Linguistica Italianaa PDF

Title Linguistica Italianaa
Course Linguistica italiana
Institution Università degli Studi di Milano
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Summary

LINGUISTICA ITALIANADisciplina che studia la lingua parlata in italia Disciplina DESCRITTIVA che studia le lingue in uso sul territorio italiano nel passato e nel presente Regole e filtri: grammatica normativa → cioè una grammatica che prescrive le forme giuste e censura quelle sbagliate. Due assunt...


Description

LINGUISTICA ITALIANA Disciplina che studia la lingua parlata in italia Disciplina DESCRITTIVA che studia le lingue in uso sul territorio italiano nel passato e nel presente Regole e filtri: grammatica normativa → cioè una grammatica che prescrive le forme giuste e censura quelle sbagliate. Due assunti fondamentali • In Italia si parla una lingua unitaria • ci sono due modi di parlare e scrivere, giusto e sbagliato. ➔ si basa su un'idea di lingua, non come essa è nella realtà, cioè come parlata e scritta nella realtà di tutti i giorni, bensì come dovrebbe essere Linguistica descrittiva: non si preoccupa di ciò che è giusto e di ciò che è sbagliato ma si occupa delle lingua utilizzata negli usi quotidiani. scritti e parlati di tutti i giorni e di tutti i tempi. → Cambiano gli assunti fondamentali - la lingua non è unitaria ma duttile che in ogni momenti ci offre diverse opzioni. esistono forme di dialetto italianizzato, quando si scrive si usano forme diverse dal parlato. → In Italia non esiste una lingua unitaria ma si usano piu varietra di lingua e di dialetto. - Difficile definire ciò che è sbagliato da ciò che non lo è. → non esiste una norma universalmente accettata ma un complesso di norme che consentono a noi parlanti di compiere di volta in volta la scelta linguistica più adeguata allo scopo che vogliamo raggiungere e il contesto in cui si svolge la comunicazione. Linguistica italiana possiede una dimensione storica alla quale non si può prescindere per due motivi: 1. la variazione del tempo, diacronica, fattore più importante di variazione della lingua. 2. indispensabile per capire le caratteristiche dell’italiano odierno, dei suoi usi e delle sue strutture. Infatti da una parte le strutture dell'italiano odierno sono il risultato dell’ evoluzione delle forme linguistiche e dei contatti con altre lingue e dialetti. Dall'altra parte le caratteristiche dell uso che oggi facciamo della lingua sono la conseguenza di fattori storici anche molto remoti, tra i quali possiamo citare la tardiva unificazione linguistica e politica dell'Italia. Il mutare dei rapporti fra le varie classi sociali, la storia dell alfabetizzazione, la questione del mezzogiorno.

Nella prospettiva scientifica che vogliamo adottare in questo corso, LA GRAMMATICA NON VA INTESA COME UNA FORMA IMPOSTA A UN OGGETTO CAOTICO, CIOÈ LA LINGUA, MA COME UN METODO DESCRITTIVO DI UN OGGETTO STRUTTURATO. La struttura: gli elementi che costituiscono la lingua in quanto sistema. concetto di considerare la lingua come sistema ordinato deriva dal linguista genevrino Desossure (fondatore linguistica strutturalista), nell’opera postuma che contiene i principi fondamentali dello strutturalismo è: il corso di linguistica generale 1916. (raccolta di lezioni da parte degli allievi dal 1906-1911 uni di Ginevra) → lingua come sistema implica considerarla come un insieme di elementi tra loro interdipendenti. primo livello di strutture linguistiche 1. fonetica 2. fonologia 1. La fonetica: il ramo della linguistica che studia i suoni linguistici (esclusi suoni non istituzionalmente impiegati nella comunicazione verbale)prodotti dall’apparato di fonazione umano. fenomeni fonetici studiati da grammatici indiani che introdussero termini ancora utilizzati. linguistica occidentale se ne frega dell’aspetto fonico fino al 1800 quando viene proposta una classificazione dei suoni. nell’spetto di realizzazione sonore differenti tra un parlane e l’altro i suoni linguistici si chiamano foni →il suono di una lingua, considerato nel suo aspetto puramente fisico (caratteristiche articolatorie e uditive). I foni rappresentano semplicemente unità sonore così come vengono prodotte dai parlanti. All’interno della fonetica si distinguono tre correnti di studio: • F. acustica → descrive le caratteristiche fisiche dei suoni linguistici. • F. percettiva → studia i suoni linguistici cosi come sono percepiti dall’uomo • F. articolatoria → studia come i suoni sono prodotti dall’apparato fonatorio umano. descrive le modalità in cui un parlante agisce dulla colonna d’aria producendo suoni. 2. Fonematica o fonologia: ramo della linguistica che si occupa dei suoni in quanto elementi che contribuiscono al funzionamento di un sistema linguistico, cioè come entità astratte, come rappresentazioni mentali. La fonologia studia i fonemi. un insieme di fonemi costituiscono una struttura di una lingua, perché può essere descritto come un insieme di unità legati tra loro da rapporti di opposizione tali da acquisire un valore preciso

→ per identificare i fonemi di una lingua la fonematica usa un procedimento contrastivo (si confrontano tra loro coppie di parole distinte da un solo elemento in modo da identificarlo, questo elemento avente un valore distintivo,per questo motivo un fonema.) fonema/fono e fonetica/ fonologia sono concetti fondamentali della linguistica contemporanea (Scuola di Praga , Jakhobson e Martine, attiva tra le due guerre mondiali) → In particolare Trubeckoj ha elaborato il concetto di coppia minima (coppia di parole distinte da un solo elemento, in questo modo si riconoscono i fonemi di una lingua.) «Quando due suoni ricorrono nelle medesime posizioni e non possono essere scambiati fra loro senza con ciò mutare il significato delle parole o renderle irriconoscibili, allora questi due suoni sono realizzazioni fonetiche di due diversi fonemi». rana / tana ; pésca / pèsca la realizzazione fonetica dei singoli fonemi è differente tra un parlate della lingua e un altro. Ciascuno di noi pronuncia in modo lievemente diverso qualsiasi parola italiana. (solo dalla voce si hanno info sulla persona) Le possibili realizzazioni di uno stesso fonema sono infinite e variano per : il sesso, età, cultura, regione e ambiente sociale di provenienza, umore e condizioni fisiche. TANTI FONI possono realizzare uno stesso fonema o i fonemi rappresentano classi di foni. VARIANTI LIBERE E VARIANTI COMBINATORIA ES: CANTARE La pronuncia della R può essere: - vibrante alveolare (normale) - vibrante uvulare (moscia) La differente pronuncia non reca fraintendimenti. Le due consonanti vibranti sono ricondotte allo stesso fonema, i due foni possono essere scambiate liberamente

ES: INFERNO / INTERNO Le caratteristiche articolatorie non dipendono da una scelta libera del parlante ma sono condizionate dal suono che segue che assimila parzialmente il suono che lo precede.

Le varianti che in una lingua sono libere o condizionate non sono necessariamente tali anche in altre lingue: ALFABETO FONICO INTERNAZIONALE Per la rappresentazione precisa sia dei foni che dei fonemi i linguisti si servono di un particolare sistema di segni grafici (AFI)

Il sistema di trascrizione fonetica (IPA) viene presentato nel 1889 arricchendosi poi. Sistema che trascrive in maniera precisa e univoca tutti i suoni individuati nelle lingue note. Le trascrizioni alfabetiche tradizionali sono molto imprecise, la rappresentazione grafica non corrisponde con la realizzazione fonetica della parola. GRAFEMA: rappresentazione grafica. Alfabeto italiano più fedele. Nell’IPA ogni fenoma è rappresentato da un solo grafema → resa fedele e priva di ambiguità nelle pronunce + individuazione esatta degli elementi fonematici di ciascun codice. CONVENZIONI GENERALI IPA • Trascrizione fonetica (pronuncia): parentesi quadre [ 'kwadre ]. • Trascrizione fonematica(composizione): parentesi oblique / o'blikwe /. • L’accento primario si indica con '; lo si posiziona prima della sillaba tonica (che porta l’accento); • I suoni lunghi sono seguiti dal segno ː Es. / 'Kaːsa / ‘casa’ / 'Kasːa / ‘cassa’ consonante doppia → geminata IPA fondato maggiormente sui simboli dell’alfabeto latino→ utilizza tutti i grafemi latini cui attribuisce il suono che hanno nelle più note lingue europee. L’alfabeto latino però insufficiente a rappresentare tutti i suoni che sono stati identificati nelle lingue. Per questo, al gruppo di grafemi latini si sono aggiunti grafemi derivanti dalla trasformazione di quelli latini, altri del tutto nuovi, altri di altri alfabeti. I grafemi che appaiano si fondano su criteri articolatori però hanno una struttura fondamentalmente fonologica, la loro quantità –qualità nonché la loro organizzazione in gruppi omogenei dipendono da alcuni ASSUNTI TEORICI: a) Assunto della discretizzabilità della catena fonica. = la lingua parlata può essere legittimamente rappresentata come una sequenza di segmenti distinti e riconoscibili perché dotati di caratteristiche acustiche e articolatorie stabili. b) Assunto della descrivibilità in termini articolatori e acustici delle unità fonetiche. = gli elementi distinti che si uniscono nelle catene foniche della lingua parlata possono essere descritti in termini articolatori e/o acustici (facendo riferimento agli atteggiamnti assunti dall’apparato fonatorio e articolatorio del parlante e sulla base delle impressioni che essi producono all’apparato uditorio dell’ascoltatore)

➔ classifica i suoni linguistici sulla base di caratteristiche articolatorie c) Assunto della rilevanza fonologicamente ristretta dei tratti fonetici. = non tutte le caratteristiche di un suono linguistico hanno un medesimo grado di rilevanza (alcuni tratti acustici, che sono i corrispettivi di altrettanti configurazioni articolatorie, non sono funzionali alla distinzione di elementi morfologici e hanno quindi un rilievo secondario. Di norma si percepiscono di meno d) Assunto dell’organizzazione strutturale dei suoni linguistici. = i suoni linguistici possono essere raccolti in classi omogenei sulla base di loro caratteristiche articolatorie e funzionali. 1. macrocategoria di vocali e macrocategoria di consonanti e) Assunto dell’esistenza di caratteristiche linguistiche che non hanno carattere segmentale = alcuni aspetti della lingua parlata come il tono, l’intonazione e l’accento non sono rappresentabili in termini segmentali e necessitano di segni appositi distinti da quelli che simboleggiano i foni. IPA fornisce una serie di simboli per la rappresentazione di alcuni tratti soprasegmentali. APPARATO FONATORIO E IL MECCANISMO ARTICOLATORIO Per produrre dei suoni linguistici si utilizza l’aria nella fase di espirazione, polmoni → trachea → laringe, primo ostacolo CORDE VOCALI = due spesse pieghe muscolo membranoso con margini liberi che possono trovarsi in due posizioni differenti: APERTA, nella quale l’aria passa attraverso la glottide (zona libera compresa tra le corde vocali, l’aria passa senza far vibrare le corde, consonante sorda). ACCOSTATA nella quale le corde per l’azione dell’aria in uscita entrano in vibrazioni producendo un’onda sonora. consonanti sonore e vocali.

→ cavità orale, quando il vero palatino è alzato si hanno i suoni orali(aria passa solo attraverso la bocca), se abbassato i suoni nasali (aria passa anche attraverso il naso)

CONCETTO DI VOCALE concetto fonologico, chiamiamo vocali quelle che costituiscono il nucleo di una sillaba. Consonati quelle che non possono occupare il nucleo di una sillaba e accompagnano il suono vocalico occupando i margini di una sillaba ES: ASPRA Due sillabe fonetiche A-SPRA, prima unica sillaba ne costituisce il nucleo, seconda spr occupano il margine sinistro della vocale che forma il nucleo. il criterio è fonologico, descrive i comportamenti sistematici distributivi che ineriscono alla sillaba. Altro criterio: articolatori e quindi fonetici. - SONORANTI :suoni articolati senza occlusione o restringimento del canale orale che di solito occupano il nucleo sillabico - OSTRUENTI: suoni generati restringendo significantemente il canale orale e che di solito occupano i margini della sillaba. Sonoranti e ostruenti possono avere comportamento sia consonantico sia vocalico.

→ per le due classi fonetiche è utile usare etichette diverse da quelle impiegate per le classi fonologiche. FONOLOGIA parla di vocali e consonanti FONETICA parla di vocoide e contoide ES: MAURO u caratteristiche foneticamente vocaliche ma non è il nucleo sillabico e si comporta quindi come una consonante, la descriviamo quindi come un vocoide (caratteristiche vocaliche però non è sillabico) STUDIO ARTICOLATORIO DELLE VOCALI Vocale: fono prodotto in modo che l’afflusso dell’aria proveniente dai polmoni non incontri ostacoli. Sono 5 i grafemi (si intendo il segno che in un sistema grafico alfabetico, sillabico o grafico, costituisce l’unità grafica minima ) I suoni vocalici dell’italiano sono 7, classificati in base a TRE parametri:

• La posizione della lingua nel momento dell’articolazione: anteriore , centrale o posteriore. • Il grado di apertura della bocca • La posizione delle labbra

RAPPRESENTAZIONE VOCALE IPA fonemi, sistema epta vocalico tonico • /a/ = vocale centrale, aperta, bassa, non arrotondata. la lingua si abbassa lasciando libero il canale orale, labbra non arrotondate ma rilassate • / ɛ / = vocale anteriore, medio-aperta, non arrotondata. la lingua si solleva e si avvicina al palato duro avanzando rispetto alla a. (zero,eccetera) • /e/ = vocale anteriore, medio-chiusa, non arrotondata. la lingua si accosta al palato in un punto ancora più avanzato rispetto e prima. e chiusa (vela, sera)

• /i/ = vocale anteriore, chiusa, non arrotondata. ultima delle vocali anteriori, articolate con sollevamento e avanzamento anteriore della lingua. • /ɔ/ = vocale posteriore, medio-aperta, arrotondata le labbra si restringono, la lingua si solleva e si avvicina al velo palatino retrocedendo rispetto alla a. (forte, nove, zona) • /o/ = vocale posteriore, medio-chiusa, arrotondata. aumenta l’arrotondamento e l’avanzamento delle labbra mentre la lingua retrocede ulteriormente. (dove,molto,sono) • /u/ = vocale posteriore, chiusa, arrotondata. massimo grado di arrotondamento e avanzamento delle labbra, la lingua arriva al limite dell’apparato posteriore del palato duro. Grafemi grechi, latini e modifiche del latino. TRAPEZIO VOCALICO riproduce lo spazio che abbiamo nel cavo orale, riproduce la collocazione della lingua in esso per ciascuna delle vocali.

visto che la posizione della vocale bassa posteriore resta vuota, l’insieme delle vocali italiane può essere rappresentato anche con un triangolo vocalico. (nell’IPA più affollato perché tiene conto di tutte le vocali dei vari alfabeti) LE CONSONANTI Meccanismo di fonazione: …. corde vocali → l’aria incontra il velo palatino (parte posteriore mobile del palato che termina con l’ugola)se si solleva e si appoggia alla parte posteriore della falinge si chiude l’accesso alla cavità nasale e l’aria può uscire solo dalla bocca: consonante

ORALE. Se invece è abbassato l’aria penetra anche nella cavità nasale: consonante NASALE. Le consonanti si pronunciano quando il canale orale è chiuso o semichiuso in un certo punto che cambia di caso in caso. TRE parametri classificatori di una consonante: • Il modo di articolazione: atteggiamento assunto da tutto l’apparato fonatorio e il modo in cui si configura l’ostacolo. • Il luogo di articolazione : il punto preciso della cavità orale in cui viene a crearsi l’ostacolo. • La sordità o la sonorità : se il suono è prodotto senza la vibrazione delle corde vocali o con. 6 modi di articolazione: • Occlusive /p/, /b/... occlusione totale che comporta una prima fase di chiusura completa del canale e un’apertura successiva per far uscire l’aria. • Fricative /f/, /v/... la cavità orale si chiude abbastanza per creare un fruscio e di frizione dell’aria all’interno della cavità orale. • Affricate /ts/ , /dz/… pronuncia che inizia con una occlusione totale ma evolve velocemente in una affricazione, il movimento è così rapido che questi suoni sono considerati un unico fonema. (dentale sorda+affricativa alveorale sorda) • Laterali /l/… costrizione avviene nella parte centrale del cavo orale e l’aria esce ai lati della lingua. • Vibranti /r/. si articolano facendo vibrare la lingua sul palato con una sorta di picchiettio ripetuto, se avviene una sola volta abbiamo le MONOVIBRANTI altrimenti le POLIVIBRANTI. • Nasali /n/, /m/. l’aria esce dal naso perché il velo palatino è abbassato.

LUOGHI DI ARTICOLAZIONI

• Bilabiali: unendo entrambe le labbra. • Labiodentali: labbro inferiore e arcata superiore dei denti (farfalla e vento). • Dentali: la lingua in contatto con l’arcata interna dei denti (tavolo,dente) • Alveorali: punta della lingua contro gli alveoli degli incisivi superiori • Palatali: lingua tocca il palato (anche post e pre) • Velari: chiusura del velo palatino L’italiano non ha i fonemi per gli altri tre luoghi di articolazione (uvulari, faringali e glottidali) ma possono incontrarsi in alcune varietà regionali o idiolettali (relative a una singola persona) = non è necessario specificare “orale”

Memorizzare i tecnicismi Scomposizione in fonemi e denominazione • Cielo: /ʧ/+ /ɛ/ + /l/ + /o/ = c. affricata palatale sorda + v. anteriore medioaperta non arrotondata + c. laterale alveolare sonora + v. posteriore mediochiusa arrotondata • Gelo: /ʤ/ + /ɛ/ + /l/ + /o/ = c. affricata palatale sonora + …. pane, bene, tavolo, dente, cane, gatto mamma, naso, gnomo azione, zucchero, cielo, gelo farfalla, vento, sasso, casa, sciarpa r l, figlio Suoni con caratteristiche articolatorie intermedie: SUONI APPROSSIMATI sono due: jod /j/ - uau /w/

Jod: approssimante orale palatale sonora. Articolata innalzando il predorso della lingua verso il palato duro

Uau: approssimante orale labiovelare sonora.

Caratteristiche articolatorie intermedie tra vocali e consonanti: sono prodotti nello stesso modo in cui si producono i suoni consonantici fricativi però accostando gli organi articolatori in modo tale da evitare che la turbolenza sia udibile. → i contoidi approssimati si presentano come foneticamente simili a foni vocalici ma non potendo occupare il nucleo della sillaba essendo quindi assilabici. Dal punto di vista fonematico sono più vicini alle consonanti. Suoni UAU e JOD si trovano nell’articolazione dei dittonghi (ieri, uomo) I DITTONGHI Dal punto di vista fonetico i dittonghi sono il risultato dell’articolazione consecutiva di due vocoidi all’interni di un’unica sillaba. Uno dei due elementi è propriamente vocalico e costituisce il nucleo sillabico. L’altro è più breve e indebolito ed è chiamato spesso semivocalico o a volte semi consonantico.

Nell’ IPA sono dittonghi quelle sequenze di vocali nelle quali il vocoide nucleare precede quello indebolito consonantico (cui) cui (vocoide nucleare + vocoide indebolito) Nella tradizione grammaticale e linguistica in genere si parla di dittongo anche quando il vocoide sillabico segue quello semivocalico: • Fiume: /'fjume/. Dittonghi ascendenti

Dittonghi discendenti

La semiconsonante precede il vocoide sillabico, nucleare

Il vocoide nucleare precede la semivocale

/'pjɛ:de/, /'pjɔ:ve/, / 'pja:ʧe/, / 'pju:ma/, /'wɔ:vo/… piede, piove, piace, piuma, uovo.

/ aiˈrone/, / eiˈla/, / oiˈmɛ/…

DA : la voce, la forza articolatoria aumenta dal primo elemento al secondo elemento (iod e uau sono semiconsonanti perché vengono articolate con la lingua prossima al palato e perciò sono simili ad una consonante che ad una vocale ). DD : il vocoide nucleare precede le semi vocali (airone ehilà, ahimè ) iod e uau sono semivocali perché dal punto di vista articolatorio sono più simili a una vocale. GLI ALLOFONI DI FONEMI ITALIANI Varianti libere e varianti combinatorie = allofoni • Allofono: realizzazione specifica di un fonema, determinato fonotatticamente nel caso delle varianti combinatorie (o di posizione) → manifestazioni particolari di un fonema che nelle varianti libere non dipende dall’intorno fonetico. Nelle varianti combinatorie esse sono realizzazioni specifiche di un fonema. Realizzazioni determinate fonotatticamente (dipendono dall’intorno fonetico, dal fono che segue). Per questo motivo denominate anche VARIANTI DI POSIZIONE. a) Varianti di posizione (o combinatorie)

Allofoni di /n/ • Inverno, inferno, panfilo, anfora, in vidia ecc. • la N di fronte alla f e alla v, si realizza come occlusiva nasale labiodentale sonora [ ɱ ] → la nasale acquisisce il luogo di articolazione della consonante che segue labiodentale. • Panfilo: ['pa ɱfilo]. anfora invidia • Angolo, ancora, t...


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