Movimenti letterari - Riassunto Letteratura Italiana PDF

Title Movimenti letterari - Riassunto Letteratura Italiana
Course Letteratura Italiana
Institution Università degli Studi di Napoli L'Orientale
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Summary

Riassunto dei maggiori movimenti Letterari diffusi dal Duecento ad oggi
e gli eventi storici più importanti...


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DUECENTO L’imperatore Federico II amava riunire, presso la sua corte di Palermo, intellettuali e artisti di ogni provenienza: nacque così la Scuola siciliana, il cui tema era l’amore per la propria dama, vista come un modello di virtù e perfezione da adorare. I principali poeti della Scuola siciliana furono Jacopo da Lentini, Pier della Vigna, Guido delle Colonne, Rinaldo d’Aquino. Nella seconda metà del Duecento si affermò il Dolce stil novo. Nato a Bologna a opera di Guido Guinizzelli, si sviluppò soprattutto in Toscana, in particolare a Firenze, dove trovò i suoi massimi rappresentanti in Guido Cavalcanti e Dante Alighieri. Gli stilnovisti cantavano la donna amata, che nelle loro composizioni divenne una creatura angelica, capace di elevare verso Dio l’animo dell’uomo; ma questo sentimento d’amore, così puro e nobile, poteva nascere solo nei “cuori gentili”, cioè nell’animo di uomini sensibili e virtuosi. I poeti siciliani e gli stilnovisti scrivevano per un pubblico ristretto: i primi per i raffinati frequentatori della corte di Federico II; i secondi per gli altri poeti stilnovisti. Rivolta a un pubblico più vasto e popolare, invece, era la poesia religiosa, diffusa in particolare in Umbria, nella forma della lauda (dal latino laus=lode). Composta inizialmente in latino e poi in volgare, era una preghiera di lode al Signore, alla Vergine e ai Santi, che veniva cantata durante le processioni o in determinati momenti della giornata. I principali esponenti furono Francesco d’Assisi (“Il Cantico di Frate Sole” fu il primo testo poetico della letteratura italiana), Jacopone da Todi e Guittone d’Arezzo. Di argomento completamente diverso era la poesia comico-realistica, che trattava temi come il denaro, il gioco, il cibo e l’amore, quest’ultimo in termini molto concreti e spesso maliziosi; il volgare utilizzato si avvicinava così alle espressioni delle classi umili. Il maggior rappresentante della poesia comico-realistica fu Cecco Angiolieri.



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le innovazioni nelle tecniche agricole, diffuse a partire dall’Anno Mille, avevano accresciuto il rendimento dei campi; le città si erano ripopolate, diventando importanti centri di attività artigianali e commerciali; era nata una nuova classe sociale, la borghesia, formata da banchieri, mercanti, artigiani, professionisti come notai e avvocati; Si indeboliscono le due grandi autorità del tempo: il Papato e l’Impero. Lotte tra Guelf, schierati a favore del papa, e Ghibellini che appoggiano l’imperatore. L’Italia nel 1200 era divisa fra i liberi comuni (al centro-nord), i possedimenti del papa (al centro) e il Regno dei Normanni (al sud).

TRECENTO I capolavori di Dante Alighieri, Francesco Petrarca e Giovanni Boccaccio, scritti in volgare fiorentino (che era la lingua parlata quotidianamente dalle persone colte di Firenze), hanno posto le basi della nostra lingua nazionale. L’affermazione del volgare forentino è legata a due motivi fondamentali:  esso mantenne una più stretta somiglianza con il latino; veniva pertanto compreso facilmente anche al di fuori del territorio di Firenze da tutte le persone colte che, pur utilizzando un altro volgare locale, conoscevano il latino;  grazie ai loro contenuti innovativi, in grado di affascinare un vasto pubblico, le opere di questi tre autori conobbero una straordinaria diffusione e furono oggetto di imitazione nell’epoca successiva. Il volgare fiorentino si avviò così a diventare una lingua letteraria, sempre più utilizzata dalle persone colte in alternativa al latino.











La crisi economica e demografca: i raccolti non bastarono più per tutti; nel 1348 si propagò una terribile epidemia di peste, la “peste nera”. La crisi profonda della Chiesa: «cattività avignonese» e «Scisma d’Occidente» (1378-1417): esistenza contemporanea di due papi: uno con sede a Roma e uno con sede ad Avignone, che provoca disorientamento nel mondo cristiano e la nascita di nuovi movimenti ereticali. Al centro-nord i Comuni si trasformarono in Signorie e successivamente in Stati regionali: i più importanti furono Milano, Venezia e Firenze. Al centro lo Stato della Chiesa era diventato uno stato regionale. Il sud era diviso tra il regno di Napoli, dominato dai Francesi, e il regno di Sicilia, in mano agli Spagnoli. lento ma radicale cambiamento di mentalità: Fino ad allora la cultura era stata quasi esclusivamente religiosa (i principali centri di studio erano nei monasteri e la disciplina più importante era la teologia), successivamente nacquero le università e centri di studio gestiti da laici. L’Italia fu al centro di tale rinnovamento culturale: Firenze, Napoli, Venezia, Padova, Verona, Milano si arricchirono della presenza di numerosi uomini di cultura e di artisti provenienti da altre parti d’Italia, richiamati dal generoso mecenatismo dei Signori, che fanno a gara nell’attirare intellettuali di varia competenza (letteraria, scientifica, artistica), disponibili a dare lustro alla città o alla corte signorile.

QUATTROCENTO e CINQUECENTO Nonostante la debolezza politica ed economica, in Italia si assistette tra il Quattrocento e il Cinquecento a una straordinaria stagione artistica e letteraria. Le splendide corti italiane diedero ospitalità ad artisti e intellettuali protagonisti della nuova cultura umanistica e rinascimentale:  UMANESIMO, perchè poneva al centro del suo interesse non più Dio, come era avvenuto nel Medioevo, ma l’uomo, le sue azioni e la possibilità di decidere del proprio destino. L’umanesimo è il movimento letterario che vuole ricordare i “classici” latini e greci; l’uomo viene considerato un piccolo mondo; i temi principali sono la natura, l’armonia e la bellezza. Gli umanisti più importanti sono: Leon Battista Alberti, Lorenzo De’ Medici, Poliziano e Luigi Pulci.  RINASCIMENTO, perché rappresentava, per gli intellettuali, il risveglio delle arti e del sapere dopo un lungo periodo in cui la cultura era stata unicamente religiosa; è un’epoca di rinascenza dal buio del medioevo; c’è una nuova vista del mondo e dell’uomo. Tra i grandi del Cinquecento ricordiamo Ludovico Ariosto, Torquato Tasso, Niccolò Machiavelli. Fu abbondante nel Cinquecento la produzione di poesia lirica realizzata sul modello dei sonetti di Petrarca: il cosiddetto “petrarchismo”, imitazione delle forme liriche di Francesco Petrarca, che veniva considerato il modello di perfezione a cui ci si doveva rifare. Fra tutti i poeti che si ispirarono a tale modello spicca la personalità di Gaspara Stampa. Molto apprezzati soprattutto dal raffinato pubblico delle corti furono i poemi cavallereschi, come l’Orlando furioso di Ludovico Ariosto e la Gerusalemme liberata di Torquato Tasso. Dal punto di vista linguistico, il volgare, che nella seconda metà del 400 è riuscito a prendere il sopravvento e a superare il pregiudizio umanistico che lo considerava inferiore al latino, nel 500 rafforza le sue posizioni, acquista

un prestigio crescente, diventa lingua letteraria, scientifica, filosofica. L’affermazione definitiva, a livello letterario, del volgare porta alla nascita della cosiddetta questione della lingua. Il dibattito sulla scelta del volgare da usare vede risultare vincente la posizione di Pietro Bembo: la lingua letteraria d’Italia deve essere il fiorentino, non però il fiorentino parlato, ma quello letterario usato dai tre grandi trecentisti Dante, Petrarca e Boccaccio. Da allora il forentino è considerato lingua comune a tutta la penisola italiana, tutti gli altri volgari assumono il ruolo secondario di dialetti. 







Cominciarono ad affermarsi le grandi monarchie nazionali, che acquistarono sempre maggiore importanza politica rispetto ai poteri “universali” della Chiesa e dell’Impero, il cui declino era iniziato già nel secolo precedente. Con le grandi scoperte geografiche il centro dell’economia mondiale si spostò dal mar Mediterraneo all’oceano Atlantico; di conseguenza, la potenza economica dei mercanti italiani decadde e i vari Stati regionali della penisola rimasero esclusi dalle grandi rotte commerciali. Pace di Lodi. Con essa i cinque Stati stabilirono una tregua e vararono la cosiddetta «politica dell’equilibrio», il cui scopo era di mantenere immobile la situazione, impedendo a ciascuno di ingrandirsi ulteriormente a danno degli altri. Questo equilibrio venne improvvisamente rotto alla fine del Quattrocento dall’irruzione nella penisola dell’esercito di Carlo VIII di Francia (1494), che si insediò a Napoli, rivendicando il regno come eredità che gli spettava in quanto discendente degli Angiò. Da quel momento l’Italia, per circa mezzo secolo, divenne terra di battaglie e di conquiste da parte delle due maggiori potenze europee, la Francia e la Spagna. Soltanto la pace di Cateau-Cambrésis (1559) pose fine alle guerre d’Italia e al conflitto tra gli Asburgo e la Francia. Nel 500 molti umanisti, fra cui Erasmo da Rotterdam, denunciarono i numerosi fenomeni di corruzione interni all’organizzazione ecclesiastica e chiesero un





rinnovamento della Chiesa: essa doveva ritornare alla semplicità dei costumi delle prime comunità cristiane e alla pratica dei principi evangelici. La situazione precipitò con la vendita delle indulgenze promossa da papa Leone X. Nel 1517 il monaco tedesco Martin Lutero scrisse Le 95 tesi con le quali dimostrò l’inutilità delle indulgenze acquistate con il denaro e denunciò la Chiesa per questa pratica e per la corruzione dei suoi membri. Di fronte all’inaspettata e rapidissima espansione della Riforma protestante di Lutero la Chiesa cattolica reagì con la Controriforma o (Riforma cattolica). Gli strumenti di rafforzamento e di difesa della Chiesa furono: il Tribunale dell’Inquisizione e l’Indice dei Libri Proibiti.

SEICENTO Il Seicento fu caratterizzato dal desiderio del nuovo, dello stupefacente, dello stravagante, dell’irregolare, rispetto alle forme armoniche, misurate e controllate del Rinascimento. Questo nuovo gusto, detto Barocco, influenzò non solo tutta la produzione artistica, architettonica e letteraria del Seicento, ma anche ogni aspetto della vita sociale. Tutto appare ora dominato dal gusto per la forma, per lo spettacolo, per l’ornamento, per la decorazione fino all’eccesso, al fine di suscitare stupore e meraviglia. Il Barocco ha, infatti, come scopo principale quello di meravigliare lo spettatore. In letteratura si manifesta con un grande ricorso a metafore e similitudini strane e inconsuete, e a giochi di parole elaborati e complessi, con lo scopo di meravigliare il lettore a tutti i costi. Il maggior rappresentante della poesia lirica del Barocco è Giovan Battista Marino.















Europa in crisi: continuano le guerre di religione fra mondo cattolico e mondo protestante. La Guerra dei Trent’anni (16181648): devastò l’Europa e si concluse con la pace di Vestfalia, sancì lo smembramento dell’Impero germanico, il tramonto del predominio spagnolo in Europa, la vittoria della Francia e l’inizio della sua egemonia. Monarchia costituzionale in Inghilterra: il nuovo sovrano giura solennemente di rispettare un documento, La Dichiarazione dei diritti (Bill of Rights), nel quale viene stabilita la distinzione di ruoli tra re e Parlamento. Italia in mano agli spagnoli: il dominio della Spagna sulla nostra penisola contribuì alla progressiva e inarrestabile decadenza dell’Italia del Seicento perché gli Spagnoli imposero tasse sempre più pesanti e la nobiltà locale favorì lo sfruttamento della popolazione. Scoppiarono numerose rivolte: i Milanesi insorsero contro il rincaro del pane; i Napoletani, sotto la guida di Masaniello, si ribellarono contro l’oppressione spagnola. Le rivolte vennero domate in modo cruento, con la forza degli eserciti. Nella prima metà del Seicento, inoltre, la peste tornò a mietere vittime prima in Lombardia e successivamente nell’Italia centromeridionale. È questa la peste ampiamente descritta da Alessandro Manzoni nel romanzo I Promessi Sposi. La Rivoluzione scientifca: Il più famoso degli scienziati del Seicento è il fisico pisano Galileo Galilei (15641642) che elaborò il metodo sperimentale: ogni legge di natura deve essere studiata partendo dall’osservazione diretta dei fenomeni e verificata con opportuni esperimenti (in passato la ricerca scientifica si affidava esclusivamente ai contenuti delle Sacre Scritture o alle teorie degli antichi filosofi). Oltre a Galilei e Newton, moltissimi altri studiosi (matematici, fisici, chimici, astronomi) contribuirono al progresso delle conoscenze scientifiche, come Copernico, Keplero e Bacone.

I maggiori esponenti sono: Carlo Goldoni, Giuseppe Parini, Vittorio Alfieri.

SETTECENTO Nel primo Settecento alcuni artisti italiani cominciano a manifestare una certa insofferenza per gli aspetti più stravaganti del gusto barocco. Nasce così a Roma l’Arcadia, un’accademia di poeti che propongono il ritorno a un gusto più misurato e sobrio, ispirato ai classici greci e latini. L’Illuminismo si diffonde anche in Italia. Eccone i contenuti più importanti:  la fiducia nella ragione umana e nel progresso economico, sociale e civile;  l’interesse per gli studi scientifici e per le loro applicazioni tecniche;  l’affermazione di valori come il cosmopolitismo, la tolleranza religiosa, l’uguaglianza tra gli uomini. Le idee illuministe hanno una straordinaria diffusione grazie all’attività di molti intellettuali e all’utilizzo di nuovi strumenti di divulgazione. Tra questi, due sono stati particolarmente importanti: i giornali moderni come i quotidiani, che permettono di informare rapidamente molte persone, e l’Enciclopedia, una grandiosa opera in cui, grazie alla collaborazione dei più importanti intellettuali e scienziati dell’epoca, sotto la direzione dei francesi Denis Diderot e Jean-Baptiste D’Alembert viene “condensato” tutto il sapere universale. I maggiori centri italiani del fervore illuministico sono Milano e Napoli, dove fiorisce una vasta produzione letteraria volta a migliorare la vita sociale e politica del Paese. Grande diffusione hanno i trattati di argomento politico e sociale, come, ad esempio, Dei delitti e delle pene dell’economista e intellettuale milanese, Cesare Beccaria, il capolavoro della nostra letteratura illuministica, in cui per la prima volta si sostiene la necessità di abolire la pena di morte e la tortura e si assegna alla pena una finalità non solo punitiva, ma di recupero del reo alla società.







Prima metà del Settecento: è segnata da tre guerre di successione: la guerra di successione spagnola (1704-12), la guerra di successione polacca (1733-35), la guerra di successione austriaca (1740-48). Le potenze principali diventano insieme all’Inghilterra e alla Francia, l’Impero asburgico, il Regno di Prussia e la Russia. La Spagna è ormai una potenza di secondo piano, anche se, con i Borboni, mantiene una certa influenza sull’Italia meridionale. La situazione politica italiana resta caratterizzata dalla dipendenza dalle potenze straniere e gli stati del nostro Paese diventano spesso oggetto di scambio fra le grandi potenze europee. Aumentano le differenze economiche tra Nord e Sud: mentre in Lombardia vengono avviate efficaci riforme amministrative e si afferma una borghesia dedita agli affari e ai commerci, al Sud permane il feudalesimo: gli enormi latifondi nobiliari vengono coltivati, con metodi molto arretrati, da contadini trattati ancora come servi della gleba. Seconda metà del Settecento: - In campo tecnico e scientifico, in seguito all’avvio della Rivoluzione industriale, vengono introdotte innovative tecnologie (ad esempio la macchina a vapore); - In campo economico e sociale, con la diffusione delle attività industriali, progrediscono i commerci e si afferma la borghesia come classe sociale intraprendente e dinamica; - In campo politico le monarchie assolute conoscono un inarrestabile declino, accelerato dalla Rivoluzione francese e dalla successiva dominazione napoleonica. Tale rinnovamento, che investe l’Europa e l’Italia nel pieno Settecento, trova il suo supporto culturale nell’Illuminismo.

PRIMO OTTOCENTO (1800-1850) Si afferma in Europa, e in Italia in particolare, il Neoclassicismo, un movimento culturale e artistico di vaste dimensioni che si esprime, oltre che nella poesia, anche nelle arti figurative. Il Neoclassicismo, come indica il nome stesso, trae ispirazione dai modelli della classicità greco-romana e tende alla ricerca del bello assoluto, della perfezione. I maggiori esponenti furono Vincenzo Monti e Ugo Foscolo (che introdusse anche molte tematiche tipiche del Romanticismo). Il Neoclassicismo non dura però a lungo: oltre al culto del bello si avverte ben presto la necessità di riflettere sulla realtà, in particolare su quei valori che nobilitano il pensiero e la vita dell’uomo, quali l’aspirazione alla libertà e l’amor di patria, che saranno tipici del Romanticismo. I caratteri principali del Romanticismo italiano furono:  la rivalutazione della fantasia, della passione e del sentimento;  l’esaltazione dei concetti di patria e di nazione, intesi come una comunità di persone, il popolo, unito da vincoli di lingua, religione, tradizioni e valori condivisi da tutti. Ne deriva la rivalutazione della Storia, intesa come patrimonio delle tradizioni di un popolo e come riscoperta delle “radici” della propria identità;  l’esigenza di dare vita a un’arte popolare, legata alla storia e ispirata alla realtà concreta della vita umana;  la rivalutazione della religione cristiana come espressione del sentimento religioso individuale e come radice culturale comune a tutti i popoli europei. I maggiori rappresentanti furono Alessandro Manzoni e Giacomo Leopardi.





Napoleone Bonaparte: Nonostante la sua definitiva sconfitta nella Battaglia di Waterloo (1815) sembrò annullare di colpo gli effetti dell’Età napoleonica, l’opera e l’eredità di Napoleone furono ben più vaste e durature delle sue imprese militari. Egli aveva abolito i diritti feudali, limitato il potere della Chiesa, creato un’amministrazione efficiente, sviluppato l’economia ed emanato un Codice che costituisce la base dell’organizzazione giuridica moderna, e soprattutto, aveva diffuso nell’Europa conquistata i princìpi di libertà e di eguaglianza che avevano animato il primo periodo della Rivoluzione francese. In tutta Europa esplosero moti di varia natura: - in alcuni casi si chiedevano maggiori libertà e diritti per i sudditi; - in altri casi, nei Paesi ancora sottomessi a potenze straniere, come l’Italia, l’obiettivo era l’indipendenza nazionale; - si chiedeva giustizia sociale e maggiore rappresentanza politica anche per le classi più povere. Per dare uno sbocco concreto a queste aspirazioni nacquero i primi movimenti socialisti (Karl Marx).

SECONDO OTTOCENTO Si diffonde un nuovo modo di pensare, il Positivismo, che riprese alcuni aspetti dell’Illuminismo, come la fiducia nella scienza e nella tecnica, grazie alle quali la società avrebbe conosciuto un costante progresso sociale, economico e culturale, e alcuni aspetti del Romanticismo, come l’esigenza di rispecchiare la realtà concreta della vita e dei popoli. Il pensiero positivista ispirò il Naturalismo in Francia e il Verismo in Italia. Questi si proposero di:  rappresentare una precisa realtà umana e sociale in modo obiettivo, quasi “fotografico”;  nel rappresentare tale realtà, l’autore doveva narrare i fatti in maniera impersonale, doveva cioè “tirarsi indietro”, eliminare ogni giudizio personale, al punto che «l’opera sembri essersi fatta da sé», come diceva Verga;  l’autore doveva utilizzare un linguaggio semplice e diretto che, dovendo riflettere il modo di esprimersi dei personaggi narrati, doveva comprendere anche espressioni tipiche delle parlate regionali. Il più importante esponente del Verismo è Giovanni Verga. A partire dagli anni ’70 dell’Ottocento nacque in Italia, in particolare a Milano, la Scapigliatura, i cui principali punti erano:  i temi del mistero e dell’ignoto, che saranno (poi ripresi dal Decadenti...


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