Riassunto Breve storia del mondo Gombrich PDF

Title Riassunto Breve storia del mondo Gombrich
Author silvia boniz
Course Didattica della storia (se
Institution Università degli Studi di Milano-Bicocca
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Breve storia del mondo Capitolo 1/2 Ogni storia inizia con un c’era una volta, anche la nostra storia familiare. Andando a ritroso nel tempo, come in un gioco di specchi, possiamo arrivare agli albori dell’uomo, ovvero la preistoria. In Germania, in Africa e in Cina sono stati ritrovati resti ossei di esseri che possiamo considerare tra i nostri antenati, gli uomini di Neardertal, dotati di fronti sporgenti e cervelli piccoli, già utilizzavano le pietre come strumenti di lavoro ( scomparsi 100000 anni fa, hanno popolato la terra per 7000 anni). I nostri antenati più prossimi comparvero, invece, 30000 anni fa. Molte invenzioni sono da attribuire agli uomini preistorici: gli utensili di pietra, che hanno dato il nome all’età della pietra, epoca iniziata durante l’era glaciale; il linguaggio, il disegno e l’incisione (disegnavano gli animali sulle pareti delle caverne con scopo magico, in quanto credevano che così sarebbero arrivati davvero). Con la conclusione delle ere glaciali gli uomini, ormai uguali a noi, impararono a costruire ripari, ad allevare animali e realizzarono speciali abitazioni, le palafitte, costruite sui corsi d’acqua e lontano dal pericolo dei boschi, pieni di animali feroci; impararono a realizzare vasi in terracotta e 4000 o 6000 anni a.C ; in tarda epoca preistorica, scoprirono i metalli. Il primo metallo scoperto fu il rame, metallo duttile ma dal veloce deperimento. Il problema fu risolto aggiungendo stagno al rame, e fu così che scoprirono una lega metallina, il bronzo, utilizzato per realizzare elmi, spade, pentole, gioielli; da qui l’inizio dell’ Età del bronzo. Capitolo 3 Gli albori della storia hanno inizio con la civiltà egizia, sorta lungo il corso Nilo, che straripando a causa delle forti piogge, rendeva feritili le terre circostanti e per questo era venerato come un dio. Gli egizi aveva numerose divinità: tra di essi ricordiamo il dio Osiride e la moglie Iside, che un tempo avevano regnato sulla terra come re, il dio Amon, che incarnava il sole, il dio Anubi, il signore del regno dei morti, con le sembianze da sciacallo. Credevano che ogni faraone, come erano chiamati i re, fosse figlio del dio Amon. La religione egizia era basata sulla credenza che il corpo servisse all’anima anche dopo la morte, per questo esso era preservato attraverso la mummificazione nelle piramidi, le tombe dei faraoni, al cui interno vi era un appartamento per l’anima del defunto, per quando essa avrebbe fatto visita al suo corpo. Gli egizi scrivevano, e la loro scrittura era basata sull’uso dei geroglifici, considerati segni sacri e conosciuti solo dagli scribi, la cui professione era anch’essa sacra. I geroglifici erano disegnati sul papiro, una carta realizzata con un tipo di canna che cresce sulle rive del Nilo. La civiltà egizia ha resistito quasi 3000 anni, senza grandi cambiamenti. Nel 2100 a.C i sudditi si ribellarono al re, ma la rivolta si concluse in nulla. Una seconda occasione di cambiamento si ebbe nel 1370 a.C con il faraone Ekhnaton, che sosteneva l’esistenza di un solo dio, il sole. Dopo la sua morte, però, si tornò al vecchio culto politeista. Capitolo 4 Tra i fiumi Tigri e Eufrate, nella terra chiamata Mesopotamia, che significa “tra i due fiumi”, (una pianura vasta, con un clima caldo e un terreno paludoso), sono stati trovati i resti di città sepolte, non costruite in pietra, come in Egitto, ma con mattoni, che con il tempo si sbriciolarono. Furono

trovati i resti delle città di Babilonia, capitale dei babilonesi e Ninive, capitale degli assiri. Nel territorio abitarono numerosi popoli e molti re. I popoli più importanti furono gli Assiri, i Sumeri, i Babilonesi. Sotto alcuni cumuli è stata rinvenuta la città di Ur, di cui parla la Bibbia, dove sono state trovate numerose tombe contenenti gioielli, elmi. Tra le macerie sono stati trovate anche tavolette d’argilla con iscrizioni che riportano una scrittura fatta di segni appuntiti, detta scrittura cuneiforme. I babilonesi e gli assiri praticavano il commercio, sapevano far di conto e avevano una precisa idea di giustizia. Di un re babilonese conosciamo una lunga iscrizione scolpita nella pietra, il codice Hammurabi, la più antica raccolta di leggi del mondo, risalente al 1700 a.C. I babilonesi e gli assiri pregavano il sole, la luna e le stelle come dei e dalla posizione delle stelle prevedevano il futuro, ovvero praticavano l’astrologia. Ad ogni pianeta dio dedicarono un giorno delle settimana, dicitura che è arrivata ai giorni nostri. I babilonesi costruirono alti edifici per avvicinarsi alle stelle a forma di torri stratificate; in cima ad esse si trovava un tempio dedicato ad un pianeta con il suo sacerdote, abile nella lettura degli astri. I primi re vissuti nella zona risalgono al 3000 a.C e gli ultimi al 550. L’ultimo potente re dei babilonesi visse nel 600 a.C e fu Nabucodonosor. Famoso per le spedizioni di guerra, costruì immensi canali e serbatoi d’acqua per rendere fertili le sue terre. Capitolo 5 Tra l’Egitto e la Mesopotamia viveva un popolo di pastori che pregava un solo dio e che credeva che esso li guidasse e li proteggesse: gli ebrei. I canti delle loro gesta erano contenuti nell’Antico Testamento. Nella Bibbia troviamo narrazioni che ci parlano dell’antica babilonia, ad esempio la città di Babele sarebbe Babilonia e la celebre torre una delle costruzioni babilonesi. Come narra il testo sacro Giuseppe e i fratelli si sarebbero recati in Egitto per comprare frumento e vi si sarebbero trasferiti, ma dovettero faticare duramente per il faraone. Mose li condusse nel deserto, fino alla terra promessa, Gerusalemme. Il primo re di questo regno fu Saul, succeduto da Davide e Salomone. Salomone regnò 1000 anni a.C ed eresse il primo templio, suntuoso e grande, al cui interno non vi erano immagini del dio, in quanto la sua rappresentazione era proibita, ma solo le tavolette della legge con i 10 comandamenti, manifestazione di Dio. Dopo Salomone il regno si divise in due: il regno di Israele e quello di Giuda. Il primo fu conquistato nel 722 dagli assiri. Nabucodonosor nel 586 a.C, in spedizione verso l’Egitto, conquistò le terre degli ebrei e li ridusse in schiavitù a Babilonia, dove restarono fino alla distruzione del regno babilonese ad opera dei persiani nel 538 a.C. Capitolo 6 Il primo alfabeto di 26 suoni è un’invenzione di un popolo che doveva scrivere molto (lettere, contratti, ricevute), in quanto abile nel commercio. Avevano una lingua e una religione simili a quelle mesopotamiche ma erano meno bellicosi. I fenici vivevano presso i porti di Tiro e di Sidone e praticavano il commercio marittimo, scambiando utensili, recipienti e preziose stoffe color porpora. Costruivano nuova città presso gli scali commerciali, lungo le coste straniere, ma erano ben accolti dalle popolazioni locali.

Capitolo 7

descritte da Omero. Trovò Troia, ma non se ne accorse. All’epoca di Troia, la Grecia era abitata da un popolo bellicoso, di navigatori. Solo gli aristocratici erano guerrieri, il resto della popolazione erano contadini o pastori. La società narrata da Omero nell’Iliade nacque a Creta. Lo sfarzo di questa società fu interrotto dall’arrivo di popolazioni del nord nel 1200 a.C; tali popoli cacciarono e re e si insidiarono. Erano i greci, anche se essi all’inizio non erano un popolo unitario, ma vi erano dialetti e capi diversi. I greci, inoltre, conoscevano già il ferro, mentre le genti di Creta e Micene, come Omero aveva narrato, utilizzavano armi in bronzo. I primi greci arrivati, i dori, si insidiarono nella regione del Peloponneso, e fondarono Sparta. Poi, arrivarono gli Ioni e si insidiarono nella alfabetica. Capitolo 8 A nord della Mesopotamia, tra il 550 e il 500, il popolo dei persiani, guidato dal capo Ciro, si ribellò ai babilonesi, a conquistare Babilonia e liberare i popoli ad essa assoggettati. Ciro si spinse poi alla conquista dell’Egitto, ma morì nell’impresa. Fu il figlio Cambise a completare l’opera e a deporre il faraone, segnando la fine del regno d’Egitto. Gli succedette il re Dario, che fece costruire strade per velocizzare le comunicazioni, e tenne sotto controllo gli amministratori delle sue province, i satrapi, facendoli spiare. Dario aveva esteso il suo regno sulle coste dell’asia minore, popolate dai coloni greci, non abituati a far parte di un regno. Le colonie greche si ribellarono, ma la rivolta fu soffocata dai persiani, che però si adirarono con gli ateniesi che si erano schierati con le colonie greche. Dario allestì una flotta allo scopo di da distruggere Atene e conquistare la Grecia, ma essa venne distrutta da una tempesta. Ben presto, mandò un’altra spedizione capeggiata dal cognato. La flotta arrivò a Maratona, nelle vicinanze di Atene e sbarcò con un esercito molto più numeroso del greco. Gli ateniesi erano comandati da Milziade, che schierò i suoi uomini a attaccò a sorpresa nei pressi di Maratona, segnando una grave sconfitta per i persiani. Milziade aveva notato che la flotta persiana stava dirigendosi verso Atene, che era sguarnita di soldati, così mando un messo che corse così veloce da arrivare fino ad Atene e avvisare del pericolo, per poi cadere morto. Fu la famosa corsa di Maratona. L’esercito ateniese riuscì a marciare veloce fino ad Atene e costrinse i persiani a remare verso casa (490 a.C). A Dario successe il figlio Serse, che cercò di vendicare la sconfitta persiana allestendo un enorme esercito formato da soldati di tutte le nazionalità dell’impero persiano. Una parte dell’esercito partì per mare un'altra per terra. Nel nord della Grecia, un gruppo di spartani, cercò di fermare il nemico al passo delle Termopili, ma un traditore greco mostrò ai persiani un sentiero nascosto, così essi poterono circondare e massacrare gli spartani. Nel frattempo, ad Atene, dopo la vittoria di Maratona, un nuovo condottiero Temistocle, aveva convinto gli ateniesi a allestire un’imponente flotta per prepararsi a combattere coi persiani. Egli fece evacuare Atene e fece trasferire la popolazione sull’isola di Salamina, dove preparò anche la flotta ateniese. I persiani trovarono Atene deserta e la distrussero. Nel frattempo gli alleati ateniesi, spaventati, stavano per abbandonarli al proprio destino; l’astuto Temistocle inviò un messaggio a Serse, per intimarlo ad attaccare, per non lasciarli sfuggire gli alleati. Questo attaccò subito e perse. L’esercito persiano di terra fu sbaragliato di li a poco a Platea. Da allora i persiani non attaccarono più la Grecia. Capitolo 9

In Grecia, vi erano diverse tribù diverse: i dori a sud, gli ioni e gli Eoli a nord. Ogni città era uno stato a se e solo due cose univano i greci, la religione e lo sport. In onore di Zeus, ogni 4 anni, ad Olimpia si tenevano i giochi sportivi più importanti del mondo greco. Il premio era un semplice rametto di ulivo, ma i vincitori erano considerati eroi e i grandi poeti cantavano le loro vittorie. La prima olimpiade si tenne nel 776 a.C e da quel momento i greci iniziarono a contare gli anni. Ad accumunare i greci vi era anche un luogo sacro, Delf, dedicato ad Apollo, dio del sole. Si credeva che lì il dio parlasse agli uomini per mezzo della sacerdotessa Pizia. Le città più importanti della Grecia erano Sparta e Atene. Gli spartani erano dori che nel 1000 avevano assoggettato le popolazioni del Peloponneso, gli iloti, che erano numericamente superiori agli spartani. Avevano uno stile di vita rigido, come è testimoniato dalle leggi di Licurgo: solo i bambini sani e robusti potevano vivere e ricevere un’educazione che mirava a trasformarli in soldati. Anche ad Atene un tempo aveva comandato l’aristocrazia e vigevano le dure leggi di Dracone. Nel 594, Solone, un saggio aristocratico, diede agli ateniesi un nuovo ordinamento. Il potere doveva essere condiviso dai cittadini e le scelte decise in base al sistema della maggioranza: istituì la democrazia. Successivamente, alcuni aristocratici, riuscirono ad impadronirsi del potere, ma il popolo cacciò bene presto questi tiranni. Solo il governo di un uomo fu sempre benvoluto dagli ateniesi, quello di Pericle, che si impegnò perché Atene restasse una potenza marinara, e costituì una lega con le altre città ioniche che in cambio di protezione versavano un tributo agli ateniesi che così si arricchirono. In questo periodo si diffuse in Grecia una particolare riflessione sui fatti del mondo, la filosofia, organizzata in diverse scuole di pensiero. I greci erano anche abili artisti: realizzarono statue che riproponevano gli uomini in modo naturale (il più grande scultore fu Fidia), costruirono bellissimi santuari in marmo, come l’Acropoli di Atene, voluta da Pericle e furono degli abili poeti. In questo ambito inventarono il teatro, legato alla religione, in quanto durante i giorni dedicati a Dioniso si organizzavano le rappresentazioni, che duravano anche un intero giorno. Capitolo 10 Nel 2500, nella valle dell’Indo, abitavano delle popolazioni che ancora oggi abitano l’India, con una lingua imparentata con la greca, la persiana, al romana…Una lingua che chiameremo indoeuropea. Essi avevano una società divisa in 4 caste: i sacerdoti, la più alta, i guerrieri, gli artigiani e i contadini. Al di fuori di esse stavano i paria, gli intoccabili. Il sistema delle caste era molto rigido. Per la religione di questo popolo, dio era ovunque e l’anima dell’uomo, dopo la morte si incarna in qualche altro essere, finché non è così pura da diventare tutt’uno con il soffio divino, il brahman. I sacerdoti indiani, per sentire questa unità praticavano la meditazione nei boschi e si infliggevano penitente e digiuni. Uno di questi santoni, il principe Gautama, visse nel 500 a.C e fu ricordato per la sua predicazione. Egli divenne l’illuminato, il Buddha. Nato nella ricchezza, si narra che uscì pera conoscere il mondo e fu turbato dall’incontro di tre specifiche sofferenze, la vecchiaia (incontrò un vecchio corvo), la malattia (vide un malato) e la morte (vide un morto). Alla vista di questa sofferenza si ritirò a meditare sul male che affligge l’uomo e un giorno, sotto un fico, raggiunse l’illuminazione e l’annunciò al suo popolo. Secondo lui tutte le sofferenze venivano dai desideri e smettere di desiderare permetteva all’uomo di non doversi più reincarnare, portare a termine il ciclo delle rinascite e entrare in un nulla privo di sofferenze e desideri, il Nirvana.

Capitolo 11 In cina, 2400 anni fa, vivevano contadini laboriosi mentre gli imperatori regnavano. Sotto l’imperatore vi erano molti re, che dominavano le singole province, che con il tempo divennero più potenti. Avevano una scrittura comune ideogrammatica. L’unità delle province in lotta fu resa possibile grazie agli insegnamenti di un funzionario di stato e maestro di scuola. Si chiamava Confucio e la base del suo insegnamento era la convivenza pacifica. Confucio proponeva alcune semplici norme per assicurarla come, inchinarsi davanti agli anziani, rispettare i superiori. E’ grazie a queste norme se il grande impero cinese con le molte province non è crollato. Qualche anno dopo Confucio visse in Cina un altro uomo saggio, Lao-tse, un funzionario statale divenuto eremita. Secondo lui nel mondo agisce una sole e grande legge, il Tao e all’uomo è affidato il compito di vivere con la più grande calma interiore possibile, di divenire simili ad un albero o ad un fiore, ovvero annullare la prioria volontà. Solo allora nell’uomo può avere effetto il Tao. Capitolo 12 Nel 420 tra Atene e Sparta scoppiò la guerra del Peloponneso: gli spartani raggiunsero le porte di sparta e razziarono le campagne, gli ateniesi attaccarono le colonie del sud Italia, Siracusa. Ad Atene scoppiò un’epidemia, che causò la morte di Pericle, e alla fine Sparta vinse la guerra e le mura di Atene furono distrutte. Poco dopo l’oracolo di Delfi fu saccheggiato; in tale situazione si immischiarono i macedoni, comandati dal re Filippo, ed imparentati con i greci ma considerati selvaggi. I macedoni volevano conquistare la Grecia e ad Atene, l’oratore Demostene aveva messo in guardia la città del pericolo. A Cheronea, Filippo vinse contro i greci (338 a.C), segnando la fine della loro libertà. Egli voleva creare un grande esercito per conquistare la Persia, ma venne assassinato alla partenza. Suo figlio, Alessandro, che aveva avuto Aristotele per maestro, subito distrusse una città greca che gli si oppose, poi con il suo esercito arrivò prima in Asia minore, che conquistò (episodio del nodo Gordiano). Prima di arrivare in Persia decise di sottomettere le province persiane della Fenicia e dell’Egitto. La conquista della città fenicia di Tiro durò sette mesi, in Egitto le cose andarono meglio, in quanto Alessandro si fece proclamare imperatore e fondò la città di Alessandria. Si diresse verso la Persia e si scontrò con l’esercito persiano a Gaugamela e lo sconfisse. Il re persiano fuggì sulle montagne dove fu raggiunto e ucciso, ma Alessandro fece punire gli assassini del re. Non contento delle conquiste nel 327 si spinse nella valle dell’Indo, conquistò alcuni territori indiani, ma si dovette fermare prima di poter raggiungere i territori della valle del Gange, poiché il suo esercito era stanco. Concesse il rientro ma per una via diversa da quella dell’andata. Trasferì la sua corte a Babilionia, sposò molte mogli, tra le quali la figlia del re Dario, allo scopo di essere considerato il suo legittimo erede e tentò di fondere lo splendore d’Oriente con la saggezza greca, ma si scontrò con il malcontento dei greci che non vollero tale fusione. Morì poco dopo, nel 323, a 32 anni, senza successori. Il suo regno andò in pezzi: l’Egitto finì dominato dalla dinastia dei Tolomei, la Mesopotamia dai Seleucidi, l’Asia Minore dagli Attalidi. L’india andò persa. Capitolo 13

Nella penisola italiana vi era una popolazione a distinguersi, quella dei romani. Essi facevano risalire la loro storia da Enea, un troiano fuggito a Roma, e un’altra leggenda, che voleva la fondazione di Roma per volere dei due gemelli Romolo e Remo, figli del dio Marte. Avevano anche 7 re leggendari e sappiamo di per certo che alla fine della monarchia, presero il potere i latifondisti. Le più importanti cariche erano i consoli, sempre due, erano in carica per un anno. Oltre ai patrizi, a Roma vivevano i plebei, il resto del popolo. Essi non potevano sposare un patrizio, diventare console, o esprimere il proprio voto nelle assemblee. Solo dopo una lotta di cent’anni, i plebei ottennero gli stessi diritti dei patrizi, così un console divenne plebeo e uno patrizio. Per i romani, oltre all’amore per la patria, era molto importante il diritto. Le loro leggi erano scritte su 12 tavole in bronzo, esposte sulla piazza del mercato, il Foro. Roma, nel 390 fu conquistata e rasa al suolo da un’orda di galli, ma i romani la ricostruirono con nuove fortificazioni. Iniziarono, poi, a conquistare tutta la penisola. Nel momento in cui Roma diventò una città potente, molte altre città si allearono con lei in una federazione. Taranto, chiese aiuto al greco Pirro contro i romani e lui arrivò portandosi al seguito gli elefanti da guerra, con i quali riuscì a vincere le legioni romane, ma con grandi perdite. Ritornato in patria, i romani divennero di nuovo i padroni del Sud della penisola e tentarono la conquista della Sicilia, dominata dai cartaginesi, chiamati punici dai romani. (appunti quaderno per guerre puniche). Capitolo 14 Nel 220 a.C in Cina salì al potere un imperatore che impose la distruzione di tutti i libri, tranne quelli con contenuti tecnici (agricoltura), pena la morte del possessore. Si chiamava Ch’in Shin Huang-t e comandava sulla provincia di Ch’in (nome della sua dinastia, dal quale deriva forse il nome della Cina). Egli, non solo conquistò tutta la Cina, ma diede al paese un nuovo ordinamento. Suddivise la cina secondo un nuovo criterio, cacciando i vecchi sovrani e fece costruire la muraglia cinese, per proteggere la Cina dalle orde di cavalieri aggressivi che scorrazzavano nelle pianure dell’Asia Centrale. Gli succedette la dinasta degli Han, che mantenne l’unità dello stato e fece cercare gli scritti di Confucio ancora conservati. Furono raccolti e si stabilì un principio per il quale solo chi li conosceva bene poteva diventare funzionario di Stato (potere nelle mani dei dotti). Capitolo 15 I romani non volevano costruire uno stato unitario come aveva tentato Alessandro, ma le terre conquistate dalle legioni romane diventa...


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