Massimo Livi Bacci - Storia minima della popolazione del mondo ( Riassunto) PDF

Title Massimo Livi Bacci - Storia minima della popolazione del mondo ( Riassunto)
Author Marco Riformetti
Course Demografia
Institution Università di Pisa
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Università di Pisa Dipartimento di Scienze politiche Corso di laurea magistrale in Sociologia e management dei servizi sociali

Sociologia e ricerca sociale a.a. 2019-2020 Esame di

Demografia Appunti da

Massimo Livi Bacci

Storia minima della popolazione del mondo (capitoli I, III, IV (6-7), V, VI) Il Mulino, 2002

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Cap. 1 | Spazio e strategie della crescita demografica

1. Uomini e animali La popolazione può essere considerata un primo, seppur grossolano, indice di benessere {ma poi vedremo che questo non è affatto detto} “I biologi hanno identificato due grandi categorie di strategie vitali, chiamate di tipo r e di tipo K che, in realtà, rappresentano semplificazioni di un continuo”

Strategie di tipo r “si adattano a organismi di piccole dimensioni, corta durata di vita, ridotto intervallo tra generazioni, breve gestazione, brevi intervalli tra le nascite ed elevata numerosità delle cucciolate”

Strategie di tipo K “associate con organismi di grandi dimensioni, lunga durata di vita, lunghi intervalli tra generazioni e tra nascite, parti singoli e lungamente intervallati”

I grossi esseri viventi sono in grado di resistere meglio nel loro ambiente e dunque hanno meno bisogno di una riproduzione massiccia e a tempi ravvicinati “la minore capacità di crescita numerica degli organismi più grandi può ben mettersi in relazione con la loro minore vulnerabilità alle fluttuazioni ambientali connessa con le stesse maggiori dimensioni corporee”

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La specie umana segue strategie vitali di tipo K “La nostra specie segue, ovviamente, una strategia K; essa ha avuto successo nel controllare l’ambiente e le sue fluttuazioni, e investe moltissimo nell'allevamento della prole”

Rilevante la relazione tra popolazione e ambiente. Stretta relazione tra riproduttività e mortalità | Più la riproduttività è intensa e minore è l'investimento parentale {se generi 1000 girini alla volta non hai la possibilità di curarli molto e di cantargli la ninna nanna per farli addormentare}.

2. Dividersi e moltiplicarsi “In epoca contemporanea la popolazione del Kenya si trova moltiplicata per 5 tra il 1950 e il 2000, mentre nello stesso tempo quella dell'Ungheria è rimasta stazionaria”

{In questo dato c'è la risposta a Malthus}. Qual’è la “mission” della demografia? “misurare la crescita, analizzarne i meccanismi, capirne le cause”

Variazione della popolazione (senza contare né emigrazione, né immigrazione)

dP = N − M Tasso di accrescimento {o di decrescita} della popolazione

r=

dP N M = n−m = − P P P

dove {P dovrebbe essere la popolazione media} n = N/P = Tasso di natalità m = M/P = Tasso di mortalità “Il campo di variazione sia dei tassi di natalità che di quelli di mortalità è assai ampio”

Si va dal 5-10‰ al 40-50‰. Natalità e mortalità non sono indipendenti | {Se una comunità vuole sopravvivere deve avere tassi di natalità adeguati ai tassi di mortalità vigenti}.

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3. Jacopo Bichi e Domenica Del Buono; Jean Guyon e Mathurine Robin Debito con la vita | Per debito con la vita possiamo intendere il farsi veicolo della riproduzione della specie {così come io ho ricevuto la vita, allo stesso modo devo dare la vita, farmi strumento di riproduzione della specie}. Quebec, 1608 “15.000 immigranti circa arrivano in queste terre vergini, dalla Normandia, dalla regione di Parigi, dalla Francia centro-occidentale; 2/3 di questi torneranno in Francia dopo un soggiorno più o meno lungo. È dai 5.000 immigrati che restano fino alla morte nella nuova patria che discendono, per lo più, i 6 milioni di canadesi francesi attuali”

Meccanismi di crescita della popolazione “una popolazione si accresce (o diminuisce, o resta stazionaria) se coloro che «accedono» al periodo riproduttivo (qui indicato e definito dal matrimonio) sono in grado, a loro volta, di portare alla riproduzione un numero superiore (inferiore, uguale) di individui” {grazie al c...}

4. Riprodursi e sopravvivere Una misura della riproduttività: numero di figli per donna (Tasso di Fecondità Totale, TFT). Una misura della sopravvivenza: speranza di vita alla nascita (Expected lifetime, e0). {Se si procrea mediamente a 30 anni allora possiamo assumere 30 anni come "generazione"}. Rispetto ai secoli passati si fanno molti meno figli, ma si vive molto più a lungo {a un burlone potrebbe venire in mente di correlare i due dati stabilendo che fare troppi figlia accorcia la vita}. Quali sono i fattori che influenzano il numero di figli per donna (ovviamente ipotizzando che non vi sia nessun controllo delle nascite)? 1. Frequenza delle nascite Ovviamente “è funzione inversa degli intervalli tra parti”

Più tempo passa tra un parto e l’altro e minore sarà la frequenza delle nascite. I fattori che determinano il tempo medio tra due parti sono 4:

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a) Periodo di infecondabilità dopo ogni parto | Range indicativo massimo 3-24 mesi “questo periodo anovulatorio (durante il quale è impossibile concepire) cresce al crescere della durata dell'allattamento”

b) Tempo medio di attesa (attesa per nuova ovulazione post-parto 5-10 mesi) {differenza con il punto a)?} c) Durata della gravidanza (9 mesi) d) Mortalità intra-uterina “Su circa 5 gravidanze normalmente avvertite e riconosciute, circa 1 non arriva a termine per aborto spontaneo”

Complessivamente possiamo fissare in un range tra i 2 e i 3 anni il tempo medio tra due parti. 2. Periodo fertile utilizzato per la riproduzione “Fattori prevalentemente culturali determinano l'età di accesso alla riproduzione” “fattori soprattutto biologici ne determinano la fine”

a) Età al “matrimonio” | Intorno ai 25 anni b) Termine del periodo fertile | Intorno a 50 anni | Età media alla nascita dell'ultimo figlio (38-41 anni in media) Durata media delle unioni a fini riproduttivi circa tra i 15 e i 25 anni. Possiamo quindi calcolare i limiti minimo e massimo al dato del numero di figli per donna calcolando i rapporti tra periodo fertile e tempo medio tra due parti. Si va da un valore minimo del massimo numero di figli per donna pari a circa 4,3 fino ad un valore massimo del massimo numero di figli per donna pari a 16,7. Più diminuisce l'età al matrimonio e più aumenta il numero medio di figli per donna | Più è lunga la durata del periodo anovulatorio (ad esempio per lunghi allattamenti) e minore è il numero di figli per donna... La riproduttività {non è la stessa cosa della natalità} è condizionata anche dalla mortalità | {Ovviamente il tasso di mortalità tende a ridimensionare il tasso di riproduttività di una popolazione}. “una larghissima quota della mortalità ha le sue radici nella biologia umana” {per quanto possiamo sviluppare stili di vita migliori o maggiori capacità di cura c’è pur sempre un limite biologico alla vita umana}

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Funzione di sopravvivenza | lx Curva di sopravvivenza “esprimono il ridursi, con l'età, dei componenti di una generazione di 1.000 nati”

Fig 1.6 | Curve di sopravvivenza di tre popolazioni femminili con speranza di vita alla nascita bassa, media e alta | {Si può osservare a colpo d’occhio che l’andamento della curva di sopravvivenza è molto più simile tra Gallia del periodo romano e Italia degli anni ‘20 che non tra Italia e Giappone del 2000 (temporalmente molto più vicine). Questo vuol dire che si sono fatto solo di recente grandi passi in avanti dal punto di vista della riduzione della mortalità} “La speranza di vita alla nascita equivale al numero di quadrati compreso nella superficie determinata dall'asse delle ascisse, quella delle ordinate e la curva di so pravvivenza”

La curva che passa per D e G {Giappone} – ovvero della curva con più alta aspettativa di vita alla nascita e successivamente – corrisponde a fasi storiche contemporanee e infatti non mostra una caduta nella fase iniziale (non presenta {o quasi} mortalità infantile). Tavola di mortalità “esprime la graduale estinzione, col passare dell'età, di un gruppo di neonati (generazione fittizia) composto convenzionalmente di 10x individui iniziali (in quest'esempio supporremo 1000)” {in un esempio successivo Livi Bacci ipotizza l 0=10000 e poi l0=1. Questo valore si chiama “radice della tavola” ed è arbitrario}

lx (x = età)

Pag. 7 “i sopravviventi dei 1.000 iniziali ai vari compleanni fino alla completa estinzione della generazione”

{l30 è il numero di persone che sono sopravvissute all’età di 30 anni} qx (x = età) “probabilità che i sopravviventi al compleanno x hanno di morire prima del compleanno x+1”

Si esprime convenzionalmente per 1000 o altra potenza di 10 (es: 5‰). {Si tratta di una tasso di mortalità “condizionato” all’anno x | C’è anche dx che è un tasso di mortalità “incondizionato” perché si riferisce alla nascita (x=0)} ex | Speranza di vita (x = età) “il numero degli anni di vita che restano mediamente da vivere ai sopravviventi all'età x, lx, stanti i livelli di mortalità della tavola”

e0 | Speranza di vita alla nascita. In passato gli alti tassi di mortalità infantile producevano un gran numero di persone eliminate nei primissimi anni di vita. Se non ci fosse la mortalità infantile avremmo certamente e0 > eN per N>0 Invece, nel passato, si poteva avere ancora e20 > e0. Forma della curva di sopravvivenza “dipende dall'andamento dei rischi di morte alle varie età. Nelle popolazioni umane si ha una forte eliminazione dopo la nascita e nella prima infanzia, riflesso della fragilità di fronte all'ambiente esterno”

{I rischi maggiori di non sopravvivenza sono (potremmo dire erano) concentrati soprattutto nelle primissime fasi della vita}. “la sopravvivenza dopo le età riproduttive (semplificando: dopo i cinquant'anni) non ha alcuna rilevanza” {ai fini dell’incremento demografico}

{Ricordiamo che ovviamente quando parliamo di “età riproduttiva” stiamo parlando di donne e che mediamente l’età riproduttiva è collocata tra i 15 e i 50 anni. Dopo i 50 anni le donne potrebbero anche morire tutte, dal punto di vista riproduttivo}. “Durante o anteriormente l'età riproduttiva, invece, quanto più alta è la mortalità tanto più forte è il suo effetto selettivo (eliminazione di individui con caratteristiche sfavorevoli alla sopravvivenza che non «trasmettono» le loro caratteristiche alla ge nerazione successiva)”

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{Secondo una logica darwiniana gli individui che muoiono presto sono meno adatti alla sopravvivenza nelle condizioni date (altrimenti non morirebbero) e nella misura in cui tale “debolezza” e di carattere genetico – e non socio-economico – essa non viene trasmessa alla generazione successiva: la morte come selezione della specie (il che però dovrebbe tradursi in una riduzione tendenziale della mortalità infantile e questo lo si vede poco, ciò dimostrando che gran parte della debolezza è dovuta a ragioni di povertà, malattie…, cioè a ragioni sociali e non biologiche)}. Legge di sopravvivenza fino al termine dell'età feconda {Più si allunga l'età riproduttiva effettiva e maggiore è il numero complessivo di figli per donna} “Ipotizzando un livello di 6 figli per donna (in assenza di mortalità), nel caso che solo il 30% dello spazio riproduttivo sia utilizzato ( {siamo nel caso “paleolitico”} e0 = 20), avremo che i figli pro capite messi al mondo saranno pari a 6 x 0,3 = 1,8”

{A questo proposito dovrebbe sembrare strano che nel lontanissimo passato vi fosse una natalità molto alta dal momento che, anche spinta la fecondità al massimo, lo spazio riproduttivo era comunque molto breve (circa 5 anni nel caso di un’aspettativa di vita di 20); e infatti, nel calcolo precedente si parla di 1,8 figli per donna, un valore inferiore al livello di rimpiazzo. C’è qualcosa che non torna. Con un TFT 7,5. Un TFT=7 vuol dire 9*7=63 mesi solo di gravidanza; si aggiungano i periodi di non ovulazione ecc… non possiamo immaginare un tempo tra due parti minore di 1-1,5 anni ovvero 7-10 anni di parti. A quando iniziavano le gravidanze nel neolitico? A 10 anni?}. {L’unico modo per far funzionare questi dati è ricordare che la speranza di vita alla nascita – e0 – era molto bassa a causa della fortissima mortalità infantile per cui le donne che superavano i primi mesi/anni di vita poi vedevano allungarsi la speranza di vita (si è detto in precedenza che per lungo tempo e 20>e0) e dunque lo spazio temporale per la procreazione}. {Su una curva di isocrescita si passa da combinazioni TFT1 alto - e 0 basso (la donna campa poco e deve avere un tasso di fecondità alto) a combinazioni TFT basso - e0 alto (la donna campa a lungo e può avere un tasso di fecondità più basso affinché si abbia la stessa crescita)}. Popolazioni del paleolitico | Caccia e raccolta “una mortalità meno alta in ragione della bassa densità, sfavorevole all'insorgere e al propagarsi delle malattie infettive e una fecondità moderata in ragione della mobilità non favorevole a un alto carico di figli per donna”

{Con la nascita, nel neolitico , di società incipienti cresce la fecondità e un po’ anche la mortalità (per cui, in generale, c’è un aumento della popolazione, ma non così marcato)}. Fig. 1.8c. Relazione tra TFT e e0 in popolazioni contemporanee.

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http://demo.istat.it/fecondita/note.html

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{La Nigeria sembra l'unico paese in cui il tasso di incremento della popolazione è aumentato negli anni '80 rispetto agli anni '50 | In Cina c'è stato un tracollo della crescita demografica}. Dilatazione dello “spazio strategico” {inteso come il piano TFT-e0} “il progresso medico-sanitario ha spostato i limiti massimi della vita media, dai circa 40 anni dell'epoca storica agli attuali 80” {il campo di variazione delle ascisse è aumentato} “il controllo delle nascite ha spostato in basso – verso l’attuale minimo empirico di 1 figlio per donna – il limite inferiore della fecondità” {il campo di variazione delle ordinate è aumentato; prima la fascia era più ristretta nel senso che non c’era alcun controllo – diretto o indiretto – delle nascite e dunque le donne tendevano a fare il massimo numero di figli mentre oggi, in alcuni paesi, tendono a fare il numero minimo}

Può non sembrare ma “una popolazione che crescesse al 4% si raddoppierebbe in circa 18 anni” e “una che decrescesse dell’l% all'anno si dimezzerebbe in 70”

6. Le costrizioni ambientali “Lo spazio strategico della crescita è assai vasto ma solo una piccola porzione può essere permanentemente occupata da una popolazione” “Una diminuzione sostenuta è ovviamente incompatibile con la sopravvivenza di un gruppo umano” “una crescita sostenuta può, alla lunga, essere incompatibile con le risorse disponibili”

Carlo Cipolla “fino alla Rivoluzione Industriale l'uomo si è servito quasi esclusivamente di piante ed animali come fonti di energia – le piante per cibo e combustibile, gli animali per cibo e fonte di energia”

La riproduzione e sopravvivenza dell’uomo, in sostanza, era subordinata alla disponibilità di risorse naturali, cibo ed energia. “l'entità delle precipitazioni è il principale fattore limitante delle risorse disponibili per i cacciatori e raccoglitori”

{Dove piove poco e le temperature sono alte si hanno scenari desertici o semi-desertici con grande scarsità di piante e animali}.

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2 limiti al popolamento 1) “capacità naturali di produzione vegetale e animale” e “numero massimo di persone con esso sostentabili”

2) “incompatibilità di una densità molto bassa di popolamento (aree artiche, semidesertiche, ecc.) con la permanenza di gruppi stabili”

Neolitico “transizione a una stabile coltivazione della terra e all'allevamento” “fortissima espansione della capacità produttiva”

Grande crescita della disponibilità di cibo e energia grazie alle nuove tecniche di coltivazione e allevamento | A metà ‘700 nei principali paesi europei la densità di popolazione era già salita di 100 volte rispetto al periodo paleolitico, attestandosi sui valori tra 40 e 60 abitanti per Km quadrato. “il grado di successo dell'uomo sull'ambiente era pur sempre condizionato dalla disponibilità di energia”

Ma la crescita demografica decolla veramente con la Rivoluzione Industriale “I limiti imposti all'espansione demografica dall'ambiente vengono di nuovo infranti dall'enorme aumento delle disponibilità energetiche avvenuto nella seconda metà del '700 con la rivoluzione industriale e tecnologica e con l'invenzione di macchine efficienti per la conversione di materia inanimata in energia”

{Punto a sfavore della datazione dell’Antropocene di Jason Moore che sceglie il XVI secolo piuttosto della Rivoluzione Industriale}. Uso del carbone e raddoppio della popolazione “tra il 1820 e il 1950 la disponibilità mondiale di energia sia aumentata di circa 6 volte”

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La maggiore disponibilità di energia produce un maggiore consumo “ i consumi di energia mondiali sono aumentati di quasi 16 volte tra il 1910 e il 1990”

Questo vuol dire “popolazione poco più che triplicata con un conseguente aumento di 5 volte dei consumi pro capite”

Cicli della crescita demografica | 3 grandi stadi: 1) fino al paleolitico, 2) dal neolitico, 3) dalla rivoluzione industriale

{La forma della crescita demografica non è, come vedremo, quella pseudo logaritmica che è mostrata in questa figura}. La crescita della specie è inversamente proporzionale alla crescita della densità, considerano fisse le risorse disponibili e limitato l’ambiente. {La sostanziale invarianza delle risorse disponibili è un'ipotesi è abbastanza verosimile per gli animali (salvo per gli effetti dell’azione umana che distrugge pezzi dell'ecosfera), ma non lo è affatto per quanto riguarda l'uomo che è in grado (e lo abbiamo detto anche in precedenza) di sviluppare enormemente la propria capacità di produrre risorse alimentari ed energetiche}. “Nella specie umana, naturalmente, l'ambiente, e le risorse che esso offre, non è mai fisso, ma è continuamente dilatato dall'innovazione”

Oggi ciò che pone un limite alla crescita è il suo impatto ambientale.

7. La parola ai numeri TAB. 1.2. Popolazione, nascite e anni vissuti (dal 10000 a.c. al 2000)

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{Se nell'anno 0 la speranza di vita alla nascita era 22 anni vuol dire che i 33 anni di Cristo vanno considerati l’età di un vegliardo (quindi basta rappresentazioni giovanilistiche e nordiche)}. “la crescita nei 30.000 anni precedenti il neolitico si sarebbe aggirata in media attorno a meno di 0,1 ogni 1.000 abitanti all'anno, una crescita quasi insensibile, con un tempo di raddoppio di circa 8-9.000 anni”

{Potremmo dire che esisteva un perfetto equilibrio tra specie umana e ambiente, un equilibrio in cui entrambe, di fatto, non crescevano}. “Nei 10.000 anni precedenti la nostra era, con il sorgere e il diffondersi delle culture del neolitico del Medio Oriente e dell’Alto Egitto, il passo si accelera; l'incremento è pari a 0,4 ogni 1.000 abitanti (che implica un raddoppio in meno di 2.000 anni)”

{E questo confermerebbe che la nascita delle civiltà neolitiche conduce ad un incremento del tasso di crescita della popolazione, r} Nei 18 secoli tra la nascita di Cristo e la metà del ‘700 – nonostante andamenti anche fortemente contraddittori (si pensi solo ai periodi di maggiore diffusione della peste) la popolazione triplica e si arriva a quasi 800 milioni di persone. Con la rivoluzione industriale, come detto, c’è un’ulteriore, decisa, accelerazione (x10). TAB. 1.3. Popolazione dei continenti (400 a.C. - 2000; dati in milioni)

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{America | Dallo 0 al 1750, a parte l'America che era poco abitata, i tassi di crescita erano simili nei vari continenti | Dal 1750 al 1950 grande aumento del tasso di crescita spinto da colonizzazione, schiavitù, sviluppo economico}. {Dal secondo dopoguerra è l'Africa ...


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