Lezione - Osso coxale - Anatomia umana - A.A. 2014/2015 PDF

Title Lezione - Osso coxale - Anatomia umana - A.A. 2014/2015
Author Davide Neri
Course Anatomia umana
Institution Università di Bologna
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Lezione...


Description

Anatomia Lucia Manzoli

13-03-2014

(Ilaria Venieri)

OSSO COXALE L’osso coxale è un osso pari che articolandosi con l’osso sacro va a formare il bacino e completa inferiormente la porzione assile del tronco. Queste due ossa che posteriormente si articolano con il sacro e anteriormente si articolano l’una con l’altra sono le due ossa coxali (ossa dell’anca). Le ossa dell’anca costituiscono il cingolo pelvico, vale a dire la connessione tra scheletro assile (colonna vertebrale+sacro+coccige) e arto inferiore. Sull’osso coxale c’è un sito a livello del quale può avvenire l’articolazione con il segmento prossimale dell’arto inferiore (cioè la coscia) che ha un unico osso (il femore). C’è una porzione verticale, una che si allarga e si avvicina alla posizione orizzontale e una inferiore. Questo osso coxale unico si è saldato a partire da tre abbozzi (gli abbozzi primari erano cartilaginei): nella parte superiore l’ileo (giallo),inferiormente indietro l’ischio (azzurro) e inferiormente in avanti il pube (rosso). Ileo, ischio e pube compaiono come centri di ossificazione primari in epoche diverse di sviluppo la cui completa ossificazione a costituire l’osso coxale avviene attorno al 15°/16° anno di vita. Se osserviamo l’osso in una proiezione laterale possiamo vedere una superficie esterna e una interna. Poi ci sono margini (inferiore, anteriore, posteriore e superiore) molto accidentati. SUPERFICIE ESTERNA Sulla superficie esterna è possibile ritrovare una concavità sferica che si chiama acetabolo (dal latino “acetabulum”=scodella, tazza) molto profonda che sarà destinata ad accogliere la testa del femore che è una sfera piena. L’acetabolo si trova sulla superficie esterna ed il femore si posiziona esternamente all’osso coxale. A livello dell’acetabolo è presente il punto di saldatura di ileo-ischiopube. A livello dell’acetabolo è possibile riconoscere una superficie esterna di forma semilunare che inferiormente non è completa che si chiama superficie lunata o semilunare dell’acetabolo che è la parte

articolare vera e propria che verrà rivestita da cartilagine ialina e che prenderà parte all’articolazione coxo-femorale. La porzione più interna dell’acetabolo, che corrisponde al fondo della fossa acetabolare, sarà occupata da tessuto fibro-adiposo (connettivo lasso) e in gran parte anche da un legamento. Al di sopra e posteriormente all’acetabolo si riconosce una superficie molto sviluppata che corrisponde alla porzione iliaca dell’osso coxale in cui si vedono 3 rilievi allungati (linee glutee) che sono la sede di attacco dei muscoli glutei (grande, medio e piccolo gluteo): uno poco al di sopra dell’acetabolo (linea glutea inferiore) e gli altri due (linea glutea anteriore e linea glutea posteriore) più in alto e posteriormente. Questa parte è molto sviluppata e viene chiamata superficie glutea. Inferiormente all’acetabolo c’è un foro ampio e ovalare circondato dal pube davanti e dall’ischio dietro che prende il nome di foro otturato o otturatorio così chiamato perché sarà quasi completamente obliterato ad opera di una membrana connettivale (membrana otturatoria) che darà attacco sul versante interno ed esterno ad i muscoli otturatori. Rimane solo un forellino nella parte alta del foro otturatorio che è un canalino di passaggio per i vasi e nervo otturatorio. Il foro è delimitato anteriormente dal pube che culmina in alto con il tubercolo pubico e posteriormente dall’ischio che nella porzione postero inferiore è particolarmente sviluppato e molto rugoso e questa porzione viene chiama tuberosità ischiatica da cui prendono origine (inserzione prossimale) tutti e 3 i muscoli posteriori della coscia. ▪Tuberosità=rilievo molto evidente e voluminoso che in genere dà attacco a gruppi muscolari molto potenti. ▪Spina= rilievo meno accentuato che termina in maniera appuntita e tagliente. SUPERFICIE INTERNA La porzione iliaca è liscia e levigata e si apre con una lieve concavità verso l’alto e per questo è chiamata fossa iliaca. Inferiormente la superficie corrispondente all’acetabolo è liscia e disposta verticalmente. Posteriormente si nota la tuberosità ischiatica, in avanti il tubercolo pubico. Inoltre è possibile individuare il passaggio tra la porzione inferiore verticale ischio-pubica e la porzione superiore che si apre sulla fossa iliaca che è chiamata linea arcuata, che portandosi in avanti diventa più tagliente e prende il nome di cresta pettinea che dà attacco al muscolo pettineo (adduttore della coscia) e si prolunga fino al tubercolo pubico. Nel passaggio tra linea arcuata e cresta pettinea si individua un rilievo chiamato eminenza ileo-pettinea o ileo-pubica che si trova tra la parte iliaca e quella pubica che corrisponde al tetto dell’acetabolo. MARGINE INFERIORE Il margine inferiore presenta posteriormente la tuberosità ischiatica e anteriormente una faccetta ovalare chiamata faccetta della sinfisi pubica che culmina nel tubercolo pubico e sarà la superficie articolare che andrà a corrispondere su quella dell’osso controlaterale permettendo la formazione della sinfisi pubica. Tra le due faccette delle sinfisi pubiche si interporrà un disco fibrocartilagineo che permetterà la realizzazione della sinfisi pubica tra le due parti pubiche dell’osso dell’anca. MARGINE ANTERIORE Sul margine anteriore ci sono le due spine (rilievi che sporgono in avanti):

la superiore viene chiamata spina iliaca antero-superiore e rappresenta il culmine anteriore di tutto il margine superiore, sotto c’è una lievissima incisura al di sotto della quale c’è la spina iliaca anteroinferiore. Le due spine iliache anteriori danno attacco a formazioni legamentose e muscolari. MARGINE POSTERIORE Sul margine posteriore ci sono due rilievi che vengono chiamati spine iliache posteriori. La spina iliaca postero-superiore è una lievissima sporgenza appena accennata. La spina iliaca postero-inferiore presenta una faccetta auricolare a livello della quale avviene l’articolazione sacroiliaca. Sotto alla superficie auricolare c’è una incisura molto profonda che si chiama grande incisura ischiatica che si trova nel punto di passaggio tra ileo e ischio e che culmina in un processo chiamato spina ischiatica. Inferiormente alla spina ischiatica si ritrova un’altra incisura con superficie concava meno profonda chiamata piccola incisura ischiatica. Il margine posteriore termina con la tuberosità ischiatica. In sezione sagittale si nota che le 2 incisure del margine posteriore (grande incisura ischiatica e piccola incisura ischiatica) saranno convertite in grande foro ischiatico e piccolo foro ischiatico per mezzo dei legamenti dell’articolazione sacro iliaca. MARGINE SUPERIORE Il margine superiore compreso tra le spine iliache superiori (anteriore e posteriore) è abbastanza sviluppato ed è quasi simile ad una superficie e prende il nome di cresta iliaca poiché è simile ad un rilievo e non è un margine tagliente. L’articolazione sacro iliaca è un intermedio tra sinartorsi(?) e diartosi (?) e avverrà a livello delle superfici auricolari a cui parteciperà anche la tuberosità iliaca (molto rugosa e completamente occupata dai legamenti che mantengono la connessione tra il sacro e le ossa coxali dell’articolazione sacro iliaca). BACINO (O PELVI)

Le due ossa coxali si articolano tra loro anteriormente nella sinfisi pubica e con il sacro posteriormente nell’articolazione sacro- iliaca a costituire il bacino o pelvi. Quando le due ossa si articolano tra loro e con il sacro, se su ogni lato a partire dall’articolazione sacro iliaca si segue prima la linea arcuata, poi la cresta pettinea, poi il tubercolo pubico fino alla sinfisi pubica, si forma una circonferenza che posteriormente è definita dalla base del sacro che prende il nome di stretto superiore. Lo spazio al di sopra della circonferenza, per quel che riguarda il bacino, è compreso tra le 2 fosse iliache inferiormente, la colonna vertebrale posteriormente ed è completato anteriormente e sui lati da una serie di strati muscolari e fasciali. Tutto ciò che sta al disopra dello stretto superiore può essere chiamato accademicamente grande pelvi ma è in continuo con la cavità addominale; quello che sta al di sotto e che è delimitato da pube anteriormente, dall’ischio posteriormente e da tutte le formazione legamentose sarà la cosiddetta piccola pelvi o pelvi e all’interno ci sarà la cavità pelvica occupata da organi, vasi, nervi e formazioni fasciali che sarà chiusa inferiormente da muscoli. Lo stretto inferiore è molto più irregolare di quello superiore e se noi consideriamo il margine inferiore delle strutture che si articolano a formare la pelvi non si nota una

corrispondenza, infatti è possibile vedere l’apice del coccige, poi le due tuberosità ischiatiche e davanti si risale fino ad arrivare al margine inferiore della sinfisi pubica, dunque si viene a formare una circonferenza molto più irregolare che sarà occupata da una serie di formazioni muscolari disposte su più piani.

DIFFERENZE BACINO MASCHILE E BACINO FEMMINILE Andando a studiare le ossa è possibile ricavare tante informazioni sul sesso, sull’epoca, e sulle abitudini degli individui. →Il bacino femminile deve presentare un’apertura maggiore perché più favorevole al canale del parto, in effetti in linea generale di fatto è cosi. Inoltre presenta un angolo sotto pubico e uno stretto superiore ovalare molto più ampi rispetto a quelli di un bacino maschile e inoltre una fossa iliaca più sottile; →Il bacino maschile presenta rilievi più robusti e diametri verticali che prevalgono rispetto a quelli ovalari del bacino femminile. Fino a circa 1 secolo fa il bacino femminile più ampio era una condicio sine qua non per non avere difficoltà o conseguenze gravi durante il parto perché si tratta di uno spazio ristretto le cui articolazioni non consentono una gamma di movimento tale da permettere un allargamento significativo per permettere il passaggio della testina fetale attraverso il bacino. Le caratteristiche ideali di una bacino maschile erano rappresentate dal David di Michelangelo, cioè con angolo sotto pubico acuto e fosse iliache non troppo allargate. Le caratteristiche ideali del bacino femminile erano invece rappresentate dalla Venere. Oggi il modello maschile è rappresentato dagli atleti che non si discostano molto dal modello del David, il modello femminile invece è profondamente cambiato poichè si è diffuso il modello del bacino stretto delle indossatrici. Questo cambiamento radicale del bacino femminile è dovuto al fatto che il rischio durante il parto è ormai fortemente diminuito grazie anche ad una diffusione del parto cesareo, il che evita il passaggio della testina attraverso il bacino. Al giorno d’oggi tutte le differenze sono molto più sfumate rispetto ai modelli di una volta. Diametri del bacino Sono stati definiti vari diametri di misurazione del bacino: il diametro superiore antero-posteriore che va dal promontorio sacrale fino all’estremità superiore della sinfisi pubica è chiamata distanza coniugata anatomica ed è di circa 11cm; inoltre è stata misurata la distanza coniugata ostetrica o vera che va dal promontorio sacrale all’interno della sinfisi pubica dove c’è la parte più sporgente internamente che toglie circa 0.5cm dalla distanza coniugata ed è di circa 9.5cm, distanza da considerare per calcolare il passaggio della testina fetale al momento del parto. L’articolazione sacro iliaca permette un minimo margine dovuto al movimento di mutazione(?) del coccige che si sposta posteriormente e poi torna in avanti. La cavità pelvica deve accogliere una serie di organi degli apparati digerente, genitali e urinario ed è chiusa da una serie di muscoli che nell’insieme formano una struttura muscolare con concavità

verso l’alto che prenderà il nome di diaframma pelvico. Questi muscoli sono attraversati da alcuni canali che sono destinati ad aprirsi all’esterno come ad esempio il retto, la vagina e l’uretra....


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