Dispensa anatomia umana PDF

Title Dispensa anatomia umana
Course Anatomia umana
Institution Università degli Studi di Brescia
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Dispensa anatomia umana...


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ANATOMIA UMANA

Gli organismi sono stati scomposti in gerarchie e sottogerarchie. A livello fondamentale ci sono le cellule, aggregate in tessuti specializzati. Si parla di organo in presenza di diversi tessuti organizzati fra loro. Gli organi formano sistemi (stessa origine embriologica) o apparati. Gli organi sono divisi in organi cavi o pieni. Gli organi cavi sono caratterizzati da una parete che delimita cavità o lumi. La parete è formata da più strati (tonache) e i vasi arrivano con un decorso orizzontale. Gli organi pieni sono delimitati da una capsula connettivale. I vasi e i nervi arrivano dall’ilo dell’organo. La capsula lascia liberi dei setti, nei quali troviamo del parenchima. Per studiare l’anatomia umana si stabiliscono dei repere, cioè dei punti di riferimento univoci. La posizione normale è quella dell’uomo di Vitruvio. Tutto ciò che è anteriore è detto ventrale, tutto ciò che è posteriore è dorsale. Il tronco è la parte fissa del corpo: intorno al tronco sono collocati gli arti e la testa, capaci di movimento rispetto al tronco. L’arto superiore è formato da braccio e avambraccio, l’arto inferiore da coscia e gamba. Il piano sagittale è un piano verticale che divide il corpo in due parti uguali. È quindi un asse di simmetria bilaterale. I piani parasagittali sono paralleli al piano sagittale. Il piano frontale è un piano verticale perpendicolare al piano sagittale, e presentale una faccia dorsale ed una ventrale. Esistono più piani frontali. Il piano trasversale (o orizzontale) è ortogonale ad entrambi i piani precedenti e presenta una faccia superiore e una inferiore. Esistono più piani trasversali. Il corpo presenta delle cavità. Le cavità dorsali sono la cavità cranica e la cavità spinale. Le cavità frontali sono la cavità toracica e la cavità addominale, separate da un muscolo, il diaframma. La cavità toracica è suddivisa in cavità pleurica, contenente i polmoni, e cavità pericardica, contenente il cuore. La restante porzione del tronco, soprattutto a livello del bacino, presenta la cavità pelvica. Le strutture più vicine all’asse mediano sono dette mediali, le più distanti sono laterali. Per gli arti si utilizzano invece i termini prossimale e distale. Le strutture più vicine alla testa sono craniali, le più lontane caudali. La flessione è data quando due arti formano fra loro un angolo sempre più acuto (avvicinamento). Il contrario è l’ estensione. Addurre significa avvicinare un arto al piano mediale dell’organo o del tronco. Il contrario è l’ abduzione. La rotazione è il movimento intorno al proprio asse principale. La circonduzione, invece, è la rotazione completa intorno al capo articolare. L’APPARATO LOCOMOTORE Gli elementi costitutivi dell’apparato locomotore sono: 



Scheletro: o Ossa o Cartilagini Articolazioni:



o Diartrosi (mobili) o Sinartrosi (immobili) Muscoli e tendini

Le ossa sono in contatto l’una con l’altra tramite le articolazioni, e sono mobilizzate tramite l’uso dei muscoli. Le ossa sono più di 200, ricondotte a tipologie definite (lunghe, brevi o corte, piatte, irregolari). Le cartilagini sono fibrose o ialine. Le ossa lunghe compongono gli arti. La lunghezza prevale sulle altre dimensioni. La porzione centrale è detta diafisi, le estremità sono le epifisi, di cui una distale e una prossimale. La diafisi presenta una cavità in cui è presente il midollo osseo. Le ossa piatte sono quelle ossa in cui la lunghezza è la dimensione minore. Non possiedono cavità. Sulla superficie troviamo del tessuto compatto, all’interno il tessuto spugnoso (diploe). Nelle ossa brevi sono ossa piccole in cui nessuna dimensione prevale sulle altre. Hanno anch’esse un aspetto a diploe. Le ossa che non rientrano in queste categorie sono irregolari (es. vertebre). Citiamo anche le ossa sesamoidi, cioè ossa soprannumerarie presenti nelle articolazioni, e le ossa suturali, dovute ad un diverso processo di ossificazione. Lo scheletro si divide in scheletro assile e in scheletro appendicolare. Lo scheletro assile si compone di testa, colonna vertebrale e gabbia toracica. Lo scheletro appendicolare comprende invece gli arti inferiori e gli assi superiori. Il tessuto osseo compatto è molto denso, caratterizzato da osteoni, e si trova all’esterno. Il tessuto osseo spugnoso è interno ed è caratterizzato da trabecole, che permettono gli scarichi di forza. Le ossa sono in continuo rimodellamento. L’ossificazione può seguire due modalità: una diretta (o dermica), cioè da preesistente tessuto embrionale, come le ossa del cranio, l’altra indiretta, per sostituzione del tessuto cartilagineo da parte del tessuto osseo. Le ossa sono segmenti staccati fra loro, che mantengono però posizioni precise e si muovono l’una rispetto all’altra. Le diartrosi sono articolazioni mobili, le sinartrosi sono di tipo immobile. Si dicono invece anfiartrosi le articolazioni parzialmente mobili. Le diartrosi non mettono direttamente in comunicazione le ossa, ma creano una discontinuità. I capi articolari sono rivestiti da cartilagine ialina e sono racchiusi dalla capsula articolare, le ossa sono separate dalla camera articolare. La struttura può essere rinforzata da legamenti. La forma della diartrosi determina il movimento. Le articolazioni mobili:  





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Artrodie: i capi articolari sono superfici piane, che consentono lo scivolamento. Enartrosi: i capi articolari sono segmenti di sfera. Permettono la rotazione e la circonduzione. Condiloartrosi: i capi articolari sono segmenti di ellisse. Permettono la flessione, l’estensione ed una sorta di rotazione. I capi articolari di solito presentano un disco di cartilagine (menisco). Tracollo (o ginglimo angolare): i capi articolari sono segmenti di cilindri, ortogonale all’asse dell’osso. Permettono la flessione e l’estensione. Trocloide (o ginglimo laterale): i capi articolari sono segmenti cilindrici paralleli all’asse lungo. Permettono la rotazione. A sella: i capi articolari sono a forma di sella. Permettono l’adduzione, l’abduzione, la flessione e l’estensione.

Le articolazioni immobili:

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Sindesmosi: tra i capi ossei troviamo tessuto fibroso (es. ossa del cranio). Un esempio è la gonfosi, cioè l’articolazione tra dente e mandibola. Sincrondosi: tra i capi articolari troviamo della cartilagine ialina. Sinfisi: tra i capi articolari troviamo della cartilagine fibrosa.

Le anfiartrosi sono articolazioni semimobili, presenti soprattutto nella colonna vertebrale. Lo scheletro assile ha funzione di sostegno e di protezione, in particolare del SNC, degli organi della sensibilità particolare, dell’apparato cardiocircolatorio, dell’apparato digerente e dell’apparato respiratorio. Le ossa dl cranio sono prevalentemente piatte. Il cranio si divide in due porzioni, una più rostrale, il neurocranio, e una più frontale, lo splancnocranio (o viscerocranio). Alcune ossa fanno parte di entrambe le suddivisioni. La porzione sovraorbitaria è detta volta cranica. Anteriormente abbiamo l’osso frontale, osso impari mediano, di lato l’osso parietale, un osso pari, e posteriormente l’osso occipitale, un osso piatto, impari e mediano. Le ossa sono articolate fra loro tramite suture. La sutura frontale (o coronale) articola l’osso frontale con le parietali. Fra le ossa parietali troviamo la sutura sagittale, e fra le parietali e l’occipitale la sutura lambdoidea. Capovolgendo la volta cranica si osservano le impronte delle arterie meningee. Lungo la sutura sagittale si trova invece l’impronta del seno arterioso. La porzione inferiore della volta è la base cranica. Anteriormente abbiamo l’osso frontale, di lato le parietali e posteriormente l’occipitale. Sotto l’osso frontale troviamo l’ etmoide, osso impari mediano. Un altro osso impari mediano è lo sfenoide. La base cranica ha numerosi fori. Quello maggiore è il foro occipitale (o forame magno), attraverso cui passa il midollo allungato. Altri due fori, i fori giugulari, si formano alla congiunzione tra occipitale e temporali. Attraverso di esse passano la vena giugulare e i nervi IX, X e XI. L’osso frontale concorre a determinare la porzione superiore delle orbite e i seni frontali. L’osso occipitale all’interno presenta quattro fossette: le due superiori sono fosse cerebrali, le due inferiori le ossa cerebellari. Il foro occipitale presenta due condili, che si articolano con la colonna vertebrale. Nell’osso temporale sono accolti gli organi dell’udito. Inoltre presenta una superficie di articolazione per la mandibola. Inoltre, presenta il rilievo mastoideo, al cui interno sono presenti numerose cavità. Il meato acustico esterno è il punto di comunicazione dell’organo dell’udito con l’esterno. Lo sfenoide può essere suddiviso in un corpo e in due coppie di processi laminari proiettati lateralmente (grandi e piccole ali), e in una coppia di processi proiettati

inferiormente (processi pterigoidei). Sulla superficie superiore del corpo è presente una nicchia (sella turcica dello sfenoide), che accoglie l’ipofisi. Lo sfenoide si articola con quasi tutte le ossa della base cranica e fa parte sia dello splancnocranio, sia del neurocranio. Effettuando una sezione sagittale osserviamo che le base cranica presenta un andamento obliquo. Sono presenti delle fosse (anteriore, media, posteriore), che identificano strutture del SN. Le ossa prendono il nome della parte del cervello ospitato. Lo splancnocranio è la porzione che accoglie i visceri. Le orbite accolgono gli organi della vista. Sono formate dalla giustapposizione di più ossa: l’osso frontale superiormente, lateralmente l’osso zigomatico, e inferiormente e medialmente l’osso mascellare. Nella zona retrostante l’orbita è chiusa dallo sfenoide, dall’etmoide e dalle ossa lacrimali. Nell’orbita sono accolti il bulbo oculare e i muscoli che lo muovono. Nei fori dello sfenoide, uno mediale (il foro ottico) e uno laterale (la fessura orbitale superiore), passano varie strutture. Nel foro ottico passa l’arteria oftalmica e i nervi che muovono il muscolo dell’occhio. Nella grande ala dello sfenoide troviamo il foro rotondo (dove passa il nervo V mascellare), il foro ovale (dove passa il nervo V mandibolare) e il foro spinoso (dove passano i vasi meningei). Dal foro lacero entra l’arteria carotidea. Il nervo V (o trigemino) è diviso in tre rami: oftalmico, mascellare e mandibolare. I nervi ottici vanno a formare il chiasmo ottico. Altra cavità del viscerocranio è la cavità nasale. Se si taglia in modo parasagittale, si osserva la struttura irregolare a rilievi (i cornetti), uno superiore, uno medio e uno inferiore. I cornetti sono rivestiti da mucosa. I primi due sono una parte dell’osso etmoide e il terzo è un osso a sé (cornetto inferiore). La porzione anteriore del setto è formata da cartilagine fibroelastica (il vomere). L’etmoide presenta una lamina verticale e una orizzontale. Ai lati troviamo le masse etmoidali che formano i cornetti. Nella lamina orizzontale sono presenti numerosi fori. I fori formano la lamina cribrosa, attraverso cui passano i rami nervosi del nervo olfattivo. Sulla superficie del temporale troviamo i meati (interno ed esterno). Gli organi dell’udito e dell’equilibrio sono accolti nello spessore del temporale. Un altro osso pari e simmetrico è l’osso mascellare. Se osservato dal lato inferiore vediamo che forma i ¾ del palato osseo, insieme alle due ossa palatine. L’osso mascellare, un osso pari, presenta l’arcata dentaria superiore. Il limite posteriore delle ossa palatine determina l’apertura delle coane (le aperture posteriori della cavità nasale). Le coane permettono il passaggio dell’aria. Il sistema dei seni mascellari è in comunicazione con le vie respiratorie. Le cavità fanno da cassa di risonanza, alleggeriscono la struttura e aumentano la superficie di riscaldamento dell’aria inspirata. La mandibola è un osso impari mediano, che presenta le arcate dentarie inferiori. Nei rami posteriori sono presenti due condili, che si articolano con il temporale, formando la ATM (articolazione temporo-mandibolare). È l’unica articolazione mobile del cranio, e permette la masticazione e la fonazione. Nella ATM è presente un menisco e una serie di legamenti che la stabilizzano. I denti sono derivati di tessuto osseo, e sono costituiti dalla dentina. Le dentina è rivestita da uno derivato epiteliale, cioè lo smalto. La

superficie visibile del dente è la corona, mentre la porzione inserita nell’osso è la radice. Il punto in cui la gengiva circonda il punto di emergenza è il colletto. I denti sono strutture molto vascolarizzate. La prima dentizione, cioè la dentizione decidua, è sostituita poi dalla permanente. La emiarcata della dentizione decidua è composta da due incisivi, un canino e due molari. L’emiarcata della dentizione permanente è invece costituita da due incisivi, un canino, due premolari e tre molari. L’osso ioide, un piccolo osso impari mediano, è presente nel collo a livello della mandibola, con due protuberanze (piccole e grandi corna). È tenuto in sede solo da muscoli. Deriva dal secondo arco bronchiale e non si articola con nessun osso. Al cranio segue la colonna vertebrale. La colonna vertebrale non è rettilinea ma presenta delle curve caratteristiche. Le vertebre si susseguono l’una con l’altra e sono divise in regioni: cervicale, toracica, lombare e sacrale (o coccigea). La cervicale forma una lordosi, la porzione toracica invece una cifosi. Seguono la lordosi lombare e la cifosi sacrale. Le curve fisiologiche si formano durante lo sviluppo e la crescita. All’interno della colonna vertebrale è contenuto il midollo spinale. Durante lo sviluppo, colonna vertebrale e midollo spinale hanno la stessa lunghezza: dalla nascita, invece, la colonna vertebrale si allunga. Il midollo spinale arriva quindi solo fino alla prima o seconda vertebra lombare. In ciascuna vertebra anteriormente troviamo il corpo vertebrale, a cui segue un arco, che forma il foro vertebrale. Dall’arco vertebrale si formano dei processi: uno diretto posteriormente, il processo spinoso, e uno pari, il processo trasverso. Inoltre, sono presenti due processi articolari pari, uno superiore ed uno inferiore. L’insieme dei fori vertebrali forma il canale vertebrale. Le vertebre cervicali sono sette. Il processo spinoso è orizzontale, il corpo è piccolo ma tende ad aumentare. Il processo spinoso è bifido. Nei processi trasversi ci sono dei fori (forami trasversali), che permettono il passaggio delle arterie. La prima vertebra cervicale è l’atlante, a cui manca il corpo. Presenta delle faccette articolari per i condili dell’osso occipitale. L’epistrofeo presenta un piccolo corpo, il processo spinoso è abbozzato. Dal corpo parte il processo odontoideo, verso l’alto. Durante l’ossificazione il corpo dell’atlante si ossifica con l’epistrofeo. Questo processo va a formare un ginglimo laterale, che permette la rotazione del cranio rispetto al tronco. L’articolazione dell’atlante con l’osso occipitale è responsabile dei movimenti antero-posteriori. Il processo spinoso delle vertebre cervicali diventa via via più orizzontale. La settima è la vertebra prominente. Le articolazioni fra le restanti vertebre sono oblique (articolazioni fra i corpi vertebrali). Le vertebre toraciche sono dodici. Il corpo vertebrale è grosso e il foro vertebrale si riduce progressivamente. I fori trasversali scompaiono e il processo spinoso si porta verso il basso. I processi articolari fra le vertebre sono verticali. Seguono poi le cinque vertebre lombari, le più grosse. Presentano un corpo vertebrale grosso cilindrico. Dall’arco vertebrale si dipartono dei processi trasversi, di cui i primi due sono molto lunghi (processi costiformi). Il processo spinoso è di nuovo orizzontale. I processi articolari sono verticali e si affrontano secondo un piano sagittale. Il foro vertebrale è sempre più piccolo. Sono presenti delle incisure, una inferiore e una superiore, per ogni vertebra. Queste incisure vanno a formare un foro (foro intervertebrale), ed è il punto in cui i nervi lasciano la colonna vertebrale. Il midollo spinale finisce prima della colonna vertebrale, ma i nervi escono fino all’osso sacro, quindi percorrono un certo tragitto nel canale intervertebrale. Dalla terza vertebra lombare in poi i nervi corrono paralleli alla colonna vertebrale. La regione sacrale è

formata da cinque vertebre, che durante lo sviluppo embrionale si saldano fra loro a formare l’osso sacro. La morfologia delle vertebre cambia completamente. Nella prima vertebra sacrale si riconoscono ancora il corpo e le faccette articolari. I processi trasversi si uniscono fra loro a formare le ali del sacro. Facendo una sezione sagittale si riconoscono i corpi e il canale dove decorrono solo nervi. Non ci sono fori intervertebrali, ma si mettono in evidenza fori sacrali anteriori e posteriori. Nelle vertebre sacrali ramo posteriore e anteriore dei nervi escono già separatamente invece di dividersi dopo. I processi spinosi vanno a formare la cresta sacrale. Successivamente all’osso sacro ci sono tre o quattro piccole vertebre, che vanno a formare il coccige. Sono poco più che abbozzi. Solo la prima presenta piccoli processi trasversi. I legamenti longitudinalmente decorrono verticali lungo la colonna vertebrale, chiudendo il canale. Tra le vertebre troviamo due tipi di articolazioni: le artrodie, tra le faccette articolari, e le anfiartrosi, tra i corpi vertebrali, che agendo a livello del disco intervertebrale permettono la flessione della colonna. La gabbia toracica è formata posteriormente dalla vertebre toraciche, lateralmente e anteriormente dalle coste e anteriormente da un osso impari mediano, lo sterno. Le coste sono ossa piatte ed hanno forma arcuata. Sono dodici paia, di cui sette vere, articolate con lo sterno, e cinque spurie. Di queste, le prime tre sono asternali, e le ultime due sono fluttuanti. Le tre asternali si riuniscono e vanno ad articolarsi con la settima costa. Le coste fluttuanti permettono invece dei movimenti più accentuati. In ogni costa si riconosce la testa (a contatto con la colonna vertebrale), il collo e il corpo costale. Si riconoscono due superfici articolari, che si articolano col processo trasverso e con il corpo vertebrale, formando due artrodie. Le coste terminano con la cartilagine sternale (articolazione immobile). Lo sterno è un osso piatto, formato da tre ossa saldate, indicate dalla craniale alla caudale: il manubrio, il corpo dello sterno e il processo xifoideo. Il processo xifoideo non ha una forma costante. Tutti i movimenti della gabbia toracica dipendono dalla doppia articolazione delle coste con le vertebre. Le ultime coste vanno a proteggere parte dei reni, la milza e lo stomaco. L’arto superiore è costituito da cinto scapolare, braccio, avambraccio, polso e mano. Procedendo da prossimale a distale aumenta il numero delle ossa. La cintura scapolare è formata da due ossa: scapola e clavicola, due ossa piatte. La scapola è un osso piatto molto sottile, con una forma quasi triangolare. È posteriore alla gabbia toracica, e si trova tra la terza e la settima vertebra toracica. Ventralmente presenta una concavità, la fossa sottoscapolare. Dorsalmente è presente un rilievo pronunciato, la spina della scapola. La spina si distacca dalla scapola e termina con un processo appuntito, l’acromion, punto di articolazione con la clavicola. Anteriormente si distacca un altro processo, il processo caracoideo. Acromion e processo caracoideo sono associati alla cavità glenoidea, punto di articolazione con l’omero. La clavicola ha una forma a “S”, e si trova anteriormente alla scapola. Medialmente presenta una convessità, la convessità mediale, e lateralmente una concavità. Scapola e clavicola sono articolate tramite un’artrodia a livello dell’acromion. La scapola non si articola con il braccio, ed è tenuta insieme da muscoli. Tutto il peso grava sull’articolazione sterno-clavicolare, un’articolazione a sella dove è presente un disco

di cartilagine. La cintura scapolare si articola con l’osso del braccio tramite un’enartrosi. La testa dell’omero ha infatti una superficie semisferica. La cavità glenoidea è rivestita da cartilagine (labbro glenoideo). Il processo caracoideo e l’acromion stabilizzano l’articolazione, che creano un vincolo nel momento in cui effettua una circonduzione comp...


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