Riassunto Storia Unita\' D\' Italia PDF

Title Riassunto Storia Unita\' D\' Italia
Course Storia contemporanea
Institution Università degli Studi del Molise
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Riassunto Storia Unita' D' Italia...


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UNIT UNITA' A' D'IT D'ITALIA: ALIA: ST STORIA ORIA La storia dell'unità d'Italia è una storia costellata di stati e staterelli per secoli: principi, re, duchi e granduchi, ognuno con il suo ducato o la sua città. Dalla caduta dell'Impero R Romano omano (nell'anno 476) e fino a ben oltre la metà del XIX secolo (1800), l'Italia non è più stata unita, bensì divisa in tanti Stati piccoli o piccolissimi: il re regno gno Lombar Lombardo-V do-V do-Veneto eneto (in pratica due terzi delle regioni del nord, sottomesse all'Austria), il Regno di Sar Sarde de degna gna (governato da re Vittorio Emanuele I, insieme al Piemonte), lo Stato della Chiesa (nell'Italia centrale, governato dal Papa), il Regno delle Due Sicilie (a Sud, governato dalla dinastia dei Borboni) e poi i ducati di Modena, di Massa e Car Carrrar ara a , di Lucca e di P Par ar arma ma, il Granducato di Toscana oscana... Insomma, un vero rompicapo! La dominazione austriaca non aveva interesse a che i territori italiani occupati si sviluppassero, mentre gli altri staterelli non avevano le risorse: la Penisola era molto arretrata rispetto ai grandi Paesi europei. IL RISOR RISORGIMENT GIMENT GIMENTO O

In quegli anni di tensione alcuni pa patrioti trioti illumina illuminati ti sentirono la necessità di unire tutta la Nazione Nazione, diedero così inizio alla fase storica chiamata Risor isorgimento gimento gimento. In quest'epoca, nelle regioni controllate dall'Impero austriaco iniziarono i primi moti di ribellione portati avanti da patrioti or organizzati ganizzati in societ società à se seg grete ete, per evitare di essere imprigionati. La più attiva e famosa di queste organizzazioni fu la Carboneria, i cui componenti si chiavano Carbonari Carbonari. Di tutti i patrioti che s'impegnarono nel periodo risorgimentale si ricordano in particolare Silvio Pellico ellico, autore de Le mie prigioni - il libro in cui raccontò il periodo in cui fu prigioniero degli austriaci a causa delle sue idee indipendentiste - e Giuseppe Mazzini Mazzini, che fondò l'organizzazione patriottica chiamata Giovine Italia e il cui scopo era un'Italia libera e indipendente. I MO MOTI TI RIV RIVOUZIONARI OUZIONARI E LE GUERRE D'IN D'INDIPENDENZA DIPENDENZA

Il nostro Paese conquistò l'indipendenza dopo una serie di moti riv rivoluzionari oluzionari oluzionari, che diventarono poi vere e proprie guerre contro gli occupanti stranieri . Per conquistare l'unità in Italia si combatterono tre Guer Guerrre d'Indipendenza d'Indipendenza. La prima Guer Guerrra d'indipendenza scoppiò nel 1848 : il re di Sardegna Carlo Alberto di Savoia, assecondando i patrioti lombardi, dichiarò guer guerrra all'Austria. Inizialmente vittorioso, alla fine venne però sconfitto e dovette lasciare il regno al figlio Vittorio Emanuele II II. La seconda Guer Guerrra d'indipendenza scoppiò nel 1859 1859: durò circa tre mesi e di nuovo fu combattuta contro l'Austria dal Regno di Sardegna, questa volta allea alleato to con la F Frrancia ancia. Terminò il 12 luglio 1859 con la liberazione della Lombar Lombardia dia , evento che provocò l’annessione (ossia l'unione) al Regno di Sardegna anche di Toscana, Parma, Modena e della parte di Romagna governata dallo Stato P Pontificio ontificio ontificio. GARIB GARIBALDI ALDI E I MILLE

L'anno successivo, nel 1860, accadde un altro famosissimo e ffondame ondame ondamentale ntale fa fatto tto per l'unità d'Italia: la spedizione dei Mille. Giuseppe Garibaldi, generale burrascoso chiamato anche "l'eroe dei due mondi", il 5 maggio salpò da Quarto, presso Genova, e rag aggiunse giunse Mar Marsala sala, in Sicilia, con circa mille uomini al seguito. Da lì, combattendo contro l'esercito borbonico e aiutato dalla popolazione, i Mille conquistarono tutta la Sicilia finché, da Messina, risalirono verso Nord fino a Napoli. Nelle stesse settimane re Vittorio Emanuele II mosse l'esercito per conquistare le Marche e l'Umbria, regioni controllate dallo Stato Pontificio e, evitando il Lazio, scese con i soldati fino in Campania dove, il 26 ottobre 1860, V Vittorio ittorio Emanuele II e Giuseppe Garibaldi si incontrar incontrarono ono a T Teano eano eano, nei pressi di Caserta: l'Italia era praticamente unita. Il 17 marzo venne enne dic dichiarato hiarato il R Re e gno d'Italia, con 1861 v orino.. capitale Torino

Era nata l'Italia! LA TERZA GUERRA D'INDIPENDENZA Il nostro Paese non era ancora del tutto unito e liberato: alla nazione mancavano il Veneto e il Lazio. Con la terza Guerra d'indipendenza (dal 20 giugno 1866 al 12 agosto 1866), nonostante le sconfitte militari che l'esercito di Vittorio Emanuele II patì sul campo di Custoza (V (Ver er erona) ona) e nella battaglia navale di Lissa (di fronte alle coste della Croazia) , venne liberato il V Veneto eneto eneto. Quattro anni dopo, nel 1870, i bersaglieri giunsero a Roma e, aprendosi un varco nelle Mura (la la famosa breccia di Por Porta ta Pia Pia), entrarono in città e misero fine al potere di governo del Papa. Nel 1871 Roma divenne la capitale del Regno d'Italia

Al Congr Congresso esso di V Vienna ienna si fissarono i confini tra gli stati italiani, tenendo conto esclusivamente degli interessi delle grandi potenze. L'Italia Italia si trovò perciò ancora divisa in tanti stati tra i quali erano realmente indipendenti solo il Regn egno o di Sar Sarde de degna gna gna, il Regno delle Due Sicilie e lo Sta Stato to della Chiesa Chiesa. Il Lombar Lombardo do - V Veneto eneto era invece sotto il dominio austriaco ed anche i piccoli stati dell'Italia centro - settentrionale (ducati di Parma, di Modena e Toscana) erano legati all'Austria. La divisione in tanti Stati, il dominio austriaco su alcune regioni più ricche e popolate, l'esclusione dal potere creavano molto malcontento tra le popolazioni ed in particolare tra la borghesia italiana. L'Italia conobbe quindi un processo di graduale riscoperta e sempre più netta rivendicazione della propria identità nazionale. Questo processo, noto come Risor Risorgimento gimento, portò alla formazione dello Stato unitario Italiano, ovvero fece della penisola un organismo politico e indipendente a base nazionale.

Unità d'Italia: riassunt nto o approfondito UNIT UNITA' A' D'IT D'ITALIA ALIA 1861

L'Italia Italia fu perciò uno dei paesi europei in cui le idee nazionalistiche e liberali si diffusero rapidamente. Nel 1820-21 nel Piemonte scoppiarono insurrezioni che fallirono per l'intervento degli eserciti delle potenze europee (repressione). Tra i patrioti si svilupparono idee diverse: i moderati (tra cui Vincenzo Gioberti) sosteneva che Re e principi d'Italia avrebbero dovuto riunirsi sotto una confederazione con a capo il Papa. Altri moderati ritenevano che l'Italia avrebbe dovuto formare uno stato unitario muovendo con l'esercito piemontese guerra contro l'Austria.

L'UNIT L'UNITA' A' D'IT D'ITALIA: ALIA: RIA RIASSUNT SSUNT SSUNTO O

I democratici pensavano che solo una rivoluzione popolare avrebbe portato all'unità ed alla formazione

di uno stato democratico e repubblicano. Tra costoro vi fu Giuseppe Mazzini: egli fondò un'associazione, la Gio Giovine vine Italia (1831), il cui programma era pubblico e non segreto; essa diffuse le idee democratiche e repubblicane e cerco di preparare insurrezioni, senza ottenere successi. Torino orino,, 17 marzo 1861: la pr proc oc oclamazione lamazione del Regno d’Italia «Il Sena Senato to e la Camera dei Deputati hanno appro approva va vato; to; noi ab abbiamo biamo sanziona sanzionato to e promulghiamo quanto se segue: gue: Ar Articolo ticolo unico: Il R Re e Vittorio Emanuele II assume per sé e suoi Successori il ti titolo tolo di R Re e d’Italia. Or Ordiniamo diniamo ch che e la pr presente, esente, munita del Sigil Sigillo lo dello Sta Stato to to,, sia inserita nella raccolta de deg gli a atti tti del Go Gover ver verno no no,, mandando a c chiunque hiunque spetti di osser osservar var varla la e di far farla la osser osservar var vare e come le leg gge dello Sta Stato to to.. Da T Torino orino addì 17 marzo 1861». Queste parole rappresentano il testo della legge n. 4671 del Regno di Sardegna. Pochi giorni dopo quel 17 marzo, lo stesso testo sarebbe diventato la legge n. 1

del Regno d’Italia. Era nato un Regno, era nato uno Stato unitario laddove, appena un paio d’anni prima, ve n’erano addirittura sette. Il primo dato che emerge dall’analisi del testo è che il numerale che accompagna il nome del sovrano non viene modificato: è sempre Vittorio Emanuele II, non I come

avrebbe

voluto

larga

parte

dell’opinione

pubblica patriottica. Il dato è significativo e tutt’altro che

simbolico.

“Vittorio

Emanuele

I”

avrebbe

sottolineato la specificità e la novità dell’Italia unita. “Vittorio

Emanuele

II”,

invece,

significava

implicitamente che il nuovo Stato era l’allar allar allargamento gamento ter terrritoriale

del R Re egno

di

Sar Sarde de degna gna e

delle

sue

istituzioni. La reazione internazionale alla proclamazione del Regno fu repentina e, in alcuni casi, entusiastica. Il nuovo Stato venne riconosciuto, nel volgere di poche settimane,

dai

governi

svizzero,

britannico

e

statunitense. Questi guardavano infatti con favore alla creazione

di

uno

Stato

mediterraneo

abbastanza

popoloso (oltre 22 milioni di abitanti) che fosse in

grado

di

dare sta stabilità bilità all’intero

continente,

attraversato in quegli anni dalla lotta tra Francia e Austria per il controllo dell’Europa meridionale e dalla contrapposizione franco-britannica per il dominio delle rotte mediterranee. Il Regno d’Italia era stato dunque “generato” da una decisione presa dal Parlamento riunito a Torino, nella sede di Palazzo Carignano. I suoi rappresentanti erano stati eletti pochi mesi prima, nel gennaio dello stesso anno, e la loro provenienza già aveva attestato la realizzazione, de facto , dell’Unità. Le elezioni si erano infatti tenute in tutte quelle regioni che, attraverso i plebisciti, nel corso dell’anno precedente avevano chiesto l’annessione al Regno sabaudo. In quel Parlamento una grande maggioranza degli eletti si

riconosceva apertamente nelle

posizioni

politiche di Camillo Benso di Cavour. E, infatti, fu proprio il conte piemontese a ricoprire, per primo, la carica di presidente del consiglio dei ministri del Regno d’Italia. In quell’esecutivo il conte ricopriva anche i dicasteri della Marina e, soprattutto, degli

Esteri.

altri ministri

Gli

dell’unità appena piemontese

dichiarata.

(Cassinis),

erano specch specchio io Alla

Giustizia

all’Agricoltura

un

un

siciliano

(Natoli), alla Guerra un emiliano (Fanti), alle Finanze un livornese (Bastogi) e ai Lavori pubblici un fiorentino (Peruzzi), all’Istruzione un napoletano (De Sanctis). Ma,

improvvisamente,

ad

appena

una

decina

di

settimane dalla proclamazione dell’Unità, Cav Cavour our our, il principale architetto dell’Unità, mo moriva riva a soli 51 anni nella

sua

stroncato

residenza

di

famiglia,

dalla malaria (a

complottiste

succedutesi

dispetto nel

probabilmente delle

tempo).

tesi Decine

di migliaia di per persone sone parteciparono ai suoi funer funerali ali in piazza San Carlo, a Torino. L’intero perso,

forse

nel

momento

di

paese aveva

maggior

bisogno,

uno stati statista sta le cui qualità sarebbero state rimpiante da molti....


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