Lingue Pro-drop PDF

Title Lingue Pro-drop
Author Atessa D.
Course mediazione linguistica
Institution Università degli Studi Roma Tre
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Summary

lingue pro-drop, romeno, italiano...


Description

Introduzione

In questa tesi affronteremo l’identificazione del soggetto nullo in una lingua romanza come il romeno. La nostra ricerca userà la comparazione interlinguistica, tra italiano e romeno, per valutare quanto quest’ultima, possa essere considerata una lingua consistent pro-drop. Il nostro obiettivo sarà osservare il comportamento del NS di terza persona, nei vari contesti sintattici e verificare se la Topic Criterion proposta in Frascarelli (2007) è applicabile alla lingua in esame. Nel primo capitolo ci dedicheremo ad introdurre le teorie che sono state alla base della nostra elaborazione linguistica. Verrà messa in evidenza l’importanza della Struttura della Informazione, approfondiremmo i diversi tipi di Topic, la Topic Criterion e la Topic Chain Condition. Il secondo capitolo sarà dedicato alla presentazione dei tratti di maggiore rilevanza della lingua romena, per il nostro approccio, con l’aggiunta di qualche cenno storico. Inoltre, individuando le varie caratteristiche di una lingua consistent o partial pro-drop, cercheremo di inquadrare meglio questa lingua romanza. Nell’ultimo capitolo, il terzo, presenteremo ed analizzeremo i dati emersi della ricerca. Il corpus è stato formato da frasi che presentato diversi contesti sintattici ed è stato sottoposto al giudizio di paranti madrelingua. Tutti i dati raccolti verranno comparati tra loro e analizzati in riferimento alla teoria del Topic Criterion.

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Capitolo 1 - Quadro teorico di riferimento – 1. Concetti chiave Il modello della Grammatica Generativa, introdotto da N. Chomsky nel 1957 nel suo lavoro ‘Le strutture della sintassi’1, ci ha fornito la base teorica del presente lavoro sulla interpretazione del Soggetto nullo in una lingua romanza come il romeno. Approfondendo l’argomento andremo a scoprire se questa lingua balcanica rispecchia le caratteristiche di una lingua consistent pro-drop, in che circostanze e quali sono le particolarità che la caratterizzano. L’obbiettivo finale sarà quello di verificare quanto la proposta del Topic Criterion (Frascarelli 2007) sia applicabile alla lingua in esame. Usando i dati raccolti in Frascarelli (2018) nelle varie indagini e mettendo a confronto i risultati del nostro test online2 vedremmo se riusciremo ad inquadrare meglio la posizione del Soggetto nullo in questa lingua. Per fare questo lavoro analizzeremo i dati raccolti dal nostro test che è costituito da un insieme di frasi create per coprire uno vario spettro sintattico che presenteremo in seguito. I parlati madrelingua hanno espresso la loro opinione basandosi sul contesto, grammaticalità e accettabilità delle frasi. Prima di iniziare ad analizzare i nostri dati presentiamo alcuni concetti chiave per la comprensione del presente lavoro.

1.1. La struttura dell’informazione o IS (Information Structure). Basi teoriche. La frase ha una funzione comunicativa. Ogni enunciato che produciamo è il risultato della distribuzione dell’informazione. Esistono due concetti chiave: ciò che è dato, l’informazione già a conoscenza del nostro interlocutore (le presupposizioni sulle

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Si ipotizza che tutte le lingue del mondo abbiano una stessa struttura ‘profonda’ e che esse vengano governate da una serie di Principi e Parametri che costituiscono lo scheletro del sistema linguistico. I Principi vengono descritti come delle proprietà generali del linguaggio che sono alla base dell’esistenza degli universali linguistici. Invece i Parametri sono rappresentati dall’ambito di variazione di una lingua. 2 La descrizione approfondita sulla metodologia usata e i risultati ottenuti verranno presentati nel terzo capitolo.

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conoscenze condivise) e ciò che è nuovo, quello che vogliamo comunicare al nostro interlocutore (la predicazione all’interno dell’enunciato). Tecnicamente stiamo parlando di Topic e Focus3. In relazione a questi due concetti abbiamo due modi per articolare la distribuzione dell’informazione negli enunciati (Chafe 1976): A. TOPIC-COMMENT B. FOCUS-PRESUPPOSIZIONE Per l’ipotesi A, abbiamo una struttura dove l’informazione data viene affiancata dal Comment, che non è altro che semplicemente il verbo con i suoi eventuali complementi e aggiunti. (1)

(Qualcuno che parla delle abitudini di Maria) Maria viene al corso di yoga tutte le settimane. TOPIC

COMMENT

Se invece abbiamo una situazione di tipo B, la presupposizione è rappresentata come una variabile, una conclusione o ipotesi che trova riscontro nel Focus. (2)

(Parlando con qualcuno di un viaggio) L’ha prenotato

Maria.

PRESUPPOSIZIONE FOCUS

Sarà utile ricordare che queste due strutture si possono combinare tra di loro, nell’area dello Split-CP (Rizzi 1997), rispettando determinate regole. (3)

Split-CP (Interfaccia Sintassi-Pragmatica) [ForceP [Force’ [Forceo] [TopP *[Top’ [Top o] [FocP [Foc’ [Foco] [TopP *[Top’ [Topo] [FinP [ Fin’ [Fino IP]X10

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Naturalmente l’opposizione tra queste due nozioni non può essere presentata in modo esaustivo nel presente lavoro.

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1.2.

Il Movimento e la relazione di c-comando. Come abbiamo già accennato, nel modello teorico della Grammatica Generativa

qualsiasi enunciato viene prima ‘organizzato’ secondo i Principi e i Parametri della Grammatica Universale. Si parte con la procedura di Inserzione Lessicale nella Struttura Profonda o Struttura-P, dove avviene la combinazione delle varie proprietà semantiche (es. accordo Soggetto – Verbo). In seguito, si passa alla Struttura Superficiale o StrutturaS, dove le varie operazioni sintattiche servono per soddisfare i requisiti morfosintattici e così si arriva alla Forma Fonetica e Logica (PF dall’inglese Phonetic Form e LF sempre dall’inglese Logical Form)4. I vari tipi di sintagmi si possono spostare all’interno della struttura, compiendo diversi tipi di ‘movimenti sintattici’. Tutti i movimenti devono rispettare la Condizione di Estensione (la struttura si espande sempre verso l’alto), la località e l’uniformità. Ricordiamo brevemente due dei movimenti inerenti alla posizione del Soggetto. Da un lato abbiamo il Movimento-A, funzionale all’assegnazione di Caso (soprattutto Nominativo) che si espande dalla struttura del VP, posizione Compl,VP o Spec,VP in base alla valenza del verbo. Se parliamo invece di Movimento-A’, detto anche Movimento-wh (poiché è il movimento dei costituenti interrogativi che in inglese sono: who, why, where, ecc,), ci spostiamo nell’area del CP (Sintagma del complementatore). Si tratta di un movimento che non riguarda l’assegnazione del Caso ed è extrafrasale. Tale movimento viene interpretato in base alla relazione di (dove ‘c’ sta per costituente). (4)

Relazione di c-comando: relazione strutturale non simmetrica che intercorre tra due nodi α e β tale per cui un nodo α c-comanda un nodo β se e solo se: i) α non domina β ii) β non domina α iii) il primo nodo ramificante che domina α domina anche β

Nella letteratura di riferimento troviamo questa procedura come Modello a Y rovesciata o anche a T rovesciata (Chomsky, Noam (1974 [1957], Le strutture della sintassi). 4

4

1.3.

Il Criterio tematico (Criterio-θ) Secondo questo criterio, ciascun verbo deve essere accompagnato da un numero

minimo di elementi, chiamati argomenti, che hanno la funzione di completarne il significato (o, in termini più tecnici, di saturarne la valenza). L’idea è che il verbo può soddisfare il proprio significato semantico solo se è accompagnato da un numero minimo di argomenti, o Ruoli argomentali, che occupano delle posizioni specifiche nella struttura X’. Ad esempio, il verbo mangiare è un verbo bivalente che seleziona due ruoli argomentali: (5)

mangiare Maria

mangia

una mela.

1.4.

Il principio di Proiezione Esteso e il Parametro del Soggetto nullo

(6)

Principio di Proiezione Esteso (EPP, dall’inglese Extended Projection Principle) Tutte le frasi hanno un soggetto Questo principio universale sancisce che qualsiasi enunciato deve avere un

costituente che può essere nullo o esplicito, che svolga la funzione di Soggetto. Teorizzato da Chomksy (1981), a questo principio si collega il Paramento del Soggetto Nullo: una lingua può ammettere o meno il Soggetto nullo. Quando parliamo di Soggetto nullo facciamo riferimento ad un elemento che pur non presente fonologicamente nella struttura, esiste, e lo troviamo sotto il nome di pro o PRO. (7)

pro ha letto un libro. Lui/lei ha letto un libro.

(8)

PRO mangiare tanta cioccolata non ti fa bene! Qualsiasi parlante madrelingua non ha problemi a capire che nella frase (6), a

leggere il libro sia un individuo di sesso maschile/femminile, III persona singolare. La stessa cosa succede nell’esempio (7), dove, anche se il verbo mangiare non si accorda con alcun costituente, la posizione di Spec,VP viene riempita da un PRO.

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Nel modello della Grammatica Generativa questo elemento viene definito come un pronome nullo ovvero non espresso fonologicamente5. Esso si accorda con il verbo e occupa la posizione di Spec,IP nella struttura profondo tramite la relazione strutturale Spec-Testa. Il pro viene usato nelle frasi con i verbi di modo finito, al contrario del PRO, e in base alla valenza verbale puo essere generato o in Compl1,VP (tema), Compl2,VP (beneficiario) o in Spec,VP (agente/esperiente) per poi tramite il Movimento-A spostarsi nella posizione di Spec,IP. Esso si comporta dunque come un DP esplicito.

1.5.

Interpretazione PRO e La teoria del Controllo Il PRO è anch’esso un soggetto fonologicamente nullo, e quindi silente, che però

è specifico delle frasi infinitive e viene interpretato in base alla Teoria del Controllo. Inoltre, essendo usato con i verbi di modo non finito esso non è soggetto al Filtro del Caso. Tramite la Teoria del Controllo che appunto serve per interpretare il PRO e capire quale è l’elemento che lo ’controlla’ possiamo avere tre possibilità: a)

PRO a controllo del soggetto Maria1 ha mangiato la torta [e PRO1 si è sentita male].

b)

PRO a controllo dell’oggetto Maria ha chiesto a Mario1 [di PRO1 cantare].

c)

PRO a controllo arbitrario [PROarb mangiare la pasta] fa bene alla salute. Le tre tipologie si distinguono in base alla semantica del verbo della frase

principale.

1.6.

Il Topic Dopo aver ricordato brevemente alcuni dei concetti chiave per la comprensione

del presente lavoro, adesso approfonderemo uno degli argomenti di maggiore importanza ovverosia il Topic. 5 Per categoria vuota si intende un elemento astratto, che non possiamo percepire quando ascoltiamo una frase e quindi ‘vuoto’ in quanto privo di contenuto fonologico. Fanno parte delle categorie vuote le tracce (elementi presenti nella struttura ad albero) e i vari tipi di pro.

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Come già anticipato quando parliamo di Topic facciamo generalmente riferimento all’informazione già a conoscenza del parlante e dell’ascoltatore. Da un punto di vista sintattico e della linearità parliamo di un primo elemento o Soggetto della frase (Reinhart 1981; Givon 1983; Lambrecht 1994). I Topic inoltre possono essere di due tipi: sentence topics e discourse/pragmatic topics (cf. Reinhart 1981): (9)

Maria è molto brava a cucinare però, spesso, a causa della sua troppa inventività crea dei piatti particolari di cui non si capiscono gli ingredienti. a) Sentence topic: Maria b) Discourse topic: le problematiche dovute alla creatività di Maria in cucina Secondo Reinhart (1981) la differenza principale tra questi due concetti è che

mentre uno tratta un costituente della frase (a), l’altro (b) è più conversazionale “sentence topics must correspond to an expression in the sentence, discourse topics are topics of larger units and can be more abstract”. Adesso esaminiamo le caratteristiche sintattiche del Topic: (10)

Un Topic può e ove ci fosse un oggetto diretto deve essere ripreso da un clitico. La casax di Maria, (lx)’hanno comprata i suoi genitori.

(11)

Un Topic ammette realizzazioni multiple. Maria, suo fratello, l’ha sempre trattato male.

(12)

Un Topic non è soggetto a condizioni di adiacenza con la testa verbale. Dopo la gita scolastica siamo andati al ristorante, con Maria. La proprietà (11) implica che devono esistere più proiezioni dedicate al Topic

nella periferia sinistra. Arriviamo dunque alla conclusione che questo elemento viene generato in posizione extrafrasale (Spec,TopP). Esso, non deve essere per forza interpretato nella posizione dove è stato generato, bensì, in una frase complessa, si può trovare all’inizio, all’interno o in posizione finale. La possibilità di trovare il Topic sia a destra che a sinistra della frase, implica delle differenze nella sua interpretazione. Tale distinzione ha una natura pragmatica in quanto il Topic a sinistra serve a introdurre l’argomento del discorso (A-Topic) o a contrastarlo

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(Topic Contrastivo), mentre quello a destra a ribadirlo (Familiar Topic6). Per quanto riguarda la posizione nella struttura X’, abbiamo già detto che l’interpretazione sintattica del Topic non avviene nella stessa posizione dove esso è generato, e in base alle esigenze pragmatiche, può muoversi in periferie sovraordinate mediante operazioni cicliche di movimento. La proiezione dove ha luogo l’interpretazione del Topic a destra e il TopP nella posizione più bassa. Il suo complemento, invece si muove nello Spec,GP7, dove domina lo stesso TopP.

1.7.

L’analisi di Frascarelli e Hinterhölzl (2007) Frascarelli e Hinterhölzl 2007 (da adesso F&H), individuano diversi tipi di Topic

tra cui: A-Topic (aboutness-shift), Topic Constrastivo e Topic Familiare. Ognuna tra queste tre diverse tipologie principali risulta avere un ruolo preciso nel discorso e di conseguenza nel dominio del CP. Attraverso l’analisi di corpora di parlato spontaneo in italiano e tedesco vengono rilevate delle correlazioni tra le funzioni pragmatiche e le proprietà grammaticali dei Topic. Considerando che in una frase possono esserci un numero infinito di Topic8, gli autori rilevano una ‘gerarchia’ sintattico-prosodica che caratterizza questo elemento nella periferia sinistra della frase. (13)

Gerarchia del Topic

Shifting topic [+aboutness] > Contrastive topic > Familiar topic Vediamo adesso brevemente le varie differenze tra questi tre tipi di Topic, poiché come sostenuto dai due autori F&H (2007) le varietà di Topic “fanno cose diverse” dal punto di vista pragmatico: Shifting Topic, o meglio Aboutness Topic (A-Topic) è “what the sentence is about” (Reinhart 1981, Lambrecht 1994), ossia l’argomento centrale della frase. Questo tipo precede nella struttura X’ il Topic Constrastivo, che appunto mette in opposizione due o più elementi topicali, “an element that induces alternatives which have no impact on the focus value and creates oppositional pairs with respect to other topics Il Familiar Topic/G-Topic, verrà discusso nei paragrafi successivi e vedremo come esso si può trovare in tutte due le periferie, sia sinistra che destra della frase, in base alle esigenze comunicative del parlante. 7 Sintagma del Background, dall’inglese Ground Phrase (GP) Projection, è una proiezione funzionale nell’area del CP, … – cf. Poletto e Pollock 2004. 8 There can be an indefinite number of topics […] - (Rizzi, 1997: 295, 297). In realtà tale molteplicità è legata ai soli Topic familiari vista la natura non ricorsiva delle proiezioni funzionali ShiftP e ContrP – cf. Corpina, B. (2009) 6

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(Kuno 1976, Büring 1999). Per ultimo abbiamo il Familiar Topic, che riprende un elemento già menzionato in precedenza usando o lo stesso costituente nominale o in una forma pronominale “Discourse linked elements - a given, d-linked costituent, wich is typically destressed and realized in a pronominal form (Pesetsky 1987), generally used for topic continuity (Givón 1983). In (18) vediamo la gerarchia dei tre tipi di topic proposta da F&H: (14)

[ForceP Force°[ShiftP Shift°[ContrP Contr°[FocP Foc°[FamP* Fam°[FinP Fin°[IP [+ aboutness-shift] [+ contrasto] [+ familiare]

1.7.1. A-Topic (Aboutness-shift) Come già detto questo tipo di Topic introduce o reintroduce il tema del discorso, quindi può essere un elemento nuovo che però non sposta l’attenzione dall’argomento centrale della frase (current interest or concern cfr. Strawson 1964). Le caratteristiche sintattiche di questa tipologia sono appunto che viene generato nel dominio del CP nella posizione più alta dedicata al Topic (Frascarelli 2000,2004). Se nella frase è presente un clitico, esso è co-referente con il nostro Topic, e in caso svolga la funzione di Oggetto indiretto, è accompagnato da una preposizione. La componente prosodica svolge un ruolo importantissimo9. L’intonazione, infatti dell’A-Topic si realizza attraverso un tono ascendente con picco sulla sillaba post-tonica (L*+H): il topic-shift comincia con l’inizio della sillaba tonica (nel caso del nostro esempio in (16) il punto più altro è rappresentato dal dittongo [ju]) e nel punto in cui la curva raggiunge il suo picco più alto, la vocale tonica si conclude. Il punto più alto della curva ascendente cade dunque sulla sillaba post-tonica, come evidenziato dal seguente esempio tratto dal corpus Bonvino (2006) analizzato in Frascarelli e Hinterhölzl (2007: 91):

Nel 1980 viene introdotto il sistema prosodico Pierrehumbert, conosciuto come ToBI, dove l’impatto tonale viene raffigurato come una sequenza di suoni alti (H, dall’inglese high “alto”) e bassi (L, dall’inglese low “basso”) che determinano un formato F0. I punti di spicco raggiunti dall’accento (individuati con il simbolo (*)) vengono associati con le vocali toniche e quindi il materiale linguistico dove esse si trovano risulta più evidente. La connessione tra gli eventi tonali e le categorie del discorso è tuttora oggetto di studio (cfr. Pierrehumbert e Hirschberg, 1990; Hayes e Lahiri 1991; Frascarelli 2004b, 2007). In italiano attraverso un’intonazione ascendente con picco sulla sillaba post-tonica, la sequenza L*+H, come dimostra l’informazione raccolta in F&H, risulta di carattere generale (Frascarelli 2007 ). 9

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(15)

Il materiale era tantissimo quindi all'inizio l'ho fatto tutto di corsa cercando di impiegarci il tempo che dicevate voi magari facendolo un po' superficialmente pur di prendere tutto- l’ultima unit la sto facendo l'ho lasciata un po' da parte perché ho ricominciato il ripasso…

FIGURA 1: Rappresentazione prosodica A-Topic Da notare come il Topic, l’ultima unit, introduce un nuovo tema del discorso: l’ultima unità da studiare.

1.7.2. Familiar Topic/G-Topic Il Topic Familiare o G-Topic, (dove G sta per il termine inglese given, “dato”), si riferisce all’informazione già presentata nel discorso (Pierrehumbert e Hirschberg 1990). Essendo elementi già presenti nel discorso, possono essere considerati costitutuenti Dlinked. Si possono spostare sia nella periferia destra della frase, come un “afterthought” (Frascarelli 2007) che in quella sinistra, la funzione rimane la stessa e cioè la continuità topicale (Givon 1983). Possiamo avere dunque due tipologie di G-Topic: (16)

a. Aboutness G-Topics, which are part of a topic chain and, as such, they serve a continuity function as ‘low copies’ of an established A-Topic; b. Background G-Topics, which retrieve given information that is part of the background, but is not linked to the current A-Topic.

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(17)

I cani sono animali meravigliosi, crescere con un cane dentro casa da piccolo porta tanti benefici nel futuro, come hanno dimostrato molti studi in America. L’A-Topic i cani, viene ripreso nella subordinata tramite il DP un cane

rinforzando l’a...


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