Manuale di giornalismo, Andrea Barbano con Vincenzo Sassu. Capitolo 3 PDF

Title Manuale di giornalismo, Andrea Barbano con Vincenzo Sassu. Capitolo 3
Course Comunicazione Giornalistica
Institution Università di Bologna
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riassunto del capitolo 3 del manuale ...


Description

3. LA TITOLAZIONE Funzioni ed evoluzioni ! Il titolo è una forma comunicativa complessa perché si fonda su un contenuto linguistico e su uno visivo. La funzione del titolo è uguale a quella del focus, esso concentra quella costruzione di senso che spesso nell’attacco è riassunta o evocata da un dettaglio. Il titolo presuppone meglio ogni elemento giornalistico l’interesse di un lettore per una data offerta giornalistica.# Le indicazioni grafico espressive dei titoli e la loro impaginazione determinano la fisionomia di un giornale e ne indicano il carattere, consentendo quella che viene definita doppia lettura, cioè la possibilità per il lettore non solo di informarsi attraverso le parole chiave contenute nei titoli ma anche di costruire un rapporto di relazione e di attaccamento alla testata una sorta di contratto di lettura fondato sull’appartenenza agli stessi valori. ! Quindi è possibile affermare che i titoli rendono visibile l’identità di un giornale e contribuiscono alla costruzione di un discorso sociale condiviso, attraverso processi di credenza attivati dalla conoscenza di ciò che in essi è attestato.! La titolazione di un giornale è quindi capace di esprimere e fissare carattere e valori, contribuendo anche a costruire nel pubblico identità sociali attraverso cui il lettore interpreta la realtà.! I titoli sono una sorta di testo parallelo rispetto a quello costituito dagli articoli, sono dotati da una loro espressività autonoma e non sempre in sintonia con il testo dell’articolo. La titolazione è il punto più malleabile del giornale, e questo accade perché:! 1. natura organizzativa: la titolazione in quanto lavoro di desk non è svolto dagli autori del pezzo ma dai quadri dirigenti, quindi soggiace all’organizzazione gerarchica interna ed è più esposta alla direzione tracciata dalla leadership del giornale.# 2. natura esogena: la titolazione risente di influenze e condizionamenti di fonti esterne al giornale, ad esempio politiche o lobbistiche. Tanto più pervasiva è l’azione delle leadership interne e dei condizionamenti esterni, tanto più marcata sarà l’asintonia tra il registro della scrittura e quello della titolazione.

Tipi di titoli:! Denotativi/enunciativi: comunicazione fredda ed oggettiva, funzione descrittiva. Funzionalità referenziale: rispondono all’obiettivo di indicare, sintetizzandolo, il contenuto dell’articolo. Connotativi/paradigmatici: registro più caldo, entra in gioco la soggettività ed emotività. La sua finalità è pragmatica, risponde ad un obiettivo perlocutorio, cioè mirato a provocare un effetto sul lettore, orientandolo, incoraggiandolo o scioccandolo. Ne consegue una grande visibilità del titolo ! - è possibile raggiungere un effetto pragmatico anche attraverso una titolazione denotativa. La retorica della notizia pura che racconta fatti con oggettività è una strategia di comunicazione particolare che ha comunque effetti sul lettore. ! - L’evoluzione della lingua, l’introduzione del parlato nel lessico della scrittura giornalistica, cambiamento ruolo giornalismo sono elementi che hanno provocato il cambiamento da titolazione denotativa tradizionale ancorata alle 5W ad una titolazione di tipo connotativo, allusivo, ammiccante, attraente il lettore, stupendolo e invogliarlo alla lettura anche con invenzioni stilistico-espressivo e giochi linguistici anche azzardati. ! Le forme del titolo Occhiello: posto sopra al titolo e scritto più piccolo - dove e quando?! Titolo: due o tre righe ! Catenaccio: sotto al titolo e di dimensione intermedia tra occhiello e titolo. ! Sommario: composto da più righe, dimensione inferiore all’occhiello o pari, è spesso messo in mezzo allo sviluppo dell’articolo.! Per la scuola tradizionale delle 5W il titolo indica chi e che cosa, l’occhiello il dove e il tempo. ! —> non esiste un criterio univoco nel definire il contenuto e funzioni dei singoli elementi della titolazione. ! Sequenza di lettura: dal titolo al catenaccio e dal catenaccio all’occhiello. Perché si segue l’ordine decrescente dei caratteri.!

Se vogliamo capire come e perché si intitola un pezzo, bisogna capire la strategia di comunicazione che c’è sotto, bisogna capire il focus dell’articolo di cui il titolo rappresenta la sintesi espressiva. ! Bisogna quindi ancorare il titolo alla notiziabilità, ovvero al rapporto del fatto narrato con il contesto di ricezione della notizia. ! Criteri guida titolazione! - Titolazione esterna ai fatti narrati: titolazione che tende ad individuare gli elementi identificativi della notizia nella loro oggettività e non interna ai fatti, che punta attraverso l’uso di un dettaglio a portare il lettore sulla scena dei fatti. ! La visività è una risorsa della titolazione, e si ottiene attraverso l’uso di parole e strutture sintattico-grammaticali in grado di unire codice visivo e codice linguistico. Si parla di iconicità ed è la proprietà che le diverse parti del linguaggio hanno di raffigurare come un’immagine i significati che veicolano.! esempio: pag 147 Titolo: supercar e whisky: i “must” delle ricche cinesi ! - economia espressiva: capacità di esprime lo stesso significato con il minor numero di parole o sillabe possibili. La riduzione lessicale aumenta l’incisività e si realizza con l’uso di strutture sintattiche nominali o ellittiche (precedentemente analizzate). Si realizza anche con l’uso di locuzioni o neologismi che condensano il significato. ! - Sintesi incisiva: si ha con i titoli sommario, dove un trattino condensa il rapporto tra due soggettività ! - Lo stesso effetto si ha con l’uso di metonimie e sineddochi, ! - L’impiego di metafore può essere utile per spostare la visività su un piano più concettuale. ! —> visività, incisività, capacità di impatto emotivo si hanno con l’uso di avverbi e aggettivi capaci di attualizzare il discorso, come ad esempio ecco, pronto e benvenuti ! - effetto di velocizzazione si ha con ora, via, basta, stop. ! L’uso dell’infinito: usato come forma sostantiva per sintetizzare un’azione o una strategia in un dettaglio ma può anche essere usato nella sua forma “atemporale” per rappresentare una condizione esemplare nella quale il lettore può identificarsi. Questa

forma sintattica implica una sottolineatura di giudizio che accentua il contenuto connotativo della titolazione, con un effetto di forte espressività. ! - Altre esempio di titolazione connotativa è il titolo colloquiale, che utilizza locuzioni tipiche del linguaggio parlato per ottenere un effetto ironico. ! - Effetto iconico con l’uso di espressioni vocative che pongono il destinatario dell’appello all’inizio o alla fine della frase.! - x rendere visibile o segnalare una condizione si usa un pronome personale in prima persona.molto usati nelle interviste! - Forma interrogativa diretta: sintetizza in maniera incisiva una problematica che risponde ad un quesito diffuso tra i lettori, oppure risulta utile per titolare un’intervista la cui notiziabilità sia individuale nello scarto tra domanda e risposta. ! - Titoli narrativi: usano avverbi attualizzatori, come quando e metonimie con funzioni di richiamo creando un effetto velocizzante. È utilizzato anche e che serve a richiamare il lettore ad una continuità ideale di un discorso già fatto.! - Titolazione ironico-brillante: uso dei proverbi, titoli di canzoni, cit poetiche, etc espunti dal loro contesto di appartenenza e trasferiti su un piano di comunicazione distante da essi è una tecnica di rivisitazione del passato postmoderna. ! - Calembour: modalità ricorrente che consiste in un gioco di parole basato sull’omofonia di termini che si scrivono nello stesso modo ma che hanno significati diversi.! Le formule elencate sono utili se colgono e rappresentano il focus dell’articolo, restando ancorate alla sua notiziabilità. Il rischio connesso all’abuso di queste formule retoriche e sintetiche rischia di condurre l’articolo in una sorta di manierismo, che sconfina in una patologia del linguaggio giornalistico. ! Alcune testate riflettono la conflittualità politica e sociale presente nel paese e assume forme di un confusione tra il linguaggio della satura e quello del giornalismo—> questa azione mette in mostra l’identità politica della testata. Questo modo di agire si sviluppa dietro a fatti ed è ancorata a condizioni e pregiudizi. ! Regole di stile

Il principio dell’economia espressiva è fondamentale nella titolazione. Questa economia espressiva si ha attraverso l’uso di forma sintattiche normali o ellittiche del verbo, che garantiscono incisività e concisione. ! Il titolo ha un numero limitato di caratteri ed impone una sintesi sostanziosa. ! Anche la punteggiatura aiuta nell’obiettivo: ! - la virgola assume un primato d’uso che ne fa il principale legame asintotico della titolazione. Per esempio: rifiuti, governo diviso! - La virgola può essere sottintesa se si trova alla fine del rigo! - Si possono omettere anche le virgolette per esempio: tramonti: l’Italia può farcela — invece di: tremonti: “l’italia può farcela”! - Uso virgolette o due punti: virgolette quando si riporta un discorso diretto, due punti quando è un riassunto del discorso. —> in italia non è così, l’omissione delle virgolette risponde alla necessità di contenere il numero di caratteri.! Le ripetizioni sono considerate nella titolazione un errore di stile.! Vale per la stessa parola in un singolo titolo, ma anche stessa parola all’interno della pagina intera e anche se si trova all’interno di due pagine fronteggianti - cioè una pag di numero pari e una di numero dispari - soprattutto quando costituiscono un unico paginone monotematico. ! La ripetizione c’è anche quando si utilizza un nome derivato di un altro primitivo già presente della pagina, come consiglioconsigliere, pensione-pensionato, vita-vitalizio. ! Per evitare questo: ricerca di sinonimi o controsinonimi. ! I prestiti linguistici: sono da evitare perché c’è l’esigenza di rendere traversale la comprensione del testo giornalistico, quindi è suggerito utilizzare solo quelle parole straniere il cui significato è già conosciuto ampiamente.!...


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