L\'osservazione al nido PDF

Title L\'osservazione al nido
Author Erika Piazza
Course Pedagogia dell'infanzia
Institution Università degli Studi di Milano-Bicocca
Pages 16
File Size 165.7 KB
File Type PDF
Total Downloads 45
Total Views 128

Summary

Download L'osservazione al nido PDF


Description

L'osservazione al nido. Guida per educatori professionisti nella prima infanzia. Il metodo valorizza la sistematicità dell'osservare, aldilà delle impressioni fugaci della nostra percezione della vita quotidiana. Di fronte a un problema che si presenta, l'autrice propone di non passare subito all'azione ma di prendersi il tempo per riflettere, al fine di analizzare la situazione e decidere una direzione di lavoro in modo condiviso nel gruppo educativo, e cercando di intercettare il punto di vista del bambino, ossia come sente lui il problema. Il gruppo di lavoro acquista un rilievo fondamentale: ogni scelta si basa sul confronto reciproco e non mi sono decisioni che prima non siano state discusse in modo allargato. Di grande interesse inoltre l'uso della videoregistrazione; le videoregistrazioni vengono effettuate nel contesto naturale di vita dei bambini, senza arrecare disturbo, o arrecando il meno possibile. L'observation-projet È un approfondimento professionale del processo di osservazione spontanea individuale, un metodo di lavoro aperto che permette ad ogni équipe di scavare a fondo nei propri interrogativi, per trovare punti di appoggio utile alla riflessione. Osservare i bambini piccoli significa comprendere ciò che provano, Per capire i messaggi che inviano attraverso movimenti, giochi, vocalizzi, mimiche e parole.osservarli nel corso di diversi momenti della giornata significa capire l'impatto che determinati fattori contestuali hanno su di loro, per poterlo eventualmente modificare. Cosa importante è guardare ciò che accade nella maniera più oggettiva possibile e osservare significa condividere il lavoro di osservazione all'interno di una équipe.

PRIMA PARTE Sviluppare l'osservazione professionale 1. L'osservazione nel quotidiano e le sue difficoltà Che cosa dicono le educatrici delle équipe? "Lo servo azione è un processo fondamentale, ma facciamo molta fatica a praticarla." Perché questa ambiguità? Perché riflette una serie di concezioni implicite, ma ben radicate: -lavorare significa fare. Osservare non è un lavoro in sé, è un surplus a cui dedicarsi se resta tempo. Ci piacerebbe molto osservare di più ma ci sono troppe cose di cui occuparsi. -A volte l'osservazione perfino malvista. -c'è la necessità di osservare soprattutto a fronte di un problema. -osservare è una competenza innata, naturale, a cui possiamo ricorrere in continuazione, perché basta guardare. -se non si serve di più, è perché manca il tempo

Che cosa dicono le educatrici dei bambini piccoli Osservare meglio insieme è fondamentale, ma come fare? si sono fatte varie domande. È chiaro che le educatrici stanno chiedendo di dare uno statuto professionale al processo di osservazione.

Per farlo occorre senza dubbio rinforzare le proprie competenze, ma bisogna anche investire del tempo per convincere gli altri a tentare un approccio nuovo. Quando si lavora all'interno di un'équipe, bisogna prendersi il tempo di capire qual è il significato che ognuno attribuisce alla parola "osservazione" così da costruire a poca poco un idea comune di "osservazione professionale".

2. Osservare: quale processo? Non confondere l'attenzione con la vigilanza "Guardo e ascolto di continuo" è vigilanza, non osservazione. L'affermazione "io osservo in continuazione" traduce quest'idea di vigilanza, base della pratica quotidiana delle educatrici, incaricate di gestire un gruppo di bambini spesso molto dinamici e di provvedere alla loro sicurezza e al loro benessere. La vigilanza è un rudere che perlustra una zona da sorvegliare, segnala solo ciò che va sotto sopra la soglia della consuetudine. La sorveg.lianza, con gli occhi con le orecchie, di un gruppo di bambini non permette di notare tutto e nel dettaglio. Ciò che si racconta dei bambini in differita, per esempio nel corso di una riunione, e alimentato da tutti i meccanismi di proiezione mentale o affettiva. Ogni educatrice avrà sguardi e osservazioni non concordanti e, per fortuna, l'incrociarsi di questi sguardi diversi permetterà di temperare l'equazione persona di ciascuno per avere una visione più "obiettivo" del bambino di cui si parla; oppure consentirà di confrontare le diverse ipotesi per capirne il comportamento. Questi tempi di condivisioni sono necessari fondamentali; se è possibile, sarebbe necessaria anche la presenza di uno psicologo. "Osservare un po', quando posso", è un momento di attenzione, di osservazione Osservare che cosa cambia rispetto al radar dell'attenzione? Ci si ferma fisicamente, non si agisce, ci si colloca in un punto fisso, per guardare ascoltare, e la telecamera interiore può mettersi in funzione. Quando il radar si ferma e diventa una telecamera, si passa dalla vigilanza all'attenzione, con una fase di memorizzazione possibile, ed è qui che comincia, se pure a livello minimo, un processo di osservazione. La base minima del processo di osservazione: -la volontà di osservare -guardare e ascoltare divengono l'azione principale mentre, per quanto concerne il radar, guardare ascoltare sono al servizio di altre azioni. -un minimo di metodo: l'interruzione o la diminuzione dell'azione, una concentrazione dello sguardo e dell'ascolto su un campo di attenzione circoscritto, una continuità di attenzione per un certo periodo di tempo. E la continuità dello sguardo concentrato che permette di comprendere davvero il senso di comportamenti dei bambini. Quando si è in grado di raccontare senza interpretare si è già l'inizio di un processo di osservazione. Nella vigilanza, guardare e osservare sono in mezzo al servizio dell'azione. Nell'osservazione, ne costituiscono lo scopo.

L'osservazione spontanea dei bambini

I bambini in gruppo: fra vigilanza e attenzione Sono i momenti di attenzione e di interazione personalizzati che testimoniano la vera presenza dell'educatrice che danno al bambino la sensazione di essere riconosciuto, di essere unico. L'attenzione personale nei confronti del bambino più facile da mantenere durante un momento di cura individuale e quando un adulto sito con un bel petto di bambini per svolgere un'attività precisa. La difficoltà deriva dalle situazioni di gruppo, è normale che, con un gruppo numeroso di bambini, l'educatrice non può prestare la stessa attenzione a ciascuno, pur garantendo la vigilanza generale e le reattività necessarie. Per controbilanciare questa difficoltà occorre attuare una strategia di osservazione diversa da quella usata spontaneamente. I momenti di attenzione: un'osservazione "col pilota automatico". 1. Spesso i momenti di attenzione non sono programmati, bensì provocati da ciò che succede. Sono sollecita dal radar che rivela qualcosa da guardare più da vicino oppure da momento di pausa in un'attività . I pochi momenti che inducono all' osservazione sono riconducibilili ai periodi di ambientamento oppure all'individuazione di un problema riguardante un bambino. 2. Non tutti i bambini sono soggetti di altrettanti momenti di attenzione, non si presta attenzione ai bambini nella media cioè a quelli che giocano in modo tranquillo. 3. I momenti di attenzione sono brevi po' che spesso vengo interrotte. 4. il tema dell'attenzione è mutevole. Sì fa lo zapping da un bambino all'altro , e dunque da un tema all'altro ( la motricità, le interazioni , il gioco , linguaggio, ecc..), a secondo di ciò che il bambino sta facendo. 5. Il più delle volte ci osserva con gli occhi e con lo orecchie , senza annotare nulla per iscritto. Nella maggior parte di casi , tutto ciò che si osserva rimane confinato nella mente. Molto meno frequentemente alcune educatrici accennano all'utilizzo di qualche strumento a supporto del osservazione (es: il quaderno individuale per ogni bambino). 6. Non sempre l'osservazione potrà essere condivisa. Si osserva per conoscere i bambini, per vedere la loro evoluzione o capire qualche problema. A volte se ne parla con le colleghe e spesso lo si fa in modo informale. Si racconta anche ai genitori e si tratta di scambi, in genere, molto apprezzati. Ciò che si coglie da questi momenti di osservazione spontanea é che nulla é programmato.

L'osservazione spontanea: uno status professionale poco affermato Molti educatori si sentono poco sostenuti e incoraggiati nel loro lavoro di osservazione, la decisione di osservare non viene fatta con gli altri membri del gruppo di lavoro. Ritagliarsi del tempo per l’osservazione non viene ben visto dalle colleghe o dalla direzione. Un'altra reazione é meritevole di attenzione: "non osservo perché non voglio catalogare i bambini". Le etichette e i giudizi non hanno niente a che vedere con il processo di osservazione. L'osservazione si prefigge di registrare il più obbiettivamente possibile il grado di sviluppo di ciascun bambino, di comprendere reazioni e bisogni, di intervenire sulle risposte e sulle proposte da fargli per aiutarlo a crescere. Osservare é un atto di sollecitudine e interessamento verso il bambino.

Come sviluppare un’osservazione professionale? Acuire lo sguardo Lo sguardo professionale È uno sguardo che educa se stesso, che considera le situazioni con distacco, che è capace di adottare il punto di vista del bambino. Uno sguardo empatico, che comprende cioè il punto di vista dell'altro.

L'obiettivo di un lavoro specifico sull'osservazione consiste nel dare un'équipe l'occasione il tempo per sperimentare osservazioni approfondite, in modo da affinare lo sguardo di ciascuno, nonché quello collettivo, su questa o quella domanda da approfondire. Considerare l'osservazione un lavoro Se l'osservazione è “fondamentale” allora non possiamo accontentarci di un osservazione spontanea, occorre che sia professionale. Occorre che in alcuni momenti l'osservazione sia pensata, che abbia un prima e un dopo: un prima per sapere perché si vuole osservare, e un dopo per servirsene come vasi di riflessione. Se le osservazioni che fungono da base per gli scambi di un'opinione fossero preparati a monte e meglio approfondite, la qualità delle riunioni di équipe ne risulterebbe migliorata. Il procedimento dell'osservazione professionale observation-projet. Si compie per un periodo di tempo limitato ed è articolato in quattro fasi: 1. Definire con precisione le domande che si vogliono approfondire 2. Riflettere sui metodi che si vogliono utilizzare per rispondere le domande preparare il processo di osservazione. 3. Effettuare l'osservazione. 4. Tracciare un bilancio di ciò che si è imparato a rispondere alle domande di partenza. Se gli scopi non sono definiti in partenza, il procedimento risulta essere privo di metodo, e quindi di un “dopo”. Inserire l'osservazione non lavoro di équipe La competenza di ciascuno può essere sostenuta e riconosciuta solo nel lavoro di gruppo. La sola maniera di sostenere la motivazione individuale delle educatrici nei confronti dell'osservazione, o suscitarla in quelle che non ce l'hanno, è inserire il processo all'interno del lavoro di gruppo. Il processo osservativo deve essere valorizzato dall’istituzioni. Tutte le educatrici possono e devono praticare il processo di osservazione, il tempo dedicato a questa attività deve essere considerato legittimo e doveroso dall'intero gruppo di lavoro. Affinché ciò avvenga, bisogna che ne siano convinti tutti membri dell'équipe pedagogica, dai referenti gerarchi del personale ai responsabili dei nidi: vanno previsti momenti di formazione rivolti al gruppo di lavoro educativo, per sensibilizzarlo a questa pratica e sostenerlo nella sua attuazione. Se l'osservazione è un lavoro a pieno titolo, deve essere pianificato.

Sinergia e complementarietà delle diverse professionalità Pensare in tanti, e confrontare i differenti punti di vista per arrivare a una sintesi, induce molti più progressi rispetto a quando riflettiamo da soli. Talvolta i differenti sguardi o riflessioni si completano, o si confermano, o al contrario si scontrano, suscitano nuovi interrogativi o il desiderio di osservare più approfonditamente. Per definire il progetto di osservazione e prepararlo si deve ricorrere alla ricchezza offerta proprio da queste varietà di sguardi incrociati. L’ osservazione in équipe moltiplica l'efficacia del lavoro. Nel processo di osservazione non c'è qualcuno che sa osservare e qualcun altro che non sa osservare. Ci sono solo educatrici che hanno fatto esperienze diverse tra loro, e che magari hanno sviluppato differenti metodi di osservazione. Gli psicologi di orientamento psicoanalitico possono aiutare le équipe a osservare i bambini e, allo stesso tempo, lavorare con le educatrici sulla distorsione personale che ognuno proietta nel proprio

processo di osservazione, o nelle interazioni con i bambini stessi. Il ruolo degli psicologi è essenziale nella fase di analisi delle osservazioni. Qual è il ruolo delle coordinatrici e delle psicopedagogiche Mettere le loro competenze al servizio del lavoro d’équipe, tenendo presente che anche le altre persone sono competenti. Non bisogna usare l'osservazione personale come valutazione, il più delle volte negativa, del lavoro altrui. Dunque devono far capire a ciascun componente dell'équipe educativa che il suo apporto al lavoro di osservazione è indispensabile. Devono considerare se stessi non come esperti ma come guide, coordinatori, tutori, figure di supporto e adottare una procedura “formativa” nei confronti dei colleghi per recepire le domande delle altre educatrici, in modo tale da proporre un progetto di osservazione e costruire il progetto con le educatrici stesse, affinché se ne approprino. Qual è il ruolo per la dirigenza? Il personale dirigenziale ha di fatto è una funzione gerarchica che implica la valutazione delle educatrici dell'équipe. I dirigenti sono anche i garanti del progetto pedagogico. Lo sguardo della dirigente su una situazione, anche se ha per oggetto i bambini, può essere vissuta dal resto del personale come uno sguardo che sottende una valutazione del loro lavoro. Per questo bisogna esplicitare l'obiettivo specifico che ci professiamo e aggiungere che in seguito condividere i risultati dell'osservazione, o meglio, decidere prima e con il gruppo di lavoro qual è l'obiettivo di un'osservazione. Qual è il ruolo per gli psicologi? Su richiesta dell'équipe il loro limitato tempo di osservazione personale è indirizzato in via prioritaria a certi bambini che suscitano interrogativi e inquietudini. In generale essi partecipano alle riunioni dell'équipe, il cui obiettivo consiste nell'analisi delle pratiche o in un lavoro di supervisione. Essi possono suscitare o incoraggiare osservazioni approfondite che saranno condivise e analizzate nelle riunioni seguenti, o contribuire a preparare progetti di osservazioni voluti da un'équipe: determinare in modo appropriato le domande da porre, valorizzare l'apporto di ciascuno, fornire tutta la loro competenza professionale nel momento dell'analisi delle osservazioni. La decisione di mettere a punto un progetto di osservazione in comune è un'occasione per considerare le situazioni obiettivamente, un modo per dire che nessuno ha torto o a ragione a priori, per vedere ciò che i bambini pensano della situazione, come la vivono, per far meglio in seguito, nel loro interesse. I due pilastri dell’observation-projet: sapere perché si osserva e come e condividere il lavoro di osservazione e la sua analisi.

3. L’osservazione pensata e organizzata Pensare l'osservazione: formulare un obiettivo e domande precise Prima di osservare occorre chiedersi: che cosa vogliamo sapere? Che cosa vogliamo capire? Che cosa vogliamo guardare in modo preciso? Per determinare il processo di osservazione bisogno di finire le cose più importanti mediante tre livelli successivi di focalizzazioni. Precisare le domande a cui trovare risposte

In primo luogo occorre definire l'oggetto dell'osservazione. Vedere tutto è un'illusione. Se si vuole osservare occorre accettare di focalizzare provvisoriamente la propria attenzione su un argomento una domanda. Conviene allora passare da un oggetto a un obiettivo di osservazione, per rispondere a domande ben definite. Per esempio sul pranzo, come ogni altro aspetto, non esiste un unico progetto di osservazione possibile, e allo stesso tempo non è possibile osservare una situazione da tutte le sue angolazioni. Preparare un'osservazione approfondita significa formulare la domanda principale alla quale si vuole rispondere attraverso l'osservazione partendo da un argomento di osservazione generale (un certo aspetto dello sviluppo del bambino, una certa situazione, un determinato bambino, ecc..). Per ogni argomento da osservare ci sono molti obiettivi possibili, in funzione del punto di vista che si adotta. Lo servo azione è un procedimento concreto che deve rispondere a una domanda pratica, non è un problema teorico. Cambiare punto di vista: ricentrare la domanda di osservazioni sui bambini Più frequentemente succede che le educatrici incentrino le domande su se stesse, sul loro ruolo educativo. Lo scopo dell'osservazione è individuare soluzioni, dopo aver trovato il tempo, però, di guardare i bambini, trasformando la domanda di partenza in: “come vive la situazione il bambino?”. Esaminato questo punto, sapremo rispondere la domanda “come fare?” nell'interesse dei bambini. La domanda espressa dal punto di vista dell'adulto va riformulata in una domanda di osservazione incentrata sui bambini, sono le loro reazioni a guidare la riflessione degli adulti per analizzare e capire ciò che risponde o non risponde ai loro bisogni, e perché. Sapere cosa guardare per rispondere alla domanda posta Domande di osservazioni: come si inserisce un bambino nel gruppo? Per rispondere, si formano alcune semplici domande che analizzano azioni e reazioni dei bambini, ponendole però dal loro punto di vista. Come vengono i conflitti? Per rispondere ci si concentra unicamente sui conflitti. Questa fase di riflessione prima dell'osservazione è essenziale per migliorare la qualità. Più le domande vengono riformulate dal punto di vista dei bambini, più ci saranno risposte precise e utili per permettere agli adulti di migliorare le loro proposte. Ampliare il ventaglio delle domande possibili L’osservazione non è confinata all'analisi dei comportamenti individuali di qualche bambino, ma si può applicare alla situazione del gruppo, alle interazioni fra gli adulti bambini, e può inglobare tutti gli aspetti di una situazione, compreso l'effetto sui bambini della disposizione dello spazio o della proposta di materiale di gioco. Osservare i bambini che non suscitano preoccupazioni Si parla molto della necessità di “trattare bene” i bambini, di dedicare loro attenzione personalizzata e del rispetto di cui ogni bambino ha diritto. Ma quando i bambini sono nella media li guardiamo meno perché “va tutto bene”, perché non c'è niente intralci la vita quotidiana. Il solo fatto di elencare e scegliere in anticipo argomenti precisi costituirà la garanzia di un'attenzione più mirata a ciò che vive ogni bambino in un periodo dato, potrà mettere in luce le sue eventuali difficoltà, ma anche le sue competenze, i suoi progressi, le sue preferenze e abitudini, e permetterà di condividere queste conoscenze fra tutte le educatrici. L’osservazione positiva di

bambini supportata da un progetto di équipe è il miglior antidoto all'usura quotidiana e la miglior garanzia di uno sguardo fiducioso, di un’empatia nei confronti di ciascun bambino. Osservare i bambini che preoccupano Di fronte a un bambino agitato, spesso l'attenzione spontanea è troppo incentrata sui comportamenti che allarmano. Per tutta la giornata si tiene sotto controllo il bambino per prevenire i suoi comportamenti e le conseguenze che ne derivano, con rischio di stigmatizzarlo. Se anche gli adulti si focalizzano sulle condotte problematiche, non fanno altro che rinforzare il circolo vizioso e la tensione intorno al bambino. Si verifica così una iperfocalizzazione su alcuni suoi comportamenti. L'osservazione professionale permette di abbassare questa tensione, di prendere le distanze per comprendere ciò che vive il bambino, allargando lo sguardo che viene posato su di lui in due direzioni. Il progetto di osservazione può consistere nell'annotare sistematicamente per una settimana il contesto di ogni episodio del comportamento problematico, e poi allargare lo sguardo sul bambino individuando e annotando il contesto di comporta...


Similar Free PDFs