Marzo 1821 - Manzoni PDF

Title Marzo 1821 - Manzoni
Author Kevin Miolli
Course Lettere moderne
Institution Università degli Studi di Bari Aldo Moro
Pages 6
File Size 93.6 KB
File Type PDF
Total Downloads 29
Total Views 120

Summary

Parafrasi, Commento, Analisi delle figure retoriche....


Description

ALESSANDRO MANZONI: “MARZO 1821” Analisi e commento Alessandro Manzoni!scrive quest'ode!epico-civile nel!1821!quando, nella speranza che Carlo Alberto, sensibile alle richieste dei carbonari, si metta alla testa di un esercito, per scacciare dalla Lombardia gli Austriaci; egli ritiene che i tempi siano maturi per avviare il processo di unificazione d'Italia. Ma i fatti che egli immagina, si verificheranno nel 1848, 27 anni dopo, in occasione della Ia Guerra d’Indipendenza. Anche quest'ode, come Il!Cinque Maggio,!vuole presentarsi come una!poesia fortemente legata alle esigenze e ai sentimenti dei contemporanei. Essa si presenta come!espressione di speranze nazionali, che emergono non solo attraverso il contenuto, ma anche tramite le!scelte metriche. Il!Risorgimento!è l'epoca in cui il popolo italiano prende coscienza di poter diventare un unico stato che può riprendersi la sua terra e cacciare oltre i confini tutti gli stranieri che hanno oppresso le genti. Manzoni sottolinea il fatto che tutta l’Italia é pronta alla lotta; ogni italiano vuole la libertà dalla lunga schiavitù degli stranieri ed pronto, per la sua patria, a combattere e persino a morire. Essere un patriota vuol dire avere l'orgoglio della propria terra, combattere per lei, morire per lei, sacrificare la propria vita per un futuro migliore. Il giorno del riscatto, della rivincita, sarà un giorno felice perché gli italiani potranno essere liberi e termineranno le prepotenze degli stranieri e la cultura e la lingua italiana trionferanno. Saranno giorni tristissimi, invece, per coloro che per vigliaccheria e paura non hanno partecipato a questa lotta e vittoria." Il testo si può dividere in quattro momenti:" 1) Nel primo vi è una!narrazione in presa diretta dello stato d'animo dei piemontesi dopo il superamento del Ticino. L'azione è vista come se già stesse avendo attuazione, dove la patria acquista una valenza religiosa (essendo egli credente) e di fratellanza, che cementa i cuori di chi partecipa all’impresa." 2) Nella seconda parte dell’ode, abbiamo una proiezione della!vicenda risorgimentale italiana!su!una prospettiva più universale e su un piano "metafisico". Dio stesso è visto come garante della libertà di un popolo, dio degli eserciti in una prospettiva di riscatto." 3) Nella terza parte è presente!un appello agli stranieri, che si configura come un discorso argomentativo teso alla persuasione.!Esso insiste sulla legittimazione sancita da Dio affinché l'Italia rivendichi la propria autonomia e la propria unità. In questi versi non si esprime, quindi, odio contro il nemico, ma gli si richiede che garantisca agli altri ciò che ha avuto per sé." 4) La quarta parte è dedicata ad!un appello all'Italia, dove la invita a non attendere un intervento esterno ma di credere nelle proprie forze." Dedica la poesia a Teodoro Koerner, poeta tedesco morto in battaglia a soli 22 anni contro!Napoleone, divenendo il simbolo del diritto dei popoli alla libertà."

Testo Alla illustre memoria" di" TEODORO KŒRNER" poeta e soldato" della indipendenza germanica" morto sul campo di lipsia" il giorno xviii d’ottobre mdcccxiii" nome caro a tutti i popoli" che combattono per difendere" o per riconquistare" una patria" !$ Soffermati sull’arida sponda,$ Vòlti i guardi al varcato Ticino,$ Tutti assorti nel novo destino, (latinismo: sta per “futuro eccezionale”)$ Certi in cor dell’antica virtù,$ Han giurato: Non fia che quest’onda (sineddoche: “onda” per Ticino, fiume)$ Scorra più tra due rive straniere:$ Non fia loco ove sorgan barriere (anafora: ripetizione di “non fia”)" Tra l’Italia e l’Italia, mai più!& & & & & & & & 8$ $ L’han giurato: altri forti a quel giuro$ Rispondean da fraterne contrade," Affilando nell’ombra le spade$ Che or levate scintillano al sol.$ Già le destre hanno stretto le destre; (anafora: ripetizione di “destre”)$ Già le sacre parole son porte:$ O compagni sul letto di morte,&& & & & & & & O fratelli su libero suol.$ Chi potrà della gemina Dora,$ Della Bormida al Tanaro sposa,$ Del Ticino e dell’Orba selvosa$ Scerner l’onde confuse nel Po;$ Chi stornargli del rapido Mella$ E dell’Oglio le miste correnti,$ Chi ritoglierli i mille torrenti$ Che la foce dell’Adda versò,& &

&

&

&

&

Quello ancora una gente risorta$ Potrà scindere in volghi spregiati, (antitesi: gente/volghi)" E a ritroso degli anni e dei fati,$

&

&

16"

24$

Risospingerla ai prischi dolor:$ Una gente che libera tutta,$ O fia serva tra l’Alpe ed il mare;$ Una d’arme, di lingua, d’altare, (climax ascendente: ritmo incalzante)$ Di memorie, di sangue e di cor.&& & & & & & &

32$

Con quel volto sfidato e dimesso,$ Con quel guardo atterrato ed incerto,$ Con che stassi un mendico sofferto (similitudine)" Per mercede nel suolo stranier,$ Star doveva in sua terra il Lombardo;$ L’altrui voglia era legge per lui;$ Il suo fato, un segreto d’altrui;$ La sua parte servire, e tacer.& & & & &

40$

&

&

&

O stranieri, nel proprio retaggio (anafora: “oh stranieri” enfatizza il concetto)$ Torna Italia, e il suo suolo riprende;$ O stranieri, strappate le tende (anafora)$ Da una terra che madre non v’è.$ Non vedete che tutta si scote,$ Dal Cenisio alla balza di Scilla?$ Non sentite che infida vacilla$ Sotto il peso de’ barbari piè?& & & & & & & & 48" $ O stranieri! sui vostri stendardi (anafora)$ Sta l’obbrobrio d’un giuro tradito;$ Un giudizio da voi proferito$ V’accompagna all’iniqua tenzon;$ Voi che a stormo gridaste in quei giorni:$ Dio rigetta la forza straniera;$ Ogni gente sia libera, e pera" Della spada l’iniqua ragion.& & & $ Se la terra ove oppressi gemeste$ Preme i corpi de’ vostri oppressori,$ Se la faccia d’estranei signori$ Tanto amara vi parve in quei dì;" Chi v’ha detto che sterile, eterno$ Saria il lutto dell’Itale genti?$ Chi v’ha detto che ai nostri lamenti$ Saria sordo quel Dio che v’udì?& & $ Sì, quel Dio che nell’onda vermiglia" Chiuse il rio che inseguiva Israele,$ Quel che in pugno alla maschia Giaele$ Pose il maglio, ed il colpo guidò;$ Quel che è padre di tutte le genti,$

&

&

&

&

&

56$

&

&

&

&

&

64$

Che non disse al Germano giammai:$ Va’, raccogli ove arato non hai;$ Spiega l’ugne; l’Italia ti do.& & & & & & & & Cara Italia! dovunque il dolente$ Grido uscì del tuo lungo servaggio;$ Dove ancor dell’umano lignaggio" Ogni speme deserta non è; (latinismo: “deserta” per abbandonata)$ Dove già libertade è fiorita,$ Dove ancor nel segreto matura,$ Dove ha lacrime un’alta sventura,$ Non c’è cor che non batta per te.& & & & & & &

72$

80"

$ Quante volte sull’Alpe spiasti$ L’apparir d’un amico stendardo!$ Quante volte intendesti lo sguardo$ Ne’ deserti del duplice mar!$ Ecco alfin dal tuo seno sbocciati," Stretti intorno a’ tuoi santi colori,$ Forti, armati de’ propri dolori,$ I tuoi figli son sorti a pugnar.& & & & & & & & $ Oggi, o forti, sui volti baleni$ Il furor delle menti segrete:" Per l’Italia si pugna, vincete!$ Il suo fato sui brandi vi sta.$ O risorta per voi la vedremo$ Al convitto de’ popoli assisa,$ O più serva, più vil, più derisa" & Sotto l’orrida verga starà. (latinismo: verga sta per “scettro”)& $ Oh giornate del nostro riscatto!$ Oh dolente per sempre colui$ Che da lunge, dal labbro d’altrui,$ Come un uomo straniero, le udrà!" Che a’ suoi figli narrandole un giorno,$ Dovrà dir sospirando: io non c’era;$ Che la santa vittrice bandiera (latinismo: “vittrice” sta per vincitrice”)$ Salutata quel dì non avrà.& & & & & & & &

88$

96$

104"

Parafrasi Alla illustre memoria" di" TEODORO KŒRNER" poeta e soldato" della indipendenza germanica" morto sul campo di lipsia" il giorno xviii d’ottobre mdcccxiii" nome caro a tutti i popoli" che combattono per difendere" o per riconquistare" una patria" !" [1-8] Soffermati sulla sponda sabbiosa del Ticino, guardato il fiume appena superato, pensando alla sorte cui stavano andando incontro, rassicurati dall'antico valore (dell’Italia romana), hanno giurato: non accada mai più che questo fiume segni il confine tra due terre straniere; non ci siano più barriere all'interno dell’Italia." [9-16] L’hanno giurato: altri uomini valorosi da altre regioni d'Italia hanno risposto a quel giuramento; preparando di nascosto le spade che ora sollevano alla luce del sole. Si sono già stretti le mani e hanno pronunciato il giuramento: o moriremo insieme, o saremo uniti nella vittoria." [17-24] Chi riuscirà a dividere nel Po le acque dei suoi affluenti: la Dora Baltea, la Dora Riparia, il Tanaro e il suo affluente Bormida, in Ticino, l'Arba le cui sponde sono ricche di vegetazione; chi riuscirà a distinguere le correnti della Mella e dell'aglio nel Po e i molti torrenti dell'Adda, " [25-32] quello sarà capace di dividere in genti disprezzate un popolo insorto, di ritornare al passato, infliggendogli gli antichi dolori: un popolo che sarà completamente libero delle Alpi al mare, unito nelle armi, nella lingua, nella religione, nelle memorie, nel!sangue!e nei sentimenti." [33-40] Con lo stesso volto sfiduciato, con lo sguardo abbattuto e intimorito con il quale un mendicante tollerato per pietà sta in terra straniera, allo stesso modo doveva stare in Lombardia il lombardo. Quello che volevano gli altri era legge per lui, il suo destino era un segreto di altri, il suo ruolo era servire e tacere." [41-48] A stranieri, l'Italia ritorna a prendere la sua terra, sua eredità; o stranieri, andate via da una terra che non vi ha dato i natali. Non vedete che tutta la gente insorge dal Cenisio fino alla Sicilia? Non sentite che è instabile sotto il vostro straniero dominio?" [49-56] O stranieri, sulle vostre bandiere sta il disonore di un giuramento tradito, un giuramento da voi pronunciato vi porta ad una guerra ingiusta. Voi insieme

avete gridato in quei giorni: Dio rifiuta il dominio straniero, ogni popolazione sia libera e che muoia l'ingiusta ragione della guerra. " [57-64] Se la terra dove avete sofferto il potere straniero adesso è la tomba dei vostri oppressori, se la faccia dei vostri nemici allora vi sembrava disgustosa, chi vi ha detto che le sofferenze degli italiani non avrebbero portato mai a niente? Chi vi ha detto che Dio che ha ascoltato i vostri lamenti, non avrebbe ascoltato anche i nostri?" [65-72] proprio quel Dio che chiuse le acque del Mar Rosso sui crudeli Egiziani che inseguivano gli Ebrei, quel Dio che aveva messo nelle mani della forte Giaele il martello e che lo aveva aiutato a dare il colpo a Sisara. Quello che è il padre di tutte le genti, che non ha mai detto ai Tedeschi: andate, raccogliete i frutti che non avete coltivato; stendete la mano: vi do l’Italia." [73-80] Cara Italia! Dove il lamento della tua schiavitù è arrivato, dove l'umanità ha ancora speranza, dove la libertà è già fiorita, dove nel segreto matura, dove gli uomini piangono la loro sventura, non c'è nessun cuore che non batta per te." [81-88] Quante volte ha aspettato sulle Alpi l'arrivo di una bandiera amica. Quante volte hai voltato lo sguardo ai due mari! Ecco, infine, gli aiuti sono giunti dall'interno, tutti uniti intorno alla tua bandiera, forti e spinti dalle loro sofferenze, sono arrivati i tuoi figli a lottare. " [89-96] Adesso, o forti, vediamo sul vostro viso la rabbia che avete tenuto nascosta dentro di voi: si combatte per l'Italia, vincete. La sorte dell'Italia dipende da voi. a la vedremo liberata da voi annessa ai popoli liberi; o resterà sotto il dominio straniero, più vile, più sottomessa e più derisa." [97-104] Ah giorni della nostra vittoria! Oh sventurato chi da lontano li udirà da altri come se fosse uno straniero; chi narrerà questi fatti ai propri figli dovendo aggiungere sospirando: io non ero lì; chi non avrà salutato quel giorno la bandiera vincitrice."...


Similar Free PDFs