Marc-bloch - Riassunto Introducción a la historia PDF

Title Marc-bloch - Riassunto Introducción a la historia
Course STORIA MEDIEVALE
Institution Università della Calabria
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libro autore Marc Bloch sull'introduzine alla storia medievale ...


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LA SOCIETA’ FEUDALE – MARK BLOCLK CAPITOLO 1. LA SOLIDARIETA’ DEL LIGNAGGIO 1. GLI AMICI CARNALI Nel medioevo furono proprio i legami di sangue creati per matrimonio e nascita a creare la struttura sociale tipica del feudalesimo. Tale struttura fu poi integrata da una più intricata rete di rapporti personali che pur non basandosi sulla comunanza di sangue, finirono per necessitarne. In vero i legami fondati sulla comunanza del sangue sono di molto anteriori ed essenzialmente estranei al mondo medievale. Essi ebbero un ruolo troppo importante per essere trascurati. Non va inoltre dimenticato che fin dalle origini dell’umanità, la prima forma di società fu la famiglia in sensu strictu. La famiglia, inoltre, non è solo stata la prima forma di società, ma anche la prima forma di comunità e nell’antica Francia, essa era designata come comunità tacita, silenziosa ed è nella natura stessa dei rapporti tra consanguinei fare a meno di scritti. Così fu per secoli e raramente si ricorse a forme scritte che attestassero i fatti. L’umanità ha dovuto attendere la nascita delle istituzioni ecclesiastiche, delle chiese, perché ci fossero tracce scritte dei rapporti tra individui e in assenza di fonti anagrafiche civili antecedenti al XIX secolo, ancora oggi ci dobbiamo rifare agli archivi ecclesiastici. In epoca medievale tali archivi gestivano prevalentemente l’andamento delle famiglie nell’ambito delle classi nobili e di esse si hanno notizie solo a partire dal XIII secolo. Le fonti antecedenti, fatto salvo qualche frammento, sono andate quasi tutte perdute. In epoca medievale il legame di sangue assunse un’importanza estrema e fu anche uno dei centri attorno al quale ruotava la legge e soprattutto la giustizia, con particolare riferimento alla vendetta. Con più un vincolo era stretto e con più era importante e si giunse ad un punto in cui, a causa dell’allargarsi sempre maggiore delle famiglie si dovettero imporre dei limiti. Gli individui che erano tra loro consanguinei erano anche meglio definiti “amici carnali” e nella Francia e Germania dei primi secoli del Medioevo si usava il termine amis ofreund per indicare i parenti uniti dal vincolo di sangue o con il matrimonio. Il termine “amico” indicava dunque un consanguineo e non un individuo legato ad un altro dalla comune esperienza di vita e interesse, almeno inizialmente. Successivamente la definizione di “amici carnali” non fu estesa più a tutta la parentela ma sono ai consanguinei entro un certo grado di parentela. Inoltre, a partire dal XII secolo tale definizione perse il suo significato arcaico di consanguineo e assunse quello che è più caro agli scrittori e ai trovatori delle corti medievali, il significato di “amante” e un esempio ce lo offre Chretien de Troyes, che è solito ad usare tale termine nelle sue opere. Inoltre nel giro di tre secoli era cambiato il modo di trattare la consanguineità degli individui di un gruppo famigliare allargato. Inizialmente i due tipi di legame furono sullo stesso piano rispetto ad un capo, ma, man mano che le famiglie si allargavano

da un lato ed aumentavano i legami di vassallaggio dall’altro, solo il legame di consanguineità finì per essere quello che prevaleva in assoluto, specie in campo giuridico. I due legami non rischiarono di escludersi a vicenda, anzi per necessità degli individui stessi spesso il legame di vassallaggio si confondeva e si auto rafforzava proprio grazie alla consanguineità. Il legame di sangue portò alla cosiddetta solidarietà di lignaggio. Quando pensiamo al termine “lignaggio” pensiamo sempre al rango e in effetti non è tanto errato questo modo di intendere il termine, ma è bene fare delle precisazioni. Il termine deriva dal francese antico “lignage” che a sua volta deriverebbe dal latino “linea” ossia linea di discendenza. Dalla famiglia feudale derivò il lignaggio degli individui e dunque anche la gerarchia sociale. Quando al legame di sangue si appoggiò, fino a confondersi con esso, il legame vassallatico e soprattutto quando una certa condizione divenne ereditaria, il lignaggio di un individuo divenne una condizione civile ed economica e questo valeva in ogni gradino della scala sociale. In tal modo si tramandarono anche le condizioni più umili. L’uomo trovava nei parenti i suoi sostenitori naturali. Dove tale antica procedura germanica sussisteva ancora, i co-giuranti il cui giuramento collegiale era sufficiente a far assolvere o confermare l’accusa del querelante, venivano scelti tra i parenti a seconda delle regole o, come più spesso accadeva, della convenienza. Il parentado era a sua modo oltre che un appoggio, anche un giudice. L’onore o il disonore di uno dei membri di una famiglia si rifletteva anche su tutta la piccola collettività famigliare. Per fare un esempio, verso il 1200, il siniscalco di Normandia, rappresentante di un diritto più progredito, fece fatica ad impedire ai suoi agenti di comprendere nella punizione, insieme al criminale, anche tutta la parentela, tanto l’individuo e il gruppo apparivano inseparabili. Il legame di sangue si manifestò in tutta la sua forza specialmente nella vendetta. 2. La vendetta Quasi tutto il Medioevo e l’era feudale in particolar modo, vissero sotto il segno della vendetta privata, essa spettava, anzitutto, come il più sacro dei doveri, all’individuo leso, anche oltre la morte. L’uomo da solo, d’altro canto, nella buona e nella cattiva sorte, colpevole o vittima, poteva fare ben poco. Inoltre, quel che, molto spesso, si doveva far espirare, era una morte ed entrava allora in azione il gruppo famigliare e nasceva la faida, secondo l’antico termine germanico che si diffuse a poco a poco in tutta l’Europa. Nessun obbligo appariva più sacro e a poco servirono le conciliazioni proposte da figure ecclesiastiche. Nelle Fiandre verso la fine del XII secolo, viveva una nobildonna cui erano stati uccisi marito e i due figli dai loro nemici, la vendetta teneva in agitazione perfino tutto il paese. Il vescovo di Soissons tentò vanamente una riconciliazione, ma pur di non ascoltarlo la vedova fece alzare il ponte levatoio e non lo fece entrare. Presso i Frisoni [8] lo stesso cadavere gridava vendetta: si dissecava, sospeso nella casa fino a quando non diedero giustizia per poi acquistare il diritto di seppellirlo. Tutta una famiglia il lignaggio si raccoglieva agli ordini di un

capitano della guerra. si armava per punire l’uccisore o la semplice ingiuria e per ingiuria all’epoca si intendeva anche solo soffiarsi il naso contro qualcuno. L’estremismo superò persino i limiti della follia. E non ci si scagliava solitamente solo contro l’autore del torto, ma anche contro un suo consanguineo o la sua famiglia. Alla solidarietà attiva rispondeva egualmente forte una solidarietà passiva. Nella Frisia medievale non era necessaria la morte del colpevole per seppellire un corpo che gridava vendetta, era sufficiente quello di un suo famigliare. La vendetta sul parente di un colpevole poteva aversi subito o anche dopo, specie nelle faide famigliari, a distanza di anni e generazioni. Il termine “odi mortali” divenne un termine tecnico, essi erano generati senza posa dai vincoli famigliari e costituivano indiscutibilmente una delle principali cause della turbolenza generale. Uno dei tentativi di limitare le faide e gli eccessi fu quello di colpire il borsello dei trasgressori e furono applicate delle tariffe e si imposero luoghi in cui era vietato combattere, oltre che dei giorni: “la tregua di Dio”, applicata soprattutto sul finire del XI secolo e con l’avvento della Prima Crociata. Oltre un certo limite però non fu possibile imporre dei limiti e la faida era in buona parte riconosciuta legittima. Si tentò persino di limitare il numero e la natura dei torti suscettibili di essere lavati nel sangue. Secondo una ordinanza promulgata da Guglielmo in Conquistatore, solo l’uccisione di un padre o di un figlio potevano essere espiati con un’altra morte. In Inghilterra, dove le cose sono sempre andate anche in epoca medievale diversamente dal resto del “mondo”, prima della conquista normanna e durante il regno di Edoardo il Confessore, una tradizione antichissima sanciva la riconciliazione con il pagamento di un’ammenda o indennità, cercarono di limitare la vendetta privata prima che diventasse massacro. Le regolari tariffe di conciliazione che le leggi barbare avevano tempo prima elaborato con tanta minuzia, specie in materia penale, e la sapiente graduazione dei “prezzi dell’uomo” non si conservavano e rispettavano che in alcuni luoghi come Frisia, Fiandre e alcune zone della Spagna, in Sassonia dove però tale sistema finì per essere vanificato dalla più pratica usanza del bagno di sangue. Anche se praticamente non più applicate, le tariffe “della giustizia” rimasero in vigore, ma vennero applicate solo quando conveniva e quando soprattutto era riconosciuto loro, dalle autorità stesse, forza di legge. Come già detto era difficile che il pagamento di un tariffa, anche enorme, corrispondesse quanto la soddisfazione di farsi giustizia lavando una colpa nel sangue, specie quando la vittima era nobile o altolocata. 3. LA SOLIDARIETA’ ECONOMICA L’Occidente feudale riconosceva, all’unanimità, la legittimità del possesso individuale, ma nella pratica, la solidarietà del lignaggio si prolungava in società di beni. Ovunque, anche nelle campagne, numerose frérèches raggruppavano, attorno al medesimo fuoco o alla stessa pentola e sui campi indivisi, numerose famiglie imparentate tra loro. Il signore incoraggiava, quando non imponeva direttamente,

l’uso di queste “compagnie” poiché stimava vantaggioso considerarne i membri come solidali, per amore o per forza, negli obblighi censuari. In Francia per esempio, la successione del servo non conosceva altro sistema di devoluzione [24] che la continuazione di una già esistente comunità. Se l’erede naturale, il figlio o il fratello, avesse abbandonato il focolare collettivo prima dell’inizio della successione, i suoi diritti allora, e solo allora, venivano meno dinanzi a quelli del padrone. Tali consuetudini erano senza dubbio meno generali nelle classi elevate. Sia in Francia sia in Toscana i piccoli signori praticavano, al pari dei contadini, la comunanza dei beni, sfruttando in comune il patrimonio e vivendo tutti nel castello avito o almeno avvicendandosi nella sua guardia. Qualora uno straniero avesse ambito ad aggiungersi al gruppo, sia che fosse plebeo sia che fosse nobile, l’atto di associazione acquisiva volentieri la forma di una fittizia fraternità: era in pratica, come se egli diventasse consanguineo, senza esserlo. Infatti, non essendoci un contratto solido che non si poteva appoggiare sul sangue, almeno ne imitava i vincoli. I grandi baroni non ignoravano queste abitudini di comunanza e un esempio è offerto dai Bosonidi ,signori delle contee provenzali che considerarono indiviso il governo generale del feudo e tutti, uniformemente, si fregiavano del medesimo titolo: oltre che baroni, conti o principi per tutti i loro territori. Se ci andiamo a guardare tutti gli atti di vendita o donazione conservati nei secoli dal XI al XII negli archivi ecclesiastici noteremmo che l’alienatore [29] proclamava frequentemente, in un preambolo scritto dai chierici, il suo diritto a disporre dei propri beni in totale libertà. Tale era infatti la teoria della Chiesa, all’epoca arricchita senza posa da donazioni e custode al tempo stesso delle anime.Si aggiunge a quanto detto sin ora che, documenti o notizie, per quanto facciano risonare alto i diritti dell’individuo non mancano d’altro canto di ricordare che era necessario il consenso dei parenti dell’alienatore. Queste approvazioni sembravano necessarie al punto che, nella maggior parte dei casi, non si esitava a rimunerarle . Accadeva a volte che qualche parente infatti non fosse d’accordo o non essendo stato consultato, finisse, dopo molto tempo, per reclamare un determinato bene e coloro che ne avevano beneficiato imprecavano e portavano la causa in tribunale. Su dieci casi, nove si risolvevano con una composizione, ossia un compromesso, visto che il consenso della parentela era indispensabile. Anche consultando tutti i rami di una famiglia, chi reclamava un bene doveva solo sperare di portare dalla sua quanti più parenti possibile per vincere la causa se qualcuno della famiglia aveva avuto la brillante iniziativa di cedere un bene “comune”. Dopo il XII secolo, la mancanza di chiarezza si risolse in un diritto più rigoroso. le trasformazioni dell’economia rendevano sempre meno sopportabili gli intralci opposti agli scambi: fino a poco tempo prima le vendite di immobili erano rare e contestabili, se poi l’acquirente era una chiesa per evitare proteste si camuffavano da elemosine e si credeva, fraudolentemente, di avere un doppio introito: oltre al denaro anche la salvezza dell’anima. Quando la gente capì che la compravendita di beni immobili era utile all’economia, essa divenne un’operazione frequente e

confessata oltre che proficua e forse scomparve il mal celato bigottismo di alcuni che facendosi venditori di un terreno ad una chiesa si sarebbero salvati l’anima. Per rendere libera la transizione economica della compravendita in modo assoluto e per distinguerla dalla donazione (che non aveva nulla in cambio di una cessione, essendo unilaterale) ci vollero tutta l’audacia e il senso economico della borghesia. La donazione fu ridotta ad un diritto più limitato, ma con meno restrizioni che in passato e fu meglio definita: prima di una cessione a titolo oneroso era necessario che il bene fosse oggetto di un’offerta preliminare, a profitto dei parenti, specie se proveniva già da un’eredità; restrizione questa grave e che doveva essere duratura . Dall’inizio del XIII secolo in poi la vendita, una volta fatta, si riconosceva ai parenti il diritto di sostituirsi all’acquirente (secondo limiti stabiliti per ordine e grado), restituendo il prezzo già pagato. Nella società feudale non ci fu istituzione più universale di questo “riscatto di famiglia” e, ancora una volta, salvo in Inghilterra trionfò dalla Scozia all’Italia e non ci fu, ancora, istituzione più solida. In tal modo, attraverso i secoli, si perpetuava sotto forme a un tempo meno fluttuanti e più attenuate l’impero economico della famiglia. CAPITOLO 2 : CARATTERE E VICISSITUDINI DEL VINCOLO DI PARENTELA 1. LA REALTA’ DELLA VITA FAMILIARE

2. LA STRUTTURA DEL LIGNAGGIO la famiglia fu la società in cui gli individui erano uniti da un legame di consanguineità e che per molto tempo questo fu sullo stesso piano del legame formatosi per vassallaggio, mentre successivamente prevalse il primo tipo di legame sul secondo. Il legame di sangue nel corso dell’Alto Medioevo funzionava per tutti i gradi di parentela non solo in orizzontale ma anche in verticale (per generazioni successive). In orizzontale ci sono i legami di sangue che si formano per matrimonio, mentre in verticale ci sono quelli che si formano per nascita. Col tempo il legame di sangue formatosi in questi due modi e divenendo una cosa sola in termini giuridici, prevalse su quello di vassallaggio, anche se con determinati limiti all’uno e all’altro. Le prime comunità famigliari erano comunità guerriere, di stampo patriarcale dove il capo famiglia era anche il vertice della gerarchia e i suoi guerrieri erano il più delle volte suoi parenti e consanguinei, con essi egli spartiva le ricchezze accumulate nei bottini di guerra tenendo per sé ovviamente il pezzo più grosso. Alla morte del capo succedeva al comando il figlio maschio maggiore, in sua assenza, il secondo in linea di successione e così via fino a quando non si trovava un consanguineo che prendesse il posto vacante e che fosse in grado di mantenerlo. Con la morte del capo

il testimone passava al suo successore e tale testimone era rappresentato da ricchezza e potere. Era necessario che questi avesse il sostegno dei suoi famigliari (solidarietà orizzontale) e dei suoi figli (solidarietà verticale) che erano quelli che avrebbero avuto un giorno, alla sua morte, l’eredità, ovvero i suoi beni ed il suo potere. Queste furono le basi del lignaggio, della trasmissione del potere e della ricchezza per linea di sangue. Chi apparteneva alla famiglia del capo e quindi del rex (dal lat. regis che significa governare) era considerato di una certa importanza e da quel momento i suoi discendenti avrebbero avuto eguale importanza, avendo con lui un legame di sangue. Era un interesse non da poco sposare la figlia di uno di questi famigliari per salire di gradino anche se non era poi così facile. Sebbene la Chiesa vietasse fino al quarto grado i matrimoni tra consanguinei. La pratica era legata alla paura di “corrompere” il sangue e il patrimonio con chi non era dello stesso lignage, quindi della stessa linea di sangue. Il lignaggio dunque divenne uno status. Chi apparteneva a una famiglia apparteneva di conseguenza ad un certo lignaggio. Dopo il IX secolo, quando i giuramenti di vassallaggio crearono la complicata gerarchia sociale del medioevo in cui i servi della gleba erano alla base della piramide, aumentarono i titoli perché aumentarono anche le divisioni territoriali e il discorso del lignaggio cambiò e così due persone finirono per essere considerate di un certo lignaggio quando anche appartenendo a due famiglie di origine diversa e non comune, avevano un titolo ed un patrimonio trasmissibili per linea di sangue. Il matrimonio aveva una funzione prevalentemente politica di accordi e di alleanze, per lo meno nelle classi privilegiate. Il vincolo di sangue divenne legame di solidarietà fra i gruppi e l’ambito familiare venne sostituito dal casato e dalle consorterie nobiliari, come esperienze di potere politico e militare. Non mancano gli esempi di matrimoni che, utilizzando le donne, instaurarono o restaurarono dei legami di amicizia fra due lignaggi. I primi a ricercare simili unioni furono certamente i capi stessi della cristianità: un re di Francia, Enrico I, nel secolo XI, andò a cercarsi una sposa nel lontano principato di Kiev, in Russia. CAPITOLO 3. L’OMAGGIO VASSALATTICO L’OMAGGIO NELL’ETA’ FEUDALE- GENESI DELLE RELAZIONI DI DIPENDENZA PERSONALE Essere l’uomo di un altro uomo : nessun alleanza di parole era più diffusa di questa, nel vocabolario feudale che stava ad indicare il rapporto di dipendenza .Le prime forme di organizzazione feudale si possono già ritrovare all'epoca del dissolvimento dell'Impero romano, quando i più deboli, per sopravvivere, avevano bisogno della protezione di personaggi più potenti, i quali, a loro volta, per mantenere la propria posizione, avevano bisogno del servizio e della fedeltà di altri uomini. Dal diffondersi

di questa pratica nacque l'istituto della commendatio, raccomandazione, cioè un contratto tra protettore e protetto, comportante diritti e doveri per entrambi e che aveva durata vitalizia. Di varia natura potevano essere sia il servizio sia le forme di aiuto prestati. Spesso il potente concedeva una quantità di terra in proprietà o, caso più frequente, in usufrutto, affinché il protetto potesse mantenersi. In questo secondo caso la terra prendeva il nome di tenure in zona francese e leihe in zona tedesca e il beneficiario aveva l'obbligo di pagare un censo in denaro o, più spesso, in natura. La protezione esercitata dal benefattore veniva detta mundium. Un altro tipo di istituzione esistente presso i popoli germanici era il comitatus. Il termine indicava letteralmente il gruppo di soldati che si impegnavano volontariamente a combattere per un capo, giurandogli fedeltà personale. I componenti del comitato, furono poi detti vassalli, dal termine celtico gwas con cui erano chiamati nel VI secolo. Di varia natura potevano essere sia il servizio sia le forme di aiuto prestati. Spesso il potente concedeva una quantità di terra in proprietà o, caso più frequente, in usufrutto, affinché il protetto potesse mantenersi. L'organizzazione della società in base a rapporti personali di fedeltà venne pienamente utilizzata dai sovrani carolingi. Il vassallaggio ebbe quindi ampia diffusione in Occidente, costituendo un importante strumento di coesione politica. Con il rito della immixtio manuum, commistione delle mani, il vassallo si legava al monarca, affidandogli la propria persona e creando un rapporto bilaterale tra soggetti ineguali sul piano sociale, sancito da un giuramento di fedeltà. Elementi ...


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