Memoria ed emozioni - tesina per l\'esame con il prof. Vignati PDF

Title Memoria ed emozioni - tesina per l\'esame con il prof. Vignati
Author Martina Pelacani
Course Psicologia cognitiva
Institution Università di Bologna
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tesina per l'esame con il prof. Vignati...


Description

MARTINA PELACANI MATRICOLA N°923703 ELABORATO DI PSICOLOGIA COGNITIVA MEMORIA ED EMOZIONI

Introduzione La psicologia cognitiva è la disciplina che studia e si occupa dell'«inconscio cognitivo» e viene tradizionalmente definita come la psicologia della comprensione e della conoscenza. Il principale oggetto di studio è costituito dai processi mentali che interagiscono e si influenzano tra di loro dando vita al funzionamento della mente umana. In questo elaborato si andrà ad analizzare la relazione che vige tra due dei processi mentali analizzati dal cognitivismo: la memoria e le emozioni; conferendo un ruolo di rilievo alle Flashbulb memories. In primo luogo, bisogna assegnare delle definizioni ai processi mentali sotto osservazione. La memoria può essere considerata come la capacità di mantenere le informazioni acquisite nel sistema per più o meno tempo in modo da poterle avere a disposizione e utilizzare per lo svolgimento dei compiti che si porranno all'individuo. Invece, l'emozione si può descrivere come una disposizione all'azione che insorge in presenza di un evento rilevante per il soggetto in considerazione.

Come sono queste due funzioni correlate tra loro Partendo dal punto di vista biologico, le parti del cervello coinvolte durante questi processi sono l'amigdala e l'ippocampo. L'amigdala, conosciuta anche come “cervello emotivo”, funge da sentinella psicologica in quanto scandaglia le varie situazioni e percezioni inviando segnali di emergenza al resto del cervello ed infine, rappresenta l'archivio della memoria emotiva. Dal canto suo, l'ippocampo è una zona del cervello che tra la sue varie funzioni prevede il controllo delle emozioni, la trasformazione della memoria a breve termine in memoria a lungo termine e, inoltre, gioca un ruolo importante nella formazione di memorie esplicite. Queste due strutture sono intercambiabili ma, al mancare di entrambe, si realizzano vere e proprie perdite di memoria. Sempre biologicamente parlando, le teorie dell'apprendimento sostengono che la memoria a lungo termine viene consolidata quando un comportamento o uno stimolo è seguito da un rinforzo. Gli studiosi che si sono occupati di ciò (ovvero Pavlov, Skinner, Thorndike e Watson) stimano che la capacità di uno stimolo di ricoprire il ruolo di rinforzo sia collegata alle sue capacità di suscitare piacere; dunque, secondo questa teoria le memorie dipendenti dai meccanismi di rinforzo possono dipendere dall'arousal¹. Passando al versante psicoanalitico, alcune ricerche suggeriscono che l'emozione possa avere effetti di “soppressione” sulla memoria. Si consideri,come esempio, il ricordo negativo di un certo evento collegato all'arousal emozionale capace di produrre un determinato stato psichico, che, a sua volta, porta al raggiungimento della consapevolezza per, poi, rievocare l'evento traumatico. Secondo questo ragionamento e considerando ¹

L'arousal rappresenta il grado di attivazione/rilassamento associato all'esperienza emozionale ed è anche il termine che generalmente viene utilizzato per descrivere l'intensità dei cambiamenti a livello fisiologico che accompagnano l'esperienza emozionale

come un'emozione possa facilitare o inibire il ricordo di vissuti ed esperienze personali, questa può essere considerata e descritta come una sorta di memoria. Alla luce di ciò, si possono individuare due tipologie di memoria differenti riguardanti un evento: la memoria dichiarativa e la memoria “emozionale”. La prima indica semplicemente la rievocazione dell'evento e vede coinvolto l'ippocampo, mentre la seconda fa riaffiorare il significato affettivo legato ad un determinato evento e implica l'utilizzo dell'amigdala.

Come l'emozione agisce sul ricordo Nel 1994 lo psicologo statunitense Bower individuò tre differenti modi secondo i quali l'emozione può agire sul ricordo. Il primo si basa sulla mediazione dell'attenzione. Infatti, gli individui sono soliti a prestare una maggiore attenzione agli stimoli salienti emotivamente, che vanno ad imprimersi in un miglior modo nella memoria rispetto agli stimoli neutri. Tuttavia, l'emozione non agisce indistintamente sul ricordo di tutto l'evento, ma solo sugli aspetti centrali dell'evento, mentre quelli periferici vanno perduti.² Un esperimento a favore di questa teoria è quello condotto da Clifford e Hollin, che prevede la visione di due versioni differenti dello stesso filmato: una “emotiva”, in un cui un uomo aggrediva una donna per rapinarla ed una “neutra”, in cui l’uomo semplicemente fermava la donna per chiederle un’informazione. In seguito, l’uomo veniva più facilmente riconosciuto dalle persone che avevano visto la versione emotiva. Questo studio mostra come le varianti “emotive” provochino un ricordo peggiore. Il secondo modo attraverso cui l'emozione può arrivare ad influenzare il ricordo è costituito dagli effetti di congruenza e stato-dipendenza. Il primo si basa sulla corrispondenza tra valenza affettiva dello stimolo e dello stato affettivo al momento del recupero (Bellelli, 1999). Cutshall e Yuille nel 1986 conducono uno studio, su 13 testimoni di un episodio di violenza che aveva portato alla morte di una persona e al ferimento di un'altra che dimostrerà il permanere di un alto livello di accuratezza del ricordo; si ipotizza così la forte persistenza dei ricordi emotivi, che si dimenticano più lentamente, secondo il concetto di oblio lento. L'effetto di stato-dipendenza, invece, si basa sull'accoppiamento dell'emozione o dell'umore nel momento dell'apprendimento e in quello di recupero; tutto questo implica il confronto fra lo stato emotivo al momento della formazione della traccia mnestica e lo stato emotivo durante la rievocazione. La terza via attraverso la quale l'emozione può influenzare la memoria è la reiterazione del ricordo. Le reazioni emotive intense danno luogo a una “insistita riattivazione” (“mulling over”) dell’evento nella memoria di lavoro, cosa che dà luogo anche ad un consolidamento del ricordo. Ci sono, però, altri tre punti di vista, non elaborati da Bower, per spiegare gli effetti dell'emozione sulla qualità del richiamo della memoria. Il primo sostiene che l'emozione aumenti il numero di dettagli soggettivi di memoria. ²Per elementi centrali si intende quelli che sono percettivamente importanti e che vengono fortemente ricordati nelle situazioni emozionali; i ricordi periferici, invece, sono quelli ricordati male in confronto con le corrispondenti condizioni neutrali (Christianson e Loftus).

Christianson e Hubinette, Yuille e Cutshall e Tollestrup riportano degli studi sui testimoni che dimostrano come le persone che vivono un evento emozionale riportano memorie vivide sull'avvenuto. Il secondo afferma, invece, che le flashbulb memories (che saranno analizzate nel seguente paragrafo) mantengono una memoria molto dettagliata e vivida del contesto in cui sono state apprese per la prima volta. Il terzo, infine, afferma che le immagini e le parole emozionali sono ricordate meglio rispetto a quelle neutre, soprattutto rispetto a immagini e parole negative.

Flashbulb memories Come già descritto precedentemente, le emozioni sono in grado di influenzare considerevolmente i processi cognitivi legati alla memoria. Le Flashbulb memories costituiscono un fenomeno che ci permette di analizzare questa interazione ancor più da vicino. I ricordi fotografici (traduzione dell'espressione in italiano) consistono in quei ricordi vividi, dettagliati e persistenti delle circostanze di apprendimento di un evento significativo e a forte carica emotiva (Brown&Kulik, 1977) Il fatto che caratterizza maggiormente questa tipologia di ricordi è come gli individui riescano a conservare dettagliatamente e a lungo il ricordo dell'evento in sé, la circostanza in cui hanno appreso la notizia, il luogo in cui si trovavano, il momento della giornata, l'attività in corso di svolgimento, la fonte della notizia, la reazione emotiva vissuta al momento, gli altri presenti con le loro reazioni emotive e le immediate conseguenze dell’evento (Mecacci, 2001); ed è per questo che vengono definiti ricordi fotografici, perché il momento catturato rappresenta una fotografia scattata con il nostro cervello, accessibile a nostro piacimento. I primi studi condotti a questo proposito si concentrarono sul fenomeno delle flashbulb memories relative ad eventi pubblici traumatici. Infatti,quando si viene a conoscenza di qualcosa simile, specialmente se si ha come protagonista un personaggio famoso, gli individui vengono fortemente colpiti da questa notizia inaspettata e per questo motivo l'evento verrebbe registrato con grande ricchezza e vividezza di dettagli. In più, l'interazione e la discussione di questi determinati eventi con altri soggetti andrebbero a fissare ulteriormente questi eventi all'interno della mente umana. Non a caso le flashbulb memories vengono memorizzate in una sola occasione e conservate,solitamente, per tutta la vita. L'11 settembre 2001,meglio ricordato come l'attacco terroristico alle Torri Gemelle, può essere preso in considerazione come uno dei tanti esempi di flash di memoria di gruppo. Infatti, sono molte le persone americane,e non solo, a ricordare ciò che è accaduto in quel momento o quel che stavano facendo nell'istante dell'apprendimento della notizia. Mecacci nel 2001 estende il concetto di flashbulb memories anche ad eventi privati e ad eventi pubblici negativi o positivi. Per ricapitolare, dunque, le principali cause di questo fenomeno sembrano essere: un alto livello di sorpresa, un elevato livello di consequenzialità (ovvero la capacità di apportare conseguenze significative sulla vita dell'individuo o del gruppo sociale in considerazione) e il livello di attivazione emotiva (Finkenauer et al.,1998). In mancanza di queste variabili non è possibile la formazione di livelli fotografici.

Conclusione Alla luce degli argomenti trattati e delle osservazioni effettuate si può concludere che le emozioni sono notevolmente in grado di alterare il ricordo, influenzandolo con le sensazioni e i sentimenti del momento, ma anche alterandolo con il proprio punto di vista. Questo perché la memoria, specialmente quella autobiografica, è fallibile e, dunque, spesso il ricordo potrebbe non rispecchiare notevolmente la realtà. Bisogna, però, tenere in considerazione l'altra faccia della medaglia: ovvero che le emozioni ci permettono di mantenere in vita dei ricordi ogni qualvolta che ne si prova una simile ad un'esperienza passata.

Bibliografia: Nicoletti, R., Rumiati, R., Lotto, L. (2017).Psicologia. Bologna, Il Mulino.

Sitografia: https://it.wikipedia.org/wiki/Ippocampo_(anatomia) https://www.stateofmind.it/2016/01/flashbulb-memories/ https://www.stateofmind.it/2017/04/emozione-memoria/ https://www.tesionline.it/appunti/psicologia-generale/emozioni-e-memoria/1002/52...


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