Orlando furioso - Con prof loredana chines PDF

Title Orlando furioso - Con prof loredana chines
Course Letteratura italiana
Institution Università di Bologna
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Con prof loredana chines...


Description

Prima della battaglia tra i Mori, che assediano Parigi, e i cristiani, Carlo Magno affida Angelica al vecchio Namo di Baviera, per evitare la contesa tra Orlando e Rinaldo che ne sono entrambi innamorati, e la promette a chi si dimostrerà più valoroso in battaglia. I cristiani sono messi in rotta e Angelica ne approfitta per fuggire ancora e incontra un vecchio eremita. Durante il viaggio, il perfido Pinabello scopre che Bradamante appartiene alla casata dei Chiaramontesi, nemica di quelli di Maganza, a cui egli appartiene: allora a tradimento getta la fanciulla in una profonda caverna. Qui però Bradamante è salvata dalla maga Melissa, che la guida alla tomba di Merlino, dove la guerriera viene a conoscere tutta la sua illustre discendenza, la casata estense. Melissa informa Bradamante che, per poter liberare Ruggiero, dovrà impadronirsi dell'anello magico di Angelica, che il re Agramante ha affidato al truffaldino Brunello; l'anello infatti ha un doppio potere: portandolo al dito rende immuni dagli incantesimi, tenendolo in bocca rende invisibili.

dell'arcangelo Michele. Il paladino uccide il re Dardinello; nella notte due giovani guerrieri saraceni, Cloridano e Medoro, cercano il cadavere del loro signore sul campo di battaglia e alfine lo trovano, ma vengono sorpresi dai cristiani; Cloridano rimane ucciso e Medoro è abbandonato gravemente ferito sul terreno, per poi essere trovato e salvato da Angelica, che si innamora di lui, anche se è un umile fante; i due si uniscono in matrimonio e partono per raggiungere il Catai. Orlando intanto ricongiunge Isabella a Zerbino e insegue il re tartaro Mandricardo. Per caso capita sul luogo degli amori di Angelica e Medoro e vede incisi i loro nomi ovunque. Dal pastore che li aveva ospitati apprende la loro storia d'amore, e per il dolore diviene pazzo. Trasformatosi in una sorta di essere bestiale, compie folli imprese distruttive. Per difendere le armi che Orlando ha disperso, Zerbino si batte con Mandricardo e viene ucciso. A Parigi i cristiani sono di nuovo sconfitti in battaglia. Ma l'arcangelo Michele scatena la discordia nel campo pagano e i vari guerrieri entrano in contesa fra di loro.

Orlando, in seguito a un sogno, parte da Parigi alla ricerca di Angelica, seguito dal fedele amico Brandimarte. A sua volta la sposa di questo, dopo un mese, parte alla sua ricerca. Orlando salva Olimpia dagli intrighi di Cimosco, re della Frisia, e libera il suo promesso sposo, Bireno. Il giovane però si innamora della figlia di Cimosco, sua prigioniera, e abbandona Olimpia su una spiaggia deserta.

Rodomonte apprende che la sua promessa sposa, Doralice, gli ha preferito Mandricardo e, quasi folle, lascia il campo saraceno, proclamando il suo disprezzo per tutte le donne. Invece, incontrata Isabella, si innamora di lei. La fanciulla, per serbarsi fedele alla memoria di Zerbino e per sottrarsi alla violenza del pagano, si fa uccidere da lui con un inganno.

Intanto Ruggiero, che ha appreso da Logistilla a mettere le redini all'ippogrifo, giunge in Occidente, salva Angelica dall'orca ed è affascinato dalla sua bellezza; ma la fanciulla, che è tornata in possesso del suo anello fatato, si dilegua.

Rodomonte si imbatte in Orlando folle, e i due ingaggiano una lotta. Poi Orlando, sempre fuori di sé, passa a nuoto fino in Africa. I Saraceni sono di nuovo sconfitti, e devono ripiegare nel Sud della Francia, ad Arles. Astolfo, venuto in possesso dell'ippogrifo, vaga per varie regioni, giunge in Etiopia, dove libera il re Senapo dalla persecuzione delle Arpie, discende nell'Inferno, sale al paradiso terrestre, poi sulla Luna dove recupera il senno perduto da Orlando. Bradamante cade in preda ad una folle gelosia, perché crede che Ruggiero ami Marfisa. Tra le due donne inizia un violento duello che provoca un nuovo scontro tra cristiani e pagani. Bradamante prima sbaraglia due mori, poi Ferraù, che la riconosce e rivela la sua identità a Ruggiero. Questi la convince ad appartarsi presso un sepolcro eretto in mezzo ad un bosco dove poter discutere. Vi arriva quindi anche Marfisa e il combattimento riprende, coinvolgendo il cavaliere saraceno. Ad interrompere il triplo duello interviene l'anima del mago Atlante (il sepolcro è la sua tomba) che svela a Ruggiero e Marfisa di essere fratelli gemelli. Venuta a sapere che il loro padre era stato ucciso dal padre del re d'Africa Agramante, Marfisa si dichiara cristiana e invita il fratello a fare altrettanto, strappando però solo una

Orlando giunge anch'egli all'isola di Ebuda e salva Olimpia da una sorte analoga a quella di Angelica. Proseguendo nella ricerca della donna amata, resta prigioniero in un palazzo fatato di Atlante, insieme a Ruggiero, Gradasso, Ferraù, Bradamante. Vi giunge anche Angelica, che libera Sacripante per farsi da lui scortare, ma per errore anche Orlando e Ferraù la inseguono. Mentre questi combattono, Angelica si dilegua portando via l'elmo di Orlando. Il paladino libera la pagana Isabella, che, innamorata del cristiano Zerbino, è stata rapita dai briganti mentre cercava di raggiungerlo. Nel palazzo fatato di Atlante cade prigioniera anche Bradamante, sempre alla ricerca di Ruggiero. Intanto i Mori scatenano l'assalto a Parigi, e il re saraceno Rodomonte riesce a penetrare nella città, compiendo imprese straordinarie. In soccorso a Parigi è giunto Rinaldo con le truppe inglesi e scozzesi, e con l'aiuto

promessa. Nel frattempo udito il pianto di una donna, i tre guerrieri intervengono per punire il malvagio Marganorre, il quale aveva in odio tutte le donne. Ruggiero torna infine ad Arles e le due donne si recano all'accampamento cristiano, dove Marfisa viene battezzata e si mette al servizio di re Carlo. Astolfo torna nuovamente in Etiopia e guida l'esercito etiope per l'intera Africa facendo guerra ai pagani rimasti in patria. In breve i Saraceni sono costretti a rifugiarsi nella città di Biserta. Venuto a conoscenza delle vittorie dei cristiani, re Agramante cerca di concludere al più presto alla guerra in Europa, attraverso un unico duello tra Ruggiero e Rinaldo. I due cavalieri giurano di passare all'esercito avversario se qualcuno appartenente al proprio esercito fosse intervenuto nel combattimento. Durante il loro duello Melissa assume le sembianze di Rodomonte e convince re Agramante ad intervenire rompendo i patti. La feroce battaglia che ne scaturisce si conclude con la fuga dell'esercito saraceno che si imbarca e abbandona l'Europa. Prima di raggiungere l'Africa, la flotta viene abbordata dalle navi cristiane comandate da Dudone. Solo re Agramante e re Sobrino si salvano su di una scialuppa. Nel frattempo in Africa i cavalieri cristiani fatti prigionieri da Rodomonte vengono liberati. Tra di essi ci sono Oliviero, Sansonetto e Brandimarte che può così riabbracciare Fiordiligi. Durante i festeggiamenti per la liberazione, arriva Orlando e semina il panico nell'accampamento. Una volta immobilizzato, Astolfo può restituirgli il senno. L'imbarcazione che conduce in salvo re Agramante e re Sobrino è costretta a fermarsi sull'isola di Lipadusa (Lampedusa), dove ritrovano re Gradasso. Intanto Ruggiero, in viaggio verso la Francia, scopre che è stato Agramante a interrompere il suo duello con Rinaldo, ma non mantiene il giuramento fatto e si imbarca per raggiungere in Africa il re pagano. Durante la navigazione si trova di fronte ad una tempesta e il cavaliere abbandona le sue armi sull'imbarcazione, riuscendo a salvarsi su di uno scoglio. Nell'isola incontra un eremita che gli insegna le basi della religione e lo battezza. La nave abbandonata da Ruggiero giunge a Biserta ed Orlando, Brandimarte ed Oliviero si dividono le armi del cavaliere. I tre raggiungono quindi Lampedusa dove si scontrano con i tre re saraceni. Re Gradasso uccide Brandimarte e Oliviero viene gravemente ferito, ma Orlando uccide subito dopo re Agramante e re Gradasso. Re Sobrino gravemente ferito viene invece graziato. In Francia, Rinaldo è

ancora tormentato dall'amore per Angelica e decide di raggiungere la donna mettendosi in viaggio verso Oriente. Grazie alla magia di Malagigi, Rinaldo, arrivato nelle Ardenne, beve alla fonte del disamore e, riacquistato il suo senno, si congiunge con gli altri paladini a Lampedusa. Durante il viaggio di ritorno in Francia, i paladini si fermano presso lo scoglio dell'eremita dove incontrano Ruggiero. Saputo della conversione dell'uomo, Rinaldo gli promette in sposa la sorella Bradamante. Una volta giunti a Parigi, Ruggiero viene a sapere che Amone, padre di Bradamante, ha già promesso a Costantino, imperatore dell'Impero Romano d'Oriente, di dare in sposa la figlia al suo successore Leone. Il cavaliere parte allora per la Bulgaria con l'intenzione di uccidere il suo rivale, ma viene fatto prigioniero. Bradamante convince Carlo Magno a indire un torneo: lei si darà in sposa solo a chi saprà resisterle dall'alba al tramonto. Crede di combattere contro Leone, in realtà si tratta di Ruggiero, nel frattempo liberato dal figlio dell'imperatore, che vince a favore del rivale. Ma quando Leone scopre la verità, diventa grande amico di Ruggiero e accetta di rinunciare a Bradamante. Il matrimonio tra Ruggiero e Bradamante viene finalmente celebrato, ma dopo nove giorni di banchetto arriva Rodomonte, accusa il novello sposo di infedeltà verso re Agramante e lo sfida a duello. Il combattimento si trasforma quasi subito in una lotta corpo a corpo, finché Ruggiero uccide, con tre pugnalate nella fronte, Rodomonte. Il primo canto dell'Orlando Furioso presenta già tutti gli elementi costitutivi dell'opera: riassunto e commento di questi versi, perciò, permetteranno non soltanto di invididuarne la struttura ma anche di fare ulteriori riflessioni sul poema di Ludovico Ariosto. Il canto inizia con il proemio, in cui, secondo la classica struttura, sono ravvisabili tre elementi: l'esposizione dell'argomento, l'invocazione alla Musa, la dedica. Alla materia è dedicata la prima ottava e mezzo; Ariosto rivendica la novità della sua scelta di trattare la follia di Orlando ("cosa non detta in prosa mai né in rima"); l'invocazione invece è parzialmente sostituita dall'accenno a una donna che ha fatto innamorare il poeta e che spera gli conceda di mantenere il proprio ingegno: si tratta di un chiaro e ironico parallelismo del narratore con il suo protagonista, divenuto pazzo per amore. Altre due ottave sono spese per la dedica a Ippolito d'Este, con la promessa particolare di raccontare, tramite le vicende di Ruggiero, la nascita della casata Estense.

Dopo le quattro ottave proemiali, Ariosto riassume le vicende della trama dell'Orlando innamorato di Boiardo, raccontando in particolare del duello tra Orlando e Rinaldo per Angelica. All'interno si trova uno dei famosi interventi del narratore ("ecco il giudicio uman come spesso erra!"), che commenta ironicamente la vicenda e non teme di farsi beffa dei propri stessi personaggi. Il narratore è infatti un deus ex machina, controlla tutto ciò che avviene e vuole anche presentarci alcuni eventi con uno sguardo distaccato che, appunto, è dato dall'ironia. La trama del primo canto dell'Orlando Furioso La narrazione vera e propria comincia con la fuga di Angelica; si tratta di un tratto significativo, perché Angelica nel poema è più o meno sempre inseguita da qualcuno, in quanto rappresenta l'oggetto del desiderio della ricerca di molti cavalieri. Tale ricerca prende il nome di inchiesta, ossia appunto il girovagare per vari luoghi per riuscire a trovare qualcosa che si desidera (può essere un oggetto ma anche, appunto, una persona). Angelica si imbatte in Rinaldo, che sta cercando Baiardo, il suo cavallo fatato di straordinaria intelligenza, spesso molto maggiore di quella degli umani; la fanciulla si dà subito alla fuga. Nell'ottava 13 si nota in modo chiaro la percezione dello spazio dell'Orlando Furioso: si tratta di uno spazio orizzontale, interamente legato alla Terra, che spesso è labirintico e anche frustrante, perché l'uomo non riesce a dominarlo ("Di su di giù, ne l'alta selva fiera / tanto girò, che venne a una riviera") Sulla riva del fiume Angelica si imbatte in Ferraù, che sta cercando di recuperare il prezioso elmo che gli è caduto in acqua, e che per altro egli ha portato via al fratello di lei, dopo averlo ucciso. Alle urla della ragazza Ferraù abbandona la sua impresa e si getta in sua difesa: ecco rappresentato, dunque, il valore spesso fragile dell'inchiesta, che viene continuamente interrotta. Mentre Ferraù si batte con Rinaldo, il cavallo di Angelica fugge via; dopo un po' i due decidono di interrompere la lotta, perché è più conveniente che entrambi si dedichino alla ricerca di Angelica. "Oh gran bontà de' cavallieri antiqui!", commenta ironicamente Ariosto. Arrivati a un bivio, i due si dividono (torna lo spazio labirintico). Ferraù arriva nuovamente al fiume e, disperando di ritrovare Angelica, torna a dedicarsi al recupero dell'elmo; gli appare però il fantasma di Argalia, il fratello di Angelica, che gli rammenta la promessa di non prendere il suo elmo. Ferraù decide quindi di andare alla ricerca dell'elmo di Orlando.

A questo punto (ottava 32) Rinaldo ritrova il suo cavallo; ma il narratore blocca il racconto perché vuole tornare a parlare di Angelica ("Segue Rinaldo, e d'ira si distrugge: / ma seguitiamo Angelica che fugge"), che, giunta in una radura, si riposa. Arriva però Sacripante il quale, non visto, si lamenta per il fatto di non essere riuscito a possedere Angelica; sul suo lamento ad un certo punto il narratore stende un velo ("che non mi par bisogno esser racconte") che rapresenta un esplicito richiamo alla razionalità e al ruolo che un cavaliere dovrebbe mantenere. Angelica decide di sfruttare la situazione e di farsi scortare da Sacripante, e si dichiara ancora vergine. "Forse era ver, ma non però credibile / a chi del senso suo fosse signore": il narratore avanza dei dubbi sull'illibatezza di Angelica, ma non ne è certo. Arriva un misterioso cavaliere (che in realtà è Bradamante, una donna), che si batte con Sacripante, lo vince e poi torna a cavalcare lungo la sua strada. Sacripante e Angelica si incamminano e si imbattono in Baiardo; decidono di prenderlo, ma sopraggiunge Rinaldo. Il distico finale dell'ultima ottava ("Quel che seguì tra questi duo superbi / vo' che per l'altro canto si riserbi") è segno della chiara percezione della struttura scritta dell'opera.

Il secondo castello di Atlante Il secondo castello di Atlante appare nel dodicesimo canto. L’incantesimo del mago è qui più potente: in questo nuovo luogo magico i cavalieri sono attirati dalle loro stesse ossessioni che prendono forma in un’immagine sfuggente ed irreale, ma al tempo stesso irresistibile e seducente. I paladini che entrano nel castello dimenticano tutto, concentrandosi nella ricerca del loro oggetto di piacere; così Orlando rimane imprigionato nel castello, inseguendo l’immagine di Angelica 8. Se nel primo castello erano i piaceri esterni ad attirare i cavalieri, qui invece sono le loro fantasie e le loro ossessioni a portare all’oblio e alla follia i paladini. Questi due luoghi si presentano come momenti necessari per la formazione di Ruggiero, eroe destinato alla morte prematura, ma anche alla fondazione della famiglia degli Estensi. A rompere quest’incantesimo è proprio - ironia della sorte - l’oggetto del desiderio di tutti i personaggi. Angelica, impadronitasi dell’anello magico che dona l’invisibilità, spezza l’incantesimo del mago, e dà la libertà a tutti, permettendo così il proseguimento dell’intreccio. Canto 23

Il famosissimo episodio della follia di Orlando viene volutamente collocato da Ariosto alla metà esatta dell’Orlando furioso, tra la fine del ventitreesimo canto e l’inizio del ventiquattresimo. L’impazzimento per amore dell’eroe cristiano completa infatti la trama interrotta dell’Orlando innamorato di Matteo Maria Boiardo (1441-1494) e sviluppa i due temi fondamentali dell’opera di Ariosto: l’amore e l’avventura (qui rappresentata dalle devastazioni a cui si abbandona Orlando una volta scoperta l’amara verità). La trama è la seguente: Orlando, inseguendo il cavaliere saraceno Mandricardo, decide di riprendere le forze in una radura, che era stato il luogo degli incontri tra Angelica e Medoro. Orlando scopre gli indizi della passione lì consumatasi nei messaggi d’amore incisi nei tronchi degli alberi e sulle pareti delle grotte. L’eroe, per non soccombere al dolore, si illude che ciò che vede non sia vero, ma le sue speranze si sgretoleranno quando, chiesta ospilità ad un pastore del luogo, scoprirà che il letto dove dorme è quello dove i due amanti hanno passato la prima notte di nozze. Orlando cade quindi in preda alla follia e distrugge tutto ciò che trova sul suo cammino, spogliandosi persino della sua stessa armatura. La crisi del protagonista verrà risolta solo dall’intervento di Astolfo, che, nel canto trentaquattresimo del poema, si recherà sulla Luna a recuperare il suo “senno” perduto.

nascere l’amore tra lui ed Angelica. Orlando, che già sta cedendo alla pazzia, di nuovo si inganna, dicendo a se stesso che le incisioni sono opera di qualcuno che vuole instillargli gelosia o infamare il nome della donna amata. Sarà quindi il racconto del pastore, e alla vista del gioiello da donato da Orlando ad Angelica come pegno d’amore e da lei lasciato al suo ospite in segno di gratitudine, a far cadere tutti gli argini, psicologici e fisici, della follia del paladino. Ariosto descrive la pazzia di Orlando con numerose e ripetute iperboli ed esagerazioni, tese a sottolineare la drammaticità e la furia cieca dell’eroe. Il tema della pazzia (già presente nel filone del ciclo bretone, ad esempio nelle figure di Tristano o Lancillotto) è qui sviluppato con molte sfaccettature: quella di Orlando è infatti una psicologia in divenire, ben più complessa di quella degli eroi precedenti della tradizione. Così il protagonista, sconvolto dalla scoperta della verità, attraversa diversi stadi, descritti con molta finezza psicologica: l’illusione e l’autoinganno, la negazione della realtà e l’accusa contro terzi, il dolore che rende muti ed intontiti, la follia come fuga dal mondo e sua distruzione. Ma a vigilare sulla drammaticità degli eventi c’è sempre il senso della misura dell’autore, la cui medietas (si veda il finale del canto, in cui l’autore sospende la narrazione per evitare che sia “molesta”) stende un velo sulla storia del paladino impazzito. Metro: ottave di endecasillabi.

Analisi e commento Il canto ventitreesimo dell’Orlando furioso si svolge tra una radura amena e la casa di un pastore che ospita Orlando per la notte. I luoghi cantati non sono però mero sfondo della vicenda amorosa, ma hanno un ruolo da protagonista nell’esplosione della pazzia di Orlando. Piante, pietre e acque parlano e deridono il paladino, poiché gli offrono prove esplicite del tradimento di Angelica con Medoro: in tal senso, Orlando sfoga la sua rabbia su di loro, distruggendole in preda alla follia, come per metterle per sempre a tacere. La radura in cui arriva, stremato, Orlando, presenta a prima vista tutti i tratti caratteristici dellocus amoenus (ottava 100): si sottolinea così, con ancor più forza, l’antitesi tra la serenità del mondo circostante e il tormento interiore di Orlando. L’incedere della sua pazzia è descritto da Ariosto con precisione psicologica, in un crescendo di intensità drammatica. Dapprima, dopo aver letto i nomi degli amanti incisi nelle cortecce degli alberi, egli inventa illusorie spiegazioni e inganna se stesso; poi, giunto nella grotta, trova un’incisione di Medoro, in cui con una poesia in arabo si ringraziano quei luoghi che hanno visto

tradizione epica cavalleresca la sua figura era legata a episodi di spacconeria e disonestà, Ariosto ne fa un bislacco personaggio delle vicende più avventurose del poema. Mentre, alla fine del trentatreesimo canto, Astolfo sta dando la caccia alle Arpie 2, egli si infila all’Inferno; poi, riemerso alla luce, viene condotto dall’Ippogrifo verso il Paradiso terrestre, dove San Giovanni Evangelista gli rende nota la pazzia di Orlando e lo accompagna sulla Luna per recuperare il senno dell’eroe cristiano e porre così fine alla guerra. Analisi e commento Il canto trentaquattresimo dell’Orlando furioso recupera il ...


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