Storia Minima D\' Europa PDF

Title Storia Minima D\' Europa
Course Storia moderna e contemporanea
Institution Università degli Studi dell'Aquila
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CAP 1-E’ POSSIBILE UNA STORIA D’EUROPA? Fino a non molto tempo fa, sui banchi di scuola di molti paesi europei sì insegnava che l'Europa è un continente. In realtà però il principio basilare del di continente, cioè l'isolamento di una massa terrestre per una porzione consistente di mare, per l'Europa non regge. La sua delimitazione geografica avviene contestualmente alla sua precisazione etnografica e politica. Aristotele distingueva tre categorie: quelli che vivevano nelle regioni fredde e quelli dell'Europa; i popoli dell'Asia; i greci. Tale tripartizione venne confermata da Tolomeo e soprattutto dall' Historia naturalis di Plinio il Vecchio. All'autorità degli antichi si aggiunse, nei secoli dell'era Cristiana, quella dei padri della Chiesa che giustificarono i 3 continenti sulla base racconto biblico del diluvio universale. Il nostro modo di vedere la terra, dunque, risale almeno a 25 secoli fa: le scoperte dell'America, dell'Australia e dell'Antartide hanno solamente aggiunto pezzi di mondo sconosciuto a un nucleo già organizzato a partire dall' Ellade. Geograficamente l'Europa non ha alcuna unicità. Alla vigilia delle grandi scoperte geografiche i confini dell'Europa apparivano così sostanzialmente definiti: il Mediterraneo a sud, l'Atlantico a ovest, il mare Artico a nord. Per molti secoli il problema vero della definizione geografica ma anche culturale dell'Europa è consistito nel determinare i suoi confini orientali. Con l'occidentalizzazione della Russia promossa dalla dinastia dei Romanov, l'idea che anche il grande paese orientale dovesse essere incluso nello spazio europeo comincia progressivamente a imporsi, ma la questione è ancora irrisolta. Questa Europa che va dagli Urali dell'Atlantico e da Capo Nord a creta, è dunque un concetto metageografico, un insieme di significati culturali e storici trasmessi attraverso lo sguardo apparentemente oggettivo della geografia. La nozione geografica d'Europa non è altro che una nozione storica e come tutti i soggetti storici l'Europa non può che avere confini mobili, continuamente risistemabili. Al pari della sua nazione geografica, anche l'idea di Europa come unità culturale e storica può essere ricostruita nelle sue linee evolutive generali. È il medioevo l'epoca in cui si fa strada l'idea d'Europa. Alcuni elementi che si svilupparono nell'Europa medievale contribuirono in effetti a dare sostanza all'idea di un gruppo di popoli e territori con caratteristiche comuni. L'elemento che più di ogni altro contò per la formazione di una prima coscienza Europea fu, tuttavia, il cristianesimo, la religione che si irradiò dal bacino del Mediterraneo fino alla Scandinavia e alle steppe russe. A tal punto che ad un certo punto della storia Europea, christianitas ed Europa divennero termini interscambiabili per indicare il medesimo spazio sociale e politico: un mondo diviso fra cristiani e tutti gli altri, al cui centro vi era, fino al Grande Scisma del XI secolo, la sola autorità spirituale del Papa di Roma. Dopo la conquista ottomana di Costantinopoli (1453) gli Stati europei si trovarono a confrontarsi con uno scomodo e potente vicino: la presenza ottomana costituì una formidabile sfida che costrinse più volte vari stati europei a qualificarsi sotto la comune bandiera della cristianità. L' altro nemico, quello interno, finì invece per sortire effetti opposti, di disgregazione e non di coesione. Agli inizi del XVI secolo, gli strumenti teologici delle eresie si rivelarono incontenibili e spaccarono la cristianità. La millenaria identificazione dell'Europa con il suo credo Cristiano entrò allora in crisi. Sarebbe, dunque, stato il tramonto del sogno della Repubblica Cristiana l'atto di fondazione di una nuova e più matura consapevolezza dell'Europa. Nel frattempo tuttavia gli europei hanno sperimentato un incontro imprevisto, quello con le popolazioni del Nuovo mondo, la cui scoperta sconvolse un ordine del globo che poggiava da duemila anni sulle certezze bibliche. Le reazioni degli indoeuropei all’impatto con l’indo furono differenti, tutte però in qualche modo allineate sul registro della superiorità della razza bianca europea. La storia effettuale d’Europa nell’età moderna può essere descritta come un susseguirsi quasi ininterrotto di conflitti bellici infra-europei, ai quali non riuscì a porre alcun rimedio la nascita della diplomazia moderna e di una prima nozione di diritto internazionale. Una grande spinta all’idea intellettuale d’Europa provenne dall’Illuminismo: i grandi pensatori dei Lumi propagandarono un’idea ottimistica e attiva dell’Europa come terra d’elezione della libertà politica ed economica, del governo delle leggi, della liberazione dall’intolleranza e dall’ignoranza, del progresso letterario e scientifico. Recentemente, alla prospettiva secondo cui la storia e il mondo attuale non possono essere compresi se non a partire dall’eccezionalità dell’esperienza europea e occidentale è stato dato il nome di eurocentrismo, un termine che implica l’accusa di imperialismo culturale.

Una delle prospettive più politicamente corrette e seguite, è così quella che sottolinea la poliedricità dell’esperienza storica europea: caratteristica peculiare della storia europea sarebbe dunque, la sua diversità interna, l’essere il risultato di vari popoli e delle relative tradizioni storiche e culturali. Nulla meglio della storia linguistica europea testimonia la ricchezza e al contempo la diversità interna del percorso storico europeo. Le lingue dell’Europa di oggi sono in grande maggioranza di origine indoeuropea, ma esistono anche gruppi linguistici e lingue isolate non-indoeuropei. Questo mosaico è frutto dell’apertura dell’Europa, sin dalle epoche , alle migrazioni di popolazioni provenienti da altri continenti. Il latino medievale e il greco bizantino dominarono l’età alto-medievale. Il Novecento ha visto la formazione di molte lingue regionali e il loro riconoscimento tramite l’insegnamento scolastico, senza che la trasformazione delle lingue s’interrompesse. Come in tutti i continenti anche l’Europa linguistica rimane un cantiere aperto. CAP 2 LE RADICI PRIME DELL’EUROPA La storia delle radici prime dell'Europa è un gigantesco affascinante enigma. Ricerche recenti, incrociando analisi sul DNA mitocondriale di individui di tutti i continenti ed evidenze paleoantropologiche, sono giunte alla conclusione che tutti gli esseri umani provengono da un numero relativamente ridotto di antenati, vissuti nell'africa sub-sahariana tra 200 e 150 mila anni fa. Secondo questa teoria una popolazione di qualche decina di migliaia di individui comincia ad espandersi 80- 70 mila anni fa dall'Africa in Asia e quindi negli altri continenti, sostituendo vari gruppi di ominidi autoctoni. I tempi e le modalità di tale espansione sono oggetto di ampia discussione. Se consideriamo dunque solo la nostra sottospecie, i progenitori degli attuali europei sarebbero venuti dall'Africa e, attraverso un lunghissimo processo durato diverse migliaia di anni, avrebbero popolato l'Europa. Il lungo periodo che intercorre tra l'affermazione dell'homo sapiens sapiens e il Neolitico è una delle fasi più affascinanti ma oscure della storia d'Europa. Circa 10 Mila anni fa si aprì, anche in Europa, un capitolo nuovo per l'umanità, la cosiddetta "transizione neolitica". Essa consiste nel passaggio da un'economia e da una società basate sulla raccolta di piante e dei loro frutti e su caccia e pesca, a un sistema basato invece sull'addomesticamento delle piante e degli animali. È considerato il primo dei due più importanti processi di trasformazione nella vita della nostra specie. Molto più recente è invece il secondo fondamentale passaggio che ha coinvolto tutta la specie umana, e cioè la rivoluzione industriale. La neolitizzazione di ciò che oggi chiamiamo Europa avvenne quindi in un lungo arco di tempo di 2500 anni, non si assistette dunque ad alcuna rivoluzione veloce e sconvolgente, quanto piuttosto a un lento cambiamento quasi impercettibile dal punto di vista del singolo individuo, una transazione, appunto. Una terza grande novità giunse in Europa dall'est: gli indoeuropei avrebbero conquistato il continente europeo cambiandone assieme al linguaggio anche i costumi, la struttura sociale, le credenze religiose. L'idea che le lingue europee antiche e le lingue parlate dal Caucaso al Bengala derivassero da un'unica, antica e scomparsa classe di lingue circolava intorno al 1700 tra diversi studiosi. Dopo qualche anno questa lingua cominciò ad essere indicata con il termine indoeuropeo. Dalla metà dell'800 scienziati europei cominciarono a lavorare attorno al concetto di razza. Ci si ricordò che gli storici latini e Greci usavano sottolineare che i Celti e i Germani erano biondi e con gli occhi azzurri; questo, unito al fatto che gli scavi archeologici di tombe celtiche Germani restituivano crani dolicocefali, come nella tradizione mediorientale, indusse qualcuno ad avanzare l'ipotesi che esistessero dei caratteri somatici originari degli indoeuropei e che questi fossero proprio i capelli biondi e gli occhi azzurri. Gobineau e Chamberlain compirono un ulteriore collegamento che portò ad una delle teorie più nefaste per la storia d'Europa: rittennero che i discendenti più puri di tale stirpe erano i tedeschi biondi e con gli occhi azzurri, chiamati Ariani dalla parola che alcuni popoli iranici usavano per autodenominarsi. Per la sua naturale purezza e superiorità fisica la razza ariana era dunque destinata a dominare gli altri popoli, affermazione che venne utilizzata da Adolf Hitler come paravento ideologico per il suo progetto di conquista dell'Europa. Finita la Seconda Guerra Mondiale Marija Gimbutas(1921/94) identifica gli indoeuropei con la popolazione che sarebbe vissuta prima del V millennio a.C nelle steppe tra il mar Nero e Caucaso in un'area oggi compresa tra l'Ucraina e la Russia è il Kazakistan. Questa popolazione sarebbe stata portatrice di una cultura chiamata "kurgan". Secondo "l'ipotesi kurgan" forse a causa di un inaridimento delle steppe le tribù

mobili e pastorali che le abitavano avrebbero cercato nuovi pascoli e nuovi territori spingendosi verso sud ovest, sovrapponendosi in tre successive ondate migratorie alle popolazioni neolitiche che abitavano l'Europa Orientale e balcanica e diffondendo progressivamente in tutta la penisola eurasiatica una nuova lingua detta "protoindeuropeo". Negli anni 80 è stata avanzata una contro ipotesi al modello Kurgan. Gli studi congiunti di un archeologo della preistoria e di un genetista hanno prima di tutto prodotto una descrizione molto più chiara del lungo percorso che ha consentito la prima agricoltura di diffondersi dall’ Egeo alla Scandinavia nel volgere di oltre due millenni. Secondo l'archeologo Renfrew (ipotesi anatolica) gli indoeuropei sarebbero originari dell'Anatolia centrale, l'odierna Turchia. Secondo Renfrew la civiltà kurgan sarebbe stata indoeuropeizzata dai contadini anatolici e avrebbe originato un'onda di espansione verso la penisola indiana. Le ricerche degli ultimi anni hanno confermato che nel patrimonio genetico delle attuali popolazioni europee esistono tracce sia di popolazioni riferibili sia all'area ponto- Caspica sia all'Anatolia, per cui tanto le ipotesi kurgan quanto quella anatolica rimangono in campo. Tutta la ricchezza culturale e umana, tutte le contraddizioni storiche delle radici prime dell'Europa risaltano esemplarmente nel caso di Creta preistorica: in onore della madre del re di creta Minosse, essi diedero il nome di Europa al continente che si trova a settentrione dell'isola mediterranea. La società minoica era in realtà assai complesse organizzata, con differenziazione delle funzioni e gerarchie sociali. Naturalmente poi vi era in uso la schiavitù, come in tutte le società coeve. La teoria della Pax minoica cioè di una società strutturalmente pacifica, è oggetto di disputa. Poiché alla fine del XV secolo a.C i Micenei invasero l'isola imponendo la loro cultura guerriera e patriarcale tipicamente indoeuropea, la storia di creta e parsa una metafora della storia più antica d'Europa. A questo punto possiamo trarre qualche conclusione: La prima è che un'Europa originaria, autentica e pura non è mai esistita; la storia delle radici prime dell'Europa è un complesso intreccio di lente trasformazioni interne e di veloci fughe in avanti, di impercettibili modificazioni strutturali e di catastrofi improvvise. Infine, non conviene trascurare l'opinione di uno studioso delle prime società umane secondo il quale l'Eurasia grazie al suo maggiore popolamento e al suo posizionamento sull'asse est-ovest che consente la migrazione sulla stessa latitudine di piante, tecnologie e uomini, avrebbe costruito addirittura sin dal Paleolitico una sua predisposizione speciale all'invenzione tecnologica e alla sua diffusione. La precoce evoluzione della metallurgia Europea mi sarebbe un esempio. Insomma, tutto sarebbe nato in Europa prima che altrove anche per questioni fisiche.

CAP3 I secoli che vanno dall'inizio del I millennio a. C al IV secolo d.C., comprendono due grandi civiltà europee dell'età classica o antica, la Grecia e Roma. La civiltà greca e quella romana sono considerate il patrimonio genetico costitutivo dell'Europa. La storia della civiltà che fiorì in Grecia inizia con il crollo, verso il 1200 a. C, di tutto il sistema di regni "avanzati" del Mediterraneo orientale. Le conseguenze di tale crollo furono devastanti: nell'Ellade dilagarono la miseria e lo spopolamento, si abbandonarono raffinate pratiche artigianali perfezionate da secoli, si perse perfino l'uso della scrittura utilizzata nell'amministrazione perché non c'era più nulla da amministrare. Questa antica scrittura nota come "lineare B" constatava di circa 80 segni monosillabici ed era assai difficile da imparare. Quando, dopo i secoli bui, la società e l'economia dell’Ellade si ripresero, i greci utilizzavano un alfabeto di soli 25 segni, molto stilizzati rispetto a quelli delle scritture cuneiformi o geroglifiche; si trattava di segni acrofonici e facilmente memorizzabili. Questo alfabeto, che i greci chiamavano "fenicio", non attribuendosene la paternità, fu una straordinaria scoperta o meglio una strana mescolanza di equivoci e genialità. La sua origine è infatti indubbiamente semitica. Venne adottato tanto dai popoli a Oriente dell'Egeo tanto da quelli a occidente. Con l'alfabeto latino sarebbero state scritte tutte le lingue moderne dell'Europa centrale e occidentale e la sua importanza cruciale nella storia d'Europa è fuori discussione. Dal punto di vista dell'organizzazione della loro società i greci rivendicavano l'originalità del loro sistema la cui caratteristica fondamentale era, nella loro opinione, la libertà.

Nel VII secolo, comincia emergere una forma di organizzazione politica autonoma che, a detta dei suoi creatori, consentiva di vivere liberi: la polis. La parola Polis che in greco significava semplicemente "città" venne normalmente tradotta con l'espressione "città-stato". La pólis era un’unione di liberi cittadini tenuta insieme da un culto comune; non era cioè qualcosa di astratto, la città di Atene, ma qualcosa di concreto, gli ateniesi. Il concetto di libertà era relativo e sociale, esistevano cioè fasce sociali diverse e differenti gradi di libertà. La ricchezza si basava essenzialmente sulla proprietà fondiaria ma non era sufficiente per essere considerati "aristoi", i migliori. Per avere considerazione sociale bisognava combattere in guerra oppure, nelle gare atletiche di cui le olimpiadi sono l'esempio più noto. Nel corso del VII secolo la contesa tra gli aristocratici si acuì all'interno di molte polis, senza che si riuscisse a trovare una mediazione tra le rivalità e le aspirazioni individuali. Le polis erano frequentemente in guerra tra loro, a causa delle scorrerie e razzie perpetrate dagli aristocratici, o perché l'una voleva ingrandire il proprio territorio a scapito di un'altra. In questi conflitti si sviluppa un nuovo tipo di combattimento: un certo numero di uomini armati, gli opliti, si univano formano un corpo unico protetto da scudi, detto falange. In un certo numero di poleìs queste nuove tensioni sfociarono in una forma di esercizio del potere che mise fine l'originale eguaglianza degli aristocratici: la tirannide. Ogni società democratica esautora alcune categorie dall'esercizio dei diritti politici. In quella attica solo 43 mila maschi maggiorenni avevano diritto al voto, né schiavi nè i meticci cioè gli stranieri e neppure le donne cittadine. Insomma, la democrazia ateniese era basata sull' esclusione e scontava la mancanza dell'idea di uguaglianza naturale di tutti gli esseri umani. Con i suoi limiti storici, la democrazia ateniese fu l'humus che diede vita a molti dei principi della democrazia moderna, l'alimento di cui si sarebbe nutrita da allora in poi la cultura politica europea. L'altra Polis greca, Sparta, era retta da una monarchia e governata da una ristretta classe di proprietari terrieri. Sparta era uno stato militarizzato, qualcosa che appare ai nostri occhi come un enorme caserma. Eppure, tanto Sparta quanto Atene, concepivano che la fonte dell'autorità fosse insita nella legge, e nell'osservanza delle leggi individuavano la radice della propria libertà. Il teatro diffuse e precisò il concetto di Barbaro ad indicare colui che balbetta, cioè che parla in una lingua diversa. Le guerre persiane aprirono la via alla temporanea supremazia ateniese nel mondo ellenico e a un ulteriore allargamento della base popolare della vita democratica nella capitale dell'Attica. Il V secolo e l'età di Pericle furono la culla di ciò che consideriamo l'arte classica greca. Nella stessa epoca, la cosiddetta età del ferro, nel resto dell'Europa molti popoli diversi che si è soliti denominale secondo la terminologia latina Galli e Britanni ecc… E che complessivamente si possono etichettare con l'espressione Celti, si avvicendarono nel I millennio a.C , nell'Europa centrale e occidentale, annientando o inglobando popolazioni indigene di cui sembra che i Baschi siano gli unici superstiti . Più complesso risulta riunire la lunga e diversificata esperienza della Civiltà Romana sotto un unico denominatore, ciò che colpisce è l'estrema sofisticatezza del suo ordinamento politico, che pure varia significativamente nei tre grandi periodi in cui si suole suddividere la sua storia: monarchia, repubblica, impero. È la parola Impero che rinvia la straordinaria e irripetibile esperienza di dominio Mediterraneo della civiltà Romana che rappresenta forse meglio il legato complessivo della storia di Roma. Prima di quello romano, l'impero per antonomasia dell'antichità fu quello che il macedone Alessandro Magno riuscì a mettere insieme in una decina d'anni dalla Grecia all' Indo sull'onda di una stupefacente campagna militare e che segna il tramonto del mondo delle poleis greche. Buona parte dello sviluppo della società romana ebbe luogo contemporaneamente e non successivamente a quella greca classica: la fondazione di Roma avrebbe avuto luogo nel 753 a. C, quando nell'Italia centrooccidentale esisteva già una civiltà ben delineata, quella degli Etruschi. Roma si sviluppò a sud dell'area etrusca e secondo la tradizione il suo primo ordinamento ebbe forma monarchica. Quella dei latini era una società patriarcale, centrata sulla figura del pater a capo della familia, che comprendeva anche gli schiavi e i clienti. Con l'inizio del V secolo a. C , terminava l'egemonia etrusca sul Lazio e si apriva la lunga stagione della repubblica romana.

In tempo di pace la gestione della res publica era affidata a un insieme di cariche politiche che venivano distribuite per un tempo limitato da alcune assemblee popolari e dal senato. Quest'ultimo era il perno della Repubblica aristocratica, l'incarico senatoriale era assegnato a vita. Le cariche più importanti erano elette da un'assemblea popolare, ai comizi centuriati. La distinzione fondamentale della Roma repubblicana fu tra l'elite politico-economica, i patrizi, e tutto il resto della cittadinanza, la plebe. Vennero istituiti dei magistrati, i tribuni della plebe, che come rappresentanti dell'autorità popolare assecondarono la crescita di potere di questa parte politica. Il processo che porta alla costruzione del grande impero fu l'esito di una serie di iniziative individuali. Con una lunga serie di guerre all'ini...


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