L\'invenzionde della scrittura PDF

Title L\'invenzionde della scrittura
Author Martina Ippolito
Course Comunicazione della scienza
Institution Università degli Studi dell'Insubria
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LOUIS GODART – L’INVENZIONE DELLA SCRITTURA INTRODUZIONE -> Analisi della nascita della scrittura nel mondo egeo. A. Il ruolo dei protagonisti A. Evans scopre Cnosso e ricostruisce le fasi delle civiltà egee, facendo un quadro cronologico del mondo minoico. M. Ventris decifra invece la lineare B. H. Schliemann si limita a delle intuizioni su alcune leggende. B. La storia delle scritture egee e le loro decifrazioni Ci sono nuove necessità economiche create dal sistema palaziale, gli amministratori cretesi inventano la scrittura come strumento per memoria e trasmissione nel tempo. L’originalità delle scritture egee esclude filiazione da scritture preesistenti. Il geroglifico cretese e la lineare A coesistono nel periodo protopalaziale, la lineare A è la prima ad essere inventata. La lineare B nasce sul continente greco, i micenei imparano a scrivere presso scribi minoici. Solo la lineare B viene decifrata, la lineare A e il geroglifico cretese invece no. In geroglifico cretese ci sono testi economici, dove risulta una scrittura sillabica. Nella lineare A ci sono documenti economici, la scrittura sillabica ed è possibile leggere la lineare A con i suoni della lineare B, ma non è stato possibile decifrarla. Del Disco di Festo non si conosce l’identità del testo, non ci sono segni ideografici o numeri, quindi potrebbe non essere un documento di tipo economico. Ci sono 45 segni diversi, quindi è sicuramente una scrittura sillabica come lo sono tutte le altre, ma non è possibile fare un’associazione tra il disco e le altre scritture. C. L’arrivo dei greci in Grecia e la storia della lineare B Alla fine del III millennio a.C., a Creta compaiono i primi palazzi e nel resto dell’Egeo ci sono gravi disordini per l’arrivo di nuove popolazioni che certamente parlano e scrivono in greco in quel periodo. Tra il 2100 e il 1600 a.C. c’è periodo di povertà culturale, ma in realtà estremamente sviluppata. I greci entrano in contatto con le popolazioni di Creta ed imparano la scrittura e l’organizzazione dello stato, nasce la lineare B che deriva da una forma arcaica della lineare A. Poi i greci approfittano della debolezza di Creta per conquistare l’isola e la lineare B si impone su tutto il territorio. D. Dalla fine dei Primi palazzi minoici (2100-1700) alla scomparsa della civiltà palaziale micenea (1200 a.C.) Dal 2800 al 1450 a.C., Creta non subisce invasioni, quindi la distruzione dei palazzi cretesi dipende o da catastrofi naturale o da lotte interne a Creta, probabilmente è stato un terremoto a distruggere le residenze palaziali nella Creta centro-occidentale, ma invece la Creta orientale potrebbe aver avuto lotte interne. La Grecia è un territorio suddiviso in varie entità statali amministrate da strutture palaziali come a Creta, ma anche qui ci sono lotte interne, come dimostrano le tavolette di Tebe. E. Le tavolette di Tebe e la religione greca Venne scoperto un grosso frammento scritto in lineare B e i documenti ritrovati trattano di offerte alle divinità. La divinità più importante si pensa fosse la Madre Terra, alla quale è associato il culto di alcuni animali. INTRODUZIONE -> L’Egeo, crocevia di tre continenti Una civiltà la cui posizione apre agli incontri con altri popoli ha evoluzione più veloce delle altre. Le prime città-stato nascono in Mesopotamia, culla delle prime grandi civiltà. Vicino al Nilo avviene la nascita per la civiltà egizia. L’Egeo ha a sua volta una posizione geografica molto importante, e vede Creta come vero e proprio crocevia tra Asia, Africa ed Europa dandole un ruolo da protagonista nel Mediterraneo. Il modo di vivere delle popolazioni dell’arcipelago è un compromesso tra contadino e marinaio, con una forte adozione di usanze delle civiltà con cui vengono a contatto. CAPITOLO PRIMO – La scoperta del mondo egeo

La storia della scoperta del mondo egeo è segnata da tre colpi di scena: Schliemann scopre Troia, Evans scopre Cnosso e Ventris decifra la lineare B. 1. Schliemann Le civiltà dell’antico Egeo erano scomparse senza lasciare traccia, l’unico indizio era legato ai racconti antichi, in particolare i racconti omerici. Schliemann per primo apre le porte a questo mondo. Inizia a studiare il greco moderno nel 1856 e due anni dopo cerca le civiltà scomparse narrate da Omero. Scopre i resti della città di Troia sulla collina di Hissarlik e con questa scoperta nasce l’archeologia omerica. Nel 1876 inizia la campagna di scavi per il palazzo di Agamennone a Micene, trovando le tombe dei re di Micene. Va a Creta al palazzo di Cnosso per cercare quello che si ritiene essere il palazzo di Minosse, ma abbandona l’impresa lasciandola ad altri. 2. Evans Universitario di formazione accademica, si chiede se fosse possibile che una civiltà così avanzata non avesse una scrittura. Nel 1889 compra un sigillo con quelli che sembrano dei simboli di una scrittura pittografica, ad Atene ritrova sigilli simili e deduce che tutte queste pietre incise derivano da Creta. Esplora Creta e lo scenario che gli appare è quello della Creta celebrata da Omero, nel 1895 pubblica un articolo I pittogrammi cretesi e la scrittura prefenicia e fa l’ipotesi dell’esistenza di una scrittura a Creta nel II millennio a.C. Nel 1896 viene rinvenuta la tavola per libagioni in steatite nera in una grotta, la scrittura viene battezzata come lineare A. Ad inizio del ‘900 si fanno scavi per trovare il palazzo di Minosse, questo esisteva davvero e anche il labirinto di Dedalo, opere frutto di un grande popolo. Evans restituisce alla storia una parte dell’antico passato della Grecia. Ci fu dunque la scoperta che tre scritture si sono sovrapposte nel II millennio, dove la più antica era la scrittura pittografica che ricordava i geroglifici egizi, da qui battezzata scrittura geroglifica cretese. La seconda scrittura, la Lineare A era un testo ordinato da sinistra a destra. La terza scrittura era la Lineare B, la maggior parte dei documenti a Cnosso erano scritti con essa. Nel palazzo di Cnosso erano sovrapposte due aree palaziali, si può seguire l’evoluzione della scrittura da geroglifica a lineare A e poi a lineare B. La civiltà cretese era molto più antica della civiltà micenea scoperta da Schliemann. Viene suddivisa in tre periodi la storia cretese: antico minoico, medio minoico e tardo minoico. Quest’ultimo segnato dalla conquista cretese del continente greco. Esistevano contatti tra Creta e il continente nel bronzo tardo, ma questi contatti sembrano essere stati gestiti dalla Grecia continentale e ciò contraddice le teorie di Evans. 3. Ventris Prima che Ventris decifrasse le scritture cretesi si sapeva che queste erano composte da tre elementi principali: sillabogrammi, ideogrammi e cifre associate a questi ideogrammi. Un sistema in uso era il sistema decimale, che portò Evans a notare che ci fossero rapporti grafici tra la lineare A e la lineare B e il cipriota classico. Evans fece l’ipotesi della presenza di determinativi. Oltre a Evans molti affrontano problema decifrazione delle scritture cretesi, tentativi spesso fallimentari. Nel 1943 A. Kober pone una serie di quesiti: che tipo di grammatica si usa? Qual è il modo per indicare il plurale? Ci son distinzione di generi? Riesce solo in parte a rispondere a queste domande, capendo che ci fosse una distinzione animali-persone-oggetti. Bennett studia il sillabario miceneo e ordina materiale delle tavolette. Ipotizzando tre sistemi grafici nelle scritture del mondo: 1. Sistema ideografico, cioè disegnare una figura per rappresentare una parola, la presenza di moltissime forme grafiche. La scrittura ideografica famosa è il cinese; 2. Sistema sillabico, ogni segno corrisponde a una vocale o a una consonante con una vocale, c’è un gran numero di segni ma comunque limitato. Una scrittura sillabica è il giapponese. 3. Sistema alfabetico, con un numero ristretto di segni. Lineare B ha circa 80 segni, quindi per forza è una scrittura sillabica. Ventris inizia il suo studio con statistiche di quanto e dove un segno si ritrova in una parola, scopre che segni che per Evans erano determinativi in realtà non lo sono. Vengono ritrovati nella lineare B vari tipi di flessioni come in latino, intuendo nuove relazioni tra i segni. Ventris propone un prospetto abbastanza ricco che consente di avvicinare tra loro alcuni segni della lineare B e capisce che ci sono alternanze a volte dovute a un cambiamento di genere piuttosto che di caso.

Da nomi femminili derivano quelli maschili, ma hanno vocale differente, a partire da questo ragionamento fa una griglia che rappresenta un’intelaiatura dei valori fonetici da attribuire ai sillabogrammi della lineare B. In conclusione le tavolette in lineare B di Cnosso e Pilo sono definitivamente in lingua greca. CAPITOLO SECONDO – I grandi vicini e le loro scritture L’Egeo è orientato verso due grandi poli del mediterraneo orientale: Egitto e vicino all’oriente. 1. L’Egitto e Jean-François Champollion Il nome Egitto deriva da Hikuptah, uno dei nomi della città di Menfi. È una delle civiltà più antiche al mondo, ma l’interesse per il paese non è di carattere antropologico. Nel 1789 la Rivoluzione Francese e poi l’avvento di Napoleone porta alla spedizione in Egitto, perché da poco tempo dei pensatori francesi avevano iniziato a rivolgere lo sguardo verso l’Egitto. Nel 1799 avviene la scoperta della Stele di Rosetta, dove ci sono tre iscrizioni in geroglifico, demotico e greco. Questa viene decifrata da Champollion molti anni dopo la sua scoperta. I geroglifici sono presenti soprattutto su monumenti, mentre sul papiro c’è uno sviluppo di forme raffinate ma più semplici che sono una sorta di corsivo. C’è poi la scrittura ieratica, attestata fin dalle prime dinastie dell’antico Egitto e usata fino alla fine del Nuovo Impero. Nel VII secolo a.C. appare la scrittura demotica. 1640 Kircher afferma che il copto è un’antica lingua dell’Egitto e Barthélemy sostiene che i geroglifici riuniti all’interno dei cartigli rappresentino i nomi di re o delle divinità. Anche Young si occupa di geroglifici. Champollion capisce che la scrittura ieratica è solo una semplificazione del sistema geroglifico, la dimostrazione è importante perché viene formulato principio di parentela tra i tre sistemi grafici egiziani. Arrivando a conclusione che la scrittura geroglifica, non è ideografica né alfabetica, quindi i suoni hanno valore fonetico. Scopre anche il valore dei determinativi e nel 1822 riassume i dati che lo avvicinano alla soluzione. La scrittura decifrata da Champollion non è alfabetica e comprende ideogrammi, fonogrammi e determinativi, la scrittura egiziana non tiene conto delle vocali e non le esprime, gli egiziani non abbandonano la scrittura geroglifica per evitare troppa difficoltà nell’interpretazione della scrittura. 2. L’Oriente cuneiforme Già nell’antichità c’erano scarse conoscenze del mondo classico sulla scrittura dei popoli orientali, Erodoto fu l’unico a citare la scrittura cuneiforme ma senza affrontare la sua natura o il contenuto. Kampfer fu il primo a usare il termine “cuneiforme” alla fine del 1700. Nel corso del ‘700 altri viaggiatori diedero notizie di iscrizioni di Re persiani, Niebuhr fece trascrizioni di iscrizioni trilingue (antico persiano, elamitico e babilonese). Le Civiltà ad oriente si erano sviluppate tra Tigri ed Eufrate e gli abitanti più antichi furono i sumeri, all’inizio del III millennio a.C. accanto a sumeri troviamo i babilonesi. La diffusione della scrittura cuneiforme Dalla metà del III millennio troviamo nell’Elam un sistema per notare l’accadico e l’elamitico, ad ovest c’è un’influenza della civiltà mesopotamica perché gli urriti adottano la scrittura cuneiforme per loro lingua che non è semitica né indoeuropea. Attraverso di loro la scrittura cuneiforme si diffonde tra i popoli dell’Asia Minore. Nell’antico oriente esistono due casi di creazione di nuove scritture sulla base di quella cuneiforme, a Ulgarit nasce la scrittura alfabetica di una trentina di segni più la scrittura dell’antico persiano che mantiene il motivo del cuneo -, ma è in realtà una scrittura alfabetica con 36 segni fonetici e qualche elemento di scrittura sillabica. Il sistema grafico probabilmente fu inventato dai sumeri come supporto per le tavolette d’argilla cotte nei forni. Gli scribi utilizzarono i segni con un valore fonetico capace di astrarre dal significato, segni a volte logogrammi e a volte segni fonetici ed in base alla collocazione nel discorso esprimono significati differenti. Gli ideogrammi possono essere pronunciati diversamente rispetto alla lingua utilizzata. I fonogrammi di solito sono sillabe + determinativi (la maggior parte collocata prima delle parole). Le decifrazioni dell’Asia minore

Grotefend portò risultati sorprendenti in poco tempo e il suo lavoro basato su dati precisi esaminò la genealogia dei nomi di re persiani tramandata da Erodoto, riuscendo ad identificare i nomi di Serse, Dario e Istape. Capendo la vicinanza tra persiano, avestico e sanscrito. Behistun fece lo stesso percorso di Grotefend, con varie tappe che portano alla decifrazione della scrittura accadica. Invece l’interpretazione sumerica avanzò poco per volta perché non presentava affinità con nessuna delle lingue conosciute in Mesopotamia ed è scomparsa poco dopo il regno di Hammurabi, da qui usata solo per motivi religiosi dai sacerdoti babilonesi. 3. L’Anatolia e gli ittiti Gli Ittiti erano in stretto contatto con gli egei, occupando l’altopiano anatolico dalla fine del III millennio a.C. e nel II millennio a.C. l’ittita soppianta la lingua indigena non europea parlata nel paese di Hatti. La lingua ittita ha due forme: la paleoittita e l’ittita imperiale. La lingua palaita è poco documentata e la lingua luvia era parente stretto dell’ittita. Grazie a iscrizioni su tavolette si ebbero maggiori informazioni sui popoli della zona. Sicuramente c’era la presenza micenea lungo le rive dell’Anatolia, e questa era documentata dal punto di vista archeologico e filologico, ma non si sa nulla su contatti tra ittiti e micenei. B. Hrozny decifra la scrittura ittita cuneiforme e scopre che la lingua è l’indoeuropea, grazie ad una ricerca combinatoria di testi collegati tra di loro riesce ad applicare allo studio ittita il metodo etimologico. CAPITOLO TERZO – L’origine della scrittura nell’Egeo G. Camps tenta di comparare l’elaborazione della scrittura con lo sviluppo della civiltà. Da apparizione homo sapiens sapiens 35000 a.C. la storia accelera, arrivando alla rivoluzione neolitica e alla comparsa della scrittura circa nel V millennio a.C. 1. I primi documenti amministrativi egei La civiltà dell’isola di Creta ha dominato il bacino dell’Egeo, condizionandone la cultura. L’origine della scrittura a Creta non appare fin quando i primi coloni dall’Anatolia occupano l’isola nel 2800 a.C.. Subito è notevole lo sviluppo dell’agricoltura e del commercio, con la presenza di una forte stratificazione delle classi sociali. Nel mondo greco e nella penisola balcanica ci sono apparizioni di sigilli in terracotta, non se ne conosce però l’utilizzo. C’è poi il periodo del bronzo antico dove c’è l’apparizione di due serie di notazioni simboliche dove si trovano segni incisi su vari tipi di vasi, la loro funzione è però indipendente dal messaggio scritto, un ipotesi è che fosse la firma del vasaio. Il continente I sigilli hanno funzioni diverse, le impronte di sigilli su cretule provenienti da Lerna sono una testimonianza forte. Le cretule usate per chiudere un locale o un recipiente nella Casa delle Tegole, appaiono come un documento amministrativo che teneva conto della quantità delle merci all’interno dell’edificio. La Casa delle Tegole era il luogo dove venivano immagazzinate merci per essere ridistribuite ai lavoratori. Il sistema di controllo si colloca nel processo di evoluzione dell’economia neolitica, dove la casa circondata da muro di cinta era il punto di riferimento strategico e politico, formando l’embrione sistema amministrativo. Creta L’inizio del bronzo medio è segnato da un incremento demografico e dalla valorizzazione del territorio. Creta occidentale ha lo stesso processo evolutivo della creta centrale, nascono i Primi palazzi e c’è un ampio dibattito sulle ragioni delle innovazioni dei palazzi (grandi insiemi architettonici con finalità diverse che nascono nelle zone fertili di Creta forse per funzione economica, politica e religiosa). I complessi che nascono a Creta hanno funzioni simili ad altri complessi costruiti in Asia anteriore, sono dunque Palazzi. Palazzi e città si sviluppano di pari passo, sono due elementi complementari nella Creta del medio minoico, ciò significa che il padrone del palazzo emerge dalla comunità in cui è inserito e i motivi di supremazia sono certamente di tipo economico, sono di solito potenti cioè persone che sono indispensabili per la città. Il potere centrale ha bisogno di uno strumento che serva per gestire beni e persone e che compensi le lacune della memoria, oltre alle funzioni di palazzo si aggiunge quella amministrativa. Vengono scoperte varie centinaia di tavolette d’argilla che presentavano fino a 26 sigilli, risultano

essere documenti per chiudere vasi, panieri, porte, una sorta di garanzia per evitare che qualcuno li aprisse. Un incendio avvenuto nel magazzino dopo un terremoto ha favorito la conservazione delle cretule d’argilla. Il sistema di contabilità adottato era estremamente empirico, ma consente una documentazione forte, tramite un sistema incompleto e complicato e quindi strumento che dovrà essere perfezionato. Vengono scoperti documenti d’argilla che testimoniano la prima forma di lineare A, la tavoletta PH II divisa in scompartimenti per poter separare i conti delle diverse registrazioni, presto arriverà l’invenzione delle cifre. Avviene l’apparizione degli ideogrammi, probabilmente per la possibile redazione di documenti più complessi, utilizzando logogrammi e cifre. Nella Creta protopalaziale appaiono i segni della scrittura: si formano le parole e si completano documenti. La Lineare A comprende circa 80 segni ed è una scrittura sillabica, tutto ciò avviene perché legata al periodo protopalaziale, un momento decisivo per l’invenzione e la comparsa della scrittura a Creta e nell’Egeo, durante il quale nascono sistemi amministrativi. 2. La comparsa della scrittura in Mesopotamia e in Egitto L’Oriente mesopotamico Ci sono grandi complessi architettonici e grandi organizzazioni statali nel Vicino Oriente, simili a quelli egei. Il sistema palaziale è inteso come intreccio del potere politico ed economico, l’economia ridistributiva sarebbe stata concepita in ambito religioso e posta sotto il controllo del sommo sacerdote, dunque l’economia è legata al tempio. La scrittura è un mezzo per controllare i beni ed espressione della classe sacerdotale, infatti era nata con la scrittura templare. Ci sono varie fasi dello sviluppo del sistema politico-economico del vicino oriente e tra V e IV millennio a.C., ci sono trasformazioni a livello della nuova struttura della società (gerarchizzazione più accentuata del villaggio) e la presenza di strutture architettoniche diversificate dagli ambienti di rappresentanza e i quartieri di abitazione: 1. Fase di Obeid, il proprietario delle costruzioni esercita un ascendente sulle popolazioni dei villaggi; 2. Fase di Uruk, c’è l’apparizione di strutture ancora più complesse relazionate con il culto, i santuari sono alla base delle trasformazioni politiche ed economiche e fanno da base alla nascita della scrittura e all’apparizione delle aggregazioni che attuano la formula dello spazio centrale; 3. Epoca delle dinastie antiche, c’è la nascita sistema monarchico. La scrittura appare in contemporanea alla comparsa di strutture architettoniche complesse, i primi documenti sono sigilli con impronte che indicano il proprietario del sigillo, alla fine sono le stesse modalità d’invenzione della scrittura in tutto il Mediterraneo e oltre: la burocrazia si evolve dappertutto allo stesso modo. C’è poi l’apparizione di altri documenti che sono disposizioni di servizio e ordini di missione emanati dal Palazzo (potere centrale) verso le regioni periferiche dello Stato: piccoli oggetti in argilla, pietra o osso. La scrittura nasce come sostituzione del codice primitivo composto di oggetti e simboli con un codice grafico, fino alla comparsa in Mesopotamia delle tavolette con simboli numerici e logogrammi. L’Egitto La scrittura egiziana compare v...


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