Appunti di anatomia umana PDF

Title Appunti di anatomia umana
Course Anatomia Umana
Institution Università degli Studi di Trieste
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Appunti delle lezioni di Anatomia umana della prof.ssa Cristina Ponti...


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ANATOMIA UMANA Prof. Cristina Ponti

INTRODUZIONE E TERMINOLOGIA ANATOMICA

L’istologia è lo studio dei tessuti, ovvero l’insieme delle cellule specializzate e di prodotti cellulari che, cooperando tra loro, determinano lo svolgersi di una o più funzioni specifiche. Si parte sempre dalla posizione anatomica: l’individuo è in piedi con le gambe unite e i piedi poggiati sul pavimento; le mani sono poste ai fianchi con i palmi rivolti in avanti. È inoltre caratterizzata da: -

Veduta laterale; Veduta frontale; Veduta posteriore.

Superiore o craniale: struttura in alto rispetto ad un’altra struttura. Inferiore o caudale: struttura in basso rispetto ad un’altra struttura. Ventrale o anteriore: sta di fronte al corpo. Dorsale o posteriore. Struttura mediale e laterale (punto di riferimento: asse mediano): strutture alla stessa altezza ma una più a destra e una più a sinistra. Prossimale: più vicina all’asse mediano. Distale: più lontana all’asse mediano.

Piani di sezione: Piani verticali: -

Sagittale = asse mediano; separa la metà destra dalla sinistra; Frontale che è perpendicolare a quello sagittale; separa le parti anteriore e posteriore del corpo.

Piano orizzontale: -

Piano trasverso, separa le parti superiore e inferiore del corpo.

Cavità interne del corpo (compaiono durante lo sviluppo embrionale): 1. Cavità dorsale (risulta posteriore alla cavità ventrale), include la cavità craniale (contiene l’encefalo) e la cavità spinale (contiene il midollo spinale); 2. Cavità ventrale o celoma (fornisce protezione, permette il movimento degli organi, rivestendoli ne previene la frizione), separata dal diaframma (muscolo scheletrico) in: cavità toracica: circondata dal torace e dal diaframma; suddivisa in: cavità pleurica destra (circonda il polmone destro), mediastino (massa di tessuto connettivo che contiene la trachea, l’esofago e i grossi vasi e contiene anche la cavità pericardica, la quale circonda il cuore) è una zona compresa tra i polmoni, dove la parte anteriore è identificata dal cuore e quella posteriore da

altre strutture, cavità pleurica sinistra (circonda il polmone sinistro); cavità addominopelvica (contiene la cavità peritoneale) che comprende: cavità addominale (parte superiore; contiene molti organi e ghiandole dell’apparato digerente), cavità pelvica (parte inferiore; contiene la vescica urinaria, gli organi dell’apparato riproduttivo e l’ultimo tratto del canale alimentare).

Regioni addomino-pelviche: 1. Regione epigastrica (con regione ipocondriaca destra e sinistra); 2. Regione ombelicale (con regione lombare destra e sinistra); 3. Regione ipogastrica (con regione iliaca destra e sinistra).

ORGANIZZAZIONE DEI TESSUTI

Epitelio = cellule con uguali caratteristiche funzionali, strato di cellule tutte uguali. Classificazione: -

Epiteli di rivestimento: delimitano la superficie; Epiteli ghiandolari: secrezione/riassorbimento di enzimi, ioni, muco, ormoni, etc., quando la cellula secerne qualcosa; Epiteli sensoriali: sono specializzati e sono presenti negli organi di senso (a livello visivo, uditivo, olfattivo, gusto); ricezione di stimoli fisici (vibrazione o pressione) o chimici (molecola disciolta nella saliva che ha un certo sapore) e loro trasformazione in impulsi nervosi.

Caratteristiche del tessuto epiteliale: 1. Polarità: la disposizione degli organuli cellulari dipende dallo stato funzionale della cellula; le cellule che in una stessa zona stanno facendo tutte la stessa cosa e il loro aspetto e la loro organizzazione degli organelli risulta pressoché identica; 2. Microvilli, ciglia, stereociglia: aumento della superficie di assorbente e movimento di fluidi extracellulari; si trovano nella parte apicale. Microvilli: estroflessioni del citoplasma (intestino); Ciglia: estroflessioni più lunghe; in grado di muoversi (nell’apparato respiratorio spostano muco); Stereociglia: nell’apparato riproduttivo (lungo le vie spermatiche e le tube uterine); estroflessioni molto lunghe che accompagnano i movimenti dell’ovocita o degli spermatozoi.

Mantenimento dell’integrità degli epiteli (resistenza a stress meccanici):  Giunzioni intercellulari o interdigitazioni fra le membrane; punti di incastro tra i vari citoplasmi che si legano;  Ancoraggio alla membrana basale (lamina basale + lamina reticolare, due lamine molto sottili adese tra loro), tessuto di adesione tra cellule e tessuto connettivo sottostante; la membrana basale si trova in tutti gli epiteli;  Riparazione cellule danneggiate = cellule germinali (strati profondi); negli epiteli pluristratificati (nell’epidermide ad esempio) si incuneano cellule più piccole che sono cellule germinali, in grado di modificarsi e di produrre nuove cellule epiteliali quando quelle superficiali sono danneggiate. Giunzioni intracellulari (in ordine di resistenza, da meno a più): 1. Giunzioni serrate o strette: punti in cui si ha parziale fusione della componente lipidica delle membrane, evita il passaggio di acqua e soluti attraverso le membrane (epitelio di rivestimento del canale alimentare, che va dall’esofago al retto); aspetto meccanico che conferisce robustezza all’epitelio ma non ci passa nulla attraverso;

2. Gap junctions: collegamento fra cellule mediante connessioni = proteine canale (miocardiociti, sono le cellule muscolari cardiache) che si incastrano tra una membrana e l’altra e hanno un canale al centro, mettono in comunicazione i due citoplasmi; le connessioni conferiscono stabilità e permettono il passaggio di molecole; 3. Desmosomi: area densa (punto di ancoraggio per i microfilamenti) + proteoglicani collegati da microfilamenti collegati al citoscheletro cellulare = resistenza alla torsione e alla trazione (miocardiociti + strato esterno cutaneo); il desmosoma viene visto come un ispessimento della membrana cellulare.

Epiteli di rivestimento: Classificazione in base alla morfologia: -

-

Epitelio semplice o monostratificato: un’unica fila di cellule poggiata su una membrana basale; si differenzia in: epitelio pavimentoso semplice o squamoso, epitelio cubico semplice (lo spessore aumenta e la cellula assume una forma pressoché cubica), epitelio cilindrico semplice o colonnare semplice (allungamento in altezza, dove le cellule sembrano delle colonnine o dei cilindri); Epitelio pluristratificato: se aumentiamo gli strati di cellule; si differenzia in: epitelio pavimentoso o squamoso, epitelio cubico, epitelio cilindrico.

Classificazione in base a dove li troviamo e a quali sono le loro peculiari caratteristiche: 1. Epitelio squamoso/pavimentoso/piatto: Epitelio pavimentoso semplice: poco resistente agli stress meccanici, però se una cellula è molto sottile e l’epitelio separa due ambienti diversi, è una barriera facile da attraversare per certi tipi di molecole (esempio: gas, sono lipofili); a livello degli alveoli polmonari, dove l’epitelio si trova tra il sangue e l’aria, gli scambi ossigeno-CO2-gas tra l’aria e il sangue vanno lisci; questo tipo di epitelio, quindi, si trova negli alveoli polmonari o in superfici che non sono sottoposte a stress meccanici in cui passaggio di gas o secrezione di molecole deve essere molto favorito; se ci sono tanti strati di epitelio pavimentoso, questo diventa molto resistente. Epitelio pavimentoso pluristratificato: non cheratinizzato (cavità orale), sempre mantenere umido il tessuto sennò si secca (saliva, secrezioni), cheratinizzato (cute esterna); 2. Epitelio cubico: Epitelio cubico semplice: dal punto di vista protettivo è un po’ più resistente di quello pavimentoso e un po’ meno del cilindrico e ha capacità secretive e di assorbimento. Epitelio cubico stratifico: generalmente non va oltre ai due/tre strati, è molto raro e si trova sulla superficie ovarica e nei dotti delle ghiandole mammarie; 3. Epitelio cilindrico/colonnare/batiprismatico (stomaco, intestino, utero): Epitelio cilindrico semplice: cellule a struttura allungata; hanno capacità protettiva maggiore rispetto ai precedenti; la parte superiore, libera, può presentare dei microvilli (in particolare nell’intestino), in modo da avere maggiore spessore e aumentare la superficie assorbente.

Epitelio cilindrico stratificato: pochi strati, perché comunque ha giù uno spessore di per sé; in piccole zone di faringe, epiglottide, uretra, ghiandola salivare;

Epiteli con caratteristiche particolari rispetto ai precedenti: 4. Epitelio respiratorio/cilindrico cigliato pseudostratificato (nell’apparato respiratorio): cellule cilindriche con ciglia sulla superficie libera della cellula; pseudostratificato perché non è stratificato come sembra, in realtà tutte le cellule poggiano sulla membrana basale; i piccoli nuclei e le piccole cellule della parte più profonda, sono cellule di forma piramidale (cellule di rimpiazzo germinative che vanno a sostituire quelle danneggiate);

5. Epitelio di transizione o polimorfo (sulla superficie interna di organi che per motivi fisiologici devono modificare le loro dimensioni): esempio tipico: la vescica (quando è vuota, la sua parete è più spessa, l’epitelio è alto con tanti strati con cellule basali, cellule clavate più allungate (a forma di clava) e cellule ad ombrello nella parte più esterna; a mano a mano che si riempie si gonfia, si allarga ma si assottiglia lo spessore, la parete si distende e l’epitelio viene stirato, le cellule clavate si abbassano e le cellule ad ombrello coprono tante cellule sopra di loro, quindi formano un ulteriore strato protettivo).

Secrezioni ghiandolari (classificazione fatta in base a dove va a finire il secreto): -

-

Esocrine: rilascio delle secrezioni sulla superficie cutanea o su un epitelio superficiale che riveste un tratto interno comunicante con l’esterno (esempio di cavità interna che comunica con l’esterno del corpo: stomaco). Si suddivido in: sierose (più liquide/acquose, alta componente proteica ed enzimatica, ad esempio ghiandola parotide), mucose (più viscose, glicoproteine, muco, ad esempio ghiandola sottolinguale), miste (in parte cellule sierose e in parte cellule muscose, ad esempio ghiandola sottomandibolare); Endocrine: rilascio delle secrezioni (ormoni, prodotti di ghiandole endocrine) nei liquidi interstiziali intercellulari (esempio: sangue), il secreto va nel sangue (una molecola entra nel sangue e il sangue la trasporta a livello sistemico, quindi dappertutto.

Struttura ghiandolare esocrina: -

Unicellulare: unità cellulari disperse negli epiteli (cellule caliciformi mucipare che si trovano nell’intestino e nell’apparato respiratorio), azione protettiva e lubrificante; Pluricellulare: si dividono in: endoepiteliali (nasce dall’epitelio, ad esempio epitelio mucoso dello stomaco), esoepiteliali (si formano al di fuori di un epitelio di rivestimento di un organo: intraparietali (all’interno della parete dell’organo, connettivo dell’organo) e extraparietali (fuori dall’organo, protette in cavità: logge, ad esempio ghiandole salivari).

Le ghiandole esocrine intraparietali: formate da parenchima: adenomero (parte secretiva delle esocrine) e dotto escretore (un tubicino interno alla parete che convoglia il secreto verso l’esterno; il dotto secretore non esiste nell’endoepiteliale) + connettivo di sostegno

Come avviene la secrezione delle ghiandole esocrine: 1. Secrezione merocrina: tipica delle ghiandole salivari; il secreto viene prodotto e inglobato in vescicole secretorie che risalgono lo spessore della cellula e per esocitosi vengono liberate; la secrezione non provoca nessuno stress alla cellula, essa rimane intatta; 2. Secrezione apocrina: tipica della ghiandola mammaria dopo il parto (in allattamento); la parte apicale della cellula si riempie di vescicole contenente il latte materno e ad un certo punto presenta una strozzatura e la parte apicale si stacca, si rompe ed esce il secreto; alla fine della secrezione la cellula è viva però in parte si degrada; 3. Secrezione olocrina: tipica delle ghiandole sebacee; adenomero secretivo è dato da più strati di cellule, in cui quelle secretive sono quelle apicali, verso il lumen, mentre negli strati più profondi ci sono delle cellule staminali (in grado di differenziarsi e dare un’altra cellula matura) che producono nuove cellule, perché nel liberare la secrezione sebacea, queste cellule scoppiano e quindi muoiono.

Struttura ghiandolare endocrina: Assenza di dotto escretore, attorno alla ghiandola ci sono capillari sanguigni che devono captare l’ormone e possono essere di due tipi: -

Cordonali (pancreas): un gomitolo di cellule secretive endocrine tutte arrotolate attorno ad una rete capillare; cordoni cellulari secretivi anastomizzati a rete; Follicolari (tiroide): sfera chiusa con i capillari al di fuori; la parte interna del follicolo è ricoperta da cellule secretive o cellule follicolari che producono l’ormone, lo riversano all’interno della sfera; queste cellule follicolari sono in grado, al bisogno, di riassorbire l’ormone e portarlo dall’altra parte verso il torrente sanguigno, quindi lo immagazzinano e nel momento del bisogno lo riassorbono e lo buttano dall’altra parte.

Epiteli sensoriali:

Caratteristici degli organi di senso (epiteli specializzati); ricevono uno stimolo chimico/fisico e lo trasformano in un impulso nervoso, un segnale che può essere recepito e compreso da una cellula nervosa. Esempio: epitelio olfattivo nelle cavità nasali: qui si ha un epitelio sensoriale specializzato che trasforma una molecola gassosa dispersa nell’aria in impulso nervoso che è un impulso elettrico, trasportato poi alla corteccia olfattiva cerebrale attraverso il nervo olfattivo. Struttura diversa a seconda del tipo. Si tratta di cellule neuroepiteliali caratterizzate da due terminazioni/poli: -

Polo apicale: porzione che riceve lo stimolo; funzionalità specifica modificata da agenti chimici/fisici specifici; Epitelio neurale: parte basale o pareti a contatto con la cellule nervosa; punto in cui avviene la trasmissione del segnale.

Tessuti connettivi (tessuti più abbondanti nel corpo umano): -

Tessuti connettivi propriamente detti: divisi in lasso e denso a seconda della consistenza più o meno morbida; Tessuti connettivi liquidi: sangue (contenuto nel sistema circolatorio) e linfa (contenuto nel sistema linfatico) che collegano, da un punto di vista teorico, molte strutture tra loro; Tessuti connettivi di sostegno: struttura più densa e sostenuta rispetto ai tessuti connettivi propriamente detti (ne fanno parte: cartilagine e osso).

Elementi comuni dei tessuti connettivi: -

Cellule specializzate: Fisse: durante la sua vita, non si sposta dal tessuto connettivo; troviamo: fibroblasti (cellule responsabili della produzione del collagene, il principale componente delle fibre del connettivo e sono fisse), macrofagi fissi (cellule ad azione fagocitica che esistono come macrofagi fissi o liberi di spostarsi da un tessuto ad un altro), adipociti (cellule in cui il citoplasma è quasi completamente occupato da lipidi con tipica colorazione giallastra), cellule mesenchimali (cellule staminali, in grado di differenziarsi in altre cellule mature di diverso tipo a seconda di come vengono stimolate) e melanociti (si trovano a livello cutaneo e sono in grado di produrre melanina); Migranti: possono uscire dal tessuto connettivo e dirigersi da altre parti; esempio: cellule del sistema immunitario; troviamo macrofagi liberi, mastociti, linfociti, microfagi = neutrofili ed eosinofili;

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Fibre proteiche extracellulari: Collagene: molecole di tropocollagene riunite a fascetti (decorso lineare), non ramificate, resistenti; tendini e legamenti: ad esempio il bicipite, con un ventre muscolare avvolto da guaine connettivali, le fibre di collagene si riuniscono in una struttura tendinea che va poi ad inserirsi nella struttura ossea; Reticolari: molecole di tropocollagene a decorso isolato, costituiscono reticoli, non ha la stessa resistenza del collagene; stroma degli organi: nel caso del fegato, è utile una struttura reticolare, un reticolo che fa da impalcatura per il parenchima dell’organo; Il collagene e le fibre reticolari sono entrambe formate dalla stessa molecola di base, la tropocollagene, prodotta dai fibroblasti, però è diversa l’organizzazione tridimensionale. Elastiche: costituite da elastina con organizzazione reticolare; tipiche dei legamenti elastici (strutture che collegano ad esempio due ossa tra di loro ma che comunque devono mantenere un certo grado di elasticità).

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Sostanza fondamentale o amorfa: brodo dove sono immerse fibre e cellule; formata in grandi quantità da mucopolisaccaridi (in particolare acido ialuronico) e glicoproteine; può avere consistenza diversa a seconda dei tessuti: liquida (tessuti connettivi), a gel (nelle cartilagini) o solida (nell’osso).

Classificazione dei tessuti connettivi: 1. Tessuto connettivo lasso: tessuto morbido, propriamente detto con sostanza fondamentale liquida; esempio: nella cute con epidermide, derma e struttura lassa; si trova anche tra gli interstizi degli organi. Se si aumentano gli adipociti, si hanno tante cellule adipose e quindi si ha il tessuto adiposo (tessuto morbido, appartenente alla categoria dei lassi; riserva energetica e isolante termico). Se si aumentano le fibre reticolari e si diminuiscono le fibre collagene, si ha il tessuto reticolare, tipico del parenchima/stroma (impalcatura) degli organi, come il fegato e la milza; 2. Tessuto connettivo denso: consistenza più sostenuta. Meno sostanza fondamentale, più fibre (aumenta la quantità di collagene): Tessuto regolare: tipico dei tendini dei muscoli (fibre collagene sono tutte orientate nella stessa direzione; struttura molto forte nella trazione); Tessuto irregolare: fibre con direzione casuale; consistenza simile a quella del tessuto regolare; resiste in tutte le direzioni, da sollecitazioni che arrivano da tutte le parti; tipico del derma (nella parte profonda del derma, questo conferisce struttura alla cute con buona resistenza). Se aumentiamo le fibre elastiche: si ottiene il tessuto elastico denso, resistente ma deformabile (ad esempio nei legamenti della colonna vertebrale); 3. Tessuto connettivo di sostegno: cambia la consistenza del brodo (gelatina), che ha consistenza a gel, allora si parla di cartilagine. Cartilagine: Cellule non si muovono liberamente, si organizzano quindi in maniera diversa; rappresenta una zona dove è possibile il rimodellamento osseo.

Formata da condroblasti (cellule che producono la matrice), quando questi terminano la produzione di matrice, si differenziano in condrociti (cellula quiescente che vive all’interno della matrice a gel in piccoli gruppi, detti isogeni. I condroclasti sono invece cellule in grado di demolire la matrice cartilaginea. Quindi la cartilagine come l’osso sono tessuti in continuo rimodellamento. Sostanza intercellulare data da fibre collagene (ci sono sempre), matrice amorfa o condromucoide (glicoproteine + condroitinsolfati); la struttura è avvolta da pericondrio (membrana protettiva che chiude la struttura sempre presente tranne che nella cartilagine articolare, nella membrana sinoviale; in questo caso la membrana sinoviale non è continua, quindi presenta punti di interruzione). Le cartilagini sono prive di vasi e nervi, quindi il nutrimento avviene per diffusione attraverso la matrice a gel. Questo è importante perché significa che una lesione alla cartilagine guarisce più lentamente di un osso, proprio perché il tessuto non è vascolarizzato. Tre tipi di cartilagine: Cartilagine ialina (tipica delle articolazioni mobili, sinoviali, come spalla e ginocchio): I condrociti alloggiano a formare gruppi isogeni in degli spazi detti lacune (gruppi isogeni = lacuna contenente più condrociti); sostanza fondamentale è otticamente omogenea, ha lo stesso indice di rifrazione delle fibre collagene, mascheramento al microscopio ottico; Cartilagine fibrosa (tipica dei dischi intervertebrali): Fibre collagene più evidenti della cartilagine ialina, a causa del loro alto numero...


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