conoscenza, si basa su schemi: schemi mentali, su dei box su cui aggiungiamo l’informazione, la togliamo, la modifichiamo, ristrutturiamo.. quindi, la nostra vita mentale si basa su questi schemi di una rappresentazione di conoscenza, ma non solo: possono esserci anche gli script. In questo caso parliamo di una rappresentazione, di una sequenza di eventi che si organizza in ordine temporale e una serie di azioni compiute per conseguire uno scopo. Quindi, lo script è collegato allo schema perché è una rappresentazione della conoscenza che noi abbiamo che, organizzata in modo temporale, ci permette di compire delle azioni, di raggiungere un obiettivo prefigurato. Infatti gli script in genere definiscono delle situazioni note, quindi la situazione di esame: la situazione è conosciuta dal soggetto, non devo cambiare nulla. Lo script creerà una sequenza di eventi finalizzata al sostenimento dell’esame à non devo cambiare nulla, non ho informazioni da aggiungere.

Inoltre gli script non forniscono i mezzi per affrontare situazioni nuove, dal momento che si appoggiano allo schema, lo script è l’azione concreta ch emettiamo in atto, ma se ci troviamo di fronte ad una situazione nuova non siamo in grado di agire perché non abbiamo lo schema. Quindi, se manca lo schema, all’interno del quale ci sono le informazioni che rappresento, e creo una sequenza di eventi che, organizzati in modo temporale, mi permettono di raggiungere uno scopo, allora posso agire. Sempre quando parliamo di strutture di rappresentazione della conoscenza, un altro elemento che utilizziamo è il piano e lo scopo. Ogni volta che parliamo di apprendimento, conoscenza o situazioni, dobbiamo sempre fare riferimento a questi elementi. Anche in questo caso il piano e lo scopo è all’interno dello schema, infatti viene definito come “uno schema a un più alto livello di astrazione, funzionali all’interpretazione del comportamento, attraverso la descrizione delle scelte a disposizione, per raggiungere uno scopo”. Quindi, piano e scopi si appoggiano ad uno schema mentale precostituito ed è funzionale per il raggiungimento dello scopo. Metteremo in atto dei comportamenti perché sono stati interpretati come il miglior modo per raggiungere un determinato scopo. C’è un interpretazione del comportamento che devo mettere in atto, finalizzato allo scopo da raggiungere. Piano e scopo si appoggia sempre allo schema.

In ultimo, abbiamo il così detto “frame”, che fa riferimento ad una struttura di dati utile a rappresentare una situazione stereotipata o contesto familiare che dà informazioni su cosa aspettarsi in un dato luogo di oggetti, setting, persone, azioni. All’interno degli schemi ci sono i frame che rappresentano un insieme di situazioni, un insieme di dati che altro non è che il richiamo, come forma di memoria, a situazioni già note, stereotipate. Quindi, l’esempio del contesto familiare, noi sappiamo già cosa mamma e papà si aspettano. È un insieme di informazioni su una aspettativa, legata ad un dato luogo di oggetti, di setting, di persone o di azioni. Quindi, ci rappresentiamo una situazione stereotipata: quando entriamo in classe, ad esempio, ci aspettiamo che i bambini siano già seduti al tavolo con il materiale sul banco, pronti ad iniziare la lezione. Il bambino, di conseguenza, ha anche lui questo tipo di rappresentazione di una situazione stereotipata (entrare in aula, andare al proprio banco, tirare fuori i materiali per la lezione). Abbiamo poi il modello mentale, una struttura analoga a ciò che esiste nella realtà. Noi creiamo dei modelli mentali di situazioni, le prefiguriamo quando, ad esempio, dobbiamo sostenere l’esame, mentalmente

ipotizziamo l’interazione tra insegnante e allievo, basandoci sulla situazione di esame. Quindi creiamo un modello, una rappresentazione su come si fanno le cose, su come si agisce. Tutto questo fa parte della forma di conoscenza, del nostro modo di apprendere e riguarda lo sviluppo cognitivo; la nostra mente apprende, noi ci sviluppiamo a livello cognitivo grazie al sostegno di queste strutture; la memoria è la base, senza la memoria tutto questo processo non può avere luogo. Infatti, nella disabilità, queste strutture sono molto labili perché un ragazzo autistico, ad esempio, non possiede gli schemi mentali; quindi, in questi soggetti, lo sviluppo cognitivo è deficitario. Lo sviluppo cognitivo è fondamentale perché ci permette di individuare la progressione della regolarità della struttura del mondo che il soggetto ha e anche di come la persona è in grado di affrontare, attraverso delle strategie, tutti i tipi di problemi, attraverso la formazione di modelli mentali. Quindi, ci si rifà alla realtà, ci creiamo un modello mentale, sulla base di come rispondere alle esigenze dell’ambiente, perché individuiamo in modo progressivo delle regolarità strutturali del mondo; quindi, molte cose sono sempre uguali, e ci permettono di creare delle immagini mentali di come funziona il mondo. Si forma un modello mentale sempre più completo, economico, flessibile, che ci permette di affrontare quella situazione.

Abbiamo detto che l’individuo è un costruttore attivo, come aveva detto Piaget, L’apprendimento viene visto come: • PROCESSO COSTRUTTIVO : ogni nuovo dato viene incorporato e integrato nelle strutture preesistenti che, sulla base di questo apprendimento, sono ristrutturate anche radicalmente dalle nuove informazioni. Noi ci arricchiamo sempre, apprendiamo continuamente, abbiamo degli schemi base; allora siamo noi stessi a ricercare le nuove informazioni, per far si che quello schema sia più completo. Ricerchiamo il dato in modo attivo perché sappiamo che gli elementi di quello schema sono molto basilari. Questo tipo di apprendimento entra all’interno della corrente psicologica del costruttivismo. • PROCESSO STRATEGICO: l’apprendimento è basato sull’uso di strategie, intese come ‘modalità attraverso cui si affronta ed esegue un compito o si raggiunge un obiettivo’. Questo processo, durante l’apprendimento, è fondamentale: molte persone non arricchiscono i propri schemi se non viene utilizzata una strategia. Noi apprendiamo in modo attivo, ma c’è anche una strategia che usiamo per facilitare il deposito dell’informazione, e la ristrutturazione del nostro schema; dobbiamo usare quindi delle strategie, anche legate alla memoria.

L’apprendimento quindi è un processo strategico. Noi impariamo le cose perché abbiamo trovato il modo di riuscire a raggiungere il nostro obiettivo, affinché le informazioni siano integrate nello schema precedente, abbiamo trovato il modo di ristrutturare tale schema sulla base delle nuove informazioni acquisite. L’apprendimento avviene grazie all’uso di strategie. I bambini sono molto attivi, ma poi manca la strategia, non sanno come fare ad apprendere: vi sono persone che, per apprendere, devono comprendere; senza la comprensione, per quella persona, non c’è apprendimento. un'altra persona ha imparato, a livello strategico, impara a memoria. Altre persone hanno imparato ad apprendere grazie all’utilizzo di una strategia che si affianca alla nuova informazione. L’apprendimento viene proprio inteso come processo strategico: bisogna insegnare ai bambini il miglior modo, per quel bambino, la strategia migliore per l’apprendimento. • PROCESSO INTERATTIVO : si basa su delle caratteristiche individuali, sulle attività cognitive richieste e sulla natura e presentazione dei contenuti. Nell’apprendimento noi interagiamo, per questo siamo dei costruttori attivi della nostra conoscenza. Si basa anche sui criteri di valutazione dei compiti (sulla base di caratteristiche individuali, siamo in grado di affrontare meglio o peggio un determinato compito). Noi pianifichiamo a monte tutto quello che succede, siamo in grado di valutare l’attività. Sono tutte caratteristiche individuali che faranno in modo che noi siamo più o meno propensi ad apprendere. Qual è il rapporto tra processi di sviluppo e apprendimento?

Dobbiamo partire dal presupposto che, nel rapporto tra sviluppo e apprendimento c’è una modalità di rappresentare ed elaborare le informazioni, ma c’è anche l’aspetto che il processo mentale migliora l’abilità cognitiva. Questo legame tra modalità di rappresentazione ed elaborazione delle informazione e i processi mentali che migliorano le abilità cognitive, entrano nel merito della task analysis (analisi dettagliata e accurata di quanto richiede il compito cognitivamente), attraverso la quale si possono ricavare elementi che aiutano a comprendere le difficoltà di elaborazione manifestate da uno studente, gli ostacoli ad approcciarci a determinate attività. Quindi, nel rapporto tra sviluppo e apprendimento, che si basa sulla capacità dell’individuo di avere una modalità di rappresentazione ed elaborazione delle informazioni, sulla capacità di avere dei processi mentali che ci aiutano a migliorare le nostre abilità da un punto di vista cognitivo, nel momento in cui siamo chiamati a confrontarci con un nuovo compito, ognuno di noi farà un’analisi dettagliata di cosa richiede quel compito, da un punto di vista cognitivo. Dopo aver fatto questa valutazione, subentra un altro processo: cerchiamo di comprendere le difficoltà riferite a quel compito. Es. esonero à sulla base delle capacità di rappresentare ed elaborare le informazioni, voi siete entrati nell’ottica della task analysis, state facendo un’analisi dettagliata e accurata di quanto il compito vi richiede come capacità cognitiva. State elaborando una serie di informazioni, calcolate sulla base del tempo. Sulla base di ciò fate una valutazione, la task analysis. Questo potrebbe portarvi ad una sfida (fare il compito) o a rinunciare a monte a quel tipo di attività.

Molto spesso i fattori emotivi influenzano la nostra capacità cognitiva e, quindi, non siamo in grado di far un’analisi accurata e dettagliata di quanto richiede quel compito da un punto di vista cognitivo: o lo sottovalutiamo, o lo sovrastimiamo. La componente di sfiducia, bassa autostima, farà in modo che il bambino veda quel compito come un qualcosa che va oltre le sue capacità; è però una valutazione realistica, non oggettiva.

Come si procede per valutare questo tipo di studi? Per valutare questo tipo di studi, si adottano diversi metodi di ricerca: •...


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