Omero E stato qui - Riassunto di letteratura italiana contemporanea PDF

Title Omero E stato qui - Riassunto di letteratura italiana contemporanea
Course Letteratura Italiana
Institution Università degli Studi di Enna Kore
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Riassunto di letteratura italiana contemporanea...


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OMERO E’ STATO QUI (RIASSUNTO) E’ un libro scritto da Nadia Terranova (autrice anche del libro Un’idea di Infanzia), che racconta le vicende che si svolsero (legate al mito e alle leggenda) nel tratto dello stretto di Messina e nel suo attraversamento. Messina è una terra cara alla Terranova essendo Messinese. Il primo mito che viene affrontato è Scilla e Cariddi, dove inizialmente viene spiegato il mito delle figure di Scilla e Cariddi, due ninfee originariamente belle del mondo antico e che venivano corteggiate da diverse dei. Partendo dal mito di Scilla fa riferimento ad un amore che è stato negato, quello con Glauco (figlio di Poseidone), che per capriccio (caratteristica molto comune degli dei dell’Olimpo) si innamora in modo infantile di Scilla e questo amore non ricambiato fa si che Glauco cerchi una via alterna in modo tale che Scilla soffra per averlo rifiutato, chiedendo alla maga Circe una pozione che la potesse trasformare in un essere mostruoso. Riuscito a somministrare questa pozione che la trasforma in un essere ANTROPOMORFO, Scilla si rintana in un antro degli abissi , in una caverna che sta a dirimpetto all’isola di Cariddi. La figura di Scilla è una figura TETRALOGICA ( da tetros= malformazione e logos= discorso) e il ventre di Scilla è paragonato al ventre dell’utero materno e questo parallelismo è dettato dal fatto che gli antichi reputavano che i dolori del parto (le doglie del parto) fossero frutto di esseri mostruosi all’interno del canale uterino, dell’antro abbissale quindi Scilla. Scilla dilaniava mentre Cariddi risucchiava e poi Sputava Cariddi viene paragonata ad una madre che allo stesso tempo ha delle fattezze di bontà, bellezza e allo stesso tempo può essere crudele con il proprio figlio. La figura di Cariddi è più controversa, lei si tramuta in mostro (non per una pozione come Scilla) ma per una maledizione data da Zeus che la colpì con il proprio fulmine, perché Cariddi era anch’essa molto bella però non si saziava mai, mangiava dalla mattina alla sera. Quando Ercole stava attraversando lo Stretto con dei buoi, Cariddi mangiò tutti questi buoii e per punizione Zeus la trasformò in un mostro marino e anch’essa si rintanò in questo antro abissale, che stava dirimpetto a Scilla. Scilla rappresentò l’emisfero sinistro, ovvero la sede del pensiero LOGICO; Cariddi rappresenta invece l’emisfero destro, ovvero la sede DELL’EMOZIONE E DELL’IMMAGINAZIONE. (nell’Odissea quando Ulisse chiede alla maga Circe dove passare per tornare a Itaca, lei menzionando appunto lo stretto di Messina disse di tenersi molto più vicino a Scilla che a Cariddi, perché Cariddi era più terribile, più impetuosa) Un’altra allusione che possiamo fare è quella a livello psicoanalitico: Scilla rappresenta la sublimazione del desiderio negato (elevazione del desiderio negato a Glauco), mentre Cariddi per via del suo aspetto bulimico simboleggia appunto la paura di essere fagocitati. Per quando riguarda invece il mito di Colapesce, ragazzo che amava stare in acqua, un giorno la madre lo maledisse dicendo “sei proprio un pesce”, questo ragazzo si chiamava Nicola e stava a Torre Faro, a un certo punto questo ragazzo prese le sembianze di un pesce, li spuntarono le branchie e iniziò a nuotare costantemente, questa storia fece il giro delle due sicilie alchè uno dei re del Regno di Sicilia volle andarlo a vedere. Lo andò a vedere e per provare la sua bravura gettò un suo anello prezioso e chiese al ragazzo di andarlo a riprenderlo. Questo ragazzo si gettò in acqua solo che passato del tempo ancora non emergeva e il re e tutti gli spettatori si stavano spazientendo, finchè dopo un po’ riemerse turbato e informando tutti che uno dei tre pilastri che sorreggeva l’isola stava per crollare e che lui, un ragazzo che aveva le spalle forti

e buon animo, andava a sostituirsi e a sorreggere l’isola andando a garantire la stabilità del terreno della Sicilia. Da qui nasce il mito dei terremoti che sono causati quando Cola Pesce sposta da una spalla all’altra la sicilia. Un’ulteriore racconto è quello della Fata Morgana e la storia di re Artù. La Sicilia è un paese che è stato dominato da diverse culture, al dì la dei miti omerici anche dai Normanni, in uno scontro per il trono tra re Artù e Moldred (figlio di Morgana) ne uscirono sconfitti o morenti a terra. Morgana che era la sorellastra di Artù riuscì a risanare le ferite di Artù e gli consigliò di andare in un isola ovvero Avalon, quest’isola era la Sicilia, e da li Artù si rifugiò sull’etna e seppellì l’Excalibur nella lava e promise di proteggere Catania, che tanto gentilmente lo aveva accolto, dalle eruzioni del vulcano. Come Artù protegge Catania, Morgana protegge Artù, infatti lei andò a vivere in un castello di Cristallo sotto le acque dello stretto di Messina, così da non permettere nessuno di poter raggiungere Avalon. Quando un re che voleva conquistare la Sicilia, si presentò nelle coste Calabresi, Morgana con un trucco di illusione ,assumendo le sembianze di una bellissima donna, fece credere al re che le coste calabresi e le coste siciliane distavano pochi passi, quindi con inganno trasse il re e fece si che questo morisse perché cercando di superare a nuoto lo stretto non riuscì e affogò. Il mito delle sirene si Ulisse, si rifanno al mito omerico dell’attraversamento del mare (punto simbolico delle avventure) narra appunto la storia delle sirene che sono delle figure primordiali, sono simbolo di IBRIDISMO, e rappresentano un’ambivalenza ovvero sono tanto belle quanto crudeli. Ulisse consigliò a tutti i marinai, sotto consiglio della maga Circe , di spargersi le orecchie di cera mentre attraversavano questa parte di mare tempestato dalle sirene, mentre lui si fece attaccare all’albero maestro. Ci sono delle interpretazioni fatte da due autori, una fatta da Blanchot, che afferma che il canto delle sirene era un canto imperfetto e che questo canto alludeva al passaggio a un mondo di poesia, quindi i marinai e i maggiori poeti più colti ascoltavano questo canto per arrivare in un mondo fatto solo di poesia, secondo egli il poeta non si fa legare all’albero maestro (come fece Ulisse) ma si fa trascinare verso luoghi ignoti, quindi dove c’è l’origine della poesia. Poi vi è il pensiero di Kafka, dove riscrive e riorganizza la storia omerica, dicendo che Ulisse non si fece legare all’albero maestro ma cercò di ingannare poiché maestro della finzione, cerco di ingannare le sirene mettendo anche esso la cera nelle orecchie, ma le sirene conoscendo la fama del proprio avversario decisero di NON cantare nel suo passaggio, e quindi decisero di batterlo con il SILENZIO. Il silenzio delle sirene per Kafka è paragonabile al silenzio di Dio, che ti lascia un vuoto, che non ti fa sentire il dolore, e allo stesso tempo dice che il silenzio è paragonabile alla morte dell’amore e della poesia e allude ad un vuoto che non è possibile colmare....


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