Pedofilia - Riassunto per esame scritto Cifaldi PDF

Title Pedofilia - Riassunto per esame scritto Cifaldi
Course Sociologia e Criminologia
Institution Università degli Studi Gabriele d'Annunzio - Chieti e Pescara
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Summary

Capitolo 1 Pedofilia tra storia e culturaNella storia dell’uomo, già a partire dal V secolo a. , vi sono tracce di abuso sessuale sui minori, soprattutto nella storia greca e romana.Vi erano forme di pederastia (ovvero il rapporto tra maschio adulto e un ragazzo prepubere) che avevano il significato...


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Capitolo 1 Pedofilia tra storia e cultura Nella storia dell’uomo, già a partire dal V secolo a.C. , vi sono tracce di abuso sessuale sui minori, soprattutto nella storia greca e romana. Vi erano forme di pederastia (ovvero il rapporto tra maschio adulto e un ragazzo prepubere) che avevano il significato particolare di iniziazione e attraverso questa pratica venivano integrati nel mondo degli adulti. In Grecia, la pederastia era ritenuta come fonte di trasmissione delle leggi e del sapere delle polis, mentre nella cultura romana non vi erano giustificazioni particolari come in Grecia per tale pratica. Col passare del tempo (2° metà del ‘600) si diffuse, grazie alla letteratura pedagogica francese, un sentimento collettivo di riprovazione verso queste pratiche di abuso sui minori. Oggi in Italia la legge punisce chiunque compia atti sessuali verso i minori (legge del 15 Febbraio 1996, n. 66), ponendo una particolare rilevanza nel momento in cui questi vengono attuati da un componente famigliare ( o da chiunque abbia una particolare relazione di fiducia col minore, es. tutore), innalzando l’età del minore da 14 a 16 anni affinché sia ritenuto reato l’atto sessuale che lo coinvolge.

Capitolo 2 Aspetti eziologici della pedofilia Opere recenti di psicoanalisi, distinguono i comportamenti o fantasie pedofiliache di natura occasionale (forma più diffusa) e i comportamenti da pervertito pedofilo ossessivo (forma più rara). Alcuni teorici sostengono l’ipotesi che la scelta del bambino come fonte d’amore ed eccitamento sia una scelta narcisistica, in quanto il pedofilo rivede nel bambino l’immagine riflessa di se stesso bambino. I pedofili sono considerati come deboli e impotenti, in quanto la loro scelta ricade sui bambini proprio perché oppongono minore resistenza, sono essi stessi vittime di abusi sessuali infantili e il prevalere sessualmente su un bambino è il loro strumento di vendetta (teoria dell’abusato abusatore). I molestatori di bambini vengono suddivisi in “regrediti” e “fissati” (ricerche di Groth), altre ricerche sostengono che essi nascano in famiglie devianti e mancano di identificazione con i loro genitori visti come “rifiutanti” (ricerche sull’identificazione parentale). Il ramo della psichiatria sostiene la formazione di una pedofilia primaria e di una secondaria. Il modello cognitivo sostiene che i pedofili tendono a minimizzare l’abuso e a giustificare in tutti i modi l’atto sessuale col bambino. Il modello sistemico si basa su 4 fattori per spiegare i comportamenti pedofili: stimolazione sessuale, congruenza emozionale, blocco, disinibizione. Nel DSM IV la pedofilia rientra tra i disturbi della sessualità e dell’identità.

Capitolo 3 La personalità del pedofilo Una delle distinzioni possibili è tra i psicopatologici (coloro che soffrono di malattie mentali) e quelli non psicopatologici (caratterizzati da infantilismo, impotenza, ecc). Studi di Capri, Iaria e Lanotte riferiscono elementi comuni nella personalità del pedofilo: relazioni interpersonali inadeguate, immaturità affettiva e identificazione deficitaria. Bellussi distingue la pedofilia come parafilia e la pedofilia come nevrosi ossessiva. Prentcky suddivide le personalità del pedofilo (modello CM3) mediante uno schema diviso in 2 assi: low/high fixation e low/high contact. Nel secondo asse suddivide ancora i tipi “interpersonale” e “narcisistico” (high contact) e i tipi sadico/sadico-inibito, situazionale, aggressivo (low contact). Holmes classifica in : pedofilo situazionale, tipo moralmente/sessualmente indiscriminato, pedofilo in fase regressiva, pedofilo sadico, pedofilo fissato, pedofilo seduttivo, pedofilo inadeguato ecc. Il pedofilo non si sviluppa oltre l’adolescenza ed è attratto dai ragazzini perché gli ricordano come lui voleva essere da ragazzo, l’eccitamento (insieme alla compulsione) rende il solito rito dell’abuso come una novità per il pedofilo, per questo non risente o avverte la monotonia di tali abusi.

Capitolo 4 Forme della pedofilia e implicazioni sociologiche e pedagogiche La maggior parte degli abusi sessuali sui minori viene compiuta in contesti famigliari e questo condiziona in particolar modo le possibilità della vittima di ribellarsi o denunciare l’aggressore (abusi intrafamiliare). I Mazek hanno stilato le linee guida per descrivere in maniera accurata un caso di abuso sui minori (intrafamiliare e non), ovvero: avere informazioni sulla natura degli atti sessuali, caratteristiche dei soggetti coinvolti, stabilire il tipo di relazione tra essi, riportare le reazioni degli altri membri della famiglia. Sull’abuso intrafamiliare, Montecchi distingue: abuso sessuale manifesto (seduzione blanda o grave), abuso sessuale mascherato (forme di abuso meno esplicite (es. pratiche ai genitali mascherate come igiene del bambino), e pseudo-abusi (descrizione di abusi non realmente praticati). Nei casi di incesto, spiccano due tipologie di famiglie: la prima presenta un padre severo e violento e una moglie succube e passiva di questo, nella seconda la situazione è invertita. Spesso ci si imbatte nel meccanismo psicologico dell’identificazione con l’aggressore come risposta al trauma subito dal minore in cui la vittima potrebbe non uscirne più, difatti il bambino si riconoscerà più come un complice che come vittima e questo tenderà a farlo distaccare dal suo gruppo di pari (sindrome di Gimmy).

Capitolo 5 Pedofilia e Internet I caratteri fondamentali della cyberpedofilia si distinguono in: fattori individuali (individui che sperimentano la loro parafilia grazie a internet) e fattori organizzativi (uso di internet per reperire e scambiare materiale pedopornografico). A tal proposito, è stata stilata una classificazione di pedofili collezionisti che navigano nel web a cura di Hartman e Burges, in base alle modalità di reperimento e cessione di tali materiali: commercial collector, cottage collector, closet collector, isolated collector. Utilizzano tali materiali per eccitarsi, per trarne un profitto economico, sedurre, ricattare e come giustificazione del proprio comportamento. Altra classificazione è stata stilata in base alla loro pericolosità e modalità di comportamento nel web (cyber pedofili): cyberpedofilo predatore/voyeur/trafficante/turista/filosofo. Questo materiale produce un giro di affari tra i pedofili che non passa inosservato, si parte dai 100/200€ per immagini o video di bambini in luoghi pubblici (snipe), 500/1200€ per foto in pose oscene (poose), fino a 8000€ per la propria collezione privata (cp), fino ad arrivare anche a 10000€ per video di stupri e violenze (snuff-movies) e 25000€ (purtroppo) per video dove il bambino rimane ucciso durante la violenza (necros pedo). Molti stati mettono a disposizione le cosidette “liste degli orchi”, ovvero liste in cui figurano schedari di maniaci sessuali (con tutti i rischi del caso ovviamente, ovvero la stigmatizzazione di “omonimi” e il coinvolgimento delle vittime). Capitolo 6 Pedofilia organizzata Il turismo sessuale di massa nasce intorno alla fine degli anni ’50 e vede paesi come Brasile, Indonesia, Thailandia, Filippine come mete maggiormente coinvolte nello sfruttamento sessuale. Successivamente si uniranno altri paesi del sud-est asiatico, dell’Africa e latino-americani. Tale turismo è favorito da vere e proprio agenzie di viaggi specializzate nel turismo sessuale, ove i bambini e le bambine vengono rinchiusi in strutture adibite per questo fine, molto spesso in condizioni simili alla schiavitù. I motivi che spingono a scegliere questo tipo di turismo sessuale (quello comprendente i bambini) sono molteplici: perché sono deboli, non possono difendersi, avere completamente il controllo, trasgressione dei classici schemi, la convinzione che questi bambini non trasmettano malattie sessuali ecc. Si distinguono due tipi di clientela: quella abituale (la cui scelta non è mai in dubbio, preferiscono età prepubere) e quella occasionale (la scelta del bambino ha varie motivazioni, dalla repressione di tale attrazione nella propria quotidianità fino alla mancanza di senso del pudore). La pedofilia è diventato un tema ricorrente anche all’interno delle sette. La setta viene definita come un mondo chiuso a se stesso, dove si viene reclutati utilizzando metodi di dubbia legalità e da cui è quasi impossibile uscirne (definizione del Gris). Massimo Introvigne (direttore del CESNUR) ha stilato 4 correnti di satanismo: Satanismo razionalista/acido/occultista e Luciferismo. Queste sette sataniche sono balzate agli onori della cronaca poiché coinvolte in crimini quali pedofilia, violenza sessuale, truffe e, a volte, sacrifici umani.

Capitolo 7 Prospettiva giuridica Tra i più importanti documenti internazionali abbiamo: la convenzione per la tutela dei minori (1902), la convenzione n.5 attuata dall’organizzazione internazionale del lavoro(1919), la dichiarazione sui diritti del fanciullo (1924), la dichiarazione dei diritti del fanciullo (1959), la convenzione internazionale sui diritti del fanciullo (1989). Quest’ultima molto importante perché si parla dei diritti del fanciullo fino al raggiungimento dell’età adulta, da oggetto di tutela diviene soggetto di diritti, e nei suoi confronti vi è prevenzione e interventi psicosociali. In Italia il codice penale sancisce norme aventi come contenuto le tipologie che ledono l’incolumità psicofisica dei minori. Gli articoli più importanti riguardanti il maltrattamento dei minori e la loro trascuratezza sono l’art. 570 c.p. , art. 571 c.p. e art 572 c.p. La Legge n.66 del 1996 ha sostituito i reati di violenza carnale, quello di atti di libidine violenta e la congiunzione carnale commessa con abuso della qualità di pubblico ufficiale con la fattispecie unica di violenza sessuale, punita con la detenzione dai cinque ai dieci anni. Per i casi di minore gravità è prevista una diminuzione della pena che non superi i due terzi. La pena, però, è della reclusione da sei a dodici anni se il reato è commesso in danno di minore di anni quattordici o di minore di sedici anni quando il colpevole è l’ascendente, il genitore (anche adottivo) o il tutore della vittima. Inoltre la pena è da sette a quattordici anni quando la vittima è un minore di anni dieci. Con la Legge n. 269/1998 il Parlamento italiano ha portato l’Italia di pari passo con gli altri paesi dell’Unione Europea e con il contenuto dei Trattati Internazionali ratificati. Essa mira a contrastare la riduzione dei minori a oggetti sessuali e commerciali e ad affermare l’inviolabilità della loro persona. La Legge ha l’obiettivo di attuare una protezione dei minori vittime di sfruttamento sessuale nelle sue varie forme e manifestazioni dal punto di vista repressivo....


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